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Autore: piperina    01/12/2014    2 recensioni
Un'azione sbagliata porta a delle conseguenze disastrose - e inaspettate. Se c'è un disegno divino, ce n'è anche uno diabolico.
Non era una buona giornata. Decisamente non lo era, e sapeva che non avrebbe potuto far nulla per evitare che la falce della disgrazia si abbattesse su di sé. Del resto, che diritto aveva di lamentarsi? Si era ficcato da solo in quella situazione.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da VI libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Draco&Hermione -Leather&Libraries'
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Buona lettura!

 

 

 

 

 

 Un giorno il Diavolo venne da me

*Act VII*

Just Add Water

 

 

 

 

 

 

Ronald Weasley era in guerra. Nessuno lo sapeva, ma era così. Odiava Draco Malfoy con tutte le sue forze, poco importava che avesse dimostrato di essere un bravo ragazzo aiutandoli contro Voldemort, per lui era e restava un delinquente. Un poco di buono. Uno stronzo di prima categoria.

Quel viscido stava sempre appiccicato a Hermione. La abbracciava, la baciava, la prendeva per mano nei corridoi, per non parlare del suo comportamento a lezione… non faceva che mandarle baci e bigliettini tutto il tempo.

Non si stupiva che per i loro compagni fossero una vera coppia. E poi pochi giorni prima c’era stata quell’assurda scena con la pergamena nei corridoi…

 

«Dammela!»

«Ormai è mia.»

«No, è mia, me l’hai rubata.»

«Sei stata tu a farmene dono, Hermione.»

«Non ti ho donato proprio un bel niente, l’hai presa con l’inganno!»

«Un inganno piacevole se ben ricordo.»

 

Qualcuno ancora ne parlava.

Harry e Ginny a quel punto erano preoccupati, anche se avevano deciso di non intervenire. In fin dei conti Hermione era grande e capace di badare a se stessa, se davvero non voleva le attenzioni di Malfoy erano sicuri che gliel’avrebbe fatto capire.

Ma a Ron, che era stato costretto a star zitto e buono, la cosa dava comunque fastidio. Proprio in quel momento vide Malfoy scrivere qualcosa su un pezzo di carta, piegarlo e farlo volare sulle gambe di Hermione, che gli dava la schiena seduta nella fila davanti a lui.

La vide irrigidirsi, poi voltarsi verso Malfoy con la faccia tutta rossa. Chissà cosa le aveva scritto quel porco! Però era vero, lei non rifiutava, quindi lui continuava.

Hermione a questo non pensava proprio. Era così presa da quell’assurda – ma divertente – situazione che non le era neanche passato per la mente la possibilità di dare a Malfoy un due di picche secco.

Gli rimandò indietro il biglietto con un’imprecazione scritta su. Lui sghignazzò, poi si ricompose e ne scrisse un altro. Maledetto, la distraeva. Questa volta il biglietto le finì dritto nella camicia.

Hermione si irrigidì subito e cercò di recuperare il pezzo di carta senza farsi vedere, ma era difficile infilarsi una mano nella camicia e ravanare alla ricerca di qualcosa e passare inosservata.

Ecco perché il nuovo biglietto che spedì a Malfoy fu incantato affinché si infilasse nei pantaloni.

Con quel clima poco piacevole, tra bigliettini, sguardi, sorrisi e baci dati in pubblico si arrivò a Natale. Hermione sorprese tutti quando disse di voler restare a scuola.

«È l’ultimo anno, voglio godermi il castello tranquillo» disse lei con un sorriso colpevole. In realtà il motivo non era solo quello: pochi giorni prima Draco le aveva detto che avrebbe trascorso le vacanze a scuola e lei non aveva resistito all’idea di vederlo anche in quei giorni.

«Sei sicura?» le chiese Harry. «Malfoy cosa fa?»

«Non ne ho idea» rispose lei, forse un po’ troppo in fretta per essere credibile, ma non aggiunse altro. «Andrà tutto bene, tranquillo.»

Salutati gli amici, Hermione trasse un profondo sospiro e rientrò nel castello.

 

 

 

***

 

 

 

Per due giorni fu un vero paradiso. Pochi studenti, nessun orario. La pace totale.

E poi, il caos.

Da ogni rubinetto iniziò a sgorgare acqua come da un torrente. Non c’era modo di fermarla. Hermione provò ogni incantesimo di sua conoscenza, ma l’acqua continuava a uscire. In men che non si dica il bagno e la stanza erano allagati.

Corse ad avvisare gli altri studenti nella Torre, dicendo di radunarsi in Sala Comune e chiamare la McGranitt.

«Tutti fuori!» gridò di porta in porta. «Si sta allagando la Torre, uscite subito!»

Contò velocemente i ragazzi in Sala Comune e quando l’acqua scese dalle scale dei Dormitori li condusse tutti fuori. Per fortuna l’allagamento non oltrepassò il quadro della Signora Grassa, ma poteva comunque farlo da un momento all’altro.

La McGranitt arrivò tutta trafelata e quasi si sorpresa nel vedere gli studenti già fuori pericolo. «Oh, siete tutti qui.»

«Professoressa, li ho contati, siamo tutti e nessuno si è fatto male» intervenne Hermione.

«Meno male che ci sei tu signorina Granger. Tutti i dormitori sono allagati. Sono venuta qui per portarvi in Sala Grande.»

La donna scortò i ragazzi a destinazione, dove era già stati radunati Tassorosso e Serpeverde. I Corvonero giunsero pochi minuti dopo e subito Silente prese parola.

«I Direttori delle Case stanno già provvedendo ad arginare il problema. Restate qui in attesa di notizie, Gazza si occuperà di voi.»

Nel brusio generale, Hermione si chiedeva come fosse possibile che tutti e quattro i dormitori fossero invasi dall’acqua. Doveva essere stato uno scherzo, ma se non c’erano dormitori liberi, in caso dove avrebbero trascorso la notte?

La risposta arrivò due ore dopo quando, un po’ sconsolato, Silente annunciò ai ragazzi che avrebbero dormito in Sala Grande fino a che il problema non fosse stato risolto.

«Lo sapevo, che palle.»

«Non è possibile!»

«Secondo me è una cosa figa.»

«Ma taci.»

«Io voglio il mio letto!»

Le proteste degli studenti erano rumorose, ma vennero messe a tacere dal Preside, che fece spostare i ragazzi in modo da poter allestire il necessario nel salone. Ognuno di loro aveva un futon e una bella coperta con cui scaldarsi.

Rassegnata, Hermione scelse un posto a caso, posò la borsa a terra e si sedette per leggere un libro, tanto non c’era altro che potesse fare ed era già ora di dormire. A breve le candele fluttuanti sarebbero state spente, quindi voleva approfittare della luce disponibile per leggere.

Cosa che ovviamente non riuscì a fare, perché il solito biondo da strapazzo prese posto accanto a lei. «Buonasera.»

«Cos’è quel sorrisone?» chiese lei senza rispondere al saluto.

«È un sorriso da “Non tutto il male viene per nuocere”, Hermione. Non pensi anche tu?»

Lei continuò a tenere gli occhi fissi sul libro. «E quale sarebbe il lato positivo di questa sera?»

«Che posso passare la notte con te.»

BAM! Colpita e affondata. Hermione chiuse il libro con uno scatto e si voltò verso di lui, decisa a insultarlo, ma ottenne un bacio sulla guancia e un sorriso sexy.

Piton, con la sua solita gentilezza, annunciò agli studenti di mettersi sotto le coperte e spense di botto le candele con un gesto stizzito della bacchetta. Hermione fece come ordinato e voltò le spalle a Malfoy, che invece continuava a fissarla solo per metterla a disagio. Poi, però, finì per addormentarsi anche lui.

Nel sonno lui si girò sulla schiena e lei dal suo lato. Mosse un braccio che gli finì dritto sul naso. Draco si svegliò di colpo e si massaggiò la parte indolenzita, poi la vide addormentata serena e sorrise. Era carina.

Approfittò del fatto che non potesse insultarlo nel sonno e le prese la mano, chiuse gli occhi e si addormentò di nuovo.

Fu così che vennero trovati il mattino seguente da Colin Canon, che aveva la macchina fotografica piantata in fronte come un terzo occhio. E come poteva trattenersi dal fotografare una scena simile?

Draco Malfoy ed Hermione Granger che dormivano uno accanto all’altra, semi abbracciati, tenendosi la mano. Adorabili.

 

 

 

 

 

Next:

«Datti un contegno» mormorò a se stessa scuotendo il capo, per poi correre verso il proprio posto stando attenta a non farsi sentire né svegliare nessuno. L’ultima cosa che voleva era ritrovarsi a spiegare a un professore cosa avesse fatto con Malfoy fino alle tre di notte.

 

 

   
 
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