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Autore: vero_91    30/11/2014    2 recensioni
[Queste storie partecipano all'iniziativa Drabble meme indetta dal gruppo Facebook "The Capitol]
- Johanna/Jason (OC): “In quel caso aspetterò che tu venga di nuovo a salvarmi”.
- Johanna/Gale: “Perché è questo che facciamo noi, no? Sostenerci a vicenda”.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gale Hawthorne, Johanna Mason
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: “And if it's dark in a cold December, I've got ya to keep me warm" (Lego House) proposto gentilmente da Alaska__/Nihal
Coppia:Johanna Mason/Gale Hawthorne
Rating: Verde
Genere: Sentimentale, Introspettivo
Lunghezza: One-shot
Avvertimenti: Nessuno
Note: nel mio immaginario personale Gale e Johanna finiti gli Hunger Games, dopo una serie di avvenimenti, inizieranno a vivere insieme. Qui il loro rapporto è piuttosto stabile, diciamo che sono “quasi” una coppia.

 

LEGO HOUSE”

Don't hold me down
I think my braces are breaking
and it's more than I can take

And if it's dark in a cold December,
I've got ya to keep me warm
and if you're broken then I will mend ya
and keep you sheltered from the storm that's raging on, now

 

Johanna si avvicinò alla finestra, scrutando l'oscurità. I lampioni erano tutti spenti, ma dal boato del vento tra gli alberi e lo scrosciare fitto della pioggia sul terreno, riusciva a figurarsi perfettamente il temporale che si stava abbattendo in quel momento sul Distretto 2.
Alle sue spalle sentì i passi rapidi di Gale risalire le scale del seminterrato, e poco dopo ne intravide il riflesso, grazie alla luce della piccola torcia che aveva portato con sé. “Non c'è nessun guasto, è solo saltata la luce a causa del temporale”.
Un tuono scoppiò in lontananza, come a voler confermare la sua affermazione. “Meno male Hawthorne, temevo di essere diventata cieca all'improvviso”. Johanna, con lo sguardo ancora rivolto al giardino, non riusciva a vederlo, ma era abbastanza sicura che stesse alzando gli occhi al cielo. “Abbiamo delle candele, almeno?” chiese, appoggiando la spalla allo stipite della finestra.
Dal silenzio che ne seguì capì che no, non avevano nemmeno quelle. “Dovremo accontentarci di questa” disse infatti il ragazzo, agitando la torcia che aveva in mano.
Una serie di lampi illuminò il cielo, e per un attimo il paesaggio esterno apparve nitido. Johanna poté vedere gli alberi scuotersi a causa del vento e istintivamente fece un passo indietro, quando notò la pioggia schiantandosi contro la finestra, bagnando tutto ciò che trovava al suo passaggio.
Alle sue spalle sentì i passi di Gale avviarsi verso le camere da letto, e cercò di concentrarsi su quel rumore piuttosto che sul ticchettio snervante dell'acqua. Per un attimo il ricordo di una notte passata simile a quella ritornò a galla, e un brivido le percorse la colonna vertebrale. Cacciò dalla mente quel pensiero e si strinse nelle braccia, dando la colpa al cortocircuito e al riscaldamento non funzionante.
Come se Gale le avesse letto nel pensiero, sentì qualcosa di caldo posarsi sulle spalle, pizzicandogliele. Dietro di lei il ragazzo strofinò in silenzio le mani sulle sue braccia, causando con il panno una sfregamento rude ma piacevole.
“Meglio?” chiese, dopo qualche minuto.
Johanna si limitò ad annuire, la gola improvvisamente secca, felice per quel piccolo gesto.
“Tieni, ti ho presa anche questa. - disse, dandole una felpa - Così impari ad andare in giro sempre mezza nuda”.
Johanna sbuffò, divertita. “Fino ad ora la cosa non sembrava dispiacerti” disse, infilandosela.
“Non ho detto questo. Solo non voglio che tu prenda una polmonite. E spostati dalla finestra, che è piena di spifferi” aggiunse, afferrando la mano della ragazza e trascinandola verso il divano.
Johanna alzò gli occhi al cielo, ma intrecciò le dita con quelle di Gale, rafforzando la stretta.
È questo che avrei voluto, pensò la ragazza. Mi sarebbe bastato. L'immagine di una bambina ferma immobile e che continua ad aspettare le si parò davanti, e per un attimo le sembrò che il tempo non fosse mai passato, ancora bloccata al Distretto 7, ad aspettare il ritorno di un padre morto, senza che nessuno si preoccupi di toglierla da quella maledetta finestra.
“Mio padre si è suicidato in una notte come questa” disse, esprimendo a voce quel pensiero che stava cercando inutilmente di ignorare.
Gale si bloccò di colpo, in piedi in mezzo al soggiorno, e voltandosi verso di lei non riuscì a nascondere la sua espressione sconvolta. “Cosa?” chiese infine, cercando di non tradire l'ansia che si celava nella sua voce.
“Mio padre si è suicidato in una notte come questa” ripeté questa volta più lentamente, scandendo le parole, rendendo tangibile il peso della loro portata. Johanna si soffermò nella sua mente sulla parola padre, cercando di ricordare quand'era stata l'ultima volta che ne avesse parlato.
Sentì la mano di Gale intrecciata alla sua stringere la presa, tanto da farle male, come a volersi assicurare che lei fosse ancora lì, davanti a lui, intera, e non pronta a cadere in pezzi da un momento all'altro.
Johanna sapeva che, ora che aveva lanciato la bomba, Gale avrebbe meritato qualche informazione in più al riguardo: com'era successo, quanti anni aveva all'epoca, cosa ne era stato del resto della sua famiglia; ma a lei sembrava che le parole si fossero esaurite con quell'unica frase, e non aveva più voglia di parlare. In realtà non aveva più voglia di nulla, si sentiva svuotata.
Fu quando Gale la strinse a sé che capì che, in compenso, Hawthorne le avrebbe dato l'unica cosa di cui aveva bisogno in quel momento: come la stretta precedente, anche questa era troppo forte, tanto da toglierle il respiro; era irruente, e possessiva. Era Gale. E a Johanna andava bene così.
Ricambiò l'abbraccio, aggrappandosi a lui, inalando il suo odore, beandosi di quel contatto.
“Perché non me l'hai mai detto?” chiese il ragazzo dopo alcuni minuti.
“Beh non mi sembrava proprio un buon argomento di conversazione...” disse, anche se sapeva che il reale motivo era un altro “Inoltre tu hai già i tuoi casini a cui pensare, non vedo perché unirci anche i miei...” aggiunse, cercando di nascondere l'incertezza nella sua voce.
Sentì Gale sospirare, affondando una mano nei suoi capelli, mentre l'altra le accarezzava dolcemente la schiena. “Perché è questo che facciamo noi, no? Sostenerci a vicenda”.
Johanna abbozzò un sorriso, affondando il volto nel maglione del ragazzo.“Pensavo che noi ci sopportassimo a vicenda, più che altro”.
Avvertì il suo petto vibrare scossa da una risata, e Johanna sollevò la testa, sperando di vedere il suo raro sorriso.“Diciamo che facciamo entrambe le cose, allora” disse Gale, sistemandole meglio la coperta sulle spalle. “Dopotutto non ce la stiamo cavando così male, no?” chiese, accennando un sorriso imbarazzato.
Johanna pensò al suo passato, e quando incontrò le labbra del ragazzo decretò che in quel momento non avrebbe potuto desiderare altro.

I'm out of touch, I'm out of love
I'll pick you up when you're getting down
and out of all these things I've done
I think I love you better now...

[Lego House; Ed Sheeran.]


 

--- note autrice ---

Eccomi qui con la seconda storia! Sto procedendo come una lumaca con questa raccolta, ma d'altronde l'ispirazione non arriva a comando! XD Finalmente però sono riuscita a dare la giusta impronta a questa storia, anche perché la canzone da cui ho preso ispirazione è così bella che mi sembrava uno spreco pubblicare una storia che non mi convincesse. Ho deciso comunque che, per una volta, è Johanna a mostrarsi fragile davanti al ragazzo, ed è il turno di Gale stavolta cercare di sostenerla. Per quanto riguarda il passato della ragazza, l'ho sempre immaginata piuttosto restia e riservata, e che fosse disposta a dare qualche informazione solo ogni tanto, buttando lì frasi del genere, lasciando sempre spiazzato il povero Gale. (del suicidio del padre di Johanna ne ho già parlato nell'altra mia storia “Amare non è sufficiente” http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2739699&i=1).
Ok, credo di aver detto tutto, mi auguro che questo piccolo frammento di vita vi sia piaciuto, e come sempre commenti, opinioni o suggerimenti sono ben accetti. :)
A presto spero,

Vero

p.s: la frase “Perché è questo che facciamo noi, no? Sostenerci a vicenda” è un piccolo riferimento alla frase Everlark, e ammetto che mi piace che l'idea che ora anche Gale abbia qualcuno a cui appoggiarsi, dopo aver combattuto per tanto tempo da solo.

  
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