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Autore: crige    01/12/2014    8 recensioni
SAVE ME.
Nell' attesa dell' aggiornamento di "Love Of My Life", potete leggere questa breve storia.
Feffe e Alessia alle prese con i classici problemi di una relazione a distanza.
Non mancherà il diabete, le uscite di Erica e la saggezza di Nene.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Seguo Erica all'interno della casa di Feffe.
Le luci sono spente. 
Tutto è avvolto dal silenzio.

C'è solo una leggera luce proveniente dalla sala.
Appendiamo i cappotti all' attaccapanti.
Abbandoniamo le scarpe vicino la porta, per poi dirigerci in salotto.

Erica mi ha preso a parole per quasi tutta la sera.
Ho capito di aver fatto soffrire anche lei.
Sono un enorme disastro.

Non era mia intenzione.
Come non era mia intenzione litigare con Francesca.
Non so che fare.

Se ci chiariamo, le cose torneranno come prima.
Ovvero, ci vedremo ogni due mesi e lei continuerebbe a mancarmi ogni secondo.
Ma se non ci chiariamo, ci lasceremo.
E lei mi mancherebbe comunque.
È solo che non so se riusciremo ad essere più forti della distanza.

-Amore- soffia, Erica, vedendo Eleonora sul divano -che ci fai qui?-

-Sto leggendo- risponde, semplicemente, senza guardarci.

Eri le si siede vinico.
Chiude gli occhi, poggiando la testa su una sua spalla.
Io rimango in piedi, totalmente in imbarazzo.

-Francesca?- chiedo, torturandomi le mani.

-È in camera- mormora.

-Come sta?-

A quella mia domanda, chiude il libro.
Lo poggia sul tavolino di fronte.
Alza la testa, guardandomi duramente.

-Ha bevuto- m'informa -e neanche poco-

-Potevi fermarla!- mi altero leggermente.

Ride sarcastica.
La mia migliore amica le tira una manica del maglione, cercando di trattenerla.
La bionda peró si alza venendomi incontro.

-Tu potevi non farla incazzare- sorride, senza allegria.

-Non sono affari tuoi- sussurro, voltando la testa di lato.

-È qui che ti sbagli- schiocca le labbra, richiamando il mio sguardo -Francesca è mia sorella e quindi affar mio- mi guarda con disprezzo -troppe volte ti ho difeso, in questi ultimi mesi. Ma adesso basta- dice, con tono duro -non me ne frega un cazzo di quello che vuoi fare tu. Se Feffe deciderà di darti un'altra possibilità, bene! Ma con te non voglio avere più niente a che fare-

-Ele!- Erica si alza a sua volta, avvicinandosi -non esagerare-

-Esagerare?- sbotta -non mi sembra proprio- 

Con quelle parole lascia la stanza.
La seguo con lo sguardo, fino a quando non sento il portone di casa sbattere rumorosamente.
Sospiro tristemente.

Mi aspettavo una reazione del genere da parte sua.
Hanno un rapporto morboso e immaginavo che Eleonora si sarebbe incazzata.
Adesso devo rimediare pure con lei.

-Cercheró di parlarci- mi sorride, Erica -cerca di riposare-

-Grazie- 

-Notte- mi lascia un bacio sulla guancia, uscendo per raggiungere Villa Santoro.

Lentamente mi dirigo verso camera di Francesca.
Mi blocco di fronte alla porta, cercando il coraggio di aprirla.
Prendo un bel respiro e entro.

La stanza è avvolta dal buio.
Avvolta dal buio e dal suo profumo buono.
Dio, quanto mi era mancato questo posto.

Silenziosamente mi avvicino al letto.
Francesca è rannicchiata su un fianco.
Coperta fin sotto il mento.
È bellissima.

-Amore- mormoro, sperando che non dorma.

-Non mi va di parlare- sbiascica quelle parole, ancora ubriaca -se vuoi lasciarmi, fà pure- si gira, dandomi le spalle -non ho più voglia di litigare-

-Non ti voglio lasciare!- esclamo, in preda al panico -io voglio..-

-Bene- m'interrompe -allora ne parliamo domani, buonanotte-

-Feffe..-

-Credo sia meglio che tu dorma sul divano, stasera- sussurra.

Annuisco anche se lei non puó vedermi.
Le lascio un bacio fra i capelli.
Le dedico un' ultima occhiata, per poi uscire dalla stanza.
 
**********

-Cazzo, non ci credo!- esclamo, euforica, entrando in camera mia.

-Sono così tanto fiera di te- mi segue, Federica, chiudendo la porta.

-Avró l'occasione di giocare in nazionale- mormoro, ancora incredula, passandomi le mani tra i capelli.

-Sapevo che ti avrebbero convocata, un giorno- dice, felice, venendomi incontro -come sapevo che avrebbero preso la Testona!- sorride, buttandomi le braccia al collo -Dio, giocherete con la maglia azzurra!-

-Lo so!- ribatto, contenta come mai prima d'ora -lo sogno da tutta la vita- sussurro, commossa.

-Sono così orgogliosa- esclama, baciandomi con passione.

Avevamo una partita, oggi.
Alcuni osservatori della Nazionale, erano venuti a vederci.
Speravo in una loro chiamata, ma non ci credevo.

E invece è successo.
Io e Nene parteciperemo al raduno, il prossimo mese.
Se giocheremo bene le nostre carte, c'è un'enorme possibilità che ci scelgano tra le convocate.
Sarebbe il sogno.

È da quando ho iniziato a giocare, che spero di far parte della Nazionale.
Mi sono fatta il culo in questi anni.
E adesso, adesso i miei sacrifici verranno ripagati.

-Potró dire a tutti che la mia ragazza è in Nazionale- 

-Aspetta, dobbiamo ancora vedere- le accarezzo una guancia -non è ancora detto-

-Ti convocheranno di sicuro- afferma, convinta.

L'abbraccio di slancio.
La stringo forte a me.
Mi nutro delle emozioni che la sua presenza suscita in me ogni singola volta.

-Grazie- soffio, sulle sue labbra -non sarei qui, senza di te-

-Non dire sciocchezze- brontola -ce l'avresti fatta comunque-

-No, davvero- scuoto la testa, contrariata -non so che avrei fatto senza di te, negli ultimi tre anni- le sorrido dolcemente -trovarti è stato il regalo più bello che potessi mai ricevere. Tu mi hai ridato la voglia di vivere. Ti Amo così tanto..-

-Ora non farmi piangere, Fefè- sorride commossa.

-Ma è la verità- 

-Va bene- mi concede -ma ti devi ricordare che nessuno merita le tue lacrime, la tua sofferenza. Io te l'ho solo fatto capire- incrocia una mano con la mia -se un giorno dovessimo lasciarci, mi devi promettere che non permetterai più a nessuno di farti del male. Devi ricordare che anche tu sei importante, che anche la tua felicità lo è-

-Tu sei la mia felicità- le lascio un bacio a fior di labbra, staccandomi subito -e noi non ci lasceremo mai-

-Ovvio che no!- ride di gusto -solo io posso sopportare il tuo musone-

-Hei!- le schiaffeggio una spalla -questa era cattiva!-

-Lo so- soffia, mordendomi una guancia, per poi scappare via.

Ride dirigendosi verso il letto.
Le corro dietro, unendomi alle sue risate.
Alla fine la placco, cadendo sul matrimoniale.

-Sei la solita scema- 

-E tu sei bellissima- mormora, portandosi sopra di me.

-Tu di più- 

Scuote la testa, baciandomi.
Dischiude le labbra, incontrando la mia lingua con la sua.
È il paradiso.

-Comunque dicevo sul serio, prima- sussurra, incatenando gli occhi ai miei -promettimi che non lascerai mai più che qualcuno ti faccia del male-

-Amore..-

-Promettilo, Fefè- m'interrompe seria.

-Te lo prometto- dico, poggiandole una mano sul viso -ad ogni modo ci sarai sempre tu accanto a me-

-Sempre- ribadisce, per poi baciarmi di nuovo.



Scatto a sedere, svegliandomi.
Il cuore che batte a mille.
Il respiro affannato.

Ringhio di dolore, portandomi le mani alla testa.
È come se un trapano mi bucasse il craneo.
Sto malissimo.
Mi sta pure salendo la nausea.

Lentamente mi alzo dal letto.
Mi dirigo in cucina.
Apro il mobiletto sopra ai fornelli, recuperando le mie pasticche.

Mi siedo poi al tavolo.
Ne butto giù una.
Continuando a tenermi la testa.

Non è la prima volta che mi capita, in questi ultimi mesi.
È da un po' che ho riniziato ad avere questi sogni.
Che poi non sono altro che ricordi.

Una lacrima mi esce spontanea.
La sento scendere lungo la mia guancia.
Scende, lasciando dietro di sè, impronte del mio dolore.

Ricordo perfettamente quel giorno.
È stato sicuramente uno dei più felici della mia vita.
La convocazione al raduno Nazionale.
Ricordo che io e Nene eravamo esplose dalla gioia.

Sorrido amara.
Non abbiamo mai fatto quel raduno.
Non siamo mai andate in Nazionale.

Tre giorni dopo quella notizia, avvenne l'incidente.
Con Federica se ne andó tutto.
Non persi solo lei, quella notte.

Persi la mia felicità.
Persi ia voglia di vivere.
E sì, persi anche tutti i miei sogni.
Compreso quello della Nazionale.
Da allora, ho poi declinato tutte le convocazioni che ho ricevuto.

-Ti sono riniziati- sobbalzo, a quella voce inaspettata.

Alessia mi guarda dalla porta della cucina.
Le braccia conserte.
Una spalla contro il muro.

-Perchè non me lo hai detto?- 

-Torna a dormire- mormoro, abbassando lo sguardo.

-Francesca- mi richiama, con voce stanca -parlami, ti prego-

-Sono stanca di parlare, Alessia-

Sospira.
Si avvicina al tavolo.
La sento sedersi di fronte a me.

-Va bene- soffia -allora ascolta e basta. Mi manchi, Feffe. Mi manchi ogni secodo di ogni fottuto giorno. Penso sempre che vorrei averti con me. Di baciarti e abbracciarti quando voglio- tira su con il naso, continuando poco dopo -mi dispiace di essere stata una stronza. Non avevo capito che ti stavo facendo del male. Inconsapevolmente credevo che sentendoti meno, mi saresti mancata meno. Ma non è così. Sto male anche io. La distanza mi sta uccidendo. Ma non voglio lasciarti- mi afferra la mano, che avevo abbandonato sul ripiano -sei tutto per me e ti prometto che cercheró di migliorare. Io Ti Amo più di qualsiasi altra cosa al mondo-

Lascio andare un sospiro.
Libero la mano dalla sua presa.
Mi alzo, dandole le spalle.

-Ho bisogno di stare da sola- mormoro -è meglio che domani tu vada a casa- con quelle parole mi congedo dalla stanza, facendo forza contro me stessa, per non tornare indietro quando si apre in un lago di lacrime.

Mi si spezza il cuore a vederla così.
Ma deve capire che mi ha ferito.
Deve capire che le parole non bastano.
Ho bisogno di fatti.
Ho bisogno di pensarci su.
E poi, poi ho fatto una promessa ad una persona.
Una persona che non posso ignorare.

 
**********

Sospiro, mettendomi a sedere.
Mi passo una mano tra i capelli, nervosamente.
Sbadiglio silenziosamente.

-Dove vai?- soffia Erica al mio orecchio, abbracciandomi da dietro.

-Da Feffe- rispondo, semplicemente.

-Eddai, aspetta- mormora, giocosa, facendomi poi cadere all'indietro sul materasso -non mi dai neanche il buongiorno?-

-Hai ragione- sorrido, sovrastandola -non me ne posso andare così-

Faccio scontrare le nostre labbra.
Vado subito a cercare la sua lingua con la mia.
Una mia mano corre sotto la sua maglietta, stringendole il seno.

Sospira, facendo scivolare le mani sulla mia schiena.
Arriva fino al mio fondo schiena, stringendolo.
Gemo sonoramente a quel contatto.

Continuiamo così per diversi minuti.
Alla fine mi stacco leggermente.
Apro gli occhi, sfiorandole il naso con il mio.

-Buongiorno-

-Buongiorno a te- ribatte.

-Ti Amo- sussurro, lasciandole un bacio a fior di labbra.

Mi alzo all'improvviso, lasciandola lì.
Mezza nuda e incredula.
Totalmente indignata.

-Mi vesto e vado-

-Sei una stronza!- ringhia -lo diró a tua madre!-

Scoppio a ridere, chiudendomi in bagno.
Mi lavo e vesto velocemente.
Dopo meno di dieci minuti, sono già pronta per uscire.

-A più tardi- 

-Eleonora Santoro- tuona, alzandosi dal letto -se esci da quella porta, non faremo sesso per una settimana!-

-Vedremo- le faccio un occhiolino, abbbandonando la stanza.

Corro giù per le scale.
Rido da sola come una perfetta idiota.
Sono quasi in fondo, quando la sento urlare.

-FAI POCO LA FIGA, SANTORO- grida, affacciandosi dalla porta -SAPPI CHE CI SONO MOLTE PERSONE CHE VORREBBERO PORTARMI A LETTO!-

-Ah, sì?- alzo un sopracciglio, guardandola male.

-SI!- urla, convinta -RIMANGO COMUNQUE LA PIÙ FIGA TRA LE DUE!- 

-Ha ragione- mia madre spunta dal solotto -tu spesso ti vesti come una barbona!-

-Vi odio!- sbotto, uscendo finalmente di casa.

Mi dirigo verso casa di Feffe.
Sorrido divertita dalla scena di poco prima.
Per fortuna che Marta era a dormire fuori.
Altrimenti si sarebbe unita volentieri a quel quadretto.

Arrivo al portone, aprendolo con la mia copia di chiavi.
Entro, chiudendomi l'uscio alle spalle.
La casa è avvolta dal silenzio.

So che è sicuramente a letto.
Non avevo dubbi al riguardo.
E ovviamente non avrà ancora mangiato niente.

Sospiro, andando in cucina.
Preparo velocemente due toast.
Verso un po' di succo d'arancia in un bicchiere.
Metto tutto su un vassoio.
In fine, vado in camera della mia amica.

Come immaginavo è rannicchiata su un fianco.
So per certo che mi ha sentito entrare.
Scuoto la testa contrariata.

Mi avvicino, abbandonando il vassoio sul comodino.
La scruto per un paio di minuti.
Non ottenendo nessuna reazione, da parte sua, salgo sul letto.

-Vedi di mangiare-

-Non ho fame- mormora.

-Non m'interessa- ribatto -tu fallo comunque o te lo faccio fare con la forza-

Sbuffa, mettendosi a sedere.
Mi lancia un'occhiataccia.
Allunga poi una mano, richiedendo il cibo.
Sorrido vittoriosa, passandole il tutto.

La osservo mangiare in silenzio.
Ho notato subito le onormi occhiaie che si ritrova.
Non ha dormito per niente.

Odio vederla così.
E giuro che sto odiando quella maledetta nana.
Vorrei tanto sapere che le passa per quel cavolo di cervello bacato.

Francesca finisce di mangiare.
Ripone il vassoio sul comó.
Si sdraia a pancia in su, guardando il soffitto.

-Avete parlato?- 

-No- soffia -lei ha parlato- dice, sospirando -ma io non ho ancora deciso che fare-

-Senti- inizio, voltandomi su un fianco, nella sua direzione -per quanto io la voglia uccidere, in questo momento, penso che sia realmente dispiaciuta. So che ti ama e so che pure tu la ami. Credo che dovresti concederle una seconda possibilità-

-Lo so- annuisce.

Cala il silenzio.
Uno dei nostri tanti silenzi familiari.
Un silenzio confortante e riflessivo.

All'improvviso rotolo su di lei, ridendo.
Inizio a farle il solletico.
Si unisce alle mie risate, dimenandosi per cercare di liberarsi.

Continuiamo a scherzare per diversi minuti.
Alla fine la lascio in pace.
Rimanedo peró a cavalcioni sopra di lei.

-Deficiente- dice, cercando di riprendere fiato.

Le sorrido, facendo lo stesso.
Mi piego in avanti, iniziando ad accarezzarle i capelli.
Chiude gli occhi, sospirando.

-Ho sognato Federica, stanotte- confessa, spiazzandomi.

-L'incidente?- domando, preoccupata, senza smettere di accarezzarla.

-No- scuote la testa -ho sognato il giorno in cui ci convocarono per il raduno nazionale, ricordi?- 

-Ricordo- annuisco.

Eccome se lo ricordo.
È stato il giorno più bello della mia vita.
Quella sera, noi tre abbiamo festeggiato per bene.

C'erano pure Bianca e Cinzia.
Ci siamo sbronzate abbestia.
È sato bellissimo.

Preferisco non pensare mai al dopo.
La mia voglia di giocare in Nazionale, si è spenta con Federica. 
Da allora, io e Feffe, non ne abbiamo neanche più parlato.

-Avrei tanta voglia di una sua parte a culo- continua, riferendosi a Fede -se fosse qui, mi direbbe di alzare il culo e di andare da Alessia a risolvere la situazione-

-Dovresti farlo comunque- dico, poggiandole una mano sul viso -lo sai che non vorrebbe vederti così- le sorrido dolcemente -"nessuno merita le tue lacrime e.."-

-".. La tua sofferenza"- m'interrompe, finendo al posto mio.

-Ce lo diceva sempre- ridacchio, coinvolgendola -e aveva ragione-

-Lo so- abbassa lo sguardo.

-Feffe- richiamo la sua attenzione -tu sei mia sorella, sei la mia famiglia, sei tutto quello che ho- mi apro in un sorriso, citando il nostro telefilm preferito -quindi, alza il culo e vai da Alessia, se non vuoi che ti riempa di botte-

Scatta a sedere, all' improvviso.
Mi abbraccia stretta.
La sento sospirare al mio orecchio.

-Ti voglio bene- 

-Anche io- rispondo, commossa.

Non ce lo diciamo praticamente mai.
So che mi vuole bene.
Ma sentirselo dire è tutt' altra cosa.
Ti voglio bene, Francesca Creatini.

 
**********

Prendo un bel respiro.
Mi sistemo capelli e cappotto.
In fine, suono il campanello.

Pochi attimi dopo, la porta si apre.
Mi si para di fronte la figura di Lucia.
Sorridente come sempre.

-Ciao Francesca- saluta felice -che bella sorpresa! Dai entra- si sposta, così da farmi entrare.

-Buona sera, spero di non disturbare- dico, cordiale.

-Non disturbi mai- ribatte, donandomi una carezza sul viso -non ti aspettavamo-

-Scusami, avrei dovuto avvisare-

-Non dire sciocchezze- scuote la testa, contrariata -posso offrirti qualcosa?-

-No, grazie- rifiuto, gentilmente -c'è Alessia?-

-È di sopra, credo che stia dormendo- 

-Le dispiace se salgo in camera sua?- domando, titubante.

-Certo che no! Sei di casa, ormai!- esclama -ma pretendo che tu rimanga a cena-

-Volentieri- sorrido, contenta.

-Perfetto! Vado subito a preparare- e così dicendo, sparisce in cucina.

Ovviamente spero che ad Alessia non dia fastidio.
Non l' ho avvertita della mia visita.
Ma devo assolutamente parlarle.

Salgo le scale che conducono al piano di sopra.
Mi fermo di fronte alla porta della stanza di Alessia, indecisa se entrare o meno.
Alla fine mi decido e apro silenziosamente l' uscio.

La camera è avvolta dal buio.
Ma ormai la conosco a memoria.
Devo ammettere che mi mancava venire qui.

Mi avvicino al letto.
Posso scrutare la figura della mia ragazza, avvolta sotto le coperte.
Sorrido dolcemente.
È veramente tenera.

Detesto litigare con lei.
Ho odiato risponderle male, ieri notte.
Ma non ne ho potuto fare a meno.

Mi ha ferito.
Sul serio, sta volta.
Non potevo passarci sopra.

Mi siedo sul letto, al suo fianco.
Le accarezzo i capelli.
Mugola, strappandomi un sorriso.

Amo osservarla dormire.
Molte notti, mi svegliavo e passavo le ore a guardarla.
È bellissima.

Ad un certo punto, apre gli occhi.
Ci mette un po' a riconoscermi.
Capito chi sono, mi guarda sorpresa.

-Hei- mormoro -buongiorno- le dico, sarcastica.

-Ciao- balbetta, confusa -che ci fai qui?- domanda, stropicciandosi gli occhi.

-Dovevo parlarti- confesso, stendendomi accanto a lei.

-Ti ascolto-

Mi avvicino, cingendole la vita con un braccio.
Struscio il mio naso contro il suo.
La fisso poi negli occhi.

-Mi spiace per averti trattato male, ieri notte- sussurro -ma devi capire che il tuo comportamento mi ha fatto male. Mi hai fatto sentire messa da parte. Il tuo distacco mi ha ferito. Avevo paura che volessi lasciarmi-

-Non è così!- esclama, interrompendomi -io..-

-Aspetta, fammi finire- le poggio due dita sulla bocca, zittendola -capisco che hai bisogno di uscire con gente nuova, per trovare punti di appoggio anche a Milano, oltre che qui. Capisco che per te sia tutto nuovo e difficile. Ma devi capire che anche per me lo è. Odio non averti qui. Non poterti vedere quando voglio- sospiro, cercando di non liberare le lacrime che, prepotenti, vorrebbero uscire -non sono venuta da te, solo perchè il compleanno di Federica si avvicinava, sono venuta da te perchè mi mancavi troppo. Perchè volevo stare con te. Perchè ti sentivo allontanarti e questo mi faceva male, mi fa male. Devi dirmi quando c'è qualcosa che non va, devi dirmi se sto sbagliando in qualcosa-

-Io sto sbagliando!- dice, iniziando a piangere -non volevo questo! Tu sei tutta la mia vita, Francesca! Ti prometto che non accadrà più-

-Non ho bisogno di promesse, ho bisogno di fatti-

-Allora te lo dimostreró!- soffia, appiattendosi maggiormente a me -mi faró perdonare!-

-Shhh, non piangere- mi apro in un sorriso, catturando le sue lacrime con il pollice.

-Non mi lasciare!-

-No che non ti lascio, scema- ridacchio, stampandole un bacio sulle labbra -supereremo questo momento difficile insieme, ok?-

-Ok- annuisce, calmandosi -Io ti amo-

-Ti Amo anche io-

L'attiro a me, baciandola successivamente.
Poggio una mano sul suo viso, cercando la sua lingua con la mia.
Sospiro, una volta averla trovata.

Lascio che quel bacio, porti via con sè tutte le insicurezze.
Tutto il dolore e la sofferenza.
Tutte le paure e le incomprensioni.
Lascio che quel bacio, cancelli gli ultimi tre giorni.

-Tua madre mi ha invitato a cena- sorrido divertita.

-Davvero?- chiede, euforica -che bello!-

-Già-

-Potresti rimanere anche a dormire qui- propone -mi manca dormire con te-

-Affare fatto!- 

-Siii- esclama, saltandomi addosso.

Mi attira in un nuovo bacio.
Sta volta più passionale e travolgente.
Passa poco tempo, prima che inizi a sfilarmi la maglietta.

-Aspetta- la fermo, gentilmente -tra poco mangiamo!-

-Ma io ti voglio!- s'imbroncia.

-Dovrai aspettare stanotte- mi alzo, facendole un occhiolino -dai, scendiamo- dico, allungando una mano nella sua direzione.

Si alza a sua volta, sbuffando.
Afferra la mia mano, intrecciando le nostre dita.
Sorride, trasciandomi fuori dalla camera.

Scendiamo le scale, ridendo e spingendoci giocosamente.
Raggiungiamo la sala da pranzo.
Troviamo la tavola già apparecchiata.

-Francesca- Michele mi viene incontro, sorridendo -diventi sempre più bella!-

-Grazie- sorrido, imbarazzata, lasciandomi abbracciare.

-Sono felice che ti unisci a noi per cena- afferma, allegro -grazie per aver riportato a casa la nostra bambina-

-Figurati- 

-Sarei tornata presto, comunque- dice, Alessia, rivolgendoci una linguaccia -malfidati!-

Michele ride, andando ad avvolegere con un braccio sua moglie.
Lucia sorride, lasciandosi abbracciare.
Sono veramente belli insieme.

-Già che siete tutte e due qui- richiama la nostra attenzione, Michele -io e mia moglie avremmo da dirvi una cosa-

-Che cosa?- domanda, curiosa, Alessia.

-Vi abbiamo regalato un viaggio a Barcellona, per questa estate!-

-Cosa????- esclamiamo, in coro, io e la mia ragazza.

-Si- annuisce, l'uomo -ve lo siete guadagnato! Alessia per i suoi meriti scolastici e tu, Francesca, per i tuoi successi lavorativi! Siamo orgogliosi di voi!-

-Oddio grazie!- squittisce, Ale, andando ad abbracciare i suoi genitori.

-Io non so che dire- mormoro, totalmente spiazzata.

-Non dire niente- mi dice dolcemente, Lucia -lasciati solo abbracciare.

Sorrido emozionata.
Li raggiungo, lasciandomi abbracciare.
Sospiro felice.

Felice di sentirmi a casa.
Felice di avere loro nella mia vita.
Felice, perchè ancora una volta, Federica aveva ragione.
Sentirsi amati è la sensazione più bella che ci sia.


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ANGOLO ATRICE:

Buonasera ^^

Ecco qua il nuovo capitolo!
Sappiate che per sfornarlo ho consumato un bel po' del mio tabacco.
Quindi sarà il caso che vi piaccia XD
Detto ciò, lascio a voi i commenti!

Un bacio a tutti ^^


PS: la mia parte preferita è quella diabetica di Feffe e Nene :3
  
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