Dies Irae.
<< Perdonami.>>
Ed eccolo, eccolo lì. Perfetta visione, ideale per cui un’artista
avrebbe venduto l’anima, fiero e alto nel suo presentarsi a lei. Bella si stupì
di come anche una parola di scuse, di umiliazione, potesse rivelarsi tanto
aggraziata e – inconcepibilmente – possibile sulla sua bocca
piena.
Era insopportabilmente bello, anche così,
sottomesso.
Bella si rimproverò.
<< Sono la più grande delle egoiste. >> disse,
abbassando lo sguardo sullo zerbino e sulle sue all star consunte e sbiadite.
Sentì affiorarle agli occhi inutili e oscene lacrime di
coccodrillo.
<< No Bella, tra i due, sono sicuramente io il più egoista.
>>
Si fece avanti, verso di lei.
Il suo sguardo era così calmo, più nessuna traccia dell’abisso
intravisto durante la notte.
<< Andiamo alla radura, vieni.
>>
Terribile quell’abisso. Un pozzo nero e blu, semplicemente fatto di
niente.