Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: vorabiza    01/11/2008    7 recensioni
Un incidente a pozioni trasforma Draco in un bambino di quattro anni e Harry si prende cura di lui nei successivi quattro mesi.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Draco/Harry
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Declaimer: Harry Potter e tutti gli altri personaggi sono proprietà di J. K. Rowling.

Autrice: Vorabiza

Traduttrice: dede

Beta: Resha

Storia in originale: http://www.thesilversnitch.net/tss1/viewstory.php?skin=Star&sid=8795


Per l'autorizzazione, contattatemi all'e-mail del mio account (dede).


Buona lettura!!




Mentre Harry e Draco si avvicinavano all'Ingresso, sempre più studenti si avviavano in quella stessa direzione. I sussurri che li circondavano diventarono sempre più insistenti mano a mano che le persone notavano il bambino che stringeva la mano di Harry.


Draco camminava sempre più vicino a Harry, e egli riconobbe facilmente il suo atteggiamento pieno di paura. Gli era già successo. In cima alle scalinate che portavano all'Ingresso, si spostò le borse su una spalla sola e prese in braccio il bambino Draco, infatti, si stava spaventando sempre di più a causa del numero, sempre maggiore, di studenti che si riversava nella Sala Grande sciamando attorno a loro.


Non che ci fosse qualcuno che camminasse davvero vicino a loro. Tutti gli studenti gli giravano alla larga, e Harry poteva camminare tranquillamente attraverso la folla. Superò con sicurezza le porte principali e si diresse al tavolo Grifondoro dove Ron e Hermione erano già seduti.


L'unica soluzione era comportarsi con sicurezza. Bé, aveva un'altra scelta, ma le cose potevano solo peggiorare se Harry non ci avesse messo attenzione. In ogni caso, sia che amasse distinguersi o meno, lui era il Golden Boy dei Grifondoro che improvvisamente si prendeva cura dell'Ice Prince dei Serpeverde, e questo comportava un certo numero di situazioni dagli sviluppi imprevedibili.


La cosa sorprendente era il fatto che tutta la sicurezza che Harry mostrava, non era del tutto una finzione. Era un pochino nervoso, ma non troppo. Ancora una volta, riconobbe che la situazione era davvero diversa da come se l'era immaginata, ma avrebbe fatto del suo meglio per prepararsi a controllare le reazioni dei suoi amici e della scuola a causa della sua amicizia con Draco.


C'era da dire che, il fatto che adesso Draco fosse un dolce bambino di quattro anni, poteva solo aiutare a costruire un rapporto tra i Grifondoro e i Serpeverde. Certamente era molto più semplice così di quando Draco era ancora il sarcastico bastardo che solitamente era. Come minimo, ora, Harry poteva contare sulla cooperazione di questo Draco più piccolo.


Il grifondoro fece sedere con calma il più piccolo sulla panca di fianco a Hermione prima di sedersi dall'altra parte. Ron sedeva dalla parte opposta del tavolo e Harry sapeva che Draco sarebbe stato molto più al sicuro vicino a Hermione, piuttosto che di fianco a Ron. Non aveva ancora finito di pensarlo che Ron parlò.


“Che cosa ci fa qui?” urlò.


“Ron! È solo un bambino e starà con me per i prossimi giorni. Lascialo stare,” disse bruscamente Harry. Sapeva che a Ron non sarebbe piaciuto. Aveva avuto davvero poco tempo per pensarci, ma non ne ebbe bisogno di molto altro per rendersi conto che erano Ron Weasley e Draco Malfoy, con una loro personale storia alle spalle.


“Ma è Malfoy,” disse il compagno ovviamente disgustato.


“Harry, sei sicuro che possa stare con te?” chiese Hermione con tono preoccupato, passando lo sguardo da Draco a Ron.


“Ne sono assolutamente certo, Hermione,” dichiarò con sicurezza.


“Ma, Harry,” si lagnò Ron. “Lui non appartiene a questo posto.”


Harry si accorse che Draco stava tremando ancora di paura.


“Maledizione, Ron!” esclamò sonoramente il moro. “Non potresti startene zitto almeno per una volta?”


Giusto perché si era preparato ad una situazione simile, eh?, pensò Harry dentro di sé roteando gli occhi mentalmente. Si sentiva male nel rispondere a quel modo ai suoi amici, specialmente considerando l'espressione shockata di Ron, e il fatto che tutti gli altri lo stavano ora fissando. Ma, anche tralasciando l'attuale circostanza, Harry era stanco dei continui ed estremi scoppi d'ira dell'amico.


Era anche piuttosto seccato e stanco che tutti cercassero di decidere quello che era meglio per lui. Non gli importava che nessuno capisse esattamente il perché di quello che faceva, decidendo di prendersi cura di Draco. Si arrabbiava perché sembrava che nessuno avesse fiducia del suo giudizio.


Sapeva molto bene che i suoi amici avevano buone intenzioni, ma ripeterselo tutta l'estate non l'aveva fatto sentire molto meglio. Hermione, Ron, Silente, e qualsiasi altra persona di grado inferiore, tutti avevano buone intenzioni e si preoccupavano per lui. Comunque, Harry era pronto a decidere per sé ormai.


La decisione riguardo al prendersi cura di Draco era molto importante per lui, per molte ragioni, e non avrebbe lasciato che nessuno si intromettesse sulla sua strada, anche i suoi benintenzionati amici.


Harry si alzò di nuovo, raccolse il bambino tremante e se lo mise tra braccia. La maggior parte degli studenti si era ormai raccolta nella Sala Grande a quell'ora, e tutti gli occhi e le orecchie erano per lui e il suo giovane carico.


Harry fulminò Ron con una dura luce negli occhi. Guardò gli altri al tavolo Grifondoro e agli altri studenti presenti a cena. “Se qualcuno ha un problema con lui, allora se la vedrà con me,” dichiarò con voce d'acciaio. Non un'anima dubitò delle sue parole.


Lasciando i suoi amici a fissarlo in stato di shock, Harry girò sui tacchi e aggirò la Sala Grande fino al tavolo Serpeverde. Sapeva che stava correndo un rischio enorme. Non era mai stato nemmeno lontanamente in buoni rapporti con i Serpeverde, ma questa era un'occasione per rimediare, sperando di poter cambiare le cose e, forse, stringere amicizia con loro.


Si diede una scossa mentale mentre attraversava per lungo la Sala Grande. Veniva sempre accusato di buttarsi nelle situazioni senza pensare. Onestamente, questa volta ci aveva pensato e aveva fatto dei piani. Che, però, ora stava buttando giù dalla finestra. Si domandò se la sua sorprendente capacità di salvarsi il culo lo avrebbe aiutato anche questa volta. Aveva sempre dato il massimo seguendo l'istinto, piuttosto che seguendo una logica o un piano.


Draco era un leader nella casa dei Serpeverde e, nonostante le risate di prima, Harry poteva solo sperare che sarebbero stati i benvenuti qui. L'ultima opzione era portare direttamente via Draco dalla Sala. Tirò un sospiro di sollievo nel momento in cui i Serpeverde fecero loro spazio quando si avvicinarono, e due sedie vennero liberate tra Tiger e Goyle. Sembrava che Harry avesse ragione sul fatto che i Serpeverde fossero leali tra di loro, anche se ciò comportava includere Harry Potter nel mix.


Harry lasciò cadere le borse e non provò nemmeno a lasciare Draco seduto da solo questa volta. Solamemte, si sedette e se lo aggiustò in grembo in una posizione confortevole. Il bambino stava piangendo di nuovo e Harry stava cercando di calmarlo con morbidi suoni silenziosi.


“Shhh, va tutto bene adesso, Draco. Guardami così posso pulirti e tu puoi finire la cena,” disse con calma Harry.


Draco alzò lentamente la testa e Harry gli asciugò delicatamente le lacrime e il moccolo dalla faccia. O almeno quelli che non erano stati asciugati dai suoi vestiti.


“Meglio, adesso?” chiese sommessamente.


Draco annuì e si guardò intorno con esitazione. “Stanno tutti fissando me, Harry,” sussurrò.


Il moro gli sorrise con aria rassegnata. “Sì, bé, non solo te, angelo. Stanno fissando anche me, perché di solito non mi siedo a questo tavolo.”


Draco lo guardò pieno di paura. “Avremo dei problemi per esserci seduti qui?” chiese con voce tremante.


Harry diede un'occhiata guardinga ai Serpeverde circostanti. Rimasero in silenzio, osservando l'interazione tra lui e Draco. Nessuno stava sogghignando o stava mostrando, in qualche modo, che non erano i benvenuti.


Harry i rivolse al più piccolo. “No, Draco. Tu appartieni a questo posto. Queste persone sono tue amiche.”


Draco sembrò sorpreso e guardò in su, attraverso la frangia, gli altri Serpeverde. “Davvero?” chiese. “Intendi di quando avrò sedici anni?”


“Sì. Ehm, non so se conoscevi qualcuno di loro quando avevi quattro anni,” ammise Harry. Indicò Pansy dall'altro lato del tavolo. “Questa è Pansy Parkinson, e di fianco a lei c'è Blaise Zabini, dall'altra parte c'è Millicent Bulstrode, e, ai nostri lati, ci sono Vincent Tiger e Gregory Goyle.”


gli occhi di Draco si spalancarono. “E io che pensavo che Sev'rus fosse cambiato,” esclamò. Tutti i suddetti Serpeverde ridacchiarono. “Sono davvero loro?” chiese a Harry.


Lui annuì. “Li riconosci?” chiese con curiosità. Harry non aveva nessun amico quando aveva quattro anni. Infatti, non ne aveva avuti fino a che non aveva incontrato Ron sul treno. Lanciò una brave occhiata dall'altra parte della sala e sospirò prima di tornare a Draco. Avrebbe parlato più tardi con i Grifondoro.


Il biondino stava silenziosamente studiando tutti i suoi amici. “Li riconosco,” ammise alla fine. “Qualche volta vengono al Manor quando c'è una festa o qualcos'altro, e mi è concesso giocare con loro per un po', finché non mi sporco.”


Harry aggrottò le sopracciglia e mise da parte quell'informazione, per pensarci in un secondo momento. Gli amici di Draco stavano annuendo.


“Ci era concesso giocare con te solo quando i tuoi genitori ospitavano un evento sociale,” concordò Pansy.


“Draco? Ti va di sederti e mangiare, adesso, così puoi parlare con i tuoi amici mentre mangiamo?” chiese Harry.


Draco gli strinse più forte i vestiti per un momento, ma poi annuì lentamente. Harry lo aiutò a scendere, a sedersi sulla sua sedia e cominciò a riempirgli il piatto, chiedendogli cosa preferisse e cosa volesse. Pansy gli versò un bicchiere di succo di zucca e Draco lo prese.


Harry riempì il proprio piatto e cominciò a mangiare, mentre ascoltava tranquillamente la conversazione tra Draco e i suoi amici. Il serpeverde sembrava ancora insicuro circa la situazione, e restava piuttosto silenzioso mentre i suoi amici gli raccontavano quello che ricordavano di quando era piccolo.


Draco gli sedeva ancora molto vicino e Harry gli mise il braccio sinistro attorno alle piccole spalle mentre mangiavano, provando a fornirgli un'ulteriore sicurezza. Appena finita la cena, Blaise fece finalmente la domanda di cui tutti agognavano la risposta.


“Draco, perché lasci che sia Potter a prendersi cura di te?” chiese. Harry dovette segnare un punto a suo favore, poiché fece solo una leggera smorfia quando pronunciò il suo nome.


Sfortunatamente, Draco la sentì, e strinse al fianco di Harry. “Lui non ha riso di me, e mi abbraccia, e mi chiama angelo, e mi lascia piangere, e non mi fa male e mi fa sentire al sicuro,” disse sulla difensiva tutto in una volta. “Mi fido di lui,” aggiunse con aria di sfida.


Il gruppo dei Serpeverde rimase interdetto dalla ferocia della sua risposta. Era la frase più lunga che avesse pronunciato e, l'intensità della sua risposta, ricordò a tutti il Draco di sedici anni.


Blaise deglutì rumorosamente. “Ci dispiace di aver riso di te a lezione, oggi, Draco. Non volevamo farti del male.”


Gli altri annuirono, tutti d'accordo, ma Draco non sembrava esattamente convinto della loro sincerità.


“Va bene che tu accetti le loro scuse, Draco. Ricorda, sono tuoi amici,” disse tranquillamente Harry, realizzando che probabilmente avrebbe dovuto tener fede al proprio consiglio. Non tirava una buona aria tra lui e i suoi amici al momento, ed era di gran lunga più facile dare a Draco consigli del genere, piuttosto che seguirli lui stesso. Oltretutto, non poteva permettere che l'altro rimanesse ulteriormente arrabbiato con i Serpeverde. Stavano accettando la situazione meglio di quanto si fosse aspettato, e non voleva né tornare indietro né che le cose peggiorassero.


I Serpeverde sembrarono sorpresi nel vederlo incoraggiare Draco a perdonarli, ma il biondino si fermò all'apparenza delle sue parole. Fece un respiro profondo. “Vi perdono,” disse ai Serpeverde. “Va bene così?” si lagnò, guardando Harry.


Harry non poté rispondere, così annuì semplicemente. Dovette coprirsi la bocca, provando a soffocare il sorriso che gli aveva increspato le labbra, causato dal modo in cui Draco si era sforzato di scusarsi. Notò che anche gli altri stavano provando a coprire i loro sorrisi. Pansy sorrise al suo piccolo amico. “Grazie, Draco,” disse formalmente.


“Hai finito di mangiare?” chiese Harry al serpeverde. “Dobbiamo ancora assicurarci che il tuo padrino e il Professor Silente abbiano provveduto a trovarti nuovi vestiti, come avevano promesso.” Gli diede un colpetto sul naso. “Tu, signorino, hai bisogno di andare a letto presto stasera. È stata una giornata davvero lunga per un bambino di quattro anni.”


Draco annuì e afferrò il suo bicchiere di succo per finirlo.


“Starà nel dormitorio Grifondoro con te?” chiese Pansy, orripilata alla sola idea.


Harry sospirò quando Draco appoggiò in fretta il bicchiere sul tavolo e si arrampicò sul suo grembo. Solo, lo abbracciò e mosse la mano con movimenti calmanti e circolari sulla sua schiena mentre rispondeva a Pansy.


“Sì,” disse tranquillamente, fulminandola con lo sguardo per aver di nuovo sconvolto Draco. “È stato sistemato dal Professor Silente e dal suo padrino.”


Con queste parole, i Serpeverde e Harry diedero un'occhiata al tavolo dei professori. Severus li aveva osservati attentamente durante l'intero pasto. Harry semplicemente fece un cenno verso il professore e l'uomo annuì di rimando, mantenendo comunque un volto privo di espressioni.


Gli amici di Draco tornarono a fissare Harry.


“Draco si sente al sicuro con me, e ho promesso di fare tutto quello che posso per proteggerlo,” disse, stringendo il bambino un po' più a sè. “Il suo padrino ha bisogno di concentrarsi per scoprire cos'è andato storto oggi in classe, e poi trovarvi una soluzione. Io mi sono offerto volontario di occuparmi Draco,” spiegò.


“Bé, perché non possiamo occuparci noi di lui?” chiese Blaise. “Siamo i suoi amici.”


“Io voglio Harry,” borbottò Draco sepolto tra i vestiti di Harry. Nonostante avesse solo borbottato, tutti sentirono la sua risposta.


Harry si strinse nelle spalle. “Draco vuole stare con me,” spiegò. “A parte questo, penso di capire cosa stia provando e che io sia dannato se lo lascerò soffrire a causa di tutto ciò,” disse, con un luccichio deciso negli occhi che confermava il suo tono determinato.


“Ma cos'è che tu puoi capire meglio di noi?” chiese Pansy, sembrando confusa.


Harry guardò in giù, verso Draco, prima di rivolgere il suo sguardo a Pansy. “Dopo,” disse brevemente.


Anche lei volse lo sguardo verso Draco e annuì con una riluttante accettazione.


“Andiamo, angelo. È ora di salire al dormitorio. Pronto?” chiese Harry.


L'altro annuì e lentamente scese dal suo grembo fino a terra. Guardò con aria guardinga i suoi amici. Harry gli sorrise brevemente mentre raccoglieva le loro borse e gli porgeva una mano, che venne prontamente afferrata.


“Saluta i tuoi amici. Li rivedrai domani,” disse.


“Ciao,” disse Draco con un timido sorriso.


“Ciao, Draco,” dissero in coro i suoi amici. “Ci vediamo domani,” disse Blaise, e il bambino annuì.


Harry si sorprese quando Tiger e Goyle si alzarono dai loro posti e si avviarono silenziosamente dietro di loro. Nessuno dei due tirapiedi aveva detto molto durante la cena e, ancora adesso, erano silenziosi. Harry li guardò con aria guardinga, ma i due si limitarono ad annuire mente continuavano a camminare con loro.


Dopo la terza rampa di scale, Draco si stava ovviamente stancando. Harry si fermò per prenderlo in braccio, e si sorprese quando Tiger fece scivolare le loro borse dalla sua spalla e se le caricò sulla propria. Il grifondoro inarcò un sopracciglio verso il largo Serpeverde, ma decise di non chiedere ulteriori spiegazioni.


Quando raggiunsero il ritratto della Signora Grassa, Tiger appoggiò le borse dietro Harry, e, insieme a Goyle, diede la buona notte a Draco per poi scivolare via, nella direzione da cui erano appena venuti.


Harry scosse la testa per il surrealismo di quello che era appena successo e disse la parola d'ordine per entrare nella sala comune Grifondoro, con Draco Malfoy tra le braccia.


C'erano poche persone nella sala comune già tornate dalla cena, e tutte interruppero le loro attività quando Harry entrò nella sala. Il moro annuì soltanto e salì velocemente le scale che conducevano al dormitorio dei ragazzi. Appena entrato nella stanza del sesto anno, sentì i rumori che riprendevano in sala comune. Chiuse la porta per lasciarlo fuori e tirò un sospiro di sollievo.


Fortunatamente, non c'è era nessuno su, al momento. Harry vide che un letto era stato messo vicino al suo, di fianco alla finestra, e si mosse per mettere Draco sul suo nuovo letto.


“Draco,” disse sommessamente. “Puoi aprire gli occhi, adesso.” Il biondino aveva tenuto la testa nascosta nei vestiti di Harry da quando lo aveva preso in braccio.


“Questa è la stanza che dividerai con me e alcuni dei miei amici,” spiegò. “E questo qui è il tuo nuovo letto,” disse con un sorriso, molleggiandosi un po' sul letto.


Draco ridacchiò quando sì senti saltellare. “Davvero?” chiese con curiosità, guardando la stanza. “Qual è il tuo letto?” chiese.


“Quello a destra del tuo,” disse Harry, indicando il suo letto.


Draco gli permise di appoggiarlo sul suo letto e Harry si alzò per controllare il baule che si trovava ai piedi del letto. “Guardiamo cosa hanno messo qui per te,” disse allegramente.


Draco gattonò ansiosamente fino alla fine del letto e scrutò oltre per guardare nel baule. Passarono i seguenti venti minuti a esplorarne il contenuto. C'erano abbastanza vestiti per qualche giorno, prodotti da bagno per un bambino di quattro anni, che includevano qualche dolce e profumato shampoo alla fragola, qualche libro da bambini, sia da mago che da babbano, qualche libro babbano da colorare, blocchi da disegno e pastelli che, pensò, erano sicuramente opera si Silente, e qualche gioco da mago che Harry non aveva mai visto prima, ma che Draco sembrò riconoscere.


Il grifondoro resistette alla tentazione di sbirciare i libri del Draco di sedici anni dalla sua borsa di scuola, e la vuotarono nel baule. Invece, al loro posto, misero abbastanza libri e cose per tranquille attività che Draco avrebbe potuto leggere o fare durante le ore di lezione mentre Harry era in classe. Il moro guardò pazientemente Draco mentre questi decideva con cura che cosa avrebbe messo nella borsa e cosa no.


Mentre lo guardava scegliere i libri, si domandò se Draco volesse che gli leggesse qualcosa prima di andare a dormire. Zia Petunia era solita farlo con Dudley quando era piccolo. Harry era preoccupato di fare qualcosa che aveva fatto anche Zia Petunia, dato il modo in cui era cresciuto Dudley, ma non aveva avuto molte altre esperienze riguardo all'abilità di genitore da cui prendere esempio.


Ovviamente, c'erano i telefilm che aveva guardato in qualche rara occasione. Quelle famiglie leggevano ai loro bambini prima di dormire, e quei bambini erano sempre felici.


Harry sbuffò leggermente pensando a sé stesso con beffardo divertimento. Zia Petunia e i telefilm – probabilmente avrebbe fatto meglio a seguire il suo istinto per cercare di prendersi cura di Draco nel modo in cui voleva.


Una volta che ebbero finito di preparare le borse per il giorno dopo, si misero in pigiama e, con i prodotti da bagno in mano, si fecero una doccia. Harry si tenne addosso i boxer ed entrò nella doccia con Draco per aiutarlo a lavarsi.


“Gli incantesimi di pulizia vanno bene per un po', e solo Merlino sa di quanto ne hai avuto bisogno questo pomeriggio, ma adesso hai bisogno di una doccia vera,” disse Harry. “Magari domani potrei rimediare la parola d'ordine per il bagno dei prefetti e potremmo fare una bagno, piuttosto che una doccia.”


Poco dopo erano entrambi puliti, il grifondoro con un asciugamano drappeggiato in vita e Draco, dolcemente profumato, avvolto in un enorme e soffice telo. Harry lo aiutò a mettersi un morbido e caldo pigiama di flanella. Era verde Serpeverde con piccoli boccini d'oro.


Anche se si sentiva un tantino stupido, per lui era ancora presto per dormire e progettava di tornare nella sala comune, Harry mise il suo pigiama. Una volta pronti per il letto, presero un paio di libri da leggere prima di dormire.


“Angelo, perché non prendiamo i tuoi libri e non ci rannicchiamo vicino al fuoco della sala comune a leggerli?” suggerì Harry. “Possiamo anche prendere queste soffici coperte che abbiamo trovato nel tuo baule.” Avevano trovato un copriletto estremamente soffice, ovviamente fatto apposta per un bambino che amava il Quidditch. Era azzurro cielo con bianche e gonfie nuvole, ed era decorato con manici di scope e palle da Quidditch.


“Ci saranno molte persone?” chiese nervosamente Draco.


Harry capiva i suoi sentimenti. Nemmeno lui voleva particolarmente scendere nella sala comune gremita di gente, ma aveva bisogno che gli altri si abituassero all'idea che avrebbero avuto Draco in giro, che gli piacesse o meno. Nonostante quello che era successo a cena con Ron, era sicuro che i suoi compagni Grifondoro si sarebbero adattati al bambino. Almeno sperava.


In realtà, sperava solo che, per una volta, nessuno avrebbe fatto scenate, spaventando Draco. Una volta che il bambino si fosse addormentato nel dormitorio, Harry sarebbe sceso per parlare loro, con Ron in particolare. Se non altro, era grato del fatto che l'avessero lasciato da solo nel dormitorio per tutto quel tempo.


“Probabilmente,” ammise Harry. “Ma andrà tutto bene. Non lascerò che nessuno ti faccia del male.”


Aspettò pazientemente mentre Draco sembrava combattere una guerra interiore. Infine, scivolò fuori dal letto su cui sedeva, e tese la mano coraggiosamente.


Harry la prese e sorrise. Si mise la coperta sul braccio, afferrò i libri che Draco aveva scelto e, insieme, si avviarono verso le scale che portavano alla sala comune.


Il grifondoro si fermò un paio di gradini prima del fondo delle scale. Dal suo avvantaggiato punto di vista, sapeva che nessuno, in sala comune, avrebbe potuto vederli. Ci fu un effetto di increspatura, non appena le persone li notarono e diedero di gomito ai loro vicini finché non ci fu un assoluto silenzio.


Harry si comportò come se le urla e gli avvertimenti al tavolo Grifondoro a cena non ci fossero mai stati, e come se non ci fosse qualcuno che conoscesse il bambino biondo accanto a lui.


“Ragazzi, questo è Draco Malfoy. Starà con me a tempo indeterminato,” lo presentò, mettendo in chiaro a Draco,e a tutti gli altri, che lui era felice del fatto che Draco fosse lì. “Spero che ognuno di voi lo faccia sentire il benvenuto,” aggiunse con una punta di avvertimento.


Si sorprese, ma gli fece piacere, quando Seamus si avvicinò e tese la sua mano a Draco. “Hey, ometto. Mi chiamo Seamus e dormo nello stesso dormitorio dove dormirai tu,” disse con il suo amichevole accento irlandese.


Draco deglutì rumorosamente e guardò in su verso Harry, per verificare che il ragazzo fosse okay. Harry annuì dolcemente e gli sorrise in incoraggiamento. Il bambino porse lentamente la sua mano libera e scosse quella di Seamus. “È un piacere conoscerti,” disse formalmente.


Seamus ridacchiò alla sua formalità e gli fece l'occhiolino. “Anche per me è un piacere conoscerti, ometto.”


Dean e Neville si erano accostati a Seamus. “Ciao, Draco. Io sono Dean e anch'io sono nel tuo stesso dormitorio,” disse Dean, offrendogli la mano. Draco la scosse, ripetendo le stesse formalità.


Harry notò che tutti, nella sala comune, rimanevano in silenzio, guardando gli avvenimenti con interesse. Stava cominciando a pensare che ci fossero state un sacco di chiacchiere giù mentre lui era al piano di sopra con Draco. Immaginò anche che dietro tutto questo ci fosse Hermione, dal momento che se ne stava sorridente di fianco al camino.


Dean e Seamus si fecero da parte, lasciando spazio a Neville per farsi avanti. Sfortunatamente, egli sembrava leggermente verde ed estremamente nervoso. Solo, se ne stava impalato a fissare Draco finché Draco stesso non si girò verso Harry.


“Harry, perché sembra spaventato quanto me?” bisbigliò. “Ho litigato anche lui?”


Nonostante avesse sussurrato, la stanza era così silenziosa che la sua voce giunse a tutti. Neville arrossì, ma Harry lo ignorò. Passò la coperta e i libri a Dean, poi si accovacciò sullo scalino di fianco a Draco in modo da poterlo guardare negli occhi.


“Ho paura di sì, Draco. Hai litigato più di una volta con Neville, ma adesso va tutto bene. Neville è solo nervoso perché non gli piace proprio combattere. Ma tu non combatterai con lui, giusto?” chiese Harry.


“Certo che no!” disse il serpeverde con indignazione.


Harry sorrise. “Bravo ragazzo! Perché non ti presenti, così magari Neville sarà un po' meno nervoso se vai per primo tu?” suggerì.


Draco deglutì mentre lo guardava, ma poi raddrizzò le spalle, cercando di alzarsi più che poteva, si girò verso Neville e gli porse la mano.

“Ciao, sono Draco Malfoy,” dichiarò correttamente.


Neville, ovviamente, aveva visto tutta la scena e gli sorrise brevemente, afferrando la sua mano e finendo le presentazioni.


“C'è solo un altro paio di persone che vorrei presentarti, poi andremo a leggere i tuoi libri,” promise Harry, prendendo in braccio Draco e portandolo attraverso il labirinto di persone presenti in sala comune. Si fermò di fronte al divano dove erano seduti Hermione e Ron.


La ragazza stava sorridendo, ma il rosso aveva ancora lo sguardo un po' scontroso. Harry gli lanciò un'occhiata di avvertimento. Troppo tardi. Draco li riconobbe dalla cena e prontamente seppellì il viso nel petto di Harry e cominciò a tremare di paura.


Il moro rivolse una smorfia di frustrazione al suo migliore amico. e si abbandonò sulla poltrona lasciata vuota per lui di fronte al camino. Cullò il bambino e gli baciò la sommità della testa. “Draco, guardami,” gli ordinò tranquillamente.


L'interessato sollevò lentamente la testa per guardarlo e Harry gli sorrise rassicurante. “Ti ricordi cosa ti ho detto?” chiese.


Draco annuì. “Che mi avresti protetto,” sussurrò.


“Esatto,” disse Harry. “Non permetterò a nessuno di farti del male. Capisco che sei spaventato a causa del litigio a cena, ma non devi più preoccuparti. Loro sono i miei migliori amici, e possiamo anche litigare, ma alla fine risolviamo sempre tutto. Più tardi parlerò con loro per sistemare tutto. Ma non importa, non lascerò che ti facciano del male. Mi capisci?”


Draco sollevò le sue piccole sopracciglia pensieroso. “Pensavano che avessi ancora sedici anni invece di quattro?” chiese.


“Più o meno,” ammise Harry. “Hai litigato parecchie volte anche con loro. Quasi quanto hai litigato con me,” disse con un ghigno.


Draco aggrottò le sopracciglia in confusione. “Ma tu non mi odi,” disse con voce sottile.


“Oh, angelo,” sospirò Harry. “No, non potrei mai odiarti,” disse, posandogli un bacio sulla fronte.


“Ma i tuoi amici mi odiano,” sussurrò Draco. “Quando mi ha guardato, ha fatto una smorfia come se avesse succhiato un limone invece di metterlo nel tè.”


Harry ridacchiò. Era una descrizione piuttosto precisa e molti trattennero il fiato in tutta la sala. Tutti stavano ancora ascoltando la loro conversazione. Harry lanciò un'occhiata a Ron, che sembrava indignato dal paragone.


Tornando serio provò a spiegare le cose a Draco. “Odiare è una parola terribilmente forte, Draco. Sono i miei migliori amici e, in realtà, stanno solo cercando di proteggermi come possono. Semplicemente, come io ho urlato con qualche persona oggi, cercando di proteggere te, Rom ha urlato cercando di proteggere me.”


“Tu hai urlato con tutti, anche con Sev'rus e Silente,” annuì saggiamente, facendo di nuovo trattenere il fiato a molti nella stanza, più per il fatto che Harry avesse urlato con Silente, che con il professore di Pozioni.


Il grifondoro non sembrava affatto dispiaciuto. “Sì, è vero. Probabilmente non è stato il modo migliore per risolvere le cose, ma lo farei di nuovo se dovessi. Ti ho detto che farò del mio meglio per assicurarmi che nessuno ti faccia del male,” disse.


Il più piccolo sollevò di nuovo le sopracciglia, pensieroso. “Perché avevano bisogno di proteggerti da me?” chiese in confusione.


“Bé, solo perché si erano dimenticati che avevi solo quattro anni invece di sedici,” spiegò Harry.


Draco spalancò gli occhi mentre ragionava su quello che gli era appena stato detto. “Perciò avevi bisogno di essere protetto da me quando avevo sedici anni?” chiese pieno di paura. “Sono così cattivo?”


Harry sorrise, ma rispose seriamente. “Non proprio. Avevi una certa reputazione, ma non credo che molti di noi ti conoscessero molto bene a sedici anni. Onestamente, penso che tu sia stato in qualche modo forzato a comportarti in un modo che ti faceva litigare spesso con le persone.”


Draco chinò la testa. “A causa di mio padre,” disse silenziosamente. Era un dato di fatto, più che una domanda. Anche a soli quattro anni, Draco ovviamente capiva che suo padre lo obbligava a comportarsi in certi modo verso le altre persone. Le sue successive parole lo confermarono. “Credo che mi facesse essere cattivo con le persone anche quando non volevo esserlo,” sussurrò.


Harry gli fece alzare il mento per vedergli di nuovo gli occhi pieni di lacrime. “Draco, tuo padre non è qui e tu non devi essere cattivo con nessuno. Devi solo essere te stesso, angioletto.”


Gli baciò la punta del naso, facendoglielo arricciare come aveva fatto dopo la seria conversazione che avevano avuto nell'ala dell'ospedale poco prima quel giorno. Draco sorrise, esitante. “Va bene, Harry.”


“Bene,” gli sorrise di riamando il moro. “Ora lascia che ti presenti molto velocemente i miei migliori amici, così dopo possiamo andare finalmente a leggere questi tuoi libri. Si sta facendo tardi e hai bisogno i dormire.”


Draco aggrottò le sopracciglia, ma si girò verso i due seduti sul divano. Hermione aveva pazientemente aspettato il suo turno, e si avvicinò, inginocchiandosi sul pavimento di fronte alla loro poltrona. Tese la sua mano e sorrise. “Ciao, Draco, il mio nome è Hermione Granger.”


Draco strinse la sua mano. “Piacere di conoscerti,” disse, con la sua sottile voce formale.


Gli sorrise. “È un piacere anche per me conoscere un così piccolo gentiluomo,” disse.


Draco finalmente sorrise timidamente alle sue parole.


A uno sguardo di Harry, Ron si sollevò dal divano e si accovacciò di fronte a Draco. Porse la sua mano. “Sono Ron Weasley e dormo anch'io su nel dormitorio,” disse.


Il più piccolo cercò lo sguardo di Harry per una rassicurazione e quando ricevette un assenso, strinse esitante la mano di Ron. “Sono Draco Malfoy.” poi sorprese tutti con le sue successive parole, deviando largamente dalle formali presentazioni tenute con gli altri.


“Mi dispiace di aver fatto male a Harry prima. Non lo farò di nuovo. Mi dispiace di aver fatto male a te o...” arricciò il naso in direzione di Hermione, ovviamente cercando di immaginare come si pronunciasse il suo nome.


“Chiamala solo Mione. Non le darà fastidio,” sussurrò Harry.


Draco annuì e ricominciò. “Mi dispiace di aver litigato con te e Mione,” disse, terminando le sue scuse.


Ron sembrava troppo shockato per parlare dopo aver ricevuto delle vere scuse da parte di Draco Malfoy, anche se aveva solo quattro anni al momento.

Hermione rispose per entrambi.


Gli sorrise dolcemente. “Scuse accettate,” disse sommessamente. “E anche noi siamo dispiaciuti per quello che abbiamo detto prima, a cena.” Ron annuì, ammutolito, d'accordo con lei.


“Va tutto bene,” disse Draco con un timido sorriso. Lanciò un'occhiata a Harry e poi ai suoi amici. “Ora capisco. Stavate solo cercando di proteggerlo e questa è una buona cosa.”


“Sì, lo è,” rispose Hermione, annuendo in accordo. “Ma sono ancora dispiaciuta, perché avremmo dovuto prenderci il tempo per capire le cose prima.”


Draco si strinse semplicemente nelle spalle.


“Allora, queste storie?” chiese Harry, e il serpeverde annuì.


Dean si spostò, ridando a Harry la coperta e i libri. Il moro avvolse Draco nella coperta con i ricami del Quidditch e iniziò a leggere. A metà del secondo libro, guardò giù verso il suo prezioso fagotto e si accorse che si era sonoramente addormentato. Mettendo da parte i libri, lo prese in braccio con cautela, lo portò su in dormitorio e lo mise a letto.



Mi scuso per non rispondere alle recensioni, ma vi ringrazio tutti!! Soprattutto coloro che mi segnalano errori grammaticali... ormai non riesco più a parlare in italiano! Sono tutta proiettata sull'inglese!! Dalla prossima volta risponderò!!

Grazie anche a chi legge e chi ha messo la storia tra i preferiti!!

dede

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: vorabiza