Capitolo
sedici
Primo giorno
Sono quasi le
sette quando
Eleonora apre gli occhi piano, dandosi il tempo necessario per
abituarsi alla
luce mattutina. Si sveglia sorridendo e cercando di ricordare nei
minimi
dettagli quello che è successo la sera prima, sorride ed
alza gli occhi al
cielo, quasi a darsi della sciocca da sola per quella reazione. Le
sembra di
vivere in uno di quei film per adolescenti, quelle commedie che non le
sono mai
piaciute tanto ma che ora sembra di vivere. Sorride nuovamente e si
alza,
stamattina non andrà a scuola, l’ha appena deciso.
Accende il cellulare e trova
qualche messaggio, li scorre un po’ tutti,
risponderà più tardi a tutti tranne
che a Calum. A lui risponde subito, per poi farsi mille problemi.
Magari lo
disturbo, magari dorme, magari non vuole sentirla. Ma uno che si fa un
viaggio
così solo per lei, potrebbe mai non volerla sentire?
Eleonora ci pensa e, ovvio
che vuole sentirla, vero?
Calum guarda
la sveglia sul
comodino, sono le sette e Luke è sicuramente ancora
addormentato. Prende il
telefono e spera che lei gli abbia scritto, che lui non vuole
disturbarla, teme
un po’ di annoiarla. Le risponde veloce e, con uno slancio,
si alza dal letto
un po’ scomodo in cui ha dormito. Si stiracchia un
po’ e passa una mano tra i
capelli, capelli che adora, e prende un paio di jeans e un maglioncino
grigio,
che Milano è fredda e lui mica lo sapeva.
“Arrivo”
“Ma dove, Calum?”
Calum non
accede più, Eleonora
sente che quel ragazzo la farà morire uno di questi giorni.
La mora si
veste velocemente,
un paio di jeans ed il maglioncino bianco che ama tanto vanno
più che bene. Si
siede di fronte alla finestra e nota una figura in lontananza. Quel
ragazzo è
uno stupido, pensa.
Scende
velocemente le scale,
mette il cappotto ed esce, le guance un po’ arrossate per la
corsa e per il
freddo. Lo vede lontano e aspetta che lui la raggiunga, nota i passi
lenti di
Calum, passi cadenzati e ad ogni passo sente lo stomaco fare sempre
più male,
un male piacevole, un male che vorrebbe sentire ogni minuto. Calum
sorride
piano, la guarda avvicinandosi sempre di più e –
Facciamo un giro. – le dice
per poi prenderle la mano e avvicinarla un po’ più
a lui. Camminano per qualche
minuto quando lui la blocca solo per trascinarsela contro e baciarla,
un bacio
che di urgenza non ha nulla.
- Non ti
avevo ancora
salutata.-
Eleonora
sorride. Possibile
che lo ami già?
Calum parla
ininterrottamente
per quasi due ore, le racconta tutto, cose che la ragazza
già sa e cose che non
conosce, cose che la fanno sorridere ed anche emozionare. Le racconta
dei
concerti, delle sale d’incisione e delle storie stupide che
la gente inventa su
di loro. Racconta delle risate che si sono fatte quando hanno ascoltato
per la
prima volta quella stupida canzone che la Breslin aveva scritto per
Michael, il
quale invece di prendersela se n’era andato per le radio a
dire quanto gli
piacesse. Calum parla ed Eleonora sorride e scoppia a ridere, quasi
piange per
il troppo ridere, quando – Ma Luke,
dov’è? – e Calum ride perché
lei è stata
capace di fargli dimentica il suo migliore amico in un albergo di
periferia.
“Luke
stiamo arrivando, scusa
ahah”
E Luke
maledice Calum, che mi
ci ride?, l’ha lasciato solo e senza far nulla. Pensa che
farà l’offeso per
tutto il giorno.
Sente
qualcuno entrare e – Era
ora, siete due stupidi.-
- Luke, non
sono così stupida
dai.-
Holaaaa :)
Eccomi col nuovo capitolo, perdonate la mia assenza ma quest’anno sono di maturità quiiindi! Beh spero che il capitolo vi piaccia, vi lascio i link per due OS che ho pubblicato poco tempo fa, se vi va, fatemi sapere che ne pensate <3
Grazie a
tuuuutti,
un bacio.
Yeli_