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Autore: anaiv    28/11/2014    9 recensioni
Sana é una famosa attrice, ma questa sua condizione non esclude che possa frequentare l'università. Il suo mondo sarà stravolto da due eventi fondamentali: un indicente e l'incontro con Akito Hayama. Come cambieranno le cose per la giovane donna, dopo l'incontro con lo scapolo più ambito dell'università di Tokyo?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Fuka Matsui/Funny, Nuovo Personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith, Tsuyoshi Sasaki/Terence | Coppie: Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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p>Pov Akito

I bambini giocano, si divertono e ridono con poco; Sono raggianti, quando vengono colpiti dai raggi della sfera più luminosa che esista e regalano gioie senza operare il minimo sforzo. Da bambino, io ero triste, solo, non amavo il sole, anzi disprezzavo l’allegria che gli altri provavano nel bearsi della sua luce; non mi divertivo, difficilmente giocavo. Mio padre era assente e mia sorella maledettamente stronza. No ho mai rincorso una farfalla, pensando che fosse stupido, pensando che di li a poco, sarebbe morta…morta come la mamma. All’età di tre anni, in un momento di insana lucidità, mio padre mi aveva spiegato che la mamma era in ospedale e che di li a poco sarebbe morta; non piansi,non reagii, mia madre stava morendo ed era inutile rincorrerla. Avrei voluto urlare, ma sarebbe stato inutile anche quello, perciò pensai bene di andare al parco e documentarmi su come si spegnessero le farfalle. Volevo essere pronto; quando la mamma sarebbe morta, io avrei saputo cosa fare, come prendermi cura di lei. Non aveva le ali, ma qual manto dorato che erano i suoi capelli, le ricordavano moltissimo. Un mattino andai al parco, e fissai a lungo una farfalla le cui ali blu brillavano come diamanti alla luce del sole; rimasi a fissarla per ore, mi dilettavo a seguirla da un fiore all’altro, fino a quando, al tramonto, si posò su una rosa rosso sangue e adagiò le piccole ali su due petali incontaminati…in qualche modo, capii che stava morendo, che la sua ora era arrivata. Le carezzai le sottili alette e pregai che andasse in posto migliore, pregai che capitasse in un piccolo prato verde e odoroso e che fosse felice…per sempre.

Adesso sono un uomo, sono passati vent’anni da quel giorno, non sono preparato, ancora non so come dirle addio. Probabilmente sarebbe stato più semplice farlo quando ero bambino; adesso è l’impresa più grande e difficile da compiere e da solo non posso farlo. Vorrei che Kurata fosse qui, ma l’ho mandata via, mi ha tradito anche lei. Mi ha mentito. Forse non mi ha mai amato sulserio.

“ Akito” mio padre. Di solito, ai miei occhi appare come un uomo tutto d’un pezzo, sicuro di se e freddo come un ghiacciaio…ma oggi, oggi è maledettamente piccolo e insicuro. Sta per perdere l’amore della sua vita e in parte penso di capire quello che stia provando.

“ papà”. Dico fissando la sterile parete che ho di fronte.

“ ho conosciuto la tua amica… Sana” lo dice in un soffio, e non posso fare a meno di voltare lo sguardo nella sua direzione, sgranando visibilmente gli occhi.

“ t-tu cosa?” balbetto incapace di concepire l’immagine di mio padre che conversa amabilmente con biscottino… biscottino. Non dovrei più chiamarla in questo modo. Lei non è più mia. Lei mi ha mentito.

“ieri, l’ho invitata a prendere un caffè. Volevo essere sicuro che si prendesse cura di te. È proprio una brava ragazza… sai mi ha rimproverato per come mi sono comportato con te in tutti questi anni… e a proposito di questo, scusami Akito. Da oggi in poi, proverò ad essere un uomo migliore.” Avverto distintamente qualcosa formarsi in gola; sarà un groppo impossibile da digerire e altrettanto impossibile da buttare fuori. Mio padre vuole rimediare e questo grazie a Kurata. Kurata che mia ha dato tanto e mi ha tolto tutto.

“ Akito ci sei?” chiede mio padre fissando sottecchi la mia figura.

“ si. Si. Possiamo provare papà.” Non vorrei essere eccessivamente freddo, ma non so proprio come comportarmi. Ho bisogno di tempo, devo mettere ordine… io ho bisogno di lei, ma non posso più averla.

“ Hayama! Cazzo amico sono ore che ti cerco!” un Oliver tutto trafelato, inchioda sul pavimento fermandosi diritto dinanzi a me.

“ Ol, che ci fai qui?” scatto in piedi e lo trascino verso l’enorme finestra del dodicesimo piano di questo orribile edificio.

“ ho saputo di tua madre.” Dice schiarendosi la gola.

“ tu oggi hai un esame e la cena con Madoka. Non puoi stare qui.”

“ io voglio stare qui. Sei il mio migliore amico cazzo! E tua madre sta mal..”

“ mia madre sta morendo!!!” e questa volta lo urlo. È un grido disperato, non è rabbia verso Oliver, è puro e semplice dolore che si fa spazio tra le costole e il cuore. È un grido che racchiude anni e anni di sofferenze e soprusi. È un grido che squarcia il silenzio in cui per tutta la mia esistenza ho deciso di rifugiarmi. È un grido che abbatte il muro della solitudine.

Oliver mi fissa sbigottito, ma poi, da buon amico quale è, mi si avvicina e mi abbraccia. Non ha niente da aggiungere. Per una volta sono felice che oliver mi abbracci.

“ scusate… ragazzi” conosco questa voce, so a chi appartiene e questo mi spaventa. Non credo di poterla affrontare. Non adesso che ho le lacrime agli occhi e sto abbracciando un uomo… sono troppo vulnerabile e confuso. Oliver lascia la presa e si volta verso la nostra interlocutrice.

“ Natsumi lasciaci in pace” Oliver digrigna i denti e sferza occhiate furenti nella sua direzione.

“ alzo bandiera bianca. Akito…è arrivato il momento” dice calando il capo. Osservo una piccola e scintillante lacrima abbandonare il suo viso, proprio come la rugiada di primo mattino sulle foglioline ancora insonnolite.

Mia madre se ne sta andando e non c’è spazio per stupidi litigi, il tempo è finito. Bisogna arrendersi. Bisogna che carezzi le ali di mia madre per l’ultima volta.

Oliver mi da una pacca amichevole sulla spalla e avverte che sarà lì ad aspettarmi quando uscirò. Prendo coraggio e mi avvicino a quell’insulsa stanzetta, non di certo all’altezza di mia madre.

“ Akito, Natsumi… quanto siete belli” dice la mamma vedendoci sulla soglia. Natsumi si asciuga il volto, io cerco di mantenere una certa calma…ma è un impresa più che ardua.

“ no cara, non piangere.” Abbozza un sorriso, ma il suo viso è smunto e stanco.

“ ho trascorso dei mesi meravigliosi in casa con voi. So che avete delle cose da risolvere, una madre certe cose le sente, ma lo farete… promettetemi che lo farete”

“ certo” asserisce Natsumi tra un signhiozzo e l’altro. Io annuisco, stranamente speranzoso che le parole di mia sorella siano vere.

“ Akito… non ho avuto modo di conoscere il tuo mondo per intero,ma conosco te e so quanto meraviglioso tu sia. Oggi me ne andrò, ma lo farò con il sorriso sulle labbra. Siete la mia gioia. Akito, voglio che tu sia felice a qualsiasi costo...vivi amore mio, come se domani non ci fosse, combratti per le cose a cui tieni. E tu Natsumi, smettila di incolpare il mondo per il mio male, capita. Sono malata non è colpa di nessuno. Vivi tesoro mio, io sarò sempre con te.” natsumi le getta le braccia al collo, mentre io rimugino su ciò che ha detto... devo combattere. E lo farò, lo farò per lei.

“ ti voglio bene mamma” dico me mentre mi piego cautamente su di lei.

“ anche io tesoro”. L'abbraccio piano e istintuvamente, assorbo come una spugna, ogni singola sfaccetatura di questo ultimo momento con lei...ho le narici impregnate del suo gradevole odore di gelsomini e gli occhi pieni della sua esile figura. Non la dimenticherò mai... adesso sono pronto a carezzarle le ali e lasciare che voli via, verso una vita più felice.

Un'ora più tardi, dopo essere rimasti al suo capezzale,la mamma chiude gli occhi e tutti, sappiamo cosa significhi. Se ne sta andando. Incapace di restare a guardare esco dalla stanza e mi basta scoccare un'occhiata verso Oliver, che il mio amico celere come non mai, si alza e corre verso di me; mi stringe le spalle e mi rassicura, ma adesso sono lontano dal mondo, sono lontano da tutti. Mia madre non c'è più.

 

 

Pov Sana

“ Sana... sei ancora in doccia?” Madoka quasi lo urla e io lavo via piccole macchie di sapone dai miei fianchi asciutti

“ si! Che succede?”

“ esci...appena puoi.” aggiunge sommessamente. Svelta più che mai, decido di imporre all'apparecchio sopra la mia testa, un getto più forte e in pochi minuti sono fuori.

“ Madoka che succede?” la mia coinquilina si alza e corre verso di me, ha un viso triste, che non fa presagire nulla di buono.

“Sana...la madre di Akito...”

“ no! No! Oh mio dio no!” strepito e Madoka ha difficoltà a tenermi buona tra le sue braccia. Tremo tutta, ogni mio pensiero è rivolto a lui e a quanto mi senta impotente. Piccole lacrime prepotenti prendono a sgorgare via dai miei occhi e madoka stringe la presa sulle mie spalle.

“Sana tranquilla. Oliver è con lui. Akito sta bene.” no, Akito non sta bene. Io lo so...sua madre è morta davanti ai suoi occhi, lui non può stare bene. Ha bisogno di me. Devo fare in modo che accetti la mia presenza.

“ madoka devo andare da lui” asserisco tra singhiozzi smorzati. Madoka annuisce e mi carezza il viso.

“ si corri a vestirti guido io.”

veloce come non mai, infilo un jeans e una maglia color panna, friziono i capelli con quanta forza posso e mi precipito in salotto su di un piede solo cercando di inserire correttamente le scarpe... devo correre da Akito. Lui è tutto per me.

 

“sai dove sono?” domando allacciando la cintura di sicurezza.

“ all'ospedale di Tokyo... ci fermeremo lì vicino” risponde madoka mettendo in moto e partendo a tavoletta.

Venti minuti più tardi. Dopo aver violato almeno venti norme del codice stradale, ci ritroviamo dinanzi all'imponente struttura dell'ospedale. È un luogo così triste e tetro... qui vige l'incertezza c'è che vive, chi muore, chi è sospeso, chi non sa se potrà più condurre la propria vita in maniera normale... odio gli ospedali e sono convinta, che da oggi la vita di Hayama cambierà per sempre.

“ Pronto Oliver. Si siamo qui... bè no. ok. Ciao” Madoka sospira e poi si volta nella mia direzione.

“ che succede?” domando prontamente.

“ Akito non sa che ci sei anche tu, perciò sii preparata.” ma certo... noi non stiamo più insieme. Questo però non significa che io non lo ami più della mia vita e dovrà capirlo anche lui.

“ tranquilla. Voglio vederlo”. Scendiamo dall'auto e ci avvicniamo lentamente al bar posto fuori la struttura... da lontano individuo Akito, ha i capelli scompigliati dal vento, una maglia aderente e una sigaretta tra le dita...sembra così...diverso...lontano. Qunado si accorge della mia presenza, volta lo sguardo in direzione della strada e io avverto una fitta al centro del petto. Lui soffre e io non posso fare nulla.

“ ciao ragazze.... Madoka andiamo a predere un caffè?” chiede Oliver palesemente in imbarazzo. Madoka abbozza una sorriso, poi si avvicina ad Akito e gli lascia una tenero bacio sulla gota destra, Akito le stringe la mano e con lo sguardo sembra ringraziarla. Mentre i due nostri amici si allontanano io faccio un passo verso Hayama...

“ Akito...” soffio nel vento, sperando che gli arrivi tutto il mio amore .

“ cosa ci fai qui?” è più un ringhio che una domanda, ma comprendo il suo stato d'animo perciò mi limito a rispondere gentilmente.

“ sono qui per te. Perchè ti amo e non ti avrei mai abbandonato”. Un ghigno gli si dipinge sulle labbra e io inzio a non comprenderlo.

“ caspita. Sai all'inizio, quando ci siamo conosciuti, non sapevo tu fossi un'attrice... potrà sembrare assurdo, ma non seguo la televisione. Piano, piano poi ho capito che tipo di lavoro è il tuo. Tu fingi Kurata, sempre. Che sia sul set o nel tuo alloggio tu fingi. Non ti è mai importato nulla di me... era solo il tuo lato melodrammatico a doversi cibare di nuovi drammi... andrea non ti serviva più. Ti sei presa cura del nuovo caso umano per compiacere il tuo ego... brava... bis.” getta la sigaretta con disprezzo e applaude come se fosse in un teatro. Vedo distintamente il mio mondo andare in pezzi...Akito mi odia.

“ non fare quella faccia da cane bastonato! È morta mia madre non la tua. Smettila Kurata e va via... tra tra un mese lo farai per sempre giusto? Perchè non anticiparti e magari passare un po' di tempo con Naozumi kamura?!? Oliver mi ha detto tutto.”
“ Oliver non sa niente! E nemmeno tu akito! Io ti amo più di quanto ami me stessa... non ho mai finto con te mai! Ti ho raccontato la mia storia, ti ho detto di Andrea, mi sono lasciata andare con te e per te! Akito so che stai soffrendo ma io, sono qui per te!!!” strepito tra le lacrime, istabile e soffrente come non mai.

“ smettila. Smettila!!! tu non mi ami, altrimenti non avresti accettato quel maledetto film! E ora lasciami solo non ho voglia di stare qui a sentire le tue stronzate.”
“ Akito io non girerò quel maledetto film! Ho rifiutato!” tento un gesto disperato e mi getto tra le sue braccia... Akito resta inerme, ma poi, improvvisamente mi passa una mano sulla schiena e mi abbraccia. Mi stringe forte a se come se fossi l'ultima possibilità che ha al mondo. Ricambio e mi stringo forte al suo fermo e forte torace. Dopo un tempo infinito, si scosta da me e pianta le sue iridi color grano nelle mie...

“ è finita Kurata... parti, va a girare quel film. Ti ho amata e ti amo...ma ho promesso a mia madre che avrei combattuto per la mia felicità...e attualmente tu rappresenti solo dolore... lasciami solo” dice per poi stamparmi un tenero bacio sulle labbra... non ne sono sicura, ma è possibile che la lacrima che costeggia il mio labbro inferiore sia sua e non mia.

“ che senso ha? Mi ami, mi baci ma non mi vuoi più ...perchè? Permettimi di aiutarti.” mi stringo le braccia al petto cercando di frenare il dolore, che prepotente si insinua tra le mie membra.

“ perchè sei l'unica cosa che mi tiene vivo e ho promesso a mia madre di essere forte...se ti lasciassi il comando della mia esistenza, non sarei più poi così forte. Siamo troppo diversi Sana... troppo lontani. Apprezzo quello che hai fatto per me...ma non abbiamo futuro.” mi fissa un'ultima volta intensamente, poi gira i tacchi e torna verso l'ingresso dell'imponente struttura alle nostre spalle.

Vorrei chiamarlo e dirgli di regalarci una nuova opportunità, ma le parole mi si strozzano in gola e non sono capace di tenermi eretta sulle mie esili gambe...cado a pezzi....la mia vita sta andando in frantumi.... osservo l'amore della mia vita oltrepassare quella porta e portare con se ogni mia possibilità di essere felice.

“ Sana! Oh mio dio Sana stai bene?!?” Madoka mi si avvicina e mi passa una mano sulla vita cercando di farmi recuperare l'equilibrio.

“ mi ha lasciata...per sempre” biascico tra un singhiozzo e l'altro. Madoka mi stringe forte e Oliver mi fissa colpevole...se solo mi avesse lasciato parlare...se solo non avesse detto nulla ad Akito...

“ è colpa tua maledetto!!!” raccolgo le forze e vado scaglionando piccoli pugni sulla felpa increspata di Oliver cercando di trasferirgli ogni mia emozione.

“ Kurata” non si ritrae, è visibilmente costernato.

“ non sapevo avessi rinunciato al film!”

“ sei uno stronzo! Un bastardo! A te non frega un cazzo di Akito! E vuoi saperla una cosa?!? io so cosa è successo tra te e Natsumi! Tu ti sei scopato quell'arpia alle spalle del tuo migliore amico!” le parole mi sgorgano dalle labbra invelenite più che mai...nella concitazione del momento dimentico la presenza di Madoka e solo dopo, quando mi rendo conto di ciò che ho detto, mi volto nella sua direzione e noto le sue piccole gote gonfie e rosse, come non le avevo mai viste prima. È immobile di fronte a me e ad un Oliver totalmente spiazzato...

“ Madoka lasciami spiegare...” dice Oliver passandosi una mano tra i capelli, ma la mia amica raccoglie ohni briciola di forza e coraggio che ha in corpo ecolpisce con violenza le gota sinistra di Oliver lasciandoci totalemnte spiazzati.

“ non avvicinarti mai più a me e alla mia amica” ruggisce affanosamente portandosi ad un palmo dal naso, da quello che ormai è il suo ex-ragazzo.

“ andiamo Sana...ti riporto a casa”

 

 

 

 

hi guys!!! eccomi tornata dalla mia breve, ma intensa vacanza trascorsa in quel di Londra! Se non ci siete stati, lo consiglio vivimente....è un luogo magico, con le sue pecche certo, ma decisemente da vivere!

Passando al capitolo, lo so è maledettamente triste, ma ormai mi conoscete, sapete l'asticella del mio dramma che picchi può toccare :D. spero comunque sia di vostro gradimento. Un enorme bacio a chi segue la mia storia! GRAZIE! A presto Viviana

 

  
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