19.
Mente avvelenata
-Non posso crederci
che tu non mi abbia mai parlato di questo!-
Aria caricò la
pistola con uno scatto e sollevò lo sguardo su Sasha, appoggiata al muro poco
distante dal tavolo con le armi. -Ti avevo detto che stavo seguendo un corso al
poligono, dove pensavi che andassi quando sparivo prima di cena?-
Sasha alzò gli occhi
al cielo e scosse la testa. –Certo, ma non mi hai portata qui, e non mi hai
detto quando sei brava!-
La bionda si
riferiva alla fila di bersagli appesi al meccanismo mobile che aveva centrato
nonostante il movimento. Il macchinario aveva già sostituito i bersagli colpiti
con altri nuovi.
-Ti ho promesso che
mi sarei comportata da vera amica e ti ho portata con me, semplice!- le spiegò
Aria.
Dopo il loro litigio
si stava impegnando per condividere di più con la sua amica, ma sorrise, quella
situazione sembrava strana per entrambe. Si risistemò i capelli dietro
l’orecchio e si avvicinò alla posizione per sparare con la pistola in una mano.
I primi tre colpi
partirono e lasciarono un foro al centro del bersaglio, Sasha indietreggiò ma
fece un piccolo sorriso. Aria si voltò verso di lei e le fece segno perché
vedesse i suoi risultati. Stava per riprendere a sparare, quando sentì delle
voci rimbombare nel corridoio prima del poligono e, di fatti, poco dopo, due
ragazze entrarono nella grotta.
La prima che aveva
fatto il suo ingresso era una giovane Intrepida con i capelli neri striati di
blu, era molto alta e magra, con un naso a punta ad occhi piccoli eppure, nel
complesso, aveva un aspetto molto gradevole. Ma, alla vista della seconda
ragazza, Aria trattenne un fremito e per poco non lasciò trasparire quello che
provava. Non era la prima la volta che la vedeva, aveva i capelli rossi
raccolti in uno chignon scomposto che non riusciva a contenere i suoi ricci
ribelli, era alta e magra e piuttosto attraente con il suo sorriso furbo.
Non aveva avuto modo
di analizzarla le altre volte che l’aveva notata, ma l’aveva riconosciuta
ugualmente. Si scambiò un’occhiata con Sasha e vide che anche lei aveva capito
di chi si trattava, d'altronde, erano insieme quando l’avevano vista
avvicinarsi ad Eric in palestra. In realtà Aria l’aveva anche vista parlare con
lui a mensa.
Ebbe un tuffò al
cuore quando i suoi occhi si incrociarono con quelli della rossa.
-Oh!- esclamò
proprio lei, con un sorriso imbarazzato eppure perfetto. –Non sapevamo che ci
fosse già qualcun altro!-
Aria avrebbe voluto
dirle qualcosa, dato che si era rivolta a lei con un atteggiamento piuttosto
gentile, ma era rimasta paralizzata.
-Bè, c’è posto per
tutti!- tagliò corto l’altra ragazza, avanzando verso i bersagli.
La ragazza con i
capelli rossi alzò gli occhi al cielo e poi lanciò un’ occhiata divertita ad
Aria, come a volersi scusare per i modi sbrigativi della sua amica.
Mentre le due si
avvicinavano al tavolo con le armi per scambiarsi qualche parola, Aria si voltò
verso Sasha e le mostrò ogni dettaglio della sua espressione allarmata,
facendole segno di andare.
Ma Sasha la guardò
storto e scosse le testa, mosse le labbra per dirle di no e la incitò con le
mani a tornare a sparare.
Aria non era
d’accordo, sfruttò il fatto che le due le dessero le spalle, e che quindi non
potessero vederla, per parlare usando solo il labiale -Ma hai capito chi è?-
La bionda fece un
cenno, si accertò che le altre ragazze non la vedessero e mosse le labbra
scandendo poche parole. –Vecchia fiamma Eric!- poi aggrottò le sopracciglia
aggiungendo, sempre senza voce: -Che t’importa?-
L’occhiataccia che
le rivolse fu sia per l’assurdità che aveva detto, come se fosse facile per lei
condividere la stanza con una che chissà in che rapporti era stata con Eric e,
soprattutto, per l’aggettivo vecchia
fiamma.
Stava davvero per
andarsene, quando sentì una voce cristallina rivolgersi a lei.
-Sei stata tu a
farlo?- chiese la rossa, indicandole il bersaglio con i tre fori al centro.
Aria deglutì e fece
un cenno poco convinto.
-Però,
complimenti!- E sorrise.
Mentre sorrideva le
si delineavano deliziose fossette ai lati della bocca. La sua voce era molto
sottile e melodica.
Aria si impose di rimanere
ferma nella sua postazione quando le due presero posto vicino a lei, mentre lanciava
un’ altra occhiata a Sasha. L’amica continuava a farle segni senza farsi vedere
per incitarla a comportarsi come se nulla fosse.
Ma come faceva a
comportarsi con naturalezza? Sentiva le gambe deboli e il cuore le batteva a
mille, era troppo imbarazzante trovarsi quella ragazza vicino. La guardò e si
accorse che, l’unico difetto che poteva trovarle per farsi coraggio, erano le
sua ossa lunghe e spigolose. Forse era un po’ troppo magra, ma per il resto era
perfetta. Aveva gli occhi di un verde caldo e un viso semplice ed elegante.
Trascinandosi dietro
il peso delle gambe che sembravano di gomma, e cercando di ripetere a sé stessa
che non c’era niente di cui preoccuparsi, tornò in posizione per sparare dando
le spalle a Sasha.
Prese un profondo
respiro, cogliendo l’ironia di quella situazione e prese la mira.
-Allora, Leah, di
cosa doveva parlarmi?- Chiese la ragazza dai capelli neri e blu, puntando un
bersaglio.
Leah? Pensò
Aria, era quello il nome di quella ragazza?
-Niente
d’importante.- Anche Leah prese la mira. –Come ti va con il tuo lavoro alla
recinsione?-
Tra un sospiro e
l’altro, Aria sparò un colpo mancando il bersaglio, e cercò di ritrovare la
calma. Sasha osservava da poco lontano, con le braccia incrociate al petto. Le
due ragazze, invece, posizionate sulla linea di tiro vicino a lei, continuarono
la loro discussione. La mora raccontò della noia del suo impiego come guardia.
-Anche io mi sto
annoiando, ultimamente. Come ti va con quel Roger?- Chiese Leah alla sua amica.
Aria guardò un’altra
volta Sasha, sperando che cambiasse idea e che si decidesse ad andare via, ma
la trovò concentrata sulla conversazione che stavano avendo le due Intrepide
che, dandole le spalle, non potevano accorgersi di essere osservate.
Alzò gli occhi al
cielo e sparò un colpo, raggiungendo la testa del fantoccio.
La ragazza con i
ciuffi blu si perse in una lunga conversazione sulla sua relazione con un tizio
che lavorava con lei alla recinzione e, insieme alla rossa, si alternavano per
sparare.
-Come è finita con quel
ragazzo con cui ti vedevi?-
-Katy, te l’ho già
detto, mi annoiava e l’ho scaricato!- Disse Leah, facendo partire un colpo di
pistola.
-E con Eric?-
Aria sparò un colpo
che colpì pietosamente la parte bassa del bersaglio. Si voltò verso Sasha e la
trovò con gli occhi incollati sulla rossa, mentre si mordicchiava l’unghia del
pollice. Non si accorse nemmeno dello sguardo disperato che le lanciò.
-Non me ne parlare!-
Fece Leah, alzando una mano. –Non so che gli prende, mi ignora totalmente da
diversi giorni!-
Avendo realmente
finito i colpi del caricatore, Aria si avvicinò al tavolo dietro di lei e
caricò l’arma. Sasha colse l’occasione per avvicinarla e per sussurrarle in un
orecchio. -Sai come si dice, conosci bene il tuo amico, e meglio il tuo
nemico!-
Sentiva un calore
scorrere sulla pelle, era agitata e nervosa, ma serrò le labbra e tornò in
posizione.
-Non vorrei
ricordartelo,- Disse Katy, poco distante. –Ma è da quando vi siete lasciati che
Eric ti ignora, e non è che prima ti degnasse poi di chissà quali attenzioni!-
Aria mandò giù il
nodo che aveva in gola e sparò.
-Certo, ma almeno
prima veniva a cercarmi!- brontolò Leah.
-A sì? E per cosa ti
cercava, per scopare?-
Aria si paralizzò
sul posto e sentì il cuore balzarle contro il petto.
-Certo! Perché, cosa
pensi che volessi farci io, giocare a carte?-
Katy
rise. –Dico solo che, se vuoi una relazione di quel tipo, conosco molti ragazzi
molto più disponibili di Eric!-
-Ma
vuoi paragonarli con lui? È così eccitante, e poi scopa benissimo!-
Aria
sussultò e sentì le mani tremarle.
-Dai
Leah!-
-E
poi è un Capofazione, pensa che bello sarebbe essere la sua compagna! Sarei
rispettata, sarebbe forte!-
-Su
questo ti do ragione…-
-Secondo
me si fa un’altra, è l’unica spiegazione!-
Sta
volta non si voltò verso Sasha, si voltò e basta. Raggiunse il tavolo con le
armi e vi lasciò sopra la sua pistola, senza nemmeno privarla del caricatore
come le avevano detto di fare quando le avevano spiegato le regole del
poligono.
Aveva
il battito cardiaco a mille, la mente e le mani in fiamme e le orecchie che
fischiavano.
Scopare,
Sarei rispettata,
Si fa un’altra, è l’unica spiegazione,
L’unica spiegazione.
Aria
aggirò il tavolo e si riallacciò il suo nuovo giubbotto di pelle, quello che
Eric aveva preso per lei. Quella ragazza, Leah, forse era carina e gentile ma
era un’idiota.
Forse a lui piacciono così, le disse maligna la voce nella sua testa.
No,
non era vero. Forse Eric non aveva mai avuto una relazione seria in vita sua,
ma non l’aveva portata nella sua camera e nel suo letto solo per scopare. E, se si era stufato di quella
sgualdrinella da quattro soldi, non era solo perché aveva trovato un’altra da
portarsi a letto.
Quella
non era l’unica spiegazione.
L’aveva
allontanata perché aveva trovato di meglio, e quella Leah avrebbe dovuto
farsene una ragione.
Si
accorse che stava ragionando in modo diverso dal solito, e non capì se fosse la
rabbia a farla delirare, o se gli Intrepidi erano entrati in lei fino al punto
di condizionare il suo modo di pensare.
-Aspetta
un attimo!- Disse Leah.
Aria
sia voltò e la guardò senza fiato, cosa voleva? Per un attimo nella sua mente
si delineò l’idea che avesse scoperto tutto.
-Vuoi
siete iniziate?-
Strabuzzò
gli occhi a quella domanda.
-Sì,
perché?- intervenne Sasha.
Leah
spostò il suo sguardo da Aria a Sasha e sorrise. –Quindi vedete spesso Eric, il
capofazione, perché vi addestra anche lui, vero?-
Sasha
fece un cenno.
-E
non è che, per caso, sapete se si vede con qualcuna?-
Sasha
guardò per un attimo Aria, ma poi scosse la testa. –Non che io sappia.-
Leah
fece un’ espressione demoralizzata e tornò vicino all’altra ragazza.
Aria
raggiunse Sasha a grandi passi e la seguì verso il corridoio ma, un attimo
primo, ebbe un ripensamento. Sentì tutta la sua forza tornarle in circolo e si
lasciò piegare le labbra da uno strano sorriso.
-Aspetta!-
disse richiamando l’attenzione di Leah. –Se vuoi, se dovessimo notare qualcosa,
te lo diciamo!-
Leah
la guardò per attimo stranita, poi si scambiò uno sguardo con Katy e sorrise
raggiante. –Sarebbe forte e, se vuoi, io potrei insegnarti a sparare…- disse,
indicando il suo bersaglio.
Guardandolo,
Aria si accorse che solo i primi tre colpi, quella che aveva sparato quando era
da sola con Sasha, erano andati a segno al centro. Gli altri erano tutti sparsi
sulla figura, lontani dal bollino rosso.
Fece
un sorrisetto o, forse, stava iniziando ad adottare il ghigno strafottente di
Eric.
–Ma
certo!- rispose.
Quando
uscirono nel corridoio, Sasha le diede una gomitata. –Sei perfida!-
-Hai
detto tu che devo conoscere bene il mio nemico, stavo solo cercando di
tenermela buona…-
La
bionda la guardò per un attimo, poi le si avvicinò. –Va tutto bene? Non sei
arrabbiata per quello che ha detto?-
Aria
continuò a camminare, senza disdegnare la vicinanza dell’amica, e per un attimo
pensò alle parole di Leah.
Pensò
ad Eric, ma poi scosse la testa. –E perché? Lui ha smesso di vedersi con lei
per me, dovrebbe essere lei ad avere qualche problema!-
Nella
sezione pomeridiana per il secondo modulo, Aria si era trovata nuovamente
difronte alle sue paure. A differenza della prima volta, il suo copro aveva
reagito molto meglio permettendole di concentrarsi sul coraggio e non sul timore.
Si
era ritrovata in un luogo buio con degli scheletri luminescenti che avanzavano
verso di lei ma, superato lo shock iniziale, li aveva affrontati prendendoli a
calci. Spariti gli scheletri, aveva dovuto affrontare una paura peggiore,
ritrovandosi in una stanza ampia e sempre buia, ma davanti a lei era
posizionata un’ urna cineraria.
Vedendola,
era andata per un attimo nel panico ma poi, pensando che non poteva sapere a
chi appartenevano quelle ceneri, aveva preso fiducia in sé stessa e aveva dato
un calcio all’urna mettendo fine all’allucinazione.
In
quel momento, ripensando alla sua simulazione della paura e al perché dei suoi
timori più profondi, Aria stava raggiungendo il ponte vicino allo Strapiombo,
noto punto cieco per le telecamere, diventato punto di incontri segreti. Svoltò
l’angolo e, accorgendosi della figura appoggiata alla parete rocciosa, sentì il
cuore saltarle in gola.
Eric
aveva le braccia comodamente incrociate al petto, con il complicato intreccio
di tatuaggi in mostra, e i due piercing sul sopracciglio che luccicavano sotto
la flebile luce. Colse il sorriso arrogante con il quale l’accolse e si gettò
fra le sue braccia forti, lasciandosi accarezzare i capelli da una delle sue
mani ruvide. Respirò a pieno il suo profumo maschile, godendosi i brividi che
le percorsero la schiena.
-Ehy!- La salutò Eric, abbassando il suo sguardo su di lei.
-Ehy!- gli rispose, con un sorriso nascosto.
La
mano di Eric si spostò sotto il suo mento, costringendola a sollevare la testa
per baciarlo. E, mentre le loro labbra si univano in un crescere di passione e
calore, la mente di Aria fu attraversata dall’immagine della mano di Eric che
si posava sulla fossetta ai lati della bocca di Leah, mentre le teneva il viso
per baciarla.
Dovette
scostarsi bruscamente, cercando di scacciare il brivido che l’aveva colpita
come un pugno al petto.
-Che
ti prende?- Sbottò Eric, scocciato, mentre le scoccava un’occhiata di traverso.
Si
sforzò di sorridergli. –Niente, scusami…-
Eric
sospirò e la osservò abbassando la testa verso di lei. –Come è andata la tua
allucinazione di oggi?-
Il
sorriso che gli mostrò non fu per nulla sforzato, al contrario, faticò a
trattenerlo. –Decisamente meglio, erano paure secondarie!-
-Tempo?-
-Sei
minuti!-
Il
ragazzo mostrò un ghigno divertito. –Molto bene!-
Aria
si strinse nelle spalle quando Eric le accarezzò il braccio. –E tu, che hai
fatto oggi? Adesso non devi più prendere parte agli allenamenti!- gli disse.
-Ho
comunque il mio carico di impegni!- le rispose, tornando serio. –Come ti dicevo
stamattina, è meglio che sta notte rimani al dormitorio. Eviteremo di dare
nell’occhio, e poi domani devo alzarmi presto per delle faccende da sbrigare.-
-Va
bene!- affermò Aria, con un piccolo sorriso.
La
ragazza si accorse della scintilla di delusione che comparve negli occhi di
Eric, forse si aspettava che fosse dispiaciuta all’idea di non poter dormire
con lui, ma ne avevano già parlato e trovava appropriata quella decisione. Una
parte di lei sentiva già la mancanza e il bisogno disparato di perdersi nel
calore di Eric, ma non poteva dipendere in quel modo da lui.
Non
quando la sua mente era bombardata da immagini di corpi nudi che si
intrecciavano, o dal pensiero delle mani di Eric sul copro esile di Leah,
magari avvolti fra le stesse lenzuola in cui aveva dormito lei.
Il
ragazzo la strinse contro il suo petto e le baciò sensualmente il collo,
inondandola con il suo desiderio, mentre le faceva scorrere le mani lungo la
schiena. Le piacevano quelle attenzione, le carezze di Eric erano selvagge e
prepotenti, la facevano sentire desiderata e completamente sua.
E
lei voleva essere sua.
Come
quando aveva trovato il coraggio di raggiungerlo sotto la doccia, abbattendo
ogni suo muro ed Eric l’aveva stretta a sé come a non volerla più lasciare
andare via.
Magari
anche Leah aveva fatto la doccia con lui al mattino.
Si
irrigidì.
-Ma
che hai?- scattò Eric, liberandola bruscamente dal suo abbraccio.
Aria
abbassò gli occhi e scosse la testa, non voleva che capisse a cosa pensava, né
voleva dimostrarsi tanto incline ai suoi sentimenti. –Niente, sono solo
piuttosto stanca…-
Eric
piegò la testa da un lato e la guardò con una smorfia, non credendo
assolutamente alle sue parole. Lo vide di sfuggita mentre le si avvicinava e
analizzava l’espressione del suo volto con crescente disgusto.
Abbassò
ancora lo sguardo per impedirgli di scorgere qualcosa che avrebbe potuto
tradirla, anche se era impossibile che le leggesse nella mente e che scoprisse
i suoi pensieri.
Dovette,
però, sollevare la testa quando ebbe un fremito, causato dalla mano di Eric che
colpiva con forza la parete vicino al suo viso.
-Mi
stai nascondendo qualcosa, Aria?- Le disse tra i denti, quando finalmente ebbe
la sua attenzione.
Il
braccio muscoloso di Eric era steso contro la parete alla quale era appoggiata,
creando una piccola gabbia in cui il ragazzo la imprigionava. Vedeva il suo petto
alzarsi e abbassarsi al ritmo del suo respiro carico di collera e si strinse
ancora nelle spalle con il cuore a mille, notando il modo in cui la rabbia
tendeva i lineamenti del viso di Eric.
-No!-
disse decisa, guardandolo negli occhi.
Eric
serrò la mascella e prese alcuni respiri profondi, iniziando a guardarsi
intorno come se stesse cercando di ritrovare la calma. Si ridrizzò, togliendo
anche il braccio dal muro e serrò con forza la mascella.
-Fa’
come ti pare!- Le disse con voce rauca, la stessa che usava quando era
arrabbiato.
Si
rifiutò di guardarla, tenne lo sguardo alto e rivolto da un’altra parta, mente
spostava in avanti la mandibola e serrava le labbra.
Aria
si scostò dalla parete e sentì le mani tremarle, mentre seguiva con lo sguardo
la schiena di Eric allontanarsi. Diede un leggero pugno alla roccia e trattenne
le lacrime dalla rabbia, dandosi mentalmente della stupida.
Era
vero, le parole di quella ragazza le risuonavano ancora nelle orecchie e le
immagini di lei con Eric le danzavano davanti agli occhi, ma non avrebbe dovuto
lasciarsi influenzare da quella sciocchezza. Chissà con quante ragazze Eric era
già stato, e chissà con quante ancora sarebbe stato, pensarci era assurdo.
Si
avviò verso il dormitorio ignorando il dolore che sentiva al petto, si era
lasciata trasportare dalla sua mente avvelenata, ed era finita col trasmettere
quel veleno al suo cuore e perfino ad Eric.
Continua…