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Autore: alix katlice    01/12/2014    5 recensioni
[ High School AU | Thominewt + Trenda friendship | Thomas/Newt | coppie ad aggiungersi | Slice of life ]
Uno - Dove Minho fa discorsi d'incoraggiamento squallidi
« Minho! » esclamò, per attirare l'attenzione dell'amico « 'fanculo a te e ai tuoi discorsi d'incoraggiamento di merda »
Quattro - Dove l'operazione Minhesa viene messa in atto [parte II]
Dall'altro lato della porta non proveniva nessun suono. Newt stava avendo una specie di crisi isterica e continuava a gridare ai loro amici di farli uscire, di dirgli cosa diamine stesse succedendo, ma quelli sembravano propensi a lasciarli li dentro.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Brenda, Minho, Newt, Teresa, Thomas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Semplici problemi { per semplici adolescenti }
Due - Dove Newt ottiene ciò che vuole

 







« Please, Tommy, please. »
- The Death Cure






 

« Per favore, Tommy, per favore. »
Il momento era solenne, era una cosa che Thomas si sentiva dentro. Newt lo fissava con quei suoi occhi scuri, pregandolo anche senza dir nulla, e l'unica cosa che lui riusciva a fare era fissarlo di rimando e stare zitto. Thomas socchiuse leggermente gli occhi, per concentrarsi meglio, per ragionare.
Non poteva. Non poteva davvero.
Il suo sguardo tornò su Newt. Non riusciva a credere di essersi ritrovato in quella situazione.
Capì di essere ormai perso quando, per l'ennesima volta, incrociò lo sguardo implorante del suo amico.
« E va bene! » esclamò alla fine; Newt immediatamente scattò in piedi e gli battè il cinque, sorridendo soddisfatto.
« Evvai! Ci si vede alle quattro e mezza sotto casa mia, allora » esclamò contento, e, prima di andarsene, gli scompigliò i capelli (una mossa che oramai era diventata una fastidiosa abitudine).
Thomas pensò, mentre lo guardava andare via dalla biblioteca, che doveva essere stato il suo sguardo da cucciolo bastonato a corromperlo.
O forse il tono di voce implorante. Oppure il modo in cui il suo amico lo chiamava Tommy.

Oppure aveva ceduto perché gliel'aveva chiesto Newt.
Qualunque fosse stato di questi casi, una cosa era certa: era una fottuta testa di caspio.


« Qualcuno può spiegarmi perché Newt riesce sempre a ottenere da me qualunque cosa? »
Dopo una decina di minuti, l'agognato silenzio nella biblioteca si ruppe grazie a quest'infelice uscita di Thomas.
Teresa sbuffò sonoramente (bisogna capirla, stava tentando di studiare seriamente -senza successo, sin da quando si erano sistemati al tavolo all'angolo, vicino alla finestra); Minho invece scoppiò in una sonora risata, guadagnandosi le occhiatacce di Teresa e dei vari studenti presenti.
« Sai quanto sia suonata male come frase, vero? » domandò Minho quando riuscì a riprendersi, asciugandosi gli occhi leggermente lucidi.
Thomas arrossì, facendo finta di non averlo sentito e voltandosi immediatamente verso Teresa.
« Sei un porco » disse la ragazza rivolta all'altro, tornando poi a concentrarsi su Thomas « anche se devo dire che detta così non ha molto senso. Che intendi? »
Thomas intendeva proprio quello: com'è che quando Newt mi domanda qualcosa non riesco mai a dirgli di no, ma evidentemente ai suoi amici non era molto chiaro come concetto; decise di provare a spiegarlo.
« Prendi ieri: stavo qui in biblioteca, tranquillo a studiare matematica, e lui arriva e si siede accanto a me. Parliamo un po', cose normali, e poi mi chiede se voglio accompagnarlo alla maratona di Harry Potter che organizza il cinema questo week-end. Teoricamente avrei dovuto dirgli di no, perché abbiamo il compito di inglese martedì, ma... »
« Ma praticamente hai accettato senza esitare » concluse Teresa al suo posto, anche se lui non avrebbe messo la faccenda in questi termini esatti.
« Diciamo di sì » disse infine, concedendogli quella piccola soddisfazione.
Poi, successe una cosa dannatamente strana.
Teresa e Minho si scambiarono uno sguardo. Un profondo sguardo. Uno di quegli sguardi che si scambiano due persone che sanno una cosa e che la condividono. Nulla di strano, se non si fosse trattato di Teresa e Minho, che si sarebbero squarciati la gola a vicenda prima di condividere qualsiasi cosa.
Thomas si preoccupò, e non poco, ma dopo qualche secondo era tutto passato: le cose erano tornate al loro giusto posto e Teresa e Minho lo guardavano, entrambi con un'espressione allegra in volto.
« Beh, siete molto amici... » provò a dire la ragazza, ma Minho scacciò via la proposta di spiegazione con un movimento infastidito della mano.
« Questa testa di caspio sa benissimo come dire di no ai vecchi amici, Tess, non penso sia questo. »
Teresa, con un'espressione disgustata, tirò un pugno sulla spalla del ragazzo.
« Ahi! Ma che sei scema? »
« Non chiamarmi così! »
« Non ti piace essere chiamata Tess, Tess? »
« La smetti? »
E così la discussione divagò: ma anche se Teresa e Minho erano impegnati a battibeccare, la mente di Thomas lavorava frenetica per darsi una risposta.
Perché diamine Newt riusciva a ottenere da lui tutto ciò che voleva?

*


Il week-end arrivò più lentamente del previsto.
Thomas aveva deciso in partenza che vedersi otto film di Harry Potter di fila sarebbe stata una cosa sfiancante, e per questo aveva immaginato che per i seguenti giorni da quando Newt lo aveva costretto ad accettare l'invito si sarebbe sentito male al sol pensiero.
E invece no. La cosa lo aveva sorpreso negativamente, perché i giorni si susseguivano lenti e il week-end sembrava non arrivare mai: si ritrovava a pensarci spesso, più spesso del normale.
Lui, Minho e Newt erano migliori amici sin da quando tutti loro si erano conosciuti: passavano ventiquattro ore su ventiquattro insieme, e non erano mai sorti problemi più seri di una litigata per l'ultima fetta di pizza. Thomas pensava che quell'amicizia fosse una fra le cose migliori che gli erano capitate in tutta la vita.
Ed ogni volta si sorprendeva di quanto teneva a Minho e a Newt. Erano due tipi diversi di amicizie. Minho era colui con cui faceva cazzate e rideva, condivideva tutto. Newt era colui con cui si confidava, l'amico su cui poteva sempre contare.
Ed ora si sentiva emozionato al pensiero di andare ad una maratona di Harry Potter con lui. Doveva aver qualcosa di sbagliato nel cervello.
Un paio di volte si fermò a pensare al perché, ma non risolse il problema: è così i perchè erano diventati due.

1. Perché Newt riusciva sempre a ottenere da lui qualunque cosa?
2. Perché si sentiva così al pensiero di un'uscita con Newt (cosa che era capitata mille e mille altre volte.)

Comunque, anche se lentamente, il week-end arrivò.


Newt alle quattro e quarantasette non aveva ancora neanche infilato i pantaloni. Questo Thomas lo scoprì perché un Newt infreddolito gli aprì la porta con indosso solamente una cannottiera bianca con un grosso buco sulla schiena: quella visione lo fece ridere a tal punto che Newt lo insultò borbottando e dovette spingerlo di forza per farlo entrare in casa.
Aspettava, seduto sul divano del salotto, il suo amico che intanto finiva di vestirsi in fretta e furia: la maratona sarebbe cominciata per le cinque e mezza, ma dovevano prendere un paio di autobus per arrivare al cinema, e sapeva quanto fosse importante quello per Ne-...
E fu in quel momento che Thomas ebbe l'illuminazione.
I due perché che aveva stilato durante la settimana, immediatamente, gli furono chiari. La risposta era proprio lì, a portata di mano, in uno dei suoi ultimi pensieri.
Sapeva quanto fosse importante per Newt.
La consapevolezza lo colpì talmente forte che smise di ridere all'istante. Newt si stava infilando un berretto di lana ed i guanti, di fronte allo specchio, ed aveva le guance rosse per gli sforzi appena compiuti. Thomas lo osservò, mentre velocemente realizzava.
Newt riusciva ad ottenere sempre tutto da lui (dall'ultimo pezzo di pizza fino al vedere insieme gli ultimi episodi di Game of Thrones) perché lui ci teneva. Perché una della cose più importanti era vedere quell'espressione allegra sul suo volto. Perché l'importante era renderlo felice.
La cosa lo colpì, molto. Si era sentito così con Teresa e Brenda, persino con Minho ogni tanto, ma con Newt quel sentimento era talmente forte che quasi non riusciva a contenerlo.
Gli sorrise comunque quando l'amico gli si avvicinò e gli fece cenno di alzarsi, che era pronto, dicendogli che Harry Potter non poteva aspettare.
Thomas si diede dell'emerita testa di caspio, quando entrambi si misero a correre verso la fermata, l'autobus che si avvicinava troppo velocemente e loro ancora troppo lontani.
Rise con Newt quando riuscirono a salire per un pelo e si accasciarono contro il vetro, la vecchietta seduta sul sedile rosso di plastica che li fulminava con lo sguardo.
E pensò che era proprio vero.
Era davvero un'emerita testa di caspio.

 

[1'295 parole]

 


Note dell'autrice:
Salve a tutti *agita la manina*.
Torno sui vostri schermi con il secondo capitolo di questa raccolta! Cominciamo ad esplorare il rapporto tra Thomas e Newt *-* Io li amo. Spero davvero di riuscire a renderli bene xD
In questo capitolo un piccolo accenno alla relazione fra Teresa e Minho (ps: non so se renderli partners in crime oppure una coppia di fatto. mi piace troppo scrivere i loro battibecchi.)
Niente Brenda! sorry! Ma non preoccupatevi, in uno dei prossimi capitoli farà da padrona xD
Bene, non ho molto da dire :3 grazie ai cinque che hanno recensito il primo capitolo, ai quattro che preferiscono la storia e ai nove che la seguono. Siete tantissimi! Spero di soddisfare le vostre aspettative :3
Bene, un bacio, e al prossimo capitolo :*
Bye bye

Alice.
  
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