Anime & Manga > Naruto
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Autore: TheIronMaiden    30/11/2014    4 recensioni
In principio ci furono la guerra, le perdite dolorose, le paure. Poi giunsero la pace e la serenità, ma nel petto di Naruto Uzumaki e Hinata Hyuga è rimasto un vuoto.
Quanto possono dei piccoli e all'apparenza insignificanti momenti essere in grado di far sbocciare qualcosa che è già stato seminato da tempo? Può un singolo germoglio riempire un buco nel cuore?
-
Dopo la guerra si erano incrociati qualche volta, avevano scambiato qualche parola, ma Naruto non sembrava ricordarsi della dichiarazione d'amore di Hinata, né delle due volte che si era quasi sacrificata per salvargli la vita. La ragazza si tormentava ogni sera chiedendosi come potesse aver dimenticato qualcosa del genere, ma alla fine la sua voce interiore la mandava a dormire delusa, ricordandole che probabilmente Naruto si comportava così perché non riusciva a vederla come qualcosa di più importante di una semplice amica.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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cap 3

EveryMoment
•Chapter 3
Risk




Erano passate tre settimane dall'incidente nel bosco, e Hinata aveva ricominciato a camminare da pochi giorni, limitandosi a brevi passeggiate lungo i corridoi della tenuta degli Hyuga.
Tutto si era concluso per il meglio: i tre uomini, dei ribelli che con la guerra avevano perso tutto, compreso il senno, per cercare vendetta, avevano aggredito le due sorelle Hyuga con la speranza di ottenere del denaro come riscatto se fossero riusciti a stordirle e rapirle, e alla fine erano stati catturati da Naruto e Hanabi e consegnati alle autorità.
Hinata era lieta che tutto fosse finito nel migliore modi, senza morti e tragedie. Ne aveva dovute affrontare troppe negli ultimi tempi, e ancora non era riuscita a riprendersi totalmente dalla morte di Neji; la sua assenza non faceva che pesarle sul cuore sempre di più, e ormai quella mancanza si era trasformata in un fardello che le ricordava giorno dopo giorno che doveva essere forte, proprio come lui avrebbe voluto.
Talvolta era difficile dimostrarsi solidi come rocce quando dentro ci si sentiva fragili come foglie al vento, e la giovane erede Hyuga non era riuscita ad affrontare quelle settimane di convalescenza nel migliore dei modi. Dopo i primi giorni trascorsi in ospedale con Sakura come infermiera personale a tirarle su il morale assieme alle assidue visite del Team 8 e di Naruto e sua sorella era finalmente tornata a casa, convincendo tutti di sentirsi molto meglio, quando in realtà la schiena le faceva ancora così male da farle mancare il fiato. Le due settimane successive erano state lunghissime e segnate dalla malinconia tipica di chi ha un sacco di cose da fare, ma un grande vuoto dentro che ne risucchia l'anima. Hinata aveva partecipato a tutte le riunioni con gli Anziani e aveva passato interi pomeriggi a osservare la neve cadere fuori dalla finestra di camera sua mentre cercava di mandare avanti la corrispondenza con gli Hyuga in missione o lontani per affrontare incontri diplomatici con altri clan, aggiornandoli su ogni singolo dettaglio che veniva discusso nella sala delle riunioni. Non aveva più visto Naruto, e forse quello era stato il dettaglio più doloroso degli ultimi tempi, che l'aveva resa insofferente e così triste da rifiutare spesso anche la compagnia della sorella. Durante il tempo libero -troppo, per i suoi gusti- aveva iniziato a ricamargli a mano una sciarpa natalizia, di morbida lana rossa, e l'aveva finita proprio quella mattina.
Era Natale, e la consapevolezza di non poterlo vedere nemmeno durante quel giorno così speciale la rese più silenziosa del solito anche durante la cena di famiglia.
"Sono davvero felice che vi stiate riprendendo, Hinata-sama" esordì una degli Anziani, sorridendole da dietro il suo bicchiere di té verde. Nemmeno durante Natale era concesso un bicchiere di vino, un vizio ignobile per gli shinobi, figurarsi per chi apparteneva alla più alta delle classi sociali. Hinata sospirò e annuì leggermente, forzando un piccolo ed educato sorriso, che Hiashi si premurò di spegnere con un'occhiata severa in direzione sua e di sua sorella, seduta di fianco a lei. "Non avrebbe dovuto rischiare in quel modo. E' l'erede, non può permettersi di salvare chiunque rischiando ogni volta di sacrificarsi. E' per questo motivo che suo cugino è..." "Otou-san, basta così, per favore. Ho sbagliato, rimedierò" lo liquidò Hinata suonando più fredda di quanto avrebbe voluto. Abbandonò le posate e fece scivolare le mani pallide sotto al tavolo, posandole in grembo e prendendosi la libertà di stringerle a pugno per sfogare i sentimenti negativi che la stavano tormentando.
"Hinata-sama ha ragione, Hiashi-sama... E' Natale, perché non ci concentriamo su questa cena favolosa?" cercò di mediare l'Anziana, ma Hinata non la stava nemmeno guardando. Invece di ringraziarla per aver protetto Hanabi ed essere stata coraggiosa, suo padre non aveva fatto che rimproverarla, facendola sentire come se tutte le sue ferite e il suo dolore fossero stati una conseguenza della sua azione errata, una giusta punizione da accettare. La ragazza osservò suo padre in silenzio, rendendosi conto che avrebbe potuto lottare all'infinito e affrontare tutte le guerre del mondo, ma lui non avrebbe mai smesso di guardarla con quella severità che l'aveva accompagnata come una lama al collo per tutta la vita. Il tocco caldo di Hanabi, che aveva allungato la sua mano sotto al tavolo per raggiungere quella stretta a pugno di lei, la fece sobbalzare leggermente. Lanciò un'occhiata interrogativa alla sorella, che con i suoi grandi occhi chiari le stava trasmettendo tutta la sua comprensione, e alla fine annuì leggermente.
"Perdonerete questa interruzione, ma non mi sento molto bene e sono deliziosamente piena. Grazie per la cena, era tutto buonissimo... Ma la mia schiena implora pietà e credo andrò a riposarmi" sussurrò, interrompendo il chiacchiericcio sommesso che riempiva la sala da pranzo. Si alzò faticosamente e con un inchino si congedò, non vedendo l'ora di rinchiudersi in camera sua e di dimenticare quell'orribile sera di Natale.

A Naruto il Natale era sempre piaciuto, nonostante il più delle volte lo avesse passato completamente solo. La neve, le luci piccole e colorate, le melodie allegre, le sciarpe di lana, i dolci, i regali... Non importava se gli altri riuscivano a goderselo più di lui, gli bastava poter respirare un po' di quell'atmosfera per sentirsi immediatamente più vivo, seppur malinconico. Calciò un sassolino incontrato nel bel mezzo della sua passeggiata solitaria, facendolo finire dritto in mezzo al cumulo di neve sul lato della strada del centro città, che ovviamente era stata ripulita e cosparsa di sale per quella notte magica. In giro c'era ben poca gente: qualche coppietta che si affrettava verso i ristoranti più lussuosi di Konoha e qualche vagabondo come lui, più che altro gente ubriaca che ciondolava diretta verso casa dopo essersi scolata una bottiglia intera di sake.
Naruto sbuffò, sentendosi terribilmente solo. Nemmeno la piacevole sensazione di avere la pancia piena di ramen di Ichiraku riusciva a tirarlo su di morale quella sera. Il problema era Hinata: erano due settimane che non la vedeva, e oltre alla preoccupazione dovuta alle sue condizioni di salute da qualche tempo aveva cominciato a insinuarsi anche una mancanza innaturale, pungente, che più volte lo aveva spinto a presentarsi alla porta della tenuta della nobile famiglia Hyuga per chiedere di poterla vedere, ricevendo sempre risposte negative. Forse non lo voleva vedere, o forse semplicemente non si era ancora ripresa del tutto, ma il fatto di saperla chiusa in casa e costretta a trascorrere il Natale con la sua famiglia che purtroppo non sapeva amarla come lei avrebbe voluto lo mandava su tutte le furie. Fu brontolando sottovoce parole a lui stesso incomprensibili che gli balenò in mente quell'idea, e dopo pochi minuti fatti di corse veloci e neve sollevata da terra si ritrovò appollaiato su un ramo di uno degli alberi che abbellivano il giardino degli Hyuga, cercando di individuare la finestra della camera da letto di Hinata.
Quel luogo era così pacifico ed elegante che sotto alla neve che continuava a cadere imperterrita e silenziosa appariva quasi come una dimora delle fate. L'idea di Hinata abbellita da un paio di ali trasparenti e le gote piacevolmente rosa lo fece arrossire, e si sbrigò a balzare sul davanzale dell'unica finestra illuminata al di fuori di quella della sala da pranzo che, poteva intuirlo dal vociare proveniente da lì, era piena di gente. La trovò lì, vestita di un bellissimo kimono avorio e viola, intenta a cercare di togliersi l'obi, la fastidiosa e rigida fascia che le stringeva la vita sottile, terminando sul retro in un grosso e ingombrante fiocco. Naruto la trovò bellissima, nonostante non capisse il senso di indossare qualcosa di tanto scomodo. Finalmente la ragazza riuscì nella sua impresa e lanciò la fascia sul letto; ora il kimono le cadeva più morbido addosso, e fu costretta a stringerlo in vita con una semplice fascia di raso sottile. Naruto rimase fermo a contemplarla, rendendosi conto di quanto fosse cambiata negli anni, e non solo rafforzando il carattere. I suoi fianchi e i seni si erano fatti morbidi e curvilinei, i lineamenti del viso più delicati ma maturi, i capelli erano lunghi e lisci come la seta. Hinata era diventata una donna, una donna davvero bellissima. Il biondo si passò una mano sul volto bollente, scuotendo leggermente il capo per allontanare certi pensieri dalla mente, e finalmente si decise a bussare lievemente sul vetro appannato della finestra.

Hinata sussultò, voltandosi di scatto e trovandosi ad osservare il volto di Naruto, arrossato dal freddo, sorridente, così familiare e caldo. Si sentì arrossire, ma un sorriso felice le illuminò il viso mentre istintivamente si affrettava verso la finestra a scorrimento per aprirla e lasciarlo entrare.
"Hinata, mi sei mancata un sacco!" la salutò lui, abbracciandola con veemenza, lasciandola senza fiato. I suoi vestiti erano umidi per via della neve, e la ragazza si affrettò a passargli le dita tra i capelli per liberare qualche fiocco rimasto incastrato tra le ciocche ribelli. "Anche tu, N-Naruto-kun... C-credevo non ti andasse più di v-vedermi" balbettò, emozionata, beandosi della sensazione che le regalavano le forti braccia di lui avvolte attorno al suo corpo. Il cuore le batteva all'impazzata nel petto, ma si concentrò per evitare di svenire, perché quello rappresentava decisamente il momento più bello di tutta la sua giornata. "Non è colpa mia, te lo giuro! Sono passato di qua almeno dieci volte, ma non mi hanno mai fatto entrare" le spiegò, allontanandosi leggermente da lei per cercarne lo sguardo. Hinata sentì subito la mancanza del suo abbraccio, ma incastrò le iridi con le sue e annuì, intuendo subito che suo padre avesse deciso di non far entrare nessuno. Non capiva se si trattasse di una punizione per il suo comportamento o una premura da padre che desiderava solo tranquillità e solitudine per una figlia in via di guarigione. Si morse il labbro inferiore per evitare di darsi una risposta che l'avrebbe depressa e osservò il modo in cui Naruto si allontanava da lei, senza però mai abbandonarla con lo sguardo.
"Ehi, vedo che stai molto meglio! Ottimo! Volevo proprio invitarti a fare una passeggiata con me per festeggiare le ultime ore del Natale" le rivelò con un gran sorriso che le fece mancare un battito. Doveva essere molto solo, erano giorni che si tormentava con l'immagine di lui intento a cenare in solitudine con del ramen, circondato da persone felici alle quali avrebbe invidiato l'amore che le attorniavano. Un tempo avrebbe pensato che quell'invito nascesse dal desiderio di stare con qualcuno, chiunque, pur di non sentirsi solo, ma gli anni e le circostanze l'avevano cambiata, e quella sera Hinata non ebbe dubbi sul fatto che Naruto fosse andato a cercarla perché era proprio lei che voleva vedere.
"Mi piacerebbe m-molto, ma mio padre non s-sarebbe d'acc..." "E allora attueremo una piccola fuga! Non ci scopriranno, te lo prometto, -ttebayo!"
L'energia e la speranza che gli accendevano lo sguardo non le permisero di rifiutare.

-

Venti minuti dopo Naruto camminava sulla neve fresca e intonsa, immacolata come il foglio di un diario nuovo, pronto per essere riempito di parole, sogni e promesse. Teneva Hinata tra le braccia, in modo da non forzarla a camminare, cosa che nonostante le tre settimane di convalescenza sembrava provocarle ancora dolore, e poi si sentiva in colpa per averla trascinata via dalla sua camera in fretta e furia, senza darle nemmeno il tempo di indossare un cappotto. La ragazza aveva solamente fatto in tempo a recuperare una sciarpa prima che il ninja biondo la rapisse per la loro fuga notturna di Natale. Finalmente aveva smesso di nevicare, ma il silenzio di una notte fatta di candore e ghiaccio aleggiava perpetuo tra gli alberi della foresta, là dove Naruto era solito allenarsi da ragazzino, quando diventare un forte shinobi era ancora un sogno che gli pareva irraggiungibile. Permise a Hinata di scendere solamente quando ebbero raggiunto il centro di una radura, dove tre pali di legno emergevano dal terreno innevato come ombre della notte. Il cielo si era schiarito e la luna fece capolino tra le nuvole all'improvviso, illuminando la pelle nivea di Hinata, facendola apparire come una ninfa. Naruto avrebbe voluto parlare, ma si scoprì senza fiato, come un bambino che per la prima volta vede qualcosa di bellissimo. La ragazza abbassò lo sguardo e si poggiò al palo centrale, stringendo tra le mani la sciarpa rossa che non aveva mollato per un solo istante da quando avevano lasciato casa sua. "Ti allenavi spesso qui, da b-bambino" constatò sottovoce, come timorosa di spezzare quel silenzio confortevole che li circondava. Lui annuì, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni e alzando lo sguardo al cielo, un lieve sorriso a increspargli le labbra.
"Se penso a quante ore ho trascorso a sudare e faticare mi sento male!" Il sorriso si allargò, illuminando la notte e incantando la ragazza che alzò lo sguardo per lanciargli un'occhiata ammirata.
"Ai tempi ero solo un ragazzino molto solo e privo di giudizio. A volte un po' egoista, forse... Ma chi non lo è da bambino? Però c'era il sogno di essere all'altezza degli altri, di dimostrare quanto valevo, di lottare per diventare Hokage un giorno..."
"Non sei mai stato egoista, N-Naruto... Hai dovuto lottare tanto per diventare chi sei o-ora... E io non ho mai smesso di credere in te..." ammise Hinata, la voce così fioca da risultare appena udibile. Il ragazzo abbassò lo sguardo su di lei, così delicata, così sincera. Aveva iniziato a stringere con forza la sciarpa invece di torturarsi le dita come era solita fare, ma teneva lo sguardo alto, coraggiosa come una piccola e fiera leonessa. Quando Naruto incrociò i suoi occhi percepì chiaramente una scossa elettrica scorrergli lungo tutto il corpo, dalla testa ai piedi. "Sai, quando ero piccola venivo spesso qui e ti guardavo mentre ti a-allenavi... Speravo di poter diventare come te un giorno. P-Pregavo perché tu trovassi la forza di non arrenderti mai, perché ero certa che il mondo avesse bisogno di un ninja come te" continuò, la voce più sicura. Era diventata così matura e così bella... Naruto istintivamente mosse un passo avanti, e poi un altro, ritrovandosi dopo pochi istanti di fronte a lei.

Hinata sospirò leggermente, tesissima ed emozionatissima. Era da tanti anni che voleva dirgli quelle cose, ma trovare il coraggio di farlo era sempre stato difficile per lei, così insicura, piena di dubbi e di incertezze. Nessuno aveva mai creduto in lei tanto quanto lo aveva fatto Naruto, e quella notte aveva deciso che valeva la pena correre quel rischio e parlargli con il cuore in mano, giusto per ringraziarlo, per fargli capire che ancora una volta l'aveva salvata.
"Non ho dimenticato le parole che mi dissi quando eravamo solo due marmocchi" sorrise lui, le guance arrossate. "Quando ti confessai di sentirmi un fallito tu mi dicesti che per te non lo ero affatto, che il fatto che trovassi sempre la voglia di riprovare dopo ogni errore commesso mi rendeva una persona molto forte. Mi hai aiutato tante volte, Hinata, e non so davvero come ringraziarti."
La ragazza sentì il cuore scoppiarle nel petto e non le importò né del respiro che veniva a mancarle, né del tremore lieve delle sue mani, che la costrinse ad aggrapparsi con forza alla sciarpa che ancora non era riuscita a donargli. Le bastava quello. Le bastava poter contare su quel sorriso ogni giorno, sapere che era riuscita a fare qualcosa di buono nella sua vita, aiutando Naruto a inseguire il suo sogno più grande.
"Non devi ringraziarmi, N-Naruto..." Le parole le uscirono dalle labbra come un dolce sussurro, così basso da non azzardarsi a disturbare la quiete della notte. Si alzò in punta di piedi per avvolgere la sciarpa rossa attorno al collo di Naruto, e lì si soffermò con le mani tremanti, per sistemargliela a dovere. "Sono io che devo farlo, p-per questo ti ho fatto questo regalo di Natale" confessò, rossa in volto, la testa che girava vorticosamente. O forse era il mondo a girare, ma non le importava poi molto. Naruto la fissò ancora con quell'espressione che riservava solo a lei, come se le stesse guardando dentro, denudandole anche l'anima.
"...Ma io non ho regali da darti" sussurrò, colpevole. Lei ridacchiò sottovoce, scuotendo il capo, dimenticandosi di avere ancora le mani poggiate al petto di lui. "Il tuo regalo è stato portarmi via dall'atmosfera cupa di casa mia e tenermi compagnia... Senza contare tutte quelle c-cose che mi hai detto. Non passo un Natale così felice da quando è morta mia madre, quando ero s-solo una bambina..."
Naruto le scostò una lunga ciocca dei capelli color notte dietro alla spalla, sfiorandole appena il collo delicato con la punta delle dita, provocandole un brivido di piacere. "Non è un regalo, questo è solo un momento felice. Uno dei tanti. Ma forse... Un regalo lo avrei..."
Hinata non si accorse di trattenere il fiato, né del rossore che si era fatto più intenso e diffuso sul volto del ragazzo di fronte a lei. Era inebriata dal suo profumo, dal suo calore, e tutto quello che riuscì a percepire furono i loro nasi che si scontravano goffamente, e le loro risate sommesse e imbarazzate che scaldavano l'aria attorno a loro. Poi arrivarono le labbra morbide di lui su quelle di lei, e il cuore nel petto che si fermava, per poi ricominciare a battere più impetuoso che mai.
Sotto alla luce pallida di una luna piena, le punte dei piedi rese fredde dalla neve nella quale gli stivali erano immersi, sia Naruto che Hinata si resero conto di quanto fosse importante, a volte, correre dei grossi rischi per poter essere felici... E la serenità di quel momento era qualcosa di immenso e totalmente nuovo per entrambi, come il primo regalo di Natale nella storia della propria vita.


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Angolo dell'Autrice

Finalmente ho postato il capitolo che ho preferito scrivere, forse perché il primo bacio rappresenta sempre un'emozione grande, forse perché in fondo sono una romanticona e adoro scrivere questo tipo di cose, ma onestamente sono davvero soddisfatta di questo capitolo. Spero anche voi! Ho visto che il numero di persone che hanno aggiunto la mia storia alle preferite o alle seguite è aumentato e mi fa davvero piacere, ma il regalo più grande che potreste farmi sarebbe una manciata di recensioni in più, sarei davvero lieta di leggere direttamente le vostre opinioni in merito alla storia e ai vari capitoli (che non saranno molti, ripeto), quindi su, siate coraggiosi! Intanto vi auguro buona domenica!



  
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