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Autore: nephaelibatha    28/11/2014    5 recensioni
Tortuoso sarà il percorso che porterà Lucius e Narcissa al coronamento di un amore travagliato, frutto di incontri-scontri degni di una delle storie d’amore più belle di tutti i tempi. Una relazione segnata da numerose avversità, non ultime i caratteri decisi e forti di entrambi i personaggi; ma l’amore trova sempre un modo per esistere, e nonostante tutto, i due riusciranno finalmente a trovarsi.
Dalla storia:
“Dovrei dirti che al mondo ci sono ragazzi migliori di me, ma sono un terribile egoista, e l’idea che un altro uomo che non sia io possa baciarti o godere della tua vicinanza mi porterebbe alla pazzia. Sono follemente innamorato di te, Narcissa Black, e spero che questo basterà a tenerti al mio fianco.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Famiglia Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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18. Dubbi e paure



La Sala Grande quella mattina era per lo più deserta, come del resto lo era stata la settimana durante la quale Lucius e Narcissa avevano scontato la loro punizione nello stanzino di Gazza. Quasi tutti gli studenti si trovavano ormai nelle rispettive case, accolti dal calore familiare che si accendeva maggiormente in occasione del Natale. Narcissa sedeva svogliatamente alla tavolata semivuota dei Serpeverde, rivolgendo uno sguardo assente oltre il proprio piatto immacolato. Accanto a lei, invece, Alanis stava ultimando la sua scorta di leccornie, riempiendosi la pancia il più possibile di tutte le delizie che popolavano la tavolata. <<  E’ da quando ti conosco che mi chiedo come sia possibile che tu riesca ad incamerare tutto questo cibo senza scoppiare! Ogni volta sembra che ti stia preparando per una carestia … >> la apostrofò la fanciulla bionda, guardandola con un’espressione incredula stampata sul bel viso.
L’amica alzò le spalle con noncuranza, come se l’osservazione mossa dalla compagna fosse un complimento cui le sue orecchie erano ormai abituate. << Ammetto che quella del mangiare sia un’arte che si affina col tempo e non tutti hanno la pazienza necessaria per praticarla. Io fortunatamente possiedo questa dote dalla nascita e infatti con rigore e disciplina sono giunta a record inimmaginabili per una mente comune. E poi, vuoi mettere il cibo di Hogwarts con quella specie di intrugli che prepara mia madre? Devo dire addio come si deve a questi veri e propri capolavori culinari prima di partire per le lunghe vacanze natalizie >> ridacchiò Alanis, agguantando con voracità una considerevole fetta di torta alla melassa. Narcissa non riuscì a trattenersi di fronte a quell’aperta dichiarazione di amore nei confronti della buona cucina e fece eco alla risata dell’amica, sentendosi un po’ più sollevata rispetto a pochi minuti prima. Ancora una volta la compagna era in grado di farla ridere veramente, e lei le fu silenziosamente grata per quel preziosissimo dono.
Il suo carattere non era per niente facile da gestire, ma l’amicizia con Alanis era riuscita piano piano a scalfire la barriera che la giovane Black usava per proteggersi dagli attacchi esterni, arrivando a raggiungerne il cuore.
<< Ho un regalo per te >> esordì all’improvviso Narcissa, frugando nella borsa e stando bene attenta che l’altra ragazza non sbirciasse all’interno. << Non sono sicura che riusciremo a vederci prima di Natale, così ho pensato di dartelo stamattina. Sono certa che ti piacerà! >> esclamò felice, porgendole un pacchetto informe confezionato alla bell’e meglio.
Alanis rimase in silenzio per qualche secondo, rivolgendo all’amica uno sguardo sinceramente colpito e grato.
<< Ma … Cissy! Noi non … >>
<< … non ci siamo mai scambiate doni per Natale, lo so, ma quest’anno ho capito che era un’assurdità e ho voluto dimostrarti che sono in grado di fare qualcosa per gli altri, e in particolare per le persone a cui voglio bene >> spiegò Narcissa con il solito timido sorriso che le spuntava sulle labbra rosee ogniqualvolta era costretta a parlare apertamente dei propri sentimenti.
<< Beh, grazie, io … non me l’aspettavo >> balbettò Alanis imbarazzata, approcciando il pacchetto goffamente.
<< Oh, la commessa era una vera e propria Troll di montagna: le avevo chiesto di farmi una confezione graziosa e guarda cosa è uscito fuori! Ma d’altronde ciò che conta è il regalo, quindi non farci caso! >> si scusò Narcissa, incrociando le braccia per cercare di spazzare via la patina zuccherosa che si era posata sulla loro conversazione.
<< OH MIO DIO! Ragazza, io ti adoro. Piperille, Rospi alla Menta, Pallini Acidi ed infine i miei preferiti: i Topoghiacci! Questo è il giorno più bello della mia vita! >> esclamò Alanis con gioia, esaminando i sacchetti ricolmi dei dolci di Mielandia che di solito comprava in piccole dosi durante le gite scolastiche a Hogsmeade. Narcissa sorrise e accettò volentieri l’abbraccio soffocante in cui l’amica la strinse, mentre contemporaneamente veniva sommersa da una valanga di ringraziamenti verbali.
<< Se l’avessi saputo ti avrei portato qualcosa anche io, accidenti! Così mi fai sentire incredibilmente in colpa … >> sospirò Alanis, abbassando lo sguardo sui graditissimi doni che aveva appena ricevuto.
<< Non dire sciocchezze. Tu mi hai già fatto il regalo più bello che potessi desiderare: sei diventata mia amica quando nessun altro ha avuto voglia di farlo. Mi dispiace solo di non aver avuto il coraggio di dirtelo prima >> la rassicurò Narcissa stringendole una mano con forza.
<< L’orgogliosa Narcissa Black che ho conosciuto io qualche anno fa non avrebbe mai affermato una cosa del genere. Io credo che qui ci sia di mezzo lo zampino di un certo Lucius Malfoy. >>
L’insinuazione dell’amica ebbe l’effetto di far arrossire violentemente le gote dell’altra fanciulla, e l’imbarazzo fu tale che fu costretta ad abbassare lo sguardo fino al pavimento.
Era dannatamente vero. Avrebbe potuto mentire e schernire quanto detto dall’amica con lo scopo di ridicolizzarne il contenuto, proprio come aveva sempre fatto in passato; ma negli ultimi mesi il rapporto con Lucius l’aveva trasformata a tal punto da impedirle di pronunciare menzogne per autodifesa. Ciò significava che era diventata molto più vulnerabile, certo, ma si sentiva anche maggiormente sincera e trasparente come non lo era mai stata nemmeno da bambina. Difatti, in famiglia era Andromeda ad essere quella più pura e genuina, quasi il ritratto dell’innocenza infantile. Era sempre pronta ad aiutare il prossimo, disposta a prodigarsi affinché le altre sorelle conducessero una vita piena, anche a costo del sacrificio personale. Era assurdo che una persona così profondamente altruista assomigliasse tanto nell’aspetto a Bellatrix, che invece faticava immensamente nel dimostrarsi bendisposta nei confronti degli altri. Narcissa si era sempre interrogata su quella somiglianza esteriore che però si trasformava in dissimilitudine se si andava in profondità, scendendo ad un livello interiore. Le due sorelle avevano gli stessi capelli folti e scuri, del medesimo colore del cacao amaro fuso, tipico della famiglia Black; i lineamenti erano alquanto definiti e gli occhi possedevano una tinta castana, più tendente al nocciola nel caso di Andromeda. Ella aveva ripreso il taglio dolce e arrotondato della madre, Druella, mentre invece gli occhi di Bellatrix erano della stessa forma audace e aguzza delle pupille del padre, Cygnus, nere come la pece.
Eppure, anche se aveva sempre identificato la dolcezza quasi ostentata di Andromeda con imperdonabile debolezza, in quel momento Narcissa si sentì come non mai vicina a quella sua sorella così diversa dall’impronta rigida e severa appartenente ai Black.
Alla fine si ritrovò a sorridere, suo malgrado, mentre Alanis di fronte a lei ridacchiava rumorosamente, prendendosi affettuosamente gioco di lei e di quel lato tenero che aveva sviluppato di recente.
<< Temo che tu abbia proprio ragione, Alanis >> sospirò rassegnata, appoggiandosi con i gomiti al tavolo. << Lucius mi ha fatto scoprire dei lati di me che prima non conoscevo. >>
<< Diciamo che proprio non esistevano … >> la corresse l’amica lanciandole un’occhiata divertita, senza smettere allo stesso tempo di riempirsi il piatto di dolcetti a forma di Passaporta.
Narcissa aprì la bocca di nuovo, ma le mancò il coraggio di esprimere il pensiero che la tormentava da un po’ di giorni e così la frase inizialmente le morì in gola. Poi inspirò profondamente e vomitò le parole una dietro l’altra, come un torrente in piena.
<< Il problema è che i nostri genitori non sono a conoscenza del fatto che Lucius ed io ci siamo avvicinati. Lui il prossimo anno se ne andrà da Hogwarts per intraprendere la carriera che ha scelto, mentre io dovrò ancora terminare i miei studi. Una volta uscito da qui avrà milioni di ragazze Purosangue ai suoi piedi e una discendenza da portare avanti. Non sono sicura che avrà voglia di aspettarmi, e non credo sia nemmeno giusto per lui dal momento che ci conosciamo appena. Insomma perché dovrebbe scegliere proprio me? >>
Alanis rimase a fissarla per qualche secondo, talmente sconcertata da quella confessione accorata che posò il Topoghiaccio che stava per addentare e lo adagiò delicatamente sul piatto.  
<< Beh, ma Lucius ti ha già scelta. La domanda è: perché dovrebbe cambiare idea? >>
<< Perché potrebbe rendersi conto che esistono milioni di donne più belle, intelligenti e trattabili rispetto a me. Potrebbe semplicemente stancarsi, nessuno glielo vieta. Non siamo nemmeno fidanzati ufficialmente, non c’è nessun vincolo che lo lega a me >> constatò Narcissa con amarezza, figurandosi un Lucius ventenne e felice all’altare, con accanto a sé una donna affascinante, formosa e decisamente più esperta di lei in materia d’amore.
Lo stomaco le si contorse come se le avessero sferrato un pugno all’improvviso, e si costrinse a scacciare quel pensiero rapidamente. L’amica le mise le mani sulle spalle in segno di conforto e Narcissa fu lieta di sentire il calore della ragazza così vicino e tangibile.
<< Ne hai parlato con Lucius? >> le chiese Alanis con un tono maggiormente addolcito.
<< No >> esclamò l’altra debolmente, come se la risposta fosse alquanto ovvia.
<< Narcissa, io non me ne intendo molto di ragazzi, ma di certo stando in squadra con una maggioranza discreta di maschi ho imparato un po’ di cose e posso garantirti che Lucius è veramente innamorato di te. E non lo dico perché sono tua amica e ti voglio fare contenta, no. E’ davvero evidente e lo si capisce dal modo in cui ti guarda, ti parla e si comporta in tua presenza. Quando ci sei tu lui non è più il giovane Malfoy sbruffone e arrogante che tutti ammirano e invidiano, è semplicemente un ragazzo innamorato. E per quanto sia ridicolo a volte, è bello vederlo rilassato e felice. Vi state avvicinando lentamente ed è giusto che vi prendiate tutto il tempo che vi occorre, ma non devi avere paura che qualcuno te lo porti via o che lui si stufi di te. Vedrai che sarete in grado di costruirvi un futuro insieme a partire da questi momenti. E adesso la finisco qui, altrimenti rischio di vomitare per via di tutte le smancerie che ti sto dicendo >> affermò Alanis con convinzione, spazzando via tutti i dubbi che si erano annidati nella mente della più piccola delle sorelle Black. Narcissa si sporse in avanti e strinse l’amica in un rapido ma significativo abbraccio, apparendo evidentemente rincuorata.




Narcissa camminava serena per i corridoi, diretta al Dormitorio femminile per ultimare la valigia. Dopo la chiacchierata con Alanis la sua mente si era alleggerita notevolmente, ridimensionando il livello di criticità dei dubbi che l’avevano assillata in quei giorni.
Ora effettivamente si sentiva sciocca per essersi lasciata travolgere così dalla paura di perdere qualcosa che era appena sbocciato, eppure era stato inevitabile vista la posta in gioco. Non le era mai capitato in passato di dubitare di se stessa, perché fin da piccola era stata abituata ad avere un’alta considerazione della propria persona, ma qui non si trattava di semplice autostima. Lucius aveva avuto ragazze molto più seducenti di lei e Narcissa non era affatto cieca né sorda: tutti erano a conoscenza della vocazione da dongiovanni di Malfoy e lei voleva tenersi bene a mente quella realtà di fatto per evitare di illudersi o montarsi la testa.
<< Ehi, eccoti, finalmente! >> la salutò una voce calda e ormai familiare, rapendola velocemente dai suoi pensieri.
Narcissa era appena entrata nella Sala Comune dei Serpeverde e Lucius l’aveva notata all’istante, lasciando la postazione vicino al camino per raggiungerla.
Le venne incontro con un sorriso che gli incurvava le labbra, rendendo la sua figura ancora più accattivante, e quando le fu abbastanza vicino le cinse i fianchi con le sue mani calde e forti. Il cuore della fanciulla emise una capriola nel momento in cui ella avvertì il tocco del giovane sulla pelle attraverso il tessuto dei vestiti. Le succedeva sempre di sussultare quando i loro corpi entravano in contatto, come se le proprie membra partecipassero all’evento attivamente e indipendentemente dal cervello. Ciò che provava era un mix letale di eccitazione, desiderio e un pizzico di paura al pensiero di dove sarebbe arrivata se si fosse lasciata completamente andare. Lucius era costantemente irresistibile, anche a quell’ora della mattina in cui tutti i comuni mortali invece conservano sul volto i residui del sonno, ed era tremendamente difficile rimanere lucida e presente a se stessa con l’incarnazione della perfezione al suo fianco.
<< Ti ho cercata dappertutto, ma dove diavolo ti eri cacciata? >> sussurrò lui attirandola a sé con un gesto fluido e rapido, cominciando ad esplorare con baci brevi e delicati i lembi di pelle che la divisa scolastica aveva lasciato scoperti. Narcissa piegò il collo all’indietro per agevolare il percorso infuocato che Lucius aveva intrapreso, incapace di pensare ad altro se non al calore che da Malfoy si era diffuso lungo tutta la superficie della sua esile figura. Lui era il fuoco e lei un nodoso ciocco di legno che prendeva vita e iniziava ad ardere in sua presenza, incapace di fermare la fiamma che aumentava di volume e di intensità sempre più velocemente.
Non era la prima volta che Lucius la baciava in quel modo, risvegliando parti di lei che non credeva di possedere, eppure ogni volta Narcissa rimaneva senza fiato, incapace di riemergere da quel mare di emozioni travolgenti. Malfoy non si era mai spinto troppo oltre, aveva sempre rispettato i limiti che tacitamente lei aveva imposto, limiti dettati dalla pudicizia e dalla forza di volontà che le impediva di concedersi in circostanze non adatte come quella. Tuttavia, ogni volta le risultava enormemente difficile resistere al mare di passione in cui il ragazzo la faceva piacevolmente annegare.
I baci di Lucius stavolta diventarono più audaci, osando un po’ di più rispetto alle volte precedenti. Le sue dita affusolate sganciarono il primo bottone della camicetta di Narcissa, lasciando intravedere l’incavo tra i due seni che la fanciulla aveva sempre tenuto nascosto per pudore. Lucius fece per chinarsi su di lei nuovamente, ma la ragazza gli trattenne il viso fra le mani, inducendolo a fermarsi.
<< Lucius … >> sospirò lei con il briciolo di autocontrollo che le era rimasto, allontanandosi bruscamente da lui per ricomporsi. Le bastò quel gesto per riprendere coscienza di sé e della propria mente che era stata offuscata dalla presenza ravvicinata di Malfoy. Tuttavia la pelle conservava ancora il ricordo dei suoi baci, come se fosse stata marchiata a fuoco. Ignorò quella sensazione per rimanere lucida e presente a se stessa.
Lucius la osservava con un’espressione vagamente confusa, mentre negli occhi ancora persisteva il luccichio del desiderio non totalmente saziato.
<< Ho fatto qualcosa di sbagliato? O forse semplicemente non mi vuoi >> ragionò lui abbassando lo sguardo e infilando le mani nelle tasche dei pantaloni, calibrando i suoi movimenti per placare l’emozione che l’aveva invaso fino a qualche secondo prima.
<< No >> la risposta di Narcissa suonò più come una supplica, e si odiò per non riuscire a mostrarsi salda. Stare a stretto contatto con Lucius equivaleva a sottoporsi ad un incantesimo di immobilità, dimenticandosi del mondo ma anche di se stessi. La fanciulla si schiarì la voce per farsi coraggio, fissando i propri occhi azzurri nelle pupille del ragazzo dilatate dal desiderio. << Non si tratta di questo, Lucius. E’ solo che … >> riprese lei con più convinzione, cercando le parole più adatte per spiegargli la propria paura senza rischiare di apparire debole.
<< E’ solo che ogni volta che stiamo insieme io a stento riesco a trattenermi perché ti desidero davvero, mentre tu inspiegabilmente riesci a fermarti e controllarti e non ne capisco il motivo >> ammise lui serrando la mascella con forza, come se parlare delle proprie emozioni gli costasse uno sforzo sovraumano.
Narcissa gli si avvicinò lentamente e gli posò una mano sulla guancia appena ricoperta da uno strato di barba accennata. << Stiamo imparando a conoscerci a vicenda e io non voglio bruciare le tappe solo perché il mio corpo reagisce in un certo modo in tua presenza. Ecco perché riesco a fermarmi, perché non voglio che accada qui e ora, perché mi piacerebbe che anche la mia mente fosse pronta per un salto così importante >> spiegò Narcissa con delicatezza, provando ad essere il più amorevole possibile. Sapeva che l’orgoglio di Malfoy era particolarmente irritabile, ma doveva essere sincera se aveva intenzione di costruire un rapporto saldo.
<< Dunque è questo il reale motivo? Vuoi solo aspettare? >> le domandò con un’espressione seria sul volto che la fanciulla non fu in grado di decifrare.
<< Sì >> rispose lei secca, sentendo le guance imporporarsi di fronte allo sguardo del giovane, così concentrato e duro.
<< Io non sono un animale, Narcissa. So controllarmi quando me lo impongo e mi dispiace se qualche volta sono stato irruento con te. Rispetto la tua volontà perché mi stai a cuore e non voglio costringerti a fare qualcosa di cui ti pentiresti. Non me lo perdonerei mai >> le disse, addolcendo i bei lineamenti del viso in un sorriso comprensivo.
Narcissa ricambiò incurvando le labbra e si alzò sulle punte dei piedi per scoccare un breve bacio sulle labbra sottili di lui in segno di gratitudine. Poi si voltò e prese a salire le scale che portavano al Dormitorio femminile, con mente e cuore decisamente sollevati e alleggeriti.






Spazio Ringraziamenti: Salve a tutti! E’ da una vita che non aggiorno, perciò mi scuso anticipatamente con tutti voi. L’università e gli impegni quotidiani mi hanno risucchiata, ma nel mio cuore c’è sempre un posto per questa mia piccola creatura, non temete.

Il capitolo non è particolarmente significativo, ma ho voluto inserire dei temi che mi stanno particolarmente a cuore, come l’amicizia e l’intimità che bisogna affrontare in una relazione amorosa; temi che poi mi piacerebbe riprendere anche in seguito. Spero di non avervi annoiati! Aspetto con gioia e ansia i vostri commenti : )
Come sempre ringrazio le persone che recensiscono e che seguono con il cuore questa ff:
BekkaMAlfoy, Jude88, francyslytherin e Giuliii;
le 11 persone che la seguono e che l’hanno aggiunta alle preferite e le 3 persone (crescete, mi raccomando!) che l’hanno inserita fra le ricordate.

Un abbraccio a tutti voi : D
  
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