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Autore: mary_manga01    01/12/2014    4 recensioni
Durante una normale giornata di scuola gli alunni della 3°D scoprono di essere gli eredi delle nazioni. Verranno istruiti direttamente dai protagonisti di hetalia, e alla fine saranno pronti per diventare vere e proprie nazioni? E i nostri cari personaggi di hetalia si decideranno ad andare in pensione?
Dedicato alla mia cara compagna di banco portatemiahogwarts! ^^
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando la vita cambia
CAPITOLO 4: che la fortuna sia sempre dalla parte di Fruf
Buon salve! Nel capitolo precedente ho avuto il mio record di recensioni! Quattro! Cioè capite QUATTRO recensioni in un capitolo! *si mette a ballare la hula*. Sono felicissima che la storia vi piaccia e vi ringrazio tanto! Ma adesso leggete il capitolo altrimenti affogherete nelle tette di Ucraina! (?)
Buona lettura!

 

Stavo camminando per i corridoi per andare in classe dove mi aspettava la mia personale insegnante di italiano quando Danimarca mi mise una mano sulla spalla.
- erede, posso rubarti un secondino? – mi chiese sorridente.
- certo professore! – risposi io rimanendo incantata ad osservargli gli occhi azzurri.
- allora… ti presento tuo fratello Fruf, cioè Reykjavik! – disse poi il danese spingendo davanti a me il ragazzo.
Era poco più alto di me, con i capelli marroncino chiaro corti e gli occhi viola simili a quelli d’Islanda. Portava dei jeans scuri e una felpa bianca più grande di qualche taglia e ai piedi portava delle converse nere.
- piacere sorellina… io sono Fruf… - mi disse lui dolcemente porgendomi la mano, ma io iniziai a ridere come una deficiente.
- FRUF?! Ahahahahahahah! Ma che nome è!? – chiesi io continuando a ridere.
- zitta! Ti pare facile essere una città sconosciuta con un nome indicibile?! -  mi rispose mettendosi a piangere nell’angoletto.
- ahahah… scusa Fruf… ahahahah… vieni che ti huggo fratellino! – gli dissi io per consolarlo e poi lo abbracciai mentre Danimarca sorrideva felice.
- Mary porta tuo fratello a fare lezione da Mina! Così fa amicizia! – mi disse il danese spingendo via me e Fruf.
- ma io non voglio!! – urlò il ragazzetto dimenandosi, ma io gli presi la mano e lo trascinai via.
- forza vieni! Sono sicura che a Mina farà piacere conoscerti! – gli dissi trascinandolo per i corridoi verso l’aula.
Per i corridoi c’era stranamente un gran silenzio. Nessun insegnante strampalato o pervertito che faceva baldoria, nessun erede che si accollava alla propria nazione e nessun insegnante vero e proprio che cercava di mantenere la calma. Solo silenzio.
Dopo qualche minuto di camminata riuscii a vedere infondo al corridoio la figura di una ragazza con un coltello in mano. Chiunque avesse subito traumi come incubi o visioni l’avrebbe scambiata per Bielorussia, ma più mi avvicinavo più capivo che non era lei. Questa ragazza infatti aveva i capelli marroncino chiaro lunghi fino a metà schiena ed aveva un’occhio verde e uno marrone. A vederla mi spaventai e optai per cambiare corridoio, ma Fruf tutto tranquillo le si avvicinò.
- ciao Alaska! – disse il moretto avvicinandosi, mentre io per amore fraterno (lo conosco da meno di 5 minuti ma è sempre mio fratello no?) decisi di seguirlo e proteggerlo da ogni eventuale attacco del misterioso individuo.
- ciao Reykjavik! Che ci fai qui? – chiese la ragazza facendo un enorme sorriso. Non capii se era un sorriso amichevole oppure un sorriso sadico.
- ah si… ti presento mia sorella Mary! È l’erede di Danimarca! – rispose lui spingendomi verso la ragazza.
- ehm… c-ciao… - le dissi io esitante porgendole la mano, ma lei mi si avvicinò di scatto osservandomi dall’alto in basso.
- mh… si va bene… saresti una vittima perfetta… - mi disse poi accarezzando il suo coltello mentre io mi rifugiavo tremante dietro le spalle di Fruf.
- ma… Lily non vedi che la spaventi? – le disse il ragazzo abbracciandomi.
- che ci posso fare! Non vedo Russia da secoli e bisogno di torturare qualcuno! – rispose sconsolata la ragazza.
Dopo qualche secondo alle mie spalle comparve la figura dell’imponente russo con un sorrisetto infantile stampato in faccia.
- qualcuno mi ha chiamato, da? – disse l’omone avvicinandosi.
- RUSSIAAAAA! – urlò la ragazza cominciando a rincorrere il russo che appena la vide cominciò a piangere e ad urlare.
- che succede qui? – chiese sorridente Sara spuntata chissà da dove o per come.
Appena la vide Fruf si paralizzò restando a bocca aperta ed iniziando a balbettare frasi incomprensibili.
- ah! Ciao Sara! Niente una probabile parente della tua nazione sta inseguendo Russia… Ah e ti presento Fruf, o meglio Reykjavik, nonché mio fratello! – le dissi io salutandola e spingendo verso di lei Fruf che continuava a balbettare.
- ciao Fruf! – lo salutò la ragazza con un cenno della mano cercando di trattenere le risate per il suo nome.
Fruf intanto continuava a balbettare mentre un po’ di bava cominciava a calargli dalla bocca. Lo osservai bene e notai che i suoi occhi stavano assumendo pian piano la forma di due cuoricini e pensai a come sarebbe stato bello se il mio fratellino si fosse fidanzato.
- Fruuuuf… sveglia… - sussurrai passandogli piano una mano davanti alla faccia. La sua reazione non fu delle migliori dato che aveva iniziato a muovere la mano a casaccio come se volesse salutare a aveva iniziato a delirare.
- ciao… io sono Fruf… e tu sei bella… - cominciò, ma io gli misi una mano davanti alla bocca e lo trascinai via.
- Fruf non è questo l’approccio giusto! – gli sussurrai io cercando di farlo tornare alla realtà.
- chi… sei..? Io chi… sono? Il mondo cos’è..? – cominciò a blaterare senza senso continuando a guardare Sara.
- tutto bene? – chiese la ragazza guardandoci confusa.
- ehm… si ahahah… tranquilla… penso che sia un suo difetto di fabbrica…  aspetta cosa? – dissi io cercando di svegliare Fruf.
- Maria Pia, la ragazza riccia mi ha detto che è il momento della lezione… però sorrideva in modo sadico e mi ha detto di dirti di portare il suo regalo… - mi disse Ilaria spuntata anche lei dal nulla.
- intendi la moglie dell’americano? – chiese Sara mostrando il suo paio di forbici nuovo di zecca.
- Sara… tranquilla… ora dammi le forbici e andiamo in classe… - le dissi io prendendo le forbici e avviandomi in aula insieme alle mie due compagne trascinandomi dietro Fruf ancora in trans.
La classe era poco distante da dove ci trovavamo e arrivammo in poco tempo. Fuori dall’aula c’era il resto della classe che aspettava il nostro arrivo per entrare. Forse perché le mie sempai erano inquietanti? Non so. Comunque appena arrivai presentai a tutti mio fratello e tutti lo presero in giro per il suo nome facendolo deprimere. Dopo averlo consolato però era arrivato il momento della lezione, così aprii la porta dell’aula trovandoci all’interno Martina e America che pomiciavano. Tutta la mia classe li guardava scioccati e decisi di entrare in classe e fermarli.
- Mina… Alfred… - lì chiamai punzecchiandoli le braccia con il dito, ma niente. Ci riprovai e ancora niente. Presi un megafono da dentro l’armadietto e urlai i loro nomi, ma ancora niente. A quel punto la mia autostima aveva raggiunto i livelli di Canada e guardai i miei compagni e Fruf che erano rimasti sulla soglia.
- sediamoci… tanto prima o poi la smetteranno di fare het…  - dissi io dirigendomi verso il mio banco infondo all’aula.
- cosa vuol dire het? – mi chiesero confusi i miei compagni mentre ricominciavo a sudare freddo. Fortunatamente a salvarmi fu Aurora che sfondò la porta con un calcio seguita da Dani armata di bombe nucleari.
- MARTINAAAAAAAAAA! – disse la prima incacchiata nera prendendo Mina per il colletto della maglia facendo spaventare il povero Alfred.
- che c’è?! – chiese confusa la poveretta che cercava di liberarsi dalla presa, ma Dani gli puntò contro l’intero armamento nucleare russo e americano e il nucleo della centrale di Chernobyl.
- cosa stai facendo?! – chiese irritata quest’ultima.
- baciavo mio marito… - rispose ancora più confusa Martina.
-SBAGLIATOOOOOO! – le urlò Aurora irritata. – STAI FACENDO HET! E Ciò NON VA BENE! – continuò scuotendola mentre noi ragazzi, approfittando del fatto che tutti si stavano facendo i cavoli loro, stavamo giocando al gioco della bottiglia.
- ok… - disse sbuffando Mina liberandosi dalla presa e uscendo scocciata dall’aula. Calò il silenzio per qualche minuto e i miei compagni ne approfittarono per chiedere spiegazioni sulla parola het, ma io non risposi. Qualche minuto dopo rientrò in classe Mina travestita da uomo, con tanto di parrucca.
- ora va bene? – chiese scocciata alle due ragazze.
- mhm… non so… Mary passa il manuale! – mi disse Dani facendomi segno di sbrigarmi.
Con manuale intendeva il manuale delle yaoiste edito Mondadori (???) che io tenevo sempre sotto il banco. Lo presi e glielo passai mentre iniziava a sfogliare le pagine.
- allora..? – chiese ansiosa Aurora.
- non c’è nessuna regola che lo vieta, quindi... Ok continuate pure! – disse sorridente Dani ridandomi il manuale e andandosene via con la compagna.
- Mina… perché sei vestita così..? – chiese il povero Alfred mentre Mina lo abbracciava facendo salire l’istinto sovietico-comunista a Sara.
- il travestimento è di Beatrice… – disse la ragazza tutta contenta baciandolo mentre Rebecca alzava la mano per parlare.
- prof… la lezione… - le ricordò la biondina mentre il resto della classe annuiva.
- ah già! Alfie a dopo! – disse Mina accompagnando fuori dall’aula l’americano. – allora… interroghiamo? – chiese poi sorridente mentre noi urlavamo di paura e cercavamo di trattenere l’istinto omicida e Sara.
- Okay! Allora interroghiamo! – continuò allegra aprendo il registro. – allora Francisco! Mi ispira sto nome quindi vieni qua alla cattedra e dimmi tutto ciò che sai sulla lingua italiana! – continuò la ragazza indicando la sedia accanto alla sua.
Francisco iniziò a darsi il libro un testa cercando di uccidersi, ma poi quando capì che uccidersi a librate era stupido decise di affrontare con coraggio quell’interrogazione a sorpresa.
- vabbè professorè ma me predo la sedia mia… - disse il ragazzo alzandosi e prendendo la sedia.
- oh ma non c’è bisogno c’è questa di sedia… - lo informò la ragazza.
- professorè la mia è più bella… - continuò Francisco fiero della sua sedia.
- ma sono identiche… - affermò confusa Mina.
- IO VOGLIO LA MIA SEDIAAAAA! – concluse il ragazzo iniziando a piagnucolare abbracciando e mordendo la sedia.
Mina a vedere quella scena all’inizio si traumatizzò, ma poi capì quanto amore provasse il ragazzo per la sua sedia e decise di lasciarlo stare.
- allora facciamo così… c’è qualche volontario? – disse Mina sorridendoci.
- io… mi offro volontario come tributo… - disse malinconicamente Yuri alzandosi in piedi mentre io e Noemi l’osservavamo con le lacrime agli occhi fischiando il motivetto di Katniss e facendogli il saluto di hunger games.
- si ma pretendo un mentore e un tributo femmina! – disse il ragazzo cercando di perdere tempo.
Io guardai Noemi. Negli spoiatoi della palestra si era fatta una treccia laterale e portava al collo la ghiandaia imitatrice che aveva comprato al romics. Lei aveva capito che da brava fan doveva offrirsi lei e io la salutai con il saluto degli abitanti di Panem per solidarietà.
- il mentore sarà Fruf! – aggiunsi io sollevando mio fratello che si mostrò inaspettatamente leggero.
- cosa?! Cos’è un mentore?! Che devo fare?! – chiese Fruf confuso.
- devi solo inventarti cavolate ed illudere quei due che posso passare le interrogazioni games! – disse Sara con un’inquietante sorriso mentre Fruf si squagliava.
- tutto per te… - sussurrò iniziando a sbavare.
- okay qui la situazione sta prendendo una piega strana! – disse spaventata Mina indietreggiando verso la lavagna bianca.
- ONORE AL DISTRETTO 3 D – gridammo tutti in coro facendo il saluto.
- ma siete nazisti?! – chiese Mina nascondendosi dietro la lavagna. In effetti sembrava un saluto nazista…
- avete chiamato? – chiese gentilmente Germania entrando tranquillo in alula con Italia e Giappone che sorridevano allegri.
- ehm… no… - rispondemmo tutti confusi.
- ah… ok torniamo a mangiare la pasta… - disse il tedesco facendo dietrofront mentre l’italiano urlava “PASTAAAAAAAAAAA”.
Noi rimanemmo in silenzio fino al suono della campanella che giunse fastidioso poco dopo.
- Bene… a quanto pare non siamo riusciti a concludere nulla… - disse seccata la “prof” uscendo dall’aula mentre noi ragazzi festeggiavamo. – non c’è tanto da festeggiare… ora avete la lezione di francese con la rana… - continuò lei finché una pucciosissima sagoma bionda le comparve alle spalle.
- Minaaaa! – disse con voce da checca l’individuo mentre lei si girava di scatto armata di spray al peperoncino.
- sta lontano da me! Pedofilo!! – urlò la ragazza pronta a far fuoco, ma appena girata si accorse che dietro di lei non c’era il pervertito Francia, bensì il transetto Polonia.
- non farmi male! – urlò il ragazzo mettendosi le mani davanti agli occhi.
- che ci fai qua? – chiesi io comparsa dal nulla.
- volevo vedere la mia nazione! Lucia!! – la chiamò per poi entrare in classe rincorrendo la poveretta che andò a sbattere contro Damiano cadendo.
- Poli! Quante volte ti ho detto di non assalire le persone! – urlò Lituania cercando di fermare il suo amico. – e poi non eri venuto qua per dire qualcosa di importante ai ragazzi? – continuò il moretto.
- io mi rifiuto di tipo invitare questi ragazzi totalmente favolosi a vedere un posto tipo totalmente orribile! – rispose il ragazzo mettendosi nell’angolo. – che lo dica Germania! – concluse poi iniziando a dondolare.
- non è colpa mia se Auschwitz sta da te! – gli disse Germania cercando di starne fuori.
- perché tipo l’ho costruito io? – rispose irritato il polacco.
- l’ho fatto per una giusta causa… - controbatté il tedesco rimanendo sulla difensiva.
- VAI A QUEL PAESINO DIVISO TIPO DA UN MURO! – rispose Polonia lasciando di stucco tutti i presenti e facendo deprimere il tedesco.
- ohoh Poli cattivo! – disse entusiasta Prussia ridendo.
- se lo merita – dicemmo in coro io, Lucia e Polonia facendo la linguaccia all’ormai depresso Germania.
- comunque che dovevi dire? – chiese confusa Serena.
- fattelo dire da quello!! – concluse Polonia uscendo dall’aula portandosi via anche Lituania e Prussia.
- allora? -  chiedemmo tutti insieme.
- probabilmente i più meritevoli tra voi verranno mandati a Auschwitz… - disse il tedesco alzandosi e cercando di uscire dall’aula, ma noi lo fermammo impauriti.
- in che senso ci mandate a Auschwitz..? – chiedemmo noi inquietati guardando male l’ariano.
- nel senso che se non state zitti vi sterminio come i polacchi! – concluse Germania uscendo dall’aula mentre Polonia lo mandava pesantemente a “quel paesino diviso da un muro”.
Appena se ne furono andati tutti, noi ragazzi ci rimettemmo a sedere mentre io potenziavo al piombo il diario di Lucia aspettando l’arrivo del prossimo professore.

 

*ANGOLO DELL’AUTRICE CHE PROBABILMENTE VERRà SBATTUTA AD AUSCHWITZ*

Okay finalmente ce l’ho fatta a pubblicare sto benedetto capitolo! Muahahahahah ora posso morire felice! (?) Allora spero che Lily Frost abbia gradito il pezzo che le ho dedicato e se qualcuno di voi lettori muti volete entrare a far parte della storia basta farmelo sapere e io vedrò di accontentarvi! Più siamo più si delira! XD LOL. Comunque spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento! Vi prego recensite… vero? *occhietti dolciosi ai quali sono sicura che non resisterete*. Alla prossima! CIAUUUUU!
POLI: ma…
IO: cosa cicciolo?
POLI: non potete venire a casa mia per vedere quello!
LUCIA: la nostra casa!
GERMANIA: non è colpa mia! È colpa sua! *indica Alessandro*
ALE: ma che voi!?
NOEMI: che la fortuna sia sempre dalla vostra parte!
LOVI: fatta eccezione per Spagna!
FRANCISCO E ANTONIO: ma voi ci amate!
NOEMI E LOVINO: NO!
*inizio guerra mondiale. Bum bum. Morti tutti*

OKAYYY! Alla prossima!!

(Poli *^*)

   
 
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