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Autore: blackings    04/12/2014    2 recensioni
Dal capitolo 8:
«Scorpius, sconvolto dal racconto, non sapeva che fare: non aveva mai visto il padre così apparentemente fragile e impotente, e penava per lui come per le ragazze.
“Cosa possiamo fare?” chiese quando l’uomo si fu ripreso e, rindossata la sua maschera di padre autorevole e imperturbabile Malfoy, si andò a versare il terzo cicchetto di whisky.
“Non possiamo fare nulla, Scorpius”
“Ma ci dev’essere qualcosa che risolva tutto! Padre, dovete aiutarle! Dobbiamo aiutarle!” gridò scattando in piedi e afferrando il braccio del padre. Draco, sconvolto, gli tirò uno schiaffò in pieno viso, facendolo retrocedere. Il ragazzo stava quasi per barcollare e cadere a terra, quando il padre lo afferrò e lo strinse a sé. Che cosa stava facendo? Allontanava persino suo figlio, che gli chiedeva aiuto non per sé, ma per le sue sorelle? L’immagine di una Hermione Granger torturata gli attraversò la mente, e non riuscì a reprimere le lacrime. Reprimeva persino suo figlio, pur sapendo che presto gli sarebbe rimasto solo lui.»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 12: Come diventare irriconoscibili.
 
“Maybe tonight I’ll call you, after my blood turns into alchol”
 
 
 
“Io non ti conosco.” ripetè Rose a uno Scorpius inginocchiato davanti a lei in lacrime.
“Rose, io sono il tuo ragazzo, sono Scorpius, Rose!”
“Lily, mandalo via. Voglio dormire.” ribattè la rossa apatica rivolgendosi alla cugina e accomodandosi ai piedi del letto.
“Mi dispiace, Scorpius” obbedì la giovane Potter spingendo il ragazzo fuori dalla porta e chiudendola.
 
Scorpius si accovacciò in un angolo, vicino a una finestra della Sala Comune dei Grifondoro, lasciando che la tristezza fluisse fuori di lui come sangue da una ferita profonda. Rose, la sua Rose, non lo riconosceva più. Non solo aveva smesso di amarlo, aveva smesso persino di accorgersi della sua assenza. Aveva smesso, di vederlo, di considerarlo e infine se n’era dimenticato. Rimase lì per un tempo che gli parve eterno, fin quando il sole non sorse oltre le colline e illuminò la Sala Comune rosso-oro. Scese dal davanzale con un balzo e, scendendo i gradini a due a due, sbucò in una delle cucine e sedendosi su una sedia e chiese che gli portassero da bere. Holiday, un’elfa domestica dalle orecchie più piccole del normale e grandi occhi verdi, gli porse una tazza di latte ma, allo sguardo inceneritore del ragazzo, stappò una bottiglia di whisky incendiario e gliene versò un generoso bicchiere.
 
Agnes Malfoy, nel frattempo, era riuscita a farsi strada tra i corridoi deserti e a giungere nella sua stanza al piano dei Grifondoro.
“Che è successo?” chiese a una Lily sveglissima che vegliava come un angelo sulla cugina addormentata.
“Scorpius è stato qui”
“Lo so. Che ha fatto?”
“Ha tentato di parlare con Rose, ma lei non l’ha riconosciuto”
“Come temevo”
“Agnes, cosa c’è che non so?” chiese la giovane Potter passandosi una mano tra i capelli canuti.
Dopo che Agnes ebbe ricomposto i pezzi del puzzle, tra ciò che il padre aveva rivelato a Scorpius e ciò che lei aveva ipotizzato potesse essere la causa dell’allontanamento di Rose dalle loro vite, Lily si accasciò sconvolta sul letto.
“Ora tutto ha un senso”
“No, niente ha un senso, in realtà”
“Dobbiamo risolvere la situazione, Agnes: se ora Rose allontana solo Scorpius, tra poco potrà fare lo stesso con noi e diventare irrecuperabile”
“Dobbiamo andare al Manor” disse la Malfoy dando voce alla certezza che l’aveva assillata tutta la notte.
“Sono d’accordo. Quando si parte?”
“Subito”.
 
 
 
 
 
*
 
 
 
 
 
 
Scorpius era al terzo bicchiere di whisky incendiario e, da triste e malinconico che era, era diventato rabbioso e con una bruciante smania di distruggere tutto ciò che trovasse sul suo cammino. La piccola Holiday aveva ritenuto giusto allontanarsi da lui, lasciandolo a ubriacarsi in solitudine. Ingollò anche l’ultimo sorso della bottiglia, per poi frugare nelle scorte di alcolici e prendere un fiasco di idromene barricato. Lo stappò e se ne versò un generoso calice, battendo nervosamente un piede per terra. Sapeva che stava sbagliando, che si stava facendo del male, ma ormai che importava? Rose non si ricordava più di lui, e sapeva sarebbe stato definitivo, quindi meglio dimenticarla. Dimenticarla in fretta.
 
 
 
 
 
*
 
 
 
 
 
 
Agnes Narcissa Malfoy e Lily Luna Potter atterrarono reggendosi a stento in piedi nel camino del Manor, disturbando la colazione dei coniugi che, in silenzio, desinavano.
“Agnes, Lily! Che ci fate qui?”
“Perdonate l’intrusione, madre, ma le cose stanno degenerando” si giustificò Agnes avanzando verso Astoria che l’accolse a braccia aperte.
“Che succede? Dov’è Scorpius?” chiese Draco sempre più in ansia.
“A smaltire sé stesso, suppongo” rispose amara e malinconica Lily.
 
 
 
 
 
*
 
 
 
 
 
 
Rose Weasley alzò la testa dal cuscino.Non c’era nessuno in camera con lei, non c’era mai stato nesuno. Lei non ricordava nessuno.
 
 
 
 
 
*
 
 
 
 
 
 
“Scorpius, ma sei pazzo?” esclamò Alex Zabini entrando nelle cucine e notando le bottiglie di alcolici vuote accanto all’amico.
“Non immischiarti, Zabini”
“Invece mi immischio eccome! Vieni, ti porto in infermeria”
“Non devo andare in infermeria”
“Ma sì che ci devi andare, dai, Madama Chips ti darà una pozione per i nervi” insistette Zabini tirandolo per un braccio. Scorpius si liberò facilmente dalla presa e, prendendo in mano l’accendino che teneva nel porta sigarette d’argento accese la fiamma e lo indirizzò all’alcol sparso per terra.
“Dì un’altra parola e qua brucia tutto!”
 
 
 
 
 
*
 
 
 
 
 
 
“Quindi Rose non riconosce più Scorpius? E come mai all’improvviso?” chiese Draco dopo aver ascoltato la storia delle due ragazze.
“Crediamo che ci sia stato qualcosa che l’ha fatta scattare” alluse Lily, tentando di restare sul vago.
“Rose e Scorpius hanno fatto sesso, e il giorno dopo lei era strana e ha cominciato ad allontanarsi” rispose Agnes con precisione scientifica, ricevendo un’occhiata di rimprovero dall’amica, che aveva tanto il significato di un “però, che tatto!”.
Draco sospirò e, bevendo un sorso dalla tazza di caffè corretto che aveva davanti, si passò una mano sul viso.
“Rose sta bene?”
“Sinceramente? Mai stata meglio da quando la maledizione ha avuto inizio” rispose Lily amaramente.
“Eppure ha tentato il suicidio”
“Padre, ho ragione di credere che non sia completamente in sé”
“Pensi che Bellatrix abbia potuto manipolare la sua mente?”
“Ne sono sicura. Ha capito che non può distruggere Scorpius in prima persona, e ha deciso di colpirlo indirettamente: così prende due piccioni con una fava”
Draco si alzò in piedi, cominciando a camminare nervosamente su e giù per la stanza. Astoria, che fino ad allora era stata in piedi in un angolo, gli si avvicinò e, mettendogli una mano sulla spalla, gli sussurrò qualcosa all’orecchio.
“È l’unica soluzione” sentirono rispondere Draco.
 
 
 
 
 
 
*
 
 
 
 
 
 
“Fermo, fermo!” urlò Zabini indietreggiando verso la porta della cucina “Non ti riconosco più, Scorpius. Non ti riconosco più” aggiunse prima di sparire nel corridoio.
Malfoy si sedette e si accese una sigaretta. Prese dalle scorte altre due bottiglie di liquore e, nascondendole sotto il mantello, uscì dirigendosi sul Lago Nero.
 
 
 
 
 
*
 
 
 
 
 
La ragazza si alzò dal letto e, indossando la divisa, scese dabbasso. Non si era nemmeno accorta di aver perso la vista, si muoveva con una disinvoltura palpabile, come se ci vedesse davvero. Giunta nella Sala Grande, si sedette e, quando suo fratello Hugo la accostò, gli rivolse un sorriso maligno e lo spinse giù dalla panca. Camminò fino all’aula di Trasfigurazione e, accomodandosi accavallando le gambe al suo banco, attese in trepidante attesa l’inizio della lezione. Quando sentì Sean McLaggen sedersi accanto  a lei, i suoi occhi si illuminarono brucianti di desiderio. 
   
 
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