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Autore: Silvy08    28/11/2014    5 recensioni
Salve a tutti una TakuRan [con accenni alla RanMasa] che inizierà come un'amicizia forzata ma che diventerà qualcosa di molto più profondo e che insegnerà a entrambi valori molto importanti. Spero di vedervi dentro :)
Tratto dal primo capitolo:
La donna sentendo la voce del ragazzo chiamarlo gli si avvicinò
- si signorino?-
-voglio che quel ragazzo diventi mio amico- disse Takuto indicando il ragazzo dai capelli rosa al centro del gruppo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kirino Ranmaru, Shindou Takuto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 12 -Look After You-
 
Una settimana. Una settimana chiuso in quella stanza che, ora più che mai, odiava con tutto il suo cuore, era diventata la sua prigione, non gli era concesso di uscirne per nessun motivo, se non per i pasti e per le lezioni di pianoforte.
 Era passata una maledettissima settimana da quando aveva visto per l'ultima volta Ranmaru. Inutile dire che gli mancava da morire. Ma quello che lo faceva  soffrire più di tutto era sicuramente la consapevolezza che non lo avrebbe rivisto mai più.
 
~~~
 
-Takuto?-
Si voltarono entrambi terrorizzati verso la persona che aveva appena parlato con gli occhi spalancati.
No, non poteva essere. O meglio, non doveva essere.
Non doveva essere la madre di Shindou la persona che aveva appena parlato. Eppure. Eppure era stata proprio lei a pronunciare quel nome.
Tutto in lei urlava rabbia. Dagli occhi che sembravano emanare raggi assassini ai due giovani, ai pugni stretti vicino ai fianchi come se fosse pronta per scattare e picchiarli. Si, picchiarli, perché in quel momento entrambi erano sicuri che la donna non si sarebbe fatta scrupoli a prendere a sberle il figlio, non dopo quello che aveva visto.
Kirino buttò lo sguardo verso il proprio ragazzo per notare che non lo aveva mai visto in quello stato, ma non poteva di certo biasimarlo, persino lui, il coraggioso Ranmaru Kirino stava tremando di paura.
Ma quali film dell'orrore? La madre di Takuto era più spaventosa di qualsiasi zombie o pazzo maniaco che ti uccide nel sonno! E il rosa avrebbe anche riso per i suoi pensieri se non fosse stato così spaventato di perdere Shindou.
-Non me lo sarei mai aspettata da te- disse la donna senza urlare indicando il figlio che abbassò lo sguardo non riuscendo a reggere quegli occhi.
Sicuramente non stava urlando per non farsi sentire o tutti avrebbero scoperto che lei aveva un figlio omosessuale, pensò Kirino.
- Non sai nemmeno quanto mi hai deluso signorino. Sapevo che questo qui- indicò Ranmaru -non avrebbe portato nulla di buono. Ti ha influenzato male. Chissà cosa ti ha raccontato - disse disgustata parlando di Kirino come se nemmeno fosse li.
Takuto non aveva nemmeno la forza di ribattere, continuava a fissare i suoi piedi in silenzio e sull'orlo delle lacrime.
- Sei ufficialmente in punizione. Non uscirai dalla tua stanza per un mese. Poi riprenderai a vederti con Rosie. Non osare parlare con qualcuno di questa tua...pff non so nemmeno come chiamarla..sbandata direi. E assolutamente non voglio più vedere quel ragazzino in casa nostra. Capito? - Ora Takuto stava piangendo. Ranmaru voleva avvicinarsi per consolarlo, ma sapeva che in quel momento non era una buona idea.
Prima di andarsene la donna puntò gli occhi su Kirino e gli parlò per la prima volta in quella serata, o forse per la prima volta da sempre - Non osare mai più avvicinarti a mio figlio. Non voglio più vedere la tua faccia. Ci siamo capiti ragazzino? Ora vattene - la donna aspettò che il rosa se ne fosse andato prima di andarsene e lasciare li suo figlio in un pianto disperato.
 
~~~
 
Si era così ritrovato chiuso a chiave in camera, senza telefono naturalmente, e con solo il suo amato pianoforte a tenergli compagnia, pianoforte che in quel momento avrebbe volentieri scambiato con un certo ragazzino dai capelli rosa.
La noia era ormai diventata la sua migliore amica. Passava le giornate steso sul suo letto a guardare il soffitto, aveva ormai smesso di piangere, tanto era del tutto inutile, i suoi genitori non sarebbero stati più compassionevoli se avessero visto le lacrime del proprio figlio. No di certo. Anzi, più volte suo padre gli aveva ripetuto che solo i deboli piangono, e lui odiava i deboli.
Era proprio in quei momenti che cominciava a riflettere sui suoi genitori. Insomma, non è normale che tua madre ti chiuda a chiave nella tua stanza. Giusto?
Il peggio era che lei, naturalmente, credeva di essere nel giusto e lo stava facendo solo per il bene di suo figlio. O forse solo per il bene dell'immagine degli Shindou. Ma poco importa quando sei la moglie di un miliardario, a quel punto anche la differenza tra affari e il bene di tuo figlio tende a non esistere più. O così, almeno, funzionava nella sua famigli, da anni ormai.
Takuto, però, ora se ne fregava altamente della sua famiglia. Aveva in testa soltanto quel maledetto ragazzino che lo aveva fatto impazzire, tanto da andare contro tutte le regole che aveva sempre seguito, regole che gli erano state insegnate e imposte fin da piccolo. Ma se dovesse tornare indietro rifarebbe ogni singola scelta, perché conoscere Kirino era stata la cosa più bella che gli fosse successa nella vita. Quel ragazzo gli aveva fatto scoprire la libertà e soprattutto, grazie a lui, aveva conosciuto anche se stesso.
Il fatto di non poterlo nemmeno sentire lo turbava non poco. Soffriva nel sapere di non potergli dire che lo amava ancora e che non si era scordato di lui.
 
~~~
 
- No, scusa, ma proprio non ne ho voglia - detto questo Kirino terminò la chiamata e buttò il telefono sul letto che rimbalzò e cadde rovinosamente a terra. Dopo una colorita imprecazione si abbassò, riprese il telefono e controllò che fosse ancora funzionante.
Era la terza volta che saltava gli allenamenti di calcio. Lui amava il calcio con tutto il suo cuore, ma davvero, in quelle condizioni non se la sentiva davvero, e non sarebbe neanche stato un granché utile ai suoi compagni. Aveva la testa da tutt'altra parte, più precisamente in una villa molto grande, nella camera di un certo castano, e un difensore che non riesce a stare attento è del tutto inutile.
Tutti avevano insistito per farlo uscire un po' di casa, da Tenma con la scusa degli allenamenti, ai suo compagni di squadra che la sera lo invitavano ad uscire, persino sua madre ci aveva provato. Alla fine ci avevano rinunciato tutti, tranne Tenma, che si sa è un vero zuccone, anche sua madre aveva smesso dicendogli che era cambiato e non lo riconosceva più.
- Dov'è finito il mio bel Ranmaru sempre allegro? - Aveva chiesto, lei una sera.
La semplice risposta del rosa fu un - Vorrei saperlo anche io - appena udibile.
Sapeva anche lui di essere cambiato. Una volta usciva tutti i giorni, nemmeno quando era malato sua madre riusciva a tenerlo in casa. Una volta aveva sempre il sorriso sulle labbra in ogni occasione, anche quando perdevano le partite il sorriso sulle sue labbra non svaniva. Una volta era una persona iperattiva che saltellava di qua e di la nemmeno fosse una rana.
Ora, invece era rinchiuso in casa, usciva solo per la scuola, quel suo bellissimo sorriso si era volatilizzato ed era diventato pigro. Sempre incollato sul letto con il telefono in mano.
Si perché l'unica cosa che in quel momento si meritava la sua attenzione era il suo telefono, dal quale ogni maledettissimo giorno, si aspettava un messaggio di Takuto, che gli dicesse che andava tutto bene e che lo amava.
Era triste di essere diventato così..associale, che detto tra noi e tutto il contrario di Ranmaru Kirino, ma Takuto era stupendo, la migliore persona che conosceva, non lo avrebbe scambiato con nulla al mondo, lo voleva solo li al suo fianco.
Quasi due settimane senza vederlo, sentirlo o quantomeno avere sue notizie. Forse avrebbe dovuto lasciar perdere, dopotutto sapeva che i genitori di Takuto non avrebbero mai permesso quella relazione. Ma non poteva arrendersi. Non ancora.
Proprio quando stava per mettere giù il telefono ed infilarsi tra le sue coperte, sentì vibrare l'aggeggio tra le sue mani.
Sussultò quando lesse il nome del mittente
 
Takuto
 
Non perse nemmeno un secondo e aprì velocemente il messaggio, come se ve valesse della sua stessa vita, cosa che più o meno rispecchiava la verità.
Fu in quel momento che il cuore del rosa smise definitivamente di battere. Facendolo pentire di tutto, di tutte le sue scelte.
Si ritrovò rannicchiato sul letto con le lacrime agli occhi leggendo e rileggendo il messaggio per assicurarsi di non aver frainteso.
 
Tra noi è tutto finito.
Scusa, ma non ti amo più.
Takuto
 
 
***
 
 
Angolo dell'autrice tremendamente in ritardo (come al solito):
Ebbene gente sono ancora viva. Mi scuso di non aver aggiornato per ben..due mesi credo. Purtroppo sono stata molto incasinata. L'università mi sta togliendo tutto il tempo libero. Sto praticamente diventando un eremita con l'unica compagnia dei miei libri >.<
Passando ad argomenti più interessanti, o almeno lo spero, finalmente il nuovo capitolo dove ho svelato chi ha beccato i nostri TakuRan. Per la vostra gioia ho di nuovo concluso il capitolo con una frase che lascia un po' il lettori in sospeso.
Ringrazio tutte le persone che hanno recensito, vi adoro, e le persone che hanno aggiunto la storia tra le preferite/seguite/ricordate.
Mi scuso per gli eventuali errori di battitura che potrebbero esserci nel capitolo e vi ringrazio di nuovo per il fatto che leggiate la mia fanfiction, significa molto per me :)
Ora vi saluto che questo angolo si sta trasformando in un poema XD
Un bacio, Silvy
 
  
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