Prologo
Alcool. Alcool e alcool a non finire.
Sapevo che non avrei mai dovuto accettare, lo sapevo!
Eppure sono ancora qui, a reggere il suo corpo semi svenuto come meglio posso senza riuscire a staccare i miei occhi dal suo petto.
Risalgo con lo sguardo lentamente, dalla base del collo, più su, seguo come in trans il ritmo del suo pomo d’Adamo che si alza e si abbassa e sembra volermi mandare chissà quale messaggio provocatorio.
Mi è arrivato il messaggio, oh sì.
Continuo con il mio percorso fino a risalire alla mascella, la sua perfetta mascella.
I lati leggermente sporgenti e spigolosi, definiti per tutta la loro lunghezza vanno a concludersi in quel mento morbido e tondo.
Deglutisco cercando di riprendere il controllo, non so spiegare il motivo per cui sia così attirata dalla mascella di un uomo, in particolare la sua.
Ma in questo momento mi sembra un spreco pensarci.
Sollevo di pochi millimetri lo sguardo per riprendere un po’ di fiato e il mio cuore perde un battito.
Ahh, se questa non è un ingiustizia bella e buona.
Una tortura, oh sì, l’agonia peggiore a cui un essere umano possa mai essere sottoposto è di fronte ai miei occhi.
Osservo quelle labbra rosse e lucide dalla lieve forma a cuoricino e la mia mente si perde nelle più svariate fantasie a sfondo rosso.
Rosse e gonfie sembrano voler chiamare l’attenzione su di loro a tutti i costi e questo sì che è davvero un colpo basso per il mio poco autocontrollo rimasto.
Un improvviso frastuono mi fa sussultare e per poco il suo corpo non mi scivola di dosso rischiando di schiantarsi al suolo.
Lo sento mugolare infastidito.
Mi guardo intorno spaesata come se mi fossi svegliata da un lungo letargo.
Dio, ma dove sono? Come mi chiamo?
All’improvviso la mia mente sembra volermi dare un piccolo aiutino, facendomi ricordare che quelle sono le pareti di un grande appartamento al centro di Seoul, che la musica assordante e i frastuoni sono provocati dal dj e le innumerevoli persone che incontrollate e più che brille si scatenano e ballano senza sosta.
Cavolo, dove la trovano tutta quella energia?
Poi mi accorgo che tutta quella stanchezza che provo è causata da un peso che mi sovrasta e sembra volermi schiacciare per terra.
Torno a guardare la persona che continua a rimanere abbandonata sul mio corpo con un cipiglio severo.
Poteva almeno evitare di togliersi la maglietta davanti a tutti!
E poi, guardandolo meglio, avevo sempre pensato che Lee Hyukjae fosse fin troppo magro e sottile per l’età e la statura che si ritrovava.
Ritrovarmi il suo peso morto addosso però mi ha fatto capire che poi così leggero non è.
- Mmmmhh..-lo sento mugolare improvvisamente e mi accorgo che i suoi occhi si sono socchiusi.
Oh sì, finalmente si è risvegliato!
Perché sento però il mio cuore cominciare a battere ancora più freneticamente di prima?
- Hyuk..ci sei?-
Lui sospira pesantemente per poi fare un piccolo ghigno.
- Sei tu Hyuri..- fa con strano tono, difficile da decifrare, e io arrossisco immediatamente.
È la prima volta che mi trovo a così stretto contatto con la sua pelle nuda e già è difficile mantenere la calma di mio, ci manca solo lui a sfottermi!
Indignata dalla situazione mollo la presa e mi scosto il più possibile.
Lo sento lamentarsi e guardarmi con i suoi occhi lucidi e le goti arrossate dall’alcool con espressione concentrata.
- Dovevi bere proprio così tanto? Hai appena dato spettacolo di là e poco ci mancava che regalassi un completo Streep tese a tutti i presenti! Ti ricordo che hai delle responsabilità e non puoi perdere il controllo in questo modo come se fossi un ragazzino!- sbotto infastidita.
Infastidita dal suo comportamento, dal suo totale menefreghismo nei confronti degli altri e soprattutto infastidita dal fatto che fossi rimasta per dieci minuti buoni ad ammirare il suo corpo e le sue maledette labbra invece di cogliere l’opportunità e fare il mio lavoro senza farmi coinvolgere.
Ed ecco che mi sono ritrovata ad aiutarlo. Che patetica che sono.
Continuo a guardarlo seccata e al contempo contenta di aver finalmente ripreso il controllo delle mie capacità mentali quando lo sento sollevarsi lentamente e poggiare di nuovo il suo peso sulle sue gambe.
Solleva di più le braccia e le avvolge attorno alle mie spalle per appoggiarsi ed evitare di barcollare e avvicina il suo viso al mio con un espressione che non mi convince per niente.
Lo vedo che con un ghigno tra le labbra e una strana luce negli occhi mi guarda e continua ad avvicinarsi fino a lasciare pochi centimetri di distanza tra i nostri visi.
Sentire il suo alito caldo che sa di alcool mischiarsi al mio mi provoca una scarica elettrica per tutto il corpo.
Rimango immobile, come fossi diventata di marmo.
- Hai ragione mamma, sono stato proprio un bimbo cattivo, ma sono pronto a prendere tutte le sculacciate necessarie, se sei tu a darmele..- sussurra leccandosi il labbro inferiore con fare provocatorio.
Spalanco gli occhi e la bocca scandalizzata senza riuscire ad articolare nulla di sensato e un attimo dopo sento la sua bocca attaccarsi alla mia e la sua lingua esplorarmi a fondo.
L’avevo detto io, che non avrei mai dovuto accettare questo lavoro! Lo sapevo!