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Autore: LeMuseInquietanti    01/11/2008    2 recensioni
SPOILER HP7SPOILER!!!!!!!! CHI NON HA LETTO HARRY P AND THE DEATHLY HALLOWS NON LEGGA NEMMENO QUESTA PRESENTAZIONE!!! Lilith non è una persona normale. In effetti è un vampiro, ma cosa c'entra con i Potter, i Weasley, i Malfoy? cosa nascondono i suoi occhi truci e la pelle diafana? perchè ha attaccato l'unica amica che avesse a scuola? E come è morto Newton? chi è il Maestro e chi L'erede?? in questo trentesimo capitolo molti misteri verranno svelati...leggete, se vi va! SPOILER HP7
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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So che questo capitolo sarà indirizzato al nulla, perché vi sarete dimenticati della mia ficcy. Non aggiorno dai tempi della Grande Guerra, non avevo ispirazione né tempo.
Però ho deciso di scrivere lo stesso, questi ultimi capitoli finali.
Credo che manchino due o tre capitoli al massimo, quindi ho deciso di pubblicarli.
Nella speranza che a qualcuno, ancora interessi di Lilith, Newton, Rose e Scorpius.
Maria


Can you take this spike?


La pioggia cade, bagnando lentamente la strada. La pioggia scivola, ruvida si cosparge agli angoli dei marciapiedi. Le carrozze si fanno sfiorare, ma nessuna di loro davvero comprende cosa stia accadendo fuori dal piccolo abitacolo. Piove senza che ci sia una spiegazione, piove e basta. Piove, questo bisogna sapere, poco importa il resto. Piove sulle strade di Galadria, a pochi passi dal grande castello in cui due piccole donne sono relegate. Quanto tempo è passato? Rose non riesce a contare i giorni, sente solo un’infinita stanchezza che le grava addosso, la ricopre quasi fosse un mantello luttuoso. C’è un puzzo insistente nella cella, e la giovane si vergogna sapendo che è lei stessa ad averlo generato, perché la sua coinquilina, Lilith, non ha più funzioni fisiologiche imbarazzanti da espletare. In quella marmaglia di situazioni, acquitrino confuso sulla cui superficie ristagna il vascello della morte, l’unico appiglio esistente, per quanto irrazionale sia, è l’esistenza di quel vampiro, senz’anima per gli eruditi, senza paura secondo il giudizio di Rose. Lilith è il suo zenit, l’unico punto a cui si può mirare quando teme di smarrire ancora la strada.
Avevano trascorso giorni l’una addosso all’altra, Rose gemendo in silenzio, sentendosi sempre più infreddolita e stanca. Non le passavano del cibo da qualche tempo, forse l’avrebbero fatta morire di fame visto l’inutilità di un corpo umano poco sviluppato e fragile come il suo. Era destinata a perire, e sarebbe successo lontano da casa.
Quando Rose faceva questi pensieri, il suo viso si copriva di una patina palpabile di profondo dolore. Il pessimismo le si disegnava sulle labbra, imprimendosi sullo sguardo, e in una simile situazione Lilith trovava quell’espressione ridicola al punto da risultare buffa, e aveva dovuto far leva sulla solennità degli eventi per non scoppiare a ridere. E poi, anche se proteggeva la studentessa con feroce accanimento dall’avvicinarsi dei gendarmi che sostavano a pochi passi dalla cella per ore intere, lei se ne manteneva distaccata, perché ora che Rose sapeva cosa Lilith aveva fatto, l’aveva scelta difesa e orientata verso la verità portandola a conoscere il peso del suo potere e condannandola ai pericoli più temibili, ora che Lilith era l’eroina della situazione e non una sedicente vampira affamata del suo sangue, ogni parola era un orpello ed un grave, e il riserbo delle due nel dolore pareva essersi centuplicato. Parlare le avrebbe messe di fronte ad un macigno che nessuna delle due se la sentiva di sollevare, si sarebbero allontanate, sentendosi confusamente ferite e legate l’una all’altra. Al contempo si sarebbero dichiarate affetto reciproco ed eterno e immortale odio. E Lilith non poteva permettersi di perdere oltre che Thomas e Cassandra, anche la nuova Custode. Per questo restava silenziosa, le faceva coraggio accostandosi a lei con movimenti rudi quasi meccanici, che lasciavano nel cuore di Rose una specie di struggente tenerezza che le graffiava il cuore fino a causarle il pianto. Ma Rose non aveva più lacrime da versare, così non piangeva più. Pensava solo a vivere, rifletteva mille volte al giorno sulla storia di Lilith e si domandava se qualcuno fosse sulle loro tracce, se prima o poi lei e la vecchia Custode avrebbero potuto rivedere la luce del sole.
Nel frattempo pioveva, carrozze piene di soldati si riversavano nelle vie di Galadria, e la principessa Cassandra assisteva alla loro lenta condanna, costretta dal fratello a guardare negli occhi l’agonia a cui da bravo aguzzino, aveva sottoposto le sue due vittime.
Cassadra le fissava con occhi tremanti e quasi increduli. Eppure anche lei taceva, perché esprimere un parere avrebbe significato giudicare la situazione, darle concretezza, renderla troppo al di sopra della sua portata.
Le giornate trascorrevano così, avvolte dal manto piovoso  del cielo sconfinato, e Rose non mangiava, e Lilith non fiatava.
Un giorno le guardie irruppero nella piccola cella. Con fare crudele strapparono Lilith dalle braccia di Rose. La ragazzina gridò, imprecando contro quei mostri e chiedendo che la Magicwand non fosse toccata << smettetela di prendervela con lei, lei non ha quello che cercate! >>
Questa affermazione le costò uno schiaffo in pieno viso. Cassandra aveva assistito all’evento, il suo viso si era irrigidito impulsivamente. << per favore, per oggi lasciatela andare. Non confesserà proprio oggi che mio zio non è qui >>
<< ma Sua Altezza, il principe ha stabilito che… >>
<< in sua assenza faccio io le sue veci. E il principe non è qui, e vista l’imminenza della mia incoronazione è altamente certa la fiducia che lui ripone nel mio giudizio. Per questo fate riposare l’ibrido ( una nuova smorfia fece capolino sul viso pallido della ragazza ) e portate un po’ di cibo alla strega, non voglio che le prigioni si sporchino con il suo sangue infetto >>
<< faremo come dice, Maestà >> rispose Razock, ma dall’aria con cui si espresse parve davvero contrariato dai nuovi ordini di Cassandra. << Saerion, lascia andare la Magicwand. E Reiliovik, porta all’umana quello di cui ha bisogno >>
Attese che Cassandra si allontanasse, poi Saerion gettò nella cella il corpo di Lilith, che prontamente si scaraventò addosso alla guardia, cozzando contro le sbarre della cella. Vi si aggrappo come una gatta e cacciò le unghie affilate dirigendole verso le sentinelle. Razock scoppiò a ridere << non vi arrendete mai, stupida creatura. Ora vi dobbiamo quasi leccare i piedi, stando a ciò che la futura regina ha stabilito. Fortunatamente tra una settimana tutto questo sarà finito e voi due tornerete libere… di disperdervi nel vento come granuli di polvere. Spero solo che il vampiro sbrani la mezzosangue,  sai che bello spettacolo divertente! >>
Poi si allontanarono. Lilith continuò a insistere contro le sbarre, dando di matto << perché non si rompono!? Perché sono diventata inutile all’improvviso??? >>
<< per favore, Lilith. Se non ti calmi non troveremo mai una soluzione >> perché lei non aveva mai visto il vampiro così irritato, e non scorgerla composta e riflessiva come al solito le metteva addosso un’ansia tremenda. << abbiamo una settimana per fuggire dal castello, far rinsavire Cassandra e… >> deglutì << uccidere Kaesar >>
<< e Fergus >> sussurrò Lilith amaramente. Poi abbassò il capo, accasciandosi in un angolo, vicino a Rose << io non ho mai voluto morderti >> confessò cristallina << ok, per qualche istante l’odore del tuo sangue mi ha fatto davvero desiderare di berlo, ma non lo avrei mai messo in pratica. Ho avvelenato Newton solo perché non volevo che tutto finisse così. Per lui doveva esserci un futuro. Anche se a pensarci bene forse ho commesso un grossissimo errore: da quando sono un vampiro non sono mai stata completamente felice. Tranne quei primi giorni di scuola, quando Cassandra tu ed io eravamo in buoni rapporti e la mia missione, l’unica cosa per cui ho accettato queste spoglie dannate, non era ancora compromessa e… >>
<< smettila, smettila! La missione si è solo complicata, ma possiamo ancora farcela. Newton è vivo, può aiutarci, e Scorpius avrà avvisato tutti gli altri, e presto saranno qui e… >>
<< si, ma il tempo a Galadria scorre diversamente che a Londra. Nelle ore che ci metteranno per raggiungerci noi potremmo già aver ricevuto il colpo di grazia >>
<< da quando pensi sempre in negativo, eh Lilith? Rivoglio la ragazza che ha lottato per salvare la sua sovrana fino alla fine, e che per anni è vissuta nell’ombra solo per proteggere la nuova erede, quella che mi ha insegnato ad accettare il mio potere nonostante questo possa significare mettere a repentaglio la propria esistenza >>
<< smettila con il mio panegirico, detesto essere al centro dell’attenzione >>
Rose sorrise, Lilith fece lo stesso. << wow, hai sorriso e non è crollata la cella >>
<< pensi che se fosse potuto accadere non avrei riso prima? >>
E siccome Lilith non capiva davvero le battute, Rose perse ogni riserva e si ritrovò rinvigorita con a fianco una vera amica, un’alleata, una custode. Ce l’avrebbero fatta, si disse piena di speranza.
Quello fu il giorno in cui apparve Diamante davanti ai loro occhi.

<< da questa parte! >>
Newton gridava, cavalcando una scopa con una fretta rabbiosa che da vivo nessuno aveva immaginato che possedesse. Correva spingendosi nel vento, rampante senza pietà per il vigore umano che al confronto con il suo diveniva ridicolo. Newton non aveva paura di nulla, si disse Scorpius raggiungendolo chissà come. Doveva essere un’energia sconosciuta quella che gli dava la forza di sfidare tutto e tutti pur di salvare lei.
Lei che per quanto ne sapevano gli Auror, tutti mobilitati sul caso, o Xenophilio e i suoi adepti di Galadria, poteva essere già pronta a marcire lentamente. Lei che abitava le stanze del suo cuore, che non ancora si erano accartocciate ancora su loro stesse solo per non schiacciarla, per proteggerne il ricordo.
Scorpius non avrebbe mai creduto di potersi sentire così, con il cuore infranto.
Ed invece si scopriva ancora una volta umano, indifferente alla malvagità della madre che aveva corroso l’anima di Draco e mandato a puttane la sua infanzia, indifferente a chi lo credeva il degno discendente di Lucius Malfoy. Lui era figlio di suo padre, con il sangue purificato dall’espiazione d Narcissa e Draco e perciò meritevole, ora, a ricercare la propria felicità senza sentirsi in colpa.
E per quanto fosse ancora un bambino, lui sapeva che per essere felice aveva un assoluto bisogno di riabbracciare Rose.
Ron e Hermione capeggiavano il gruppo degli umani, a eccezione di lui e Xenophilio gli altri arrancavano nel buio della notte. Newton era facilmente riconoscibile grazie alle iridi sgargianti, volutamente rese fluorescenti da colui che si era incaricato d’essere l’ago della bussola del gruppo. << brancoliamo già abbastanza per i miei gusti >>
I professori erano stati avvisati, e Bauderlaine, affiancato da Elissa Horwook incitavano gli altri nella corsa. Neville aveva raggiunto con il suo solito pacato coraggio, Harry e Ginny, che cavalcavano alle spalle dei Weasley. Albus e James invece chiudevano il corteo, trafitti dalle occhiatacce della madre che avrebbe preferito che tornassero al dormitorio, dove Hugo e Lily erano stati piazzati nell’attesa che la situazione venisse sbloccata.
Erano passati solo pochi minuti dalla confessione di Fergus, prima relegato nella Stanza delle Necessità da un potente incantesimo, adesso pronto a seguirli anche se con una espressione imperturbabile sul volto e ben legato da incantesimi vari dei suoi compagni, e subito nel cielo corvino erano apparsi quei miserabili, alla ricerca di Rose e Lilith.
<< siamo arrivati! >> esclamò Newton trionfale: il cimitero, l’albero, la stradina tortuosa da cui tutto era cominciato.
<< dobbiamo passare da qui? Ma non abbiamo il sangue della Custode per superare la barriera >> disse scettica Hermione.
<< cosa? Tutto questo trambusto e mi dite che… che non posso andare a salvare Rose? Finisce così? >>
<<  certo che non finirà così! Tu! >> Newton si rivolse a Fergus, l’occhio livido e deciso << tu potevi passare da una parte all’altra dei due mondi, senza prendere questa via. Tu conosci un passaggio segreto, non è così? >>
Fergus rimase in silenzio << se collaborassi ci ucciderebbero all’istante. Non sono così stupidi >>
<< a me non interessa di morire. Devo andare, non capisci? >>
Scorpius prese Fergus per il bavero, senza pensare a quanto poco prima fosse stato vicino a morire per mano del vampiro. << portami da lei. All’istante >>
Fergus abbassò il capo, un sospiro << d’accordo. Seguitemi. Non sarà un bel viaggio, ma prendetela come una gita nelle catacombe >>
Avvicinatosi ad una pietra, disse a Newton di spingere con vigore verso destra. Una porta illuminata da due fuochi magici si stagliava davanti a loro, simile alla bocca dell’inferno. Fergus la sorpassò, concedendosi il lusso di guardarli con aria di sfida << prego per di qua >>

<< Diamante! >>
Diamante vide Lilith e Rose. Un’ombra gli sconvolgeva il viso. Si centuplicò scorgendo le sofferenze su quei corpi famigliari. Il dolore gli pervase l’animo, trafiggendolo come mille aghi.
<< ditemi che state bene >> sussurrò, senza nemmeno pensare a dare spiegazioni.
<< è quasi essere ad un centro benessere, non ci trovi dimagrite? Stiamo senza mangiare da quasi una settimana >> ironizzò Lilith, per una volta anche se sarcastica, la sua voce aveva un tono quasi gioviale.
<< quello che dici mi turba. Perché credo che il tempo qui scorra più velocemente. Da quando sono partito dalla scuola, ad Hogwarts non è passato nemmeno un giorno >>
<< si, hai ragione tu. A Galadria gli sconvolgimenti energetici causati dall’influenza negativa di Kaeser si sono ripercossi sul tempo. E se non ci muoviamo presto anche lo spazio finirà per cambiare connotati.>>
<< devo liberarvi. Potrebbe tornare da un momento all’altro. Quell’uomo, quello sporco… >>
<< UN INTRUSO!!! >>
Le guardie apparvero all’improvviso, ma sin da subito s’accorsero della presenza di Diamante. I vampiri e il loro stupido olfatto infallibile! Rose si sentì di nuovo spacciata. << oh no. Diamante devi fugg >>
In quel momento Saerion si buttò sul ragazzo, le fauci già spalancate per morderlo. Non doveva morire
<< LASCIALO STARE MOSTRO!!!! >>

Fu come una scossa di terremoto. In un secondo un gigantesco varco fu aperto in tutte le direzioni della segreta. Piovvero mattoni e resti di muro, una luce dalla magnitudine inaudita abbagliò le guardie accorse. Lilith, rimasta seduta sul pagliericcio, nascose a stento un sorriso << finalmente l’ha usato >> sospirò battendo la fredda mano sul capo di Rose << e che tempismo perfetto! Quando il vecchio Kaeser non c’è né quella stupida di Ca… >>
<< allora sei tu >>
La voce di Kaeser emerse dal nulla. I lampi illuminarono la fonte: la voce veniva emessa da Diamante. Una risata prolungata, agghiacciante, terribile seguì quelle poche parole. Lilith esterrefatta fece appena in tempo a nascondere Rose dietro di lei, cosa del tutto inutile naturalmente. Un nuovo lampo luminoso, e Kasear sorse dal petto di Diamante, che s’afflosciò perduti i sensi sul suolo gelido. Kaesar rideva. Malefico e terribile, rideva da far accapponare la pelle. A vivi e vampiri.
<< è stato così facile farti confessare. Anzi, mi correggo: è stato facile aspettare che ti distruggessi ogni possibilità di rivedere il sole con le tue mani. Che stupida mossa permettere che la Custode si esasperasse. Non credevo davvero che fosse possibile per così poco poi.
Che accoppiata, una bambina e un vampiro senza cervello >>
<< cosa stai dicendo? Io sono la Custode! >> gridò Lilith, anche se ormai era inutile fingere perché nessuno ci avrebbe creduto, ed era inutile spiegarsi che Diamante non era mai stato nel castello, che forse lo avevano catturato, Kaeser doveva essersi impossessato del suo corpo ed ora le aveva rigirate così facilmente. Non c’era tempo per dirsi questo, perché ora Rose era in serio pericolo.
<< a questo punto posso smaltire un po’ di immondizia >> sogghignò il Maestro, uscendo sottoforma di fumo scuro dal corpo di Diamante, che come morto franò per terra.
<< si perché adesso tu… non hai più alcun valore Magicwand. Non hai poteri contro di me. Quell’idiota di Harley ha creduto che lo mandassi in giro senza monitorare le sue mosse, i suoi pensieri. Quello stupido non mi è mai stato fedele. Aveva una padrona al di sopra della mera ragione. Chissà come hai fatto, ma lui ti ha protetta nonostante tutto. Non ha voluto rivelare l’identità di questa stupida umana che gioca a far la guerra >>
<< non parlare così di lui ! te lo proibisco. E non toccherai nemmeno Rose! >>
Il Maestro sogghignò << e chi me lo impedirà? Tu? >>
Lilith gli si gettò addosso, uno scatto più da felino che da donna, ma a Kaeser bastò agitare la mano per originare una potente sfera color fuoco, che spinta in direzione della ragazza, parve inghiottirla completamente. Rose urlò, chiuse gli occhi, la luce la accecava. Qualsiasi altra reazione sarebbe risultata inumana.
Fu così che senza capire come si ritrovò in una stanza buia. Dallo zenit al nadir in un secondo.
Legata per le mani, i piedi fermati da quella che sembrava una catena emanante bagliori e scintille. Guardandosi bene intorno s’accorse di essere sola. Imbragata ad una croce.
Dall’altro capo del castello Lilith emergeva dalle macerie malconcia, afferrando il braccio inerte di Diamante con decisione. Accorgendosi della mancanza di Rose,  il suo cuore seppure inanimato parve riaccendersi nel petto, chiedendo una giustizia che solo la lotta e il sangue avrebbero placato. Voleva vendetta per il male che Kaeser aveva compiuto nella sua miserabile esistenza.
Aveva ucciso i Magicwand, i suoi stessi parenti.
Aveva plagiato Cassandra, che ancora stupidamente non s’accorgeva di nulla.
Aveva causato una guerra e convertito centinaia di persone in vampiri succubi delle sue stronzate.
Ed aveva distrutto la sua vita, quella vecchia e quella presente, servendosi di chiunque le fosse accanto per farle del male.
Adesso, dopo averla separata dalla sua protetta, la Custode, l’unico potere in grado di bilanciare quello malefico dell’Erede votata al lato oscuro, adesso infine l’avrebbe uccisa, una volta per tutte.
<< io non ti temo. Nonostante sia già sconfitta in partenza, tu non otterrai mai il potere! Io credo ancora che Cassandra la nostra regina possa rinsavire, e che torni lei a regnare e ti seppellisca sotto un cumulo di macerie. E la memoria pubblica il tuo ricordo, verrà cancellato dagli animi del popolo, il dolore e le pene che tu provochi a chiunque ti sia accanto, ti si ritorceranno contro concentrati in un solo terribile istante. >>
<>
<< non c’è morte peggiore della fine del rispetto per se stessi. Ma venirlo a raccontare a te, che di amor proprio ne sei ebbro e di coscienza completamente astemio a cosa servirebbe? >>
<< quindi non hai rispetto del tuo essere vampiro? >>
<< finchè ero la Custode avevo uno scopo. Adesso sono solo un corpo senza più anima >>
<< l’anima è spesso una complicazione a dirla tutta.  Cassandra mi piacerebbe sul serio, se non fosse così dipendente dalle sue emozioni. Non ha la stoffa della regina, non è come me >>
<< lei è la verità, il bene supremo, il non plus ultra  e se tu lo avessi capito non potresti mai immaginare di farle tanto male>>
<< forse hai ragione, Magicwand. Ma la realtà non si può cambiare. E adesso è il momento di darti quello che ti meriti >>
<< NON ADESSO >>
Il maestro si voltò stizzito, al suono della voce di Cassandra << nipote, cosa fai qui? dovresti essere in meditazione, per il grande passo dell’incoronazione >>
<> le lacrime coprivano le guance della ragazza, Lilith le scorse brillare vivide e pure. Cassandra avrebbe voluto dirle di fuggire, ma non riusciva a guardare il vampiro. Come era difficile redimersi ed ammettere i propri sbagli.
<< ho ucciso Newton >> un singhiozzo << e poi ho allontanato chiunque mi volesse bene. Sono fuggita per seguire te. Tu che della mia famiglia disprezzavi l’ideologia. Tu che detestasti il tuo stesso sangue al punto di cambiare forma. Tu che odi il bene e la felicità degli altri, invidioso per indole, e pretendi che attorno a te il mondo sia solo composto di tenebre. Non puoi inghiottire anche questa nostra luce. Mi hai stufato! >>
<< non sta bene che tu creda a loro, mia diletta. Hai ben chiaro cosa stai insinuando? Ti ho dato tanto credito solo per sentirmi chiamare malvagio da te? Ti trasformo in una sovrana, ti pongo su un trono millenario e tu osi parlare in tal modo? >>
<< mi hai fatto uccidere come prova di iniziazione. Uccidere! >> una nuova esplosione partì dal suo corpo. Gemella a quella di Rose, essa causò il crollo di nuovi pilastri, l’edificio pareva una stella che stesse collassando sotto il peso del suo stesso nucleo. Un nucleo carico di magia, in questo caso. mentre diceva ciò venne presa da tali convulsioni che cadde a terra, urlando e grattandosi le braccia, come a voler raschiare via dall’anima la sua colpa << uccidere >>
Il Maestro colse al volo l’occasione << beh, che ghiotta occasione! Magicwand, mi rincresce non poterti finire con le mie mani, ma la signorina qui potrebbe rinsavire da un momento all’altro. Ma non preoccuparti: accelererò i tempi della cerimonia e tu verrai eliminata come si deve dai miei compagni fidati. Mi piacerebbe solo che tornasse Fergus. Lui conosce bene ciò che ti aggrada, così sarebbe stato più… schifosamente umano! >> e detto ciò raccolse il corpo della ragazza sollevandola a mezz’aria, la contemplò e si disse amaramente che sarebbe stato davvero un fortuito evento se tutti gli avvenimenti della serata si fossero esplicati qualche giorno dopo. Quando il tempo stabilito dalle antiche profezie risalenti alla vecchia Kassandra finalmente si compieva. Quel tempo in cui sarebbe giunta la fine del mondo libero e dalle sue porte, ondate di male sarebbero straripate, travolgendo ogni cosa nella loro marcia.
<< in quanto a te >> sogghignò, afferrando Lilith per i capelli << un paletto e passa la paura >>
Kaiser fece apparire un piccone legnoso. << è stato un piacere >> sussurrò.
Il sangue non poteva più rifluire da quel corpo, che lentamente cominciò a trasformarsi in cenere.

Il terreno era ricoperto di fanghiglia, umido d’acqua, percorso da file di vermi striscianti a cui capitava di aggrapparsi, nel buio gelido della tomba.
Scorpius stava scendendo, forse verso l’entrata dell’inferno, penetrando con foga nel mondo dove, da qualche parte, lei ancora c’era. Non poteva averla persa, lui lo sapeva. O per lo meno ci credeva con tutto se stesso. Stavano camminando da quasi un’ora, le gambe dolevano un po’ all’intera compagnia ma di fermarsi non se ne parlava. Allo stesso tempo, Xenophilio aveva richiamato tutti i protettori del regno rimasti ancora fedeli e li aveva convogliati verso il grande castello, dividendoli in gruppi, mascherandoli in ogni modo << lui potrebbe capire e Rose e Cassandra finirebbero per venir sacrificate nella Cerimonia dell’incoronazione >>
<< anche Lilith corre seri rischi >> esclamò meditabondo Thom << avrei dovuto ucciderla, a questo punto. Non voglio che soffra ulteriormente! >>
<< te ne sei accorto un po’ troppo tardi. Adesso, dove si va? >>
Il vampiro fece apparire una piccola fiaccola. << siamo sopra le segrete. Mi basterà sfiorare con la mano questo punto >> e indicò sul soffitto << e sarò dentro. Ma voi, dovrete pagare una tassa, se volete passare >>
Quando gli chiesero cosa avrebbero dovuto fare, Fergus spiegò che il muro, come ormai l’intero castello sussistevano grazie alla forza linfatica del sangue. Sangue rubato e preso con la forza, ceduto, sacrificato. Vita che permette alla morte di regnare.
<< non ci sono problemi >> esclamò Scorpius. Innn un attimo dal braccio stillavano gocce scure. Quando esse bagnarono il muro apparve un piccolo spiraglio, che si ingrossò a mano a mano che gli altri compirono il loro sacrificio. Fergus sfiorò la superficie con dolcezza ed immediatamente si aprì un varco abbastanza grande per il suo passaggio << da qui in avanti per chi non è in grado di difendersi proporrei l’astensione. Qui anche le pareti possono assassinarti. La terra violentata e costretta a sopportare tanto dolore grida vendetta >>
<>. Le parole di Albus rappresentarono allora l’ostinazione di tutti.
Il castello di Galadria pareva davvero che potesse animarsi ed uccidere qualunque malcapitato trovatosi al momento sbagliato per i corridoi. Fergus li aveva condotti per l’ingresso principale, riparare nelle segrete era la mossa peggiore da compiere, ma l’unica utile a ricongiungersi a Rose e Lilith. Nel frattempo guardie rabbiose pattugliavano i corridoi. Fergus salutava militarmente, e sussurrava parole come << nuovi schiavi da smerciare >> oppure << pupazzi per il re >> e spesso accennava all’Arena della Rosa, di cui nessuno del gruppo sapeva niente.
Comunque passarono, e questo per Scorpius bastava. Ad un tratto presero a scendere per una lunga, scivolosa scala a chiocciola. Il ragazzo la percorse con la testa vuota, solo il rumore accelerato e cupo del suo cuore preoccupato gli rimbombava nelle orecchie. Aveva smarrito l’autocontrollo, e dalle ceneri era risorto un po’ di coraggio, ma anche quello sarebbe miseramente caduto, se non fosse stato per una causa come la sua. Salvarla.
<< maledizione! >>
La voce di Thom irruppe poco davanti a lui, un suono di nocche che battono contro la terra lo raggiunsero. << che succede? Parla miserabile! >>
<< non c’è bisogno che ti scaldi troppo. Solo che non sento più l’odore della tua amichetta. O l’hanno fatta fuori.. >>
<< non dirlo nemmeno! >>
<< o hanno scoperto cos’è veramente >>
<< e che cos’è? >>
<< lei è l’innesco, Cassandra la grande esplosione. Ed ora che sono entrambe nelle mani di Kaesar non vedo un futuro radioso per nessuno dei suoi oppositori >>
Scorpius quasi ringhiò dopo aver udito una simile idea, e impavido, temerario piuttosto, si mise a correre verso il buio, accompagnato solo dalla luce flebile della sua bacchetta.
Nel buio gli pareva quasi di sentirla. Lei stava tremando, forse solo quelle patetiche mura li dividevano.
Per una volta, Scorpius sperò di essere abbastanza fortunato da ritrovarla.
Invece ciò che udì erano solo mugolii sconnessi.
Una voce che gli era famigliare. Nel petto qualcosa si ruppe. << Lilith? >> domandò, al vuoto.
<< Malfoy >>

le fu vicino, tastando nel vuoto le mani del ragazzo giunsero a sfiorare quella che doveva essere stata, un tempo la gamba del vampiro. Bastò avvicinare la punta della bacchetta al viso per scorgere il dolore che ormai lo dominava. La morte lentamente la stava avvolgendo. Dal cuore piovevano cumuli di polvere.
<< cosa significa? >> chiese  il giovane, con gli occhi spauriti.
<< nulla. Non ho molto tempo. Rose è ancora viva… >>
<< Lilith, stai morendo.. >>
<< Devi salvarla. E salvare anche Cassandra. Non ha colpa. >>
<< dove si trovano? >>
<< Kaeser le ha portate nell’Arena della Rosa. Aspetta, non posso più parlare. >>
Gli porse il paletto, impregnato di qualcosa dall’intenso colore argenteo. << cosa? >>
<< Thom capirà. Lui, saprà >>
<< come fai a sapere che è qui? >> chiese Scorpius esterrefatto.
<< un vampiro- sa sempre- dove si trova- il suo creatore. Scorpius- diglielo. Io non provo rancore >> chiuse gli occhi. Il flusso della cenere continuava a crescere, ogni istante diventava sempre più potente. La vita la stava abbandonando, e non c’era nulla da fare.
<< cosa succede? >> chiese Fergus, accorrendo verso il giovane Malfoy. dietro Newton blaterava asserendo di sentire l’odore di Lilith.
<< NO! >>
<< Thom, non mi guardare. Sono orribile >>
il vampiro si accucciò accanto a Lilith. Da tanto tempo non si mostrava così, debole, innamorato, umano. << No, Lilith, devi resistere. Ce la dobbiamo fare. Sono io quello che dovrebbe morire >>
<< Thom, il paletto… Mi raccomand… >>
gli sorrise, perché non c’era nient’altro da dirsi.
Entrambi sapevano tutto, il linguaggio sarebbe stato riduttivo, per descrivere la loro emozione.
Tra le lacrime dei presenti Lilith Magicwand chiuse gli occhi, il suo volto divenne di cenere, spazzato via dal vento insistente che spirava dall’entrata.
In quello stesso istante Cassandra e Rose si svegliarono, l’una stupita, l’altra sconvolta.
<< cosa succede? >>
<< oddio. Deve essere successo qualcosa >>
Che fossero entrambe appese per le braccia a quelle che parevano due croci rudimentali in quel momento poco importava.
Ognuna stava cuocendo nel suo brodo.
Perché erano tutte marionette, nelle mani del Maestro.

Continua.

  
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