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Autore: Kaimy_11    03/12/2014    1 recensioni
Si può scoprire come una guerra possa unire, invece che dividere.
In un mondo tanto attento alle regole, alle leggi, una trasgressione può diventare bella e importante quanto un fiore nel deserto.
Forse amare significa trasgredire, forse per un capofazione degli Intrepidi proteggere qualcuno per lui importante potrebbe essere un rischio troppo grande.
Ma come rinunciare ad una persona capace di essere forte e testarda quanto lui, ma che al tempo stesso sa come dare pace al suo cuore tormentato?
Sarà davvero il fuoco che scioglie il ghiaccio, o il ghiaccio a spegnere il fuoco?
In guerra e in amore tutto è permesso...
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'The reason '
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19. Mente avvelenata

 

 

-Non posso crederci che tu non mi abbia mai parlato di questo!-

Aria caricò la pistola con uno scatto e sollevò lo sguardo su Sasha, appoggiata al muro poco distante dal tavolo con le armi. -Ti avevo detto che stavo seguendo un corso al poligono, dove pensavi che andassi quando sparivo prima di cena?-

Sasha alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. –Certo, ma non mi hai portata qui, e non mi hai detto quando sei brava!-

La bionda si riferiva alla fila di bersagli appesi al meccanismo mobile che aveva centrato nonostante il movimento. Il macchinario aveva già sostituito i bersagli colpiti con altri nuovi.

-Ti ho promesso che mi sarei comportata da vera amica e ti ho portata con me, semplice!- le spiegò Aria.

Dopo il loro litigio si stava impegnando per condividere di più con la sua amica, ma sorrise, quella situazione sembrava strana per entrambe. Si risistemò i capelli dietro l’orecchio e si avvicinò alla posizione per sparare con la pistola in una mano.

I primi tre colpi partirono e lasciarono un foro al centro del bersaglio, Sasha indietreggiò ma fece un piccolo sorriso. Aria si voltò verso di lei e le fece segno perché vedesse i suoi risultati. Stava per riprendere a sparare, quando sentì delle voci rimbombare nel corridoio prima del poligono e, di fatti, poco dopo, due ragazze entrarono nella grotta.

La prima che aveva fatto il suo ingresso era una giovane Intrepida con i capelli neri striati di blu, era molto alta e magra, con un naso a punta ad occhi piccoli eppure, nel complesso, aveva un aspetto molto gradevole. Ma, alla vista della seconda ragazza, Aria trattenne un fremito e per poco non lasciò trasparire quello che provava. Non era la prima la volta che la vedeva, aveva i capelli rossi raccolti in uno chignon scomposto che non riusciva a contenere i suoi ricci ribelli, era alta e magra e piuttosto attraente con il suo sorriso furbo.

Non aveva avuto modo di analizzarla le altre volte che l’aveva notata, ma l’aveva riconosciuta ugualmente. Si scambiò un’occhiata con Sasha e vide che anche lei aveva capito di chi si trattava, d'altronde, erano insieme quando l’avevano vista avvicinarsi ad Eric in palestra. In realtà Aria l’aveva anche vista parlare con lui a mensa.

Ebbe un tuffò al cuore quando i suoi occhi si incrociarono con quelli della rossa.

-Oh!- esclamò proprio lei, con un sorriso imbarazzato eppure perfetto. –Non sapevamo che ci fosse già qualcun altro!-

Aria avrebbe voluto dirle qualcosa, dato che si era rivolta a lei con un atteggiamento piuttosto gentile, ma era rimasta paralizzata.

-Bè, c’è posto per tutti!- tagliò corto l’altra ragazza, avanzando verso i bersagli.

La ragazza con i capelli rossi alzò gli occhi al cielo e poi lanciò un’ occhiata divertita ad Aria, come a volersi scusare per i modi sbrigativi della sua amica.

Mentre le due si avvicinavano al tavolo con le armi per scambiarsi qualche parola, Aria si voltò verso Sasha e le mostrò ogni dettaglio della sua espressione allarmata, facendole segno di andare.

Ma Sasha la guardò storto e scosse le testa, mosse le labbra per dirle di no e la incitò con le mani a tornare a sparare.

Aria non era d’accordo, sfruttò il fatto che le due le dessero le spalle, e che quindi non potessero vederla, per parlare usando solo il labiale -Ma hai capito chi è?-

La bionda fece un cenno, si accertò che le altre ragazze non la vedessero e mosse le labbra scandendo poche parole. –Vecchia fiamma Eric!- poi aggrottò le sopracciglia aggiungendo, sempre senza voce: -Che t’importa?-

L’occhiataccia che le rivolse fu sia per l’assurdità che aveva detto, come se fosse facile per lei condividere la stanza con una che chissà in che rapporti era stata con Eric e, soprattutto, per l’aggettivo vecchia fiamma.

Stava davvero per andarsene, quando sentì una voce cristallina rivolgersi a lei.

-Sei stata tu a farlo?- chiese la rossa, indicandole il bersaglio con i tre fori al centro.

Aria deglutì e fece un cenno poco convinto.

-Però, complimenti!-  E sorrise.

Mentre sorrideva le si delineavano deliziose fossette ai lati della bocca. La sua voce era molto sottile e melodica.

Aria si impose di rimanere ferma nella sua postazione quando le due presero posto vicino a lei, mentre lanciava un’ altra occhiata a Sasha. L’amica continuava a farle segni senza farsi vedere per incitarla a comportarsi come se nulla fosse.

Ma come faceva a comportarsi con naturalezza? Sentiva le gambe deboli e il cuore le batteva a mille, era troppo imbarazzante trovarsi quella ragazza vicino. La guardò e si accorse che, l’unico difetto che poteva trovarle per farsi coraggio, erano le sua ossa lunghe e spigolose. Forse era un po’ troppo magra, ma per il resto era perfetta. Aveva gli occhi di un verde caldo e un viso semplice ed elegante.

Trascinandosi dietro il peso delle gambe che sembravano di gomma, e cercando di ripetere a sé stessa che non c’era niente di cui preoccuparsi, tornò in posizione per sparare dando le spalle a Sasha.

Prese un profondo respiro, cogliendo l’ironia di quella situazione e prese la mira.

-Allora, Leah, di cosa doveva parlarmi?- Chiese la ragazza dai capelli neri e blu, puntando un bersaglio.

Leah? Pensò Aria, era quello il nome di quella ragazza?

-Niente d’importante.- Anche Leah prese la mira. –Come ti va con il tuo lavoro alla recinsione?-

Tra un sospiro e l’altro, Aria sparò un colpo mancando il bersaglio, e cercò di ritrovare la calma. Sasha osservava da poco lontano, con le braccia incrociate al petto. Le due ragazze, invece, posizionate sulla linea di tiro vicino a lei, continuarono la loro discussione. La mora raccontò della noia del suo impiego come guardia.

-Anche io mi sto annoiando, ultimamente. Come ti va con quel Roger?- Chiese Leah alla sua amica.

Aria guardò un’altra volta Sasha, sperando che cambiasse idea e che si decidesse ad andare via, ma la trovò concentrata sulla conversazione che stavano avendo le due Intrepide che, dandole le spalle, non potevano accorgersi di essere osservate.

Alzò gli occhi al cielo e sparò un colpo, raggiungendo la testa del fantoccio.

La ragazza con i ciuffi blu si perse in una lunga conversazione sulla sua relazione con un tizio che lavorava con lei alla recinzione e, insieme alla rossa, si alternavano per sparare.

-Come è finita con quel ragazzo con cui ti vedevi?-

-Katy, te l’ho già detto, mi annoiava e l’ho scaricato!- Disse Leah, facendo partire un colpo di pistola.

-E con Eric?-

Aria sparò un colpo che colpì pietosamente la parte bassa del bersaglio. Si voltò verso Sasha e la trovò con gli occhi incollati sulla rossa, mentre si mordicchiava l’unghia del pollice. Non si accorse nemmeno dello sguardo disperato che le lanciò.

-Non me ne parlare!- Fece Leah, alzando una mano. –Non so che gli prende, mi ignora totalmente da diversi giorni!-

Avendo realmente finito i colpi del caricatore, Aria si avvicinò al tavolo dietro di lei e caricò l’arma. Sasha colse l’occasione per avvicinarla e per sussurrarle in un orecchio. -Sai come si dice, conosci bene il tuo amico, e meglio il tuo nemico!-

Sentiva un calore scorrere sulla pelle, era agitata e nervosa, ma serrò le labbra e tornò in posizione.

-Non vorrei ricordartelo,- Disse Katy, poco distante. –Ma è da quando vi siete lasciati che Eric ti ignora, e non è che prima ti degnasse poi di chissà quali attenzioni!-

Aria mandò giù il nodo che aveva in gola e sparò.

-Certo, ma almeno prima veniva a cercarmi!- brontolò Leah.

-A sì? E per cosa ti cercava, per scopare?-

Aria si paralizzò sul posto e sentì il cuore balzarle contro il petto.

-Certo! Perché, cosa pensi che volessi farci io, giocare a carte?-

Katy rise. –Dico solo che, se vuoi una relazione di quel tipo, conosco molti ragazzi molto più disponibili di Eric!-

-Ma vuoi paragonarli con lui? È così eccitante, e poi scopa benissimo!-

Aria sussultò e sentì le mani tremarle.

-Dai Leah!-

-E poi è un Capofazione, pensa che bello sarebbe essere la sua compagna! Sarei rispettata, sarebbe forte!-

-Su questo ti do ragione…-

-Secondo me si fa un’altra, è l’unica spiegazione!-

Sta volta non si voltò verso Sasha, si voltò e basta. Raggiunse il tavolo con le armi e vi lasciò sopra la sua pistola, senza nemmeno privarla del caricatore come le avevano detto di fare quando le avevano spiegato le regole del poligono.

Aveva il battito cardiaco a mille, la mente e le mani in fiamme e le orecchie che fischiavano.

Scopare,

Sarei rispettata,

Si fa un’altra, è l’unica spiegazione,

L’unica spiegazione.

Aria aggirò il tavolo e si riallacciò il suo nuovo giubbotto di pelle, quello che Eric aveva preso per lei. Quella ragazza, Leah, forse era carina e gentile ma era un’idiota.

Forse a lui piacciono così, le disse maligna la voce nella sua testa.

No, non era vero. Forse Eric non aveva mai avuto una relazione seria in vita sua, ma non l’aveva portata nella sua camera e nel suo letto solo per scopare. E, se si era stufato di quella sgualdrinella da quattro soldi, non era solo perché aveva trovato un’altra da portarsi a letto.

Quella non era l’unica spiegazione.

L’aveva allontanata perché aveva trovato di meglio, e quella Leah avrebbe dovuto farsene una ragione.

Si accorse che stava ragionando in modo diverso dal solito, e non capì se fosse la rabbia a farla delirare, o se gli Intrepidi erano entrati in lei fino al punto di condizionare il suo modo di pensare.

-Aspetta un attimo!- Disse Leah.

Aria sia voltò e la guardò senza fiato, cosa voleva? Per un attimo nella sua mente si delineò l’idea che avesse scoperto tutto.

-Vuoi siete iniziate?-

Strabuzzò gli occhi a quella domanda.

-Sì, perché?- intervenne Sasha.

Leah spostò il suo sguardo da Aria a Sasha e sorrise. –Quindi vedete spesso Eric, il capofazione, perché vi addestra anche lui, vero?-

Sasha fece un cenno.

-E non è che, per caso, sapete se si vede con qualcuna?-

Sasha guardò per un attimo Aria, ma poi scosse la testa. –Non che io sappia.-

Leah fece un’ espressione demoralizzata e tornò vicino all’altra ragazza.

Aria raggiunse Sasha a grandi passi e la seguì verso il corridoio ma, un attimo primo, ebbe un ripensamento. Sentì tutta la sua forza tornarle in circolo e si lasciò piegare le labbra da uno strano sorriso.

-Aspetta!- disse richiamando l’attenzione di Leah. –Se vuoi, se dovessimo notare qualcosa, te lo diciamo!-

Leah la guardò per attimo stranita, poi si scambiò uno sguardo con Katy e sorrise raggiante. –Sarebbe forte e, se vuoi, io potrei insegnarti a sparare…- disse, indicando il suo bersaglio.

Guardandolo, Aria si accorse che solo i primi tre colpi, quella che aveva sparato quando era da sola con Sasha, erano andati a segno al centro. Gli altri erano tutti sparsi sulla figura, lontani dal bollino rosso.

Fece un sorrisetto o, forse, stava iniziando ad adottare il ghigno strafottente di Eric.

–Ma certo!- rispose.

Quando uscirono nel corridoio, Sasha le diede una gomitata. –Sei perfida!-

-Hai detto tu che devo conoscere bene il mio nemico, stavo solo cercando di tenermela buona…-

La bionda la guardò per un attimo, poi le si avvicinò. –Va tutto bene? Non sei arrabbiata per quello che ha detto?-

Aria continuò a camminare, senza disdegnare la vicinanza dell’amica, e per un attimo pensò alle parole di Leah.

Pensò ad Eric, ma poi scosse la testa. –E perché? Lui ha smesso di vedersi con lei per me, dovrebbe essere lei ad avere qualche problema!-

 

Nella sezione pomeridiana per il secondo modulo, Aria si era trovata nuovamente difronte alle sue paure. A differenza della prima volta, il suo copro aveva reagito molto meglio permettendole di concentrarsi sul coraggio e non sul timore.

Si era ritrovata in un luogo buio con degli scheletri luminescenti che avanzavano verso di lei ma, superato lo shock iniziale, li aveva affrontati prendendoli a calci. Spariti gli scheletri, aveva dovuto affrontare una paura peggiore, ritrovandosi in una stanza ampia e sempre buia, ma davanti a lei era posizionata un’ urna cineraria.

Vedendola, era andata per un attimo nel panico ma poi, pensando che non poteva sapere a chi appartenevano quelle ceneri, aveva preso fiducia in sé stessa e aveva dato un calcio all’urna mettendo fine all’allucinazione.

In quel momento, ripensando alla sua simulazione della paura e al perché dei suoi timori più profondi, Aria stava raggiungendo il ponte vicino allo Strapiombo, noto punto cieco per le telecamere, diventato punto di incontri segreti. Svoltò l’angolo e, accorgendosi della figura appoggiata alla parete rocciosa, sentì il cuore saltarle in gola.

Eric aveva le braccia comodamente incrociate al petto, con il complicato intreccio di tatuaggi in mostra, e i due piercing sul sopracciglio che luccicavano sotto la flebile luce. Colse il sorriso arrogante con il quale l’accolse e si gettò fra le sue braccia forti, lasciandosi accarezzare i capelli da una delle sue mani ruvide. Respirò a pieno il suo profumo maschile, godendosi i brividi che le percorsero la schiena.

-Ehy!- La salutò Eric, abbassando il suo sguardo su di lei.

-Ehy!- gli rispose, con un sorriso nascosto.

La mano di Eric si spostò sotto il suo mento, costringendola a sollevare la testa per baciarlo. E, mentre le loro labbra si univano in un crescere di passione e calore, la mente di Aria fu attraversata dall’immagine della mano di Eric che si posava sulla fossetta ai lati della bocca di Leah, mentre le teneva il viso per baciarla.

Dovette scostarsi bruscamente, cercando di scacciare il brivido che l’aveva colpita come un pugno al petto.

-Che ti prende?- Sbottò Eric, scocciato, mentre le scoccava un’occhiata di traverso.

Si sforzò di sorridergli. –Niente, scusami…-

Eric sospirò e la osservò abbassando la testa verso di lei. –Come è andata la tua allucinazione di oggi?-

Il sorriso che gli mostrò non fu per nulla sforzato, al contrario, faticò a trattenerlo. –Decisamente meglio, erano paure secondarie!-

-Tempo?-

-Sei minuti!-

Il ragazzo mostrò un ghigno divertito. –Molto bene!-

Aria si strinse nelle spalle quando Eric le accarezzò il braccio. –E tu, che hai fatto oggi? Adesso non devi più prendere parte agli allenamenti!- gli disse.

-Ho comunque il mio carico di impegni!- le rispose, tornando serio. –Come ti dicevo stamattina, è meglio che sta notte rimani al dormitorio. Eviteremo di dare nell’occhio, e poi domani devo alzarmi presto per delle faccende da sbrigare.-

-Va bene!- affermò Aria, con un piccolo sorriso.

La ragazza si accorse della scintilla di delusione che comparve negli occhi di Eric, forse si aspettava che fosse dispiaciuta all’idea di non poter dormire con lui, ma ne avevano già parlato e trovava appropriata quella decisione. Una parte di lei sentiva già la mancanza e il bisogno disparato di perdersi nel calore di Eric, ma non poteva dipendere in quel modo da lui.

Non quando la sua mente era bombardata da immagini di corpi nudi che si intrecciavano, o dal pensiero delle mani di Eric sul copro esile di Leah, magari avvolti fra le stesse lenzuola in cui aveva dormito lei.

Il ragazzo la strinse contro il suo petto e le baciò sensualmente il collo, inondandola con il suo desiderio, mentre le faceva scorrere le mani lungo la schiena. Le piacevano quelle attenzione, le carezze di Eric erano selvagge e prepotenti, la facevano sentire desiderata e completamente sua.

E lei voleva essere sua.

Come quando aveva trovato il coraggio di raggiungerlo sotto la doccia, abbattendo ogni suo muro ed Eric l’aveva stretta a sé come a non volerla più lasciare andare via.

Magari anche Leah aveva fatto la doccia con lui al mattino.

Si irrigidì.

-Ma che hai?- scattò Eric, liberandola bruscamente dal suo abbraccio.

Aria abbassò gli occhi e scosse la testa, non voleva che capisse a cosa pensava, né voleva dimostrarsi tanto incline ai suoi sentimenti. –Niente, sono solo piuttosto stanca…-

Eric piegò la testa da un lato e la guardò con una smorfia, non credendo assolutamente alle sue parole. Lo vide di sfuggita mentre le si avvicinava e analizzava l’espressione del suo volto con crescente disgusto.

Abbassò ancora lo sguardo per impedirgli di scorgere qualcosa che avrebbe potuto tradirla, anche se era impossibile che le leggesse nella mente e che scoprisse i suoi pensieri.

Dovette, però, sollevare la testa quando ebbe un fremito, causato dalla mano di Eric che colpiva con forza la parete vicino al suo viso.

-Mi stai nascondendo qualcosa, Aria?- Le disse tra i denti, quando finalmente ebbe la sua attenzione.

Il braccio muscoloso di Eric era steso contro la parete alla quale era appoggiata, creando una piccola gabbia in cui il ragazzo la imprigionava. Vedeva il suo petto alzarsi e abbassarsi al ritmo del suo respiro carico di collera e si strinse ancora nelle spalle con il cuore a mille, notando il modo in cui la rabbia tendeva i lineamenti del viso di Eric.

-No!- disse decisa, guardandolo negli occhi.

Eric serrò la mascella e prese alcuni respiri profondi, iniziando a guardarsi intorno come se stesse cercando di ritrovare la calma. Si ridrizzò, togliendo anche il braccio dal muro e serrò con forza la mascella.

-Fa’ come ti pare!- Le disse con voce rauca, la stessa che usava quando era arrabbiato.

Si rifiutò di guardarla, tenne lo sguardo alto e rivolto da un’altra parta, mente spostava in avanti la mandibola e serrava le labbra.

Aria si scostò dalla parete e sentì le mani tremarle, mentre seguiva con lo sguardo la schiena di Eric allontanarsi. Diede un leggero pugno alla roccia e trattenne le lacrime dalla rabbia, dandosi mentalmente della stupida.

Era vero, le parole di quella ragazza le risuonavano ancora nelle orecchie e le immagini di lei con Eric le danzavano davanti agli occhi, ma non avrebbe dovuto lasciarsi influenzare da quella sciocchezza. Chissà con quante ragazze Eric era già stato, e chissà con quante ancora sarebbe stato, pensarci era assurdo.

Si avviò verso il dormitorio ignorando il dolore che sentiva al petto, si era lasciata trasportare dalla sua mente avvelenata, ed era finita col trasmettere quel veleno al suo cuore e perfino ad Eric.

 

 

 

 

 

 

Continua…

 

 

   
 
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