Non avrebbe mai pensato che l’avidità si sarebbe tramutata
in qualcosa di bello, pur nella sua singolarità. Perché Sua Maestà era un tipo
eccentrico, assai geloso delle persone a lui care, anche se non lo andava a
vedere. Ma era evidente a tutti, a tutti tranne che a lui.
Aveva dedicato anima e corpo al suo paese, aveva dato il benestare di decine di
matrimoni da quando era salito al trono, a patto che nessuno osasse ostacolare
il desiderio di essere felice a modo suo, al di fuori di ogni convenzione.
Perché Sua Maestà non avrebbe dato al suo paese un erede al trono, e gli stava
bene così. Aveva già adocchiato alcuni giovani capaci, figli di questo o
quell’altro fratellastro, educati nell’arte del combattimento, fedeli verso la
Corona, la patria e i connazionali; non esisteva motivo alcuno per cui dovesse
convogliare a nozze con una perfetta sconosciuta. Non ne aveva bisogno.
Anche perché il legame che lo legava a quello che un tempo era la sua guarda
del corpo non era un semplice rapporto di amicizia, forse non lo era mai stato,
e gli ultimi ad accorgersene erano stati proprio i diretti coinvolti. Troppe
esperienze condivise, troppi atteggiamenti ambigui, e gli sguardi e gli
abbracci e la tarda consapevolezza che, se non Lui, sarebbe andata in sposa a
un altro uomo per portare avanti il nome di famiglia. Perché spesso ci si
accorge di amare qualcosa nel momento in cui questa sta per sfuggirci di mano,
quando prima si dava per scontato che sarebbe rimasta sempre lì al tuo fianco,
immacolata.
Ma niente resta immacolato all’infinito. Nemmeno i due fagottini caldi che
dormivano l’uno accanto all’altro. L’età adulta sarebbe arrivata, inevitabile,
anche per loro, ma non era quello il momento.
Sporse la testa per guardarli da vicino: erano immersi in un sonno profondo. Proprio
quel pomeriggio, durante una pausa dagli allenamenti, il maschio, il più
giudizioso dei due, le aveva domandato chi fosse suo padre. E allora, non senza
un certo imbarazzo, aveva preso coraggio e raccontato loro la verità senza giri
di parole, senza menzogne. Si sarebbe aspettata un’esclamazione di sorpresa, di
rabbia o di qualsiasi altro sentimento violento, e invece si erano guardati in
faccia, fratello e sorella, e col tono più naturale del mondo le avevano risposto
che se lo aspettavano. L’Imperatore le voleva bene come un papà vuole bene a
una mamma, togliendole ogni possibilità di replica.
Rassettò le coperte sulle spalle della femmina, quella sera era andata a
recuperarla dal tetto sul quale si era arrampicata per mangiare di nascosto una
mela rubata dalle cucine e che abbracciava nel sonno , in parte morsicata.
Piano, gliela sfilò dalle manine: diede loro un’ultima occhiata, poi li lasciò
soli, giocherellando con la mela.
Non erano nobili, ma non sarebbero diventati nemmeno dei servi, bensì un uomo e
una donna liberi.
Termina qui questa brevissima serie di drabble incentrate sui possibili lieti finali del post FMA. Ammetto che questo ultimo capitolo potrebbe apparire come il più eccentrico, qua e là per la sezione ho avuto modo di leggere epiloghi riguardanti le sorti di Lan Fan molto più credibili di questo, ma hey, ho voluto immaginare il migliore dei finali possibili per lei, quindi concedetemi questa piccola licenza.
Tuttavia, se volete un assaggio di un po' di sana azione vi rimando alle mie due serie:
1) Fullmetal Century, che trovate in questa sezione;
2) I Rinnegati, di cui è in corso la prima parte, Seven Sins, stavolta ambientata nell'universo cinematografico Marvel. Che ci crediate o no non mi sono ispirata agli Homunculus.
Infine segnalo FanFactory, la pagina Facebook che ho creato assieme a Zazar90 in cui sceneggiamo e disegniamo (cioè, Zazar disegna) alcune delle nostre storie.
Bene, direi che con "Lieti epiloghi" questo sia tutto, ci si vede nelle altre storie, se volete.
xoxo