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Autore: Ragazza_pigra    30/11/2014    1 recensioni
[Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde]
Nell'ala est del liceo, al terzo piano, c'è un distributore automatico di bevande, ammaccato dai calci degli studenti disperati perché il resto non era stato erogato, tappezzato da avvisi scolastici strappati, macchiato da caffè rovesciati per il disappunto arrecato dal forte sapore di cetriolo, unto da mani sporche di olio delle patatine.
"Hai mai notato quella macchinetta, Simone?"
"Sì. È la più vecchia dell'istituto. Si favoleggia non dia resto perché ancora impostata sui sesterzi."
Francesca alzò il mento: "Nella mia mente è legata a una storia molto strana."
"Di che si tratta, Fra?"
Genere: Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nell'ala est del liceo, al terzo piano, c'è un distributore automatico di bevande, ammaccato dai calci degli studenti disperati perché il resto non era stato erogato, tappezzato da avvisi scolastici strappati, macchiato da caffè rovesciati per il disappunto arrecato dal forte sapore di cetriolo, unto da mani sporche di olio delle patatine. 
"Hai mai notato quella macchinetta, Simone?" 
"Sì. È la più vecchia dell'istituto. Si favoleggia non dia resto perché ancora impostata sui sesterzi." 
Francesca alzò il mento: "Nella mia mente è legata a una storia molto strana." 
"Di che si tratta, Fra?" 
"Ero appena entrata a scuola, perché fuori diluviava. Erano le sette e trenta, e mancava mezz'ora al suono della campana. I corridoi che imboccai per dirigermi verso la classe erano deserti, meno una bidella che mi rincorse brandendo una scopa per tutto il pianterreno perché avevo, parole sue, le scarpe ridotte a un'indecente tana di batteri patogeni. Mentre camminavo per questo stesso corridoio scorsi due figure: una era un ragazzo tarchiato, circa del terzo anno, che procedeva spedito; l'altra una ragazzina di prima che si affrettava per un corridoio traverso con il viso nascosto da un libro e in mano una merendina. Come era prevedibile i due si scontrarono: alla ragazza cadde di mano la brioche e lui la calpestò, con sadico piacere nel vedere lo spettacolo ripugnante e orrendo dell'incarto scricchiolare e strapparsi, della marmellata che si spargeva a terra in una pozza rosso ciliegia, come se nulla fosse. Io mi avvicinai e lo afferrai per un braccio.
Lentamente lo feci voltare verso di me, e per un attimo, nello specchiarmi nei suoi sprezzanti occhi azzurri, ebbi la visione di quegli stessi occhi che mi guardavano con affetto. Ma fu solo un attimo. Nel frattempo attorno alla ragazzina si era formato un gruppetto di adolescenti, amiche di lei, che iniziarono a lanciare invocazioni a Erodoto, a Omero e a Dante, affinché il colpevole prendesse un voto insufficiente. L'interessato stava nel mezzo degli sguardi carichi d'odio che gli venivano lanciati, e con un tono derisorio si offrì di ripagare la colazione alla ragazza. Senza attendere una risposta condusse il folto gruppo davanti a questa macchinetta. Avvicinò la mano alla tasca piena di borchie e catenelle e con un gesto rapido e preciso, quasi da prestigiatore, come un insegnante che soddisfatto tira fuori un dado per sorteggiare le interrogazioni, ne tirò fuori nientemeno che un portafoglio di pelle. Sussultai: lo riconobbi subito come quello di una persona a me ben nota, che ora non posso nominare. Con i soldi estratti da questo borsellino pagò una nuova brioche alla ragazza. "
" Accidenti! Con che marmellata?"
"Fragola."
"No! La peggiore! Si favoleggia non abbia neanche una minima percentuale di fragola. Se gliel'ha offerta deve essere davvero cattivo: un simile attentato alla salute della ragazza..."
"Vedo che la pensi come me. Infatti questo ragazzo è secondo me una persona con cui nessuno avrebbe dovuto avere a che fare, tantomeno non il proprietario del portafoglio, un ragazzo che conosco veramente bene. Suppongo si tratti di un ricatto. Questa persona paga per qualche errore commesso, qualche fatto compromettente, qualche foto imbarazzante..." 
"Tipo quella con te vestita da fata turchina?"
"Tu non hai mai visto quella foto. L'hai cancellata..."
"In realtà no, l'ho ancora. Però tornando a noi... Voglio chiederti solo una cosa, Fra: il nome del supposto ricattatore." 
"Mmm... Non vedo che male ci sia nel dirtelo. Aid. Si presentò così, di lui non so altro. " 
"Hide? Come 'nascosto' in inglese?" 
"No, no. Come ho detto: a, i, d. Me lo ha sillabato lui stesso. Il mio intuito mi suggerisce sia un soprannome."
"Il tuo intuito deve andare in pensione, lo sai. Ma che tipo era?"
"Non so descriverlo... Dava comunque la sensazione di qualcuno di sgradito, nonostante non lo conoscessi. "
"Aid? Allora so chi è l'altro, e la cosa mi inquieta molto. "
"Simo, so che può darti fastidio, ma ti chiedo di promettermi di non parlarmene più. Mi dispiace aver tirato in ballo questa faccenda, che non mi riguarda e potrebbe rovinare chi sai tu." 
"Hai la mia parola, Fra."
   
 
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