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Autore: Aly23_stories    04/12/2014    1 recensioni
E’ passato un anno dalla sconfitta di Sebastian e si avvicina il gennaio ( ricordo che in COHF Jace accenna al fatto che crede di essere nato a gennaio ) del 18° compleanno di Jace. Come tutti sanno dopo aver compiuto 18, alcuni Nephilim, vengono mandati in giro per il mondo in vari istituti a fare esperienza. Anche Jace dovrà partire, per l’Istituto di Roma, trovandosi lontano da Clary che farà di tutto per raggiungerlo. Intanto però il ragazzo farà nuove amicizie e qualcosa cambierà...
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Spero che questa storia vi piaccia. Ho due richieste da farvi però. La prima è: mi consigliate un altro titolo? Come seconda cosa vorrei chiedervi se ci sono altre storie sulla saga “Shadowhunters” con la trama simile. Grazie a tutte quelle persone che leggeranno a storia.
Genere: Dark, Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Clarissa, Jace Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Simon Part
 
Simon era a casa di Clary e si guardava imbarazzato la punta delle scarpe. Il discorso che andava avanti da una buona mezzora lo metteva a disagio, più che altro perché non sapeva cosa dire ne che fare. L’ennesima preghiera di Clary –Mamma ti prego devo chiarire questa situazione, ho bisogno di vederlo!-. Stava sull’orlo delle lacrime. Era evidente che Jocelyn era preoccupata per la figlia ma non le era mai piaciuto Jace e la risposta fu –Io non ti mando di certo sola a Roma. E’ una città lontana e poi non conosci neanche la gente che sta lì. Aspetta che Jace torni a New York- . Qualcosa scattò dentro la testa del ragazzo e gli venne naturale dire – Ma se il problema è solo che Clary vada da sola posso accompagnarla io. La controllerò anche a vista d’occhio se necessario, ma falla andare. Per lei è importante-. Jocelyn lo guardò con molta intensità. Poi tornò a fissare la figlia e con tono duro ribadì –No, questione chiusa. Rimarrai qui e questa volta farò in modo che non potrai aprire un portale e andartene dove ti pare. Dammi lo stilo, anzi datemi lo stilo tutti e due-. Allungò una mano verso entrambi, in modo autoritario. Con sorpresa di Simon Clary cedette per prima e diede lo stilo alla madre, guardandola con odio dritta negli occhi. Simon la seguì a ruota. Poi Jocelyn si alzò e annunciò che andava a fare una passeggiata.Appena la porta della casa si fu richiusa con un tonfo la domanda sorse spontanea dalla bocca di Simon. –Allora, perché ti sei arresa così? Non è da te sai?!- . La ragazza sorrise, compiaciuta. –Sapevo che sarebbe successo, prima o poi. Quindi ho fatto in modo di avere uno stilo di emergenza, ora il problema è riuscire a prenderlo sena farsi notare- disse distorcendo la bocca alle ultime parole. –Ch-che intendi per senza farsi notare?- chiese Simon cominciando a capire un po’ la situazione. –Intendo quello che ho detto.Quando l’ho nascosto mi è bastata una runa ma stavolta dovremo sfondare il contro soffitto della mia stanza, usare una runa, sempre che mi venga in mente, per rimettere tutto apposto e dovremmo andare a Roma e tornare... prima che mamma torni-. Clary si morse un labbro. –Okay. Troveremo un modo- disse Simon consapevole che un modo, probabilmente, non c’era. Gli venne un’illuminazione. –Quindi- disse dubbioso–Tu prendi lo stilo e andiamo subito a Roma. Credi di potercela fare?-. Clary scuoteva la testa. –Ce la potrei anche fare, ma è più probabile che io mi perda per sempre nel portale, se non so dove andare. E comunque il soffitto rimarrebbe sempre sfondato, visto che non avrei abbastanza tempo per pensare ad una runa...- sbuffò. –A te basta arrivare a Roma, però, giusto? Cerchiamo un’immagine su google maps ed è fatta. Per il soffitto potremmo chiedere a Luke, digli che è successo all’improvviso e non sai neanche tu come. Digli anche che sei uscita perché avevi paura ti cadesse il soffitto in testa. Avrai anche più tempo e giustificheremo la nostra assenza. Inventati qualcosa, tipo che torni tardi perché...- il ragazzo non fece in tempo a finire che Clary gli era saltata al collo stampandogli un bacio sulla guancia e urlando –MA IO COME FAREI SENZA DI TE?! Sei un genio!-. Proprio in quel momento la porta di casa si riaprì. –Passeggiata corta mamma?- chiese sarcastica Clary, evidentemente pensando che avesse origliato la conversazione. –No, solo ho avuto problemi con dei folletti che erano particolarmente in vena di mordermi- disse sorridendo un po’. Era chiaro che non aveva sentito nulla. Simon si sentì sollevato. –Mamma Simon può restare a dormire qui stasera?- chiese Clary.  Jocelyn semplicemente annuì. –E Luke dov’è?- chiese ancora Clary. Questa volta la madre la guardò con sospetto. –Rimarrà alla stazione di polizia, sta discutendo di cose importanti con Maia. Penso che dopo cena andrò anche io a fargli compagnia- rispose con la voce di chi sa qualcosa. Clary stava per riaprire la bocca per dire qualcosa ma Simon la fulminò con lo sguardo per farle capire che stava parlando troppo e lei lo guardò a sua volta con la sua faccia da so-cosa-sto-facendo. Quello scambio di sguardi non sfuggì a Jocelyn che era sempre più attenta e sospettosa. –Clary, sai, volevo rimanere anche a dormire li, da Luke, ma forse non è il caso...-. Clary annuì con decisione –Mamma è il casissimo che tu rimanga lì, devi aiutare Luke. L’ho visto molto stressato dalle questioni politiche ultimamente-. –Clary tu non lo hai proprio visto ultimamente. E’ quasi una settimana che non lo vedo neanche io- disse accorata, poi guardò storto la figlia –Sai ci tenevo ma gli farò visita domani. Oggi non è il caso di lasciarti da sola a pensare. Non so cosa stai combinando ma vedi di non cacciarti nei guai- e si dileguò in cucina per andare a preparare la cena. Clary fece l’occhiolino a Simon e lui capì che lei aveva pensato già a tutto.
 
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(Roma)
 
Magnus Part
 
Ufff! Andare a una festa con Alec era una noia. Stava in un angolo e  si guardava intorno spaurito. Magnus invece voleva divertirsi ma non era riuscito a schiodarlo dall’angolo che occupava, appoggiato al muro. Sembrava come se avesse bisogno del muro per sorreggersi. Magnus immaginò l’assurda scena di Alec che palava con il muro e ci faceva amicizia. Sorrise fra se e se mentre beveva un altro sorso del suo cocktail. Con la coda dell’occhio vide Jace venirgli incontro e si girò, pronto a dirgli di andarsene quando vide la sua faccia. –Allison è sparita, non la trovo più. Credo le sia successo qualcosa- affermò con voce preoccupata e occhi allucinati. Magnus si ricordò di aver visto la ragazza salire delle scale, proprio li vicino al piano bar, ma era sola. –Probabilmente voleva stare solo un po’ da sola, comunque è salita da quella parte- disse calmo lo stregone, indicando le scale. Jace non sembrava convinto, per niente, ma fece un sorriso tirato e disse –Sì probabilmente hai ragione tu-. Si sedette lì vicino e ordinò anche lui da bere. Intanto però lanciava continue occhiate alle scale. Dopo un po’ guardò fisso lo stregone, come per dirgli qualcosa, poi fece un gesto con la mano e si girò dall’altra parte. Dopo poco il ragazzo riparlò. –Sai, però era strana. Io vado a controllare- e si alzò. Magnus si diresse verso Alec, ancora impegnato con il muro. Gli sorrise. –Allora, vedo che ti stai divertendo- parlò cercando di non far prendere alla sua voce un tono divertito. –No. Infatti stavo meglio se non venivo-. Quanto era noioso quando faceva così! –Non vuoi venire a ballare?- provò a convincerlo. Il moro scosse la testa. –Piuttosto mi dici di cosa parlavi con Jace?- chiese puntandogli addosso i suoi bellissimi occhi azzurri. –Niente di che-. Si avvicinò ad Alec e lo inchiodò al muro. –Adesso non pensare a niente, voglio divertirmi un po’ e se non vuoi venire a ballare troverò un altro modo-. Lo guardò malizioso e lo baciò con passione, dimenticandosi di tutto quello che c’era intorno. Purtroppo erano in un luogo pubblico per cui Magnus non poté fare tutto quello che voleva. Lo stregone cercò di accontentarsi di quei baci.
 
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(New York)
 
Simon Part
 
Dopo cena Simon e Clary erano andati a vedere un film in camera di lei. Simon si era addormentato dopo un po’ ma sapeva che Clary sarebbe rimasta sveglia, aspettando non si sa cosa. La risposta arrivò quando Simon era ormai completamente immerso nel sonno. Una mano gli scosse la spalla e lui saltò subito in piedi, ormai abituato a svegliarsi bruscamente grazie all’allenamento da shadowhunter. Già, l’iniziazione era andata proprio bene e ora nelle sue vene scorreva sangue di Nephilim. Comunque intorno a lui c’era solo Clary con la sua stanza. –Tutto apposto Clary?- le chiese. Lei annuì poi disse- E’ uscita. Ormai sarà già arrivata alla stazione di polizia quindi noi dobbiamo mettere in atto il nostro piano-. Simon capì tutto al volo e annuì. –Tu sapevi che teneva troppo a vedere Luke per non andare vero?-. –Speravo di avere ragione. Stavo anche per gettare la spugna. Fino alle due non dava cenni di voler uscire poi ho sentito il rumore della porta e lei non c’era più nella sua stanza. Ora vai nello stanzino e prendi un martello al resto penso io- affermò decisa. Simon eseguì gli ordini. Una mezzora dopo la rossa aveva recuperato il suo stilo e stava prendendo il cellulare. –Simon tu cerca un’immagine di Roma su internet, intanto, e fa che sia vera perché non ci serve davvero rimanere intrappolati nel limbo!-. Poi compose il numero e dopo soli due squilli Luke rispose. Clary, con voce preoccupata gli disse –Luke è caduto il contro soffitto della mia camera! Veramente se non era pe Simon mi cadeva in testa. Comunque c’è bisogno di te e per favore non dire niente a mamma che l’ho vista molto stanca e preoccupata già di suo. Io e Simon siamo fuori, avevamo paura che crollasse tutto il soffitto. Noi ...emh... andiamo all’Istituto almeno non avremmo bisogno di svegliare nessuno per entrare. E comunque lì ci vive Simon quindi... chiamami domani e dimmi quanto ci vorrà per sistemare tutto. Una bacio-. Clary aveva già attaccato. Simon digitò veloce sulla tastiera del computer che si era appena acceso e prese la prima immagine della città che vide. Clary fece un cenno verso la stampante e poco dopo l’immagine era stata riprodotta su foglio. –Forza andiamo, dobbiamo cercare un posto per aprire il portale- gli disse lei trascinandolo fuori senza neanche una giacca. Faceva molto freddo e dovettero usare una runa per non congelare. Cominciarono a vagare, prendendo vicoli e vie a caso, finchè la ragazza non ritenne che erano abbastanza lontani da casa per aprire un portale. –Allora ci siamo?- chiese Simon. Lei annuì facendo ondeggiare i ricci. Poggiò la punta dello stilo sulla parete e cominciò a disegnare. Il portale le si aprì davanti. –L’immagine- gli disse con la mano tesa e il viso serio. Era importante non sbagliare in quel punto. Clary osservò con attenzione la foto poi mise una mano nel portale  e sulla superficie si vide a grandezza naturale la stessa immagine del foglio. Lei sorrise e si tuffò sulla superficie, subito seguita dall’amico. Una sensazione di vuoto, Simon non poteva respirare e poi si trovava carponi per la stessa stradina che fino a poco prima aveva visto solo in foto. Ci erano riusciti. Simon si stupì un po’ quando vide il cielo azzurro, anche se coperto da qualche nuvola, invece di quello notturno che avevano lasciato. Ma presto arrivò da solo alle sue conclusioni. –Clary ricordati che qui siamo sei ore avanti-. –Certo. Ma ora non perdiamo tempo. Dove dobbiamo andare?- chiese lei dando per scontato che lui sapesse la risposta.–Sinceramente non lo so, potremmo chiedere a qualcuno...- disse lui incerto. Simon si rese conto solo in quel momento che avevano pensato a tutto per arrivare lì ma che non sapevano dove andare. La ragazza lo guardò come se fosse colpa sua se erano in quella situazione e poi disse ironica –Certo Simon. Adesso andiamo da una qualsiasi persona che incontriamo e gli diciamo :” Scusi non è che potrebbe dirmi dove si trova l’Istituto di Roma? Sa un posto pieno di shadowhunters”- sospirò e continuò- l’unica possibilità che abbiamo è di incontrare qualche Nascosto o dei Nephilim del Conclave di Roma-. –Scusa Clary, io proprio non ci avevo pensato a questo- le disse sincero. –Neanche io, per cui è anche colpa mia. Anzi sei tu che devi scusarmi- disse lei prendendosi la testa fra le mani- Adesso andiamo e qualcuno dovremo pur trovare. In fondo siamo famosi nel mondo delle Ombre e questo ha qualche vantaggio-. Si sorrisero e si incamminarono abbastanza demoralizzati. Passarono tutta la mattinata a vagare per la città senza trovare niente. Ad un certo punto decisero di mangiare qualcosa, erano stanchissimi per la lunga camminata e per aver dormito poco, o nel caso di Clary per non aver dormito affatto. Scelsero di prendere un panino in un bar isolato e che la gente sembrava neanche notare. A Simon venne qualche sospetto e cominciò a pensare che magari quello fosse il posto giusto in cui incontrare qualcuno che avesse potuto aiutarli. Tutte le sue speranze sfumarono appena entrarono dentro il bar: buio, vuoto e soprattutto senza una minima traccia di soprannaturale. Vedendo la sua faccia delusa l’amica lo guardò con un sopracciglio alzato. Lui scosse la testa. Il silenzio che regnava in quel posto era irreale. Non c’era nessuno, nessuno seduto ai tavoli, nessuno dietro al bancone. Sembrava di essere stati privati dell’udito perché non arrivava alcun rumore dall’esterno. Clary era rigida e pronta a scattare al fianco del ragazzo. Lui la prese per un braccio e la fece sedere sussurrandole all’orecchio –Prima o poi qualcuno arriverà e poi non mi sembra che questo sia un posto pericoloso-. Aspettarono parecchio. Un’ora intera ad aspettare un qualsiasi segno di vita, seduti e in silenzio. Quando sentirono uno scricchiolio saltarono letteralmente in piedi e involontariamente misero entrambi mano alle spade angeliche che tenevano sotto le giacche. Dal retro del locale spuntò fuori un Figlio della Luna con gli artigli sfoderati, non sembrava avere intenzioni amichevoli. Dietro di lui una stregona con delle orecchie da gatto e una lunga coda nera che oscillava a scatti da una parte all’altra. Non era aggressiva come l’altro, anzi era abbastanza terrorizzata. Simon sentì urlare il suo nome e fece appena in tempo a scansarsi prima che il licantropo sfracellasse il tavolo che si trovava proprio dietro di lui un attimo prima. Anche se stordito l’uomo che era a terra si rialzò  e si lanciò di nuovo contro Simon. A metà salto gli si dipinse sul volto una strana espressione di riconoscimento in faccia. Non fece in tempo a fermarsi e quando Simon si scanzò di nuovo l’uomo si ritrovò a terra, si nuovo. –Noi non volevamo fare niente di male, eravamo qui solo per avere informazioni. Avevamo intenzioni più che pacifiche ma una volta attaccati secondo gli Accordi abbiamo il diritto di difenderci. A quanto pare qui non sapete neanche cosa siano gli Accordi- fece aspra Clary, approfittando della pausa. Nei suoi occhi c’era solo tristezza perché vedeva che l’ostilità fra Nephilim e Nascosti persisteva nonostante tutto. Ormai il licantropo era di nuovo in piedi e con voce un po’ stentorea per la botta presa disse, in un inglese dall’accento italiano –Avete ragione: gli Accordi in questa città non si sa nemmeno cosa siano. Comunque pensavamo foste alcuni dei tanti... scusate non vi avevamo riconosciuto o avremmo evitato. Vi chiediamo solo di dimenticare questo spiacevole episodio e andare via-. –E se per caso noi non volessimo dimenticare questo spiacevole episodio?- aveva parlato Clary. –Troveremo un modo per farvelo dimenticare- sorrise amaro il Nascosto.Un fastidioso silenzio si prolungò per troppo tempo. Il ragazzo cominciò a pensare che sarebbe sicuramente finita male quando la stregona che stava in un angolo fece qualche passetto incerto e mormorò con una voce solo appena udibile –Possiamo esservi utili in qualche modo? Non vogliamo cacciarvi ma se potessimo chiudere questa conversazione subito sarebbe meglio-. Simon capì che sotto a quell’affermazione c’era molto di più e si affrettò a rispondere alla domanda per non mettere quella ...Ragazza? Magari aveva centinaia se non migliaia di anni. Simon fu però subito interrotto dalla sua amica che lo precedette con una domanda che aveva solleticato anche la sua curiosità ma a cui aveva preferito non pensare. –Che problemi avete con gli shadowhunters e la legge?-. La stregona sussultò per quella domanda brusca. Cominciò a tremare come una foglia ma aveva una luce lontana negli occhi, una forza che la spinse a rispondere. –Qui come avrete capito le cose sono diverse. Tutti i Nascosti della città devono aiutarsi a vicenda per non essere sopraffatti- una pausa troppo lunga per i gusti del ragazzo ma alla fine continuò. –Per non essere sopraffatti da da un gruppo di Nephilim che considerano inferiori sia i Nascosti che... che- il lupo sovrastò facilmente quella esile voce –Basta hai già detto abbastanza. Ora se non vi dispiace uscite e sappiate che vi facciamo questo favore solo perché la scomparsa di sue persone famose è più difficile da nascondere-. La stregona si rimise in mezzo. -Due persone come loro sono dei testimoni a cui tutti crederebbero- disse e lanciò uno sguardo d’intesa all’altro. Il Figlio della Luna annuì e lei continuò –Questo gruppo crede che solo gli shadowhunters dono degni di abitare questo pianeta e sono arrivati a voler eliminare anche i mondani. Non è difficile, basta farsi sfuggire qualche demone ogni tanto ed ecco che si ha una scusa perfetta. Comunque per il momento si limitano a dichiarare guerra aperta a noi Nascosti. Ma hanno già una scusa pronta per compiere omicidi tra i mondani. Li ritengono troppo deboli e troppo facilmente infettabili da malattie demoniache-. Il ragazzo era paralizzato dall’orrore e non si capacitava di una cosa simile. Clary parlò inorridita –Ma anche i Nephilim possono essere infettati. Ci sono degli shadowhunters che sono diventati Figli della Luna-. –Si ma secondo loro i Nephilim sono abbastanza forti per evitare che questo accada, gli umani invece, sono indifesi. Comunque sono troppo pochi per creare danni consistenti anche fra i mondani, sono troppo occupati con noi Nascosti. E noi Nascosti ci siamo organizzati per evitare di essere massacrati. In questa specie di organizzazione ci sono delle regole rigidissime che se infrante vengono spesso punite in modo atroce. Avere confidenza con un qualsiasi shadowhunter è punito con la morte. Ovviamente ci sono persone che vorrebbero evitare questa specie di guerra, come me, come Mario- indicò il lupo- Ma che non possono fare niente e che si trovano in mezzo senza volerlo. Noi, purtroppo, non siamo ancora riusciti a denunciare questa situazione al Console o all’Inquisitore o a chiunque oltre a voi proprio per queste assurde leggi e perché per noi Nascosti è pericoloso anche solo uscire dalla porta dei nostri rifugi qui a Roma-. Finì di parlare lasciando spiazzati i due Nephilim. Simon credeva che una situazione così fosse stata superata ormai da tempo. E poi era certo che tutti i cacciatori dovessero proteggere i mondani.Queste certezze erano appena andate in fumo. Lui, anche se non ricordava più bene, era stato un Nascosto, un vampiro e si ricordava che alcuni cacciatori erano diffidenti. Ma non avrebbe mai immaginato che potesse esistere ancora un divario simile fra le specie del Mondo delle Ombre. Scosse la testa.  –Da quanto va avanti questa situazione?- chiese sconcertato. Stavolta rispose Mario, il licantropo –Circa due anni, da quando c’è stata un’incomprensione tra il clan di vampiri e il Conclave di Roma. Quelle sanguisughe stanno sempre in mezzo, è sempre colpa loro! Ho perso metà dei miei lupi solo quest’anno-. La stregona parve allarmata. –Shh, lo sai che non possiamo parlare male degli altri Nascosti. E dovresti saperlo be...- stava replicando lei quando lui quasi urlò –Ma tanto vale raccontare le cose come stanno no? Potrebbe finire tutto se riescono a superare la notte-. –Superare la notte?- chiese Simon. –Di notte regnao i Nascosti. Mentre i Nephilim dormono noi possiamo uscire. Se siete fuori al momento sbagliato e nel luogo sbagliato siete morti, statene certi. Ma noi abbiamo tutti gli interessi perché questo non accada. Questa ostilità sta distruggendo la città, anche i mondani cominciano ad accorgersene e comunque ormai i capi stanno facendo solo i loro interessi. Tutti vogliono il potere. Voi siete la prima possibilità concreta che abbiamo per trovare una soluzione.
 
Nota Autrice:
Allora, questo capitolo mi è venuto particolarmente confusionario ma non sapevo come scriverlo meglio. Qualunque chiarimento: chiedete nelle recensioni. Poi volevo precisare che le lunghezze dei vari capitoli non dipende da niente. Come ultima cosa volevo dirvi che sarò impegnata quattro giorni e non potrò scrivere nulla per cui il capitolo successivo arriverà con qualche ritardo ( ci sono anche le vacanze di Natale... sono giustificata, giusto?). PS ho cominciato a leggere le Cronache di Magnus Bane!!! <3
   
 
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