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Autore: Daisy Pearl    04/12/2014    1 recensioni
Finì di parlare e ansimò brevemente, come se avesse fatto una corsa infinita, lo sentii andare avanti e indietro e in qualche modo riuscii a immaginarmelo. Aveva un lungo abito bianco che si adagiava sul pavimento in pietra. La veste ondeggiava con eleganza e sembrava brillare di luce propria. Le lunghe ali erano spalancate sulle sue spalle, candide come il vestito e, a completarne la figura c’erano i classici boccoli oro che gli ricadevano sulle spalle con gentilezza. Potevo quasi vedere gli occhi azzurri come il cielo fissarmi attendendo che fossi in grado di alzarmi, in quel modo mi avrebbe potuta portare dove dovevo stare.
Mi avrebbe portata all’inferno.
- Questa è la storia di Mar e di Dave. Una storia di magia, tradimenti, colpi di scena, pazza, lucidità, amore. Bene e male si intrecciano in continuazione fondendosi in alcuni punti per poi separarsi. Il confine tra bianco e nero non è mai stato così invisibile.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gioco di...'
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Capitolo 28

Scusatemi per il ritardo. Probabilmente nessuno si ricorderà cos'è successo nel capitolo precedente e non vi biasimo! Non lo ricordo nemmeno io XD! Se posso dare un consiglio a chiunque stia seguendo questa storia: leggetela quando avrò pubblicato tutti i capitoli, possibilmente fatelo riprendendo tutto da capo. Se volete lasciatemi i vostri nomi così vi avviso quando la completerò.
Grazie mille per la pazienza che dimostrate di avere.
Daisy

Cercai di riprendere fiato mentre le mani di Cyfer scivolavano via dal mio corpo. La mia mente pian piano riprendeva lucidità mentre i nostri corpi, stremati, si separavano.
“Dobbiamo andarcene di qui!” disse prontamente Cyfer, alzandosi da terra e andando a recuperare i vestiti. Mi beai per un lungo istante del suo corpo nudo e muscoloso. Aveva delle cicatrici che non avevo notato lungo tutta la schiena il che non faceva altro che renderlo ancora più sexy. Era strano di quanto non avessi mai provato attrazione per lui, era come se i miei sensi fossero stati annebbiati, come se fossi diventata cieca nei confronti del resto del mondo. La cosa più strana era che sapevo in cuor mio le ragioni di tutto ciò. era colpa di Dave. Non mi ero mai resa davvero conto di quanto la sua presenza influenzasse la mia vita, di quando una giornata dipendesse dal suo sorriso o dai nostri piccoli litigi.
“Credi che stia arrivando qualcuno?” domandai alzandomi a mia volta e iniziando a rivestirmi.
“Non so, ma siamo rimasti qui troppo!” era sbrigativo, il tono di voce un po’ teso.
“Senza concludere nulla!” puntualizzai anche se non era propriamente vero. Mi aveva ridato la fiducia in me stessa, oltre che la mia scintilla combattiva. Mi aveva fatto capire che dovevo mettere da parte i sentimenti come il rimorso, la rabbia o il senso di colpa. Solo in questo modo potevo essere produttiva. Eppure non serviva a nulla senza una soluzione al problema Dave.
Uscimmo rapidamente dalla stanza lasciandoci gli appunti di Myria alle spalle. Ripercorremmo a passi svelti la strada al contrario fino a raggiungere l’ampio spazio dominato dalla statua bianca.
I miei occhi furono nuovamente rapiti dalla figura alta e fiera che si stagliava verso l’alto, come a voler sfiorare il cielo. Provai nuovamente il forte impulso di avvicinarmi. Così abbandonai il fianco di Cyfer e mi diressi verso il centro dell’ampio spazio.
“Mar cosa stai facendo?” sussurrò in modo udibile Cyfer. Eppure lo ignorai proseguendo con passo svelto verso la statua. Vedevo solo lei. Era come se i miei occhi si fossero trasformati nell’obiettivo di una fotocamera e stessero mettendo a fuoco solo l’opera d’arte, lasciando sfocato tutto il resto.
“Mar!”
Sentivo i passi svelti di Cyfer proprio dietro di me eppure non mi importava. Quella era una cosa tra me e quella strega del passato, la persona che avevo sognato diverse volte e di cui ormai conoscevo la storia.
Mi fermai di fronte alla statua e ne osservai il viso per un lungo istante. Dopo di che allungai un dito e sfiorai la pietra liscia col polpastrello.
Un lampo di luce mi fece chiudere gli occhi di scatto mentre tutto ciò che avevo intorno scompariva. Mi si contrasse lo stomaco.  Era come se fossi stata scaraventata da qualche parte pur rimanendo completamente immobile.
La luce forte scomparve e potei nuovamente vedere con chiarezza.
Sbarrai gli occhi quando vidi che la statua era scomparsa e che al suo posto vi era una figura eterea eppure più reale di ogni sua altra apparizione. Era avvolta nel lungo mantello nero che sfiorava il piedistallo senza toccarlo davvero. Indietreggiai di un paio di passi sconvolta da quello che stava accadendo di fronte ai miei occhi.
Myria era esattamente la copia a colori della sua statua.
Vedendomi le sue labbra si incurvarono verso l’alto in un sorriso gentile. Fluttuando scese dal piedistallo e si parò di fronte a me.
Trattenni il fiato.
 “Maguerite Jones!” disse muovendo le labbra piene e rosse.
“Myria?” la mia voce tremava leggermente. Non sapevo come affrontare la situazione. Da una parte ero stata presa alla sprovvista dalla sua comparsa, dall’altra il cervello cercava di elaborare la sua presenza e di spiegarmela nel modo più logico possibile.
“Sapevo che questo momento sarebbe giunto e sono davvero onorata di poterti finalmente parlare!”
“Sapevi che sarebbe giunto?” come faceva una persona morta da mille anni sapere che mi avrebbe conosciuta? Respirai profondamente cercando di far lavorare il cervello e di comprendere se quella era un’allucinazione o l’ennesimo sogno.
“Sì. Tu sei l’unica speranza!”
“Io?” mi risultava difficile credere di essere l’ultima speranza, anche se non sapevo bene di cosa.
“Tu hai compreso perfettamente quello che io volevo fare, qual’era il mio obiettivo. Quando ero una bambina assistetti ad una scena piuttosto strana. Ero in piazza e un uomo stava punendo la sua donna perché accusata di tradimento. Le stava facendo del male. Una piccola folla circondava i due senza proferir parola, senza muovere un singolo dito. Si limitavano a bisbigliare ed additare, mentre io ero sconvolta da quello che vedevo. Lui la stava uccidendo e io non potevo permetterlo. Ancora non ero in grado di controllare il mio potere, non avevo ancora scoperto la potenza creativa della magia. Avvenne che liberai il mio potere. Un attimo prima era ingarbugliato dentro di me, in ogni mia fibra, in ogni mia cellula e, l’istante dopo, era esploso al di fuori di me, con una forza incontrollata.
E quell’uomo giaceva a terra morto, a causa mia”
Sospirò, come se per lei fosse dura ricordare quell’episodio.
“Tutti capirono che ero stata io, credo di aver urlato. La gente rimase spaventata e mi cacciò dal villaggio. Mia madre non potè far nulla per fermarli. Mi lasciarono nel bosco, a morire. Fu allora che capii quanto la gente potesse essere spaventata dalla magia e di quanto si può essere crudeli nei confronti di ciò di cui si ha paura. Il loro timore era la loro forza, ma le cose non dovevano per forza andare così. Resi il loro timore la MIA forza. Imparai che mi bastava immaginare per fare magie, lo imparai perché non ebbi nessun maestro fuori, in quella foresta. Ero una bambina e i bambini hanno molta immaginazione. Non mi fu difficile procurarmi un tetto, del cibo. L’unica cosa che mi mancava era la compagnia.
Così vagai di villaggio in villaggio alla ricerca di qualcuno che mi potesse accettare, eppure vedevo gli stessi sguardi diffidenti della gente del mio villaggio. Finchè non vidi altre persone come me. non incontrai maghi o streghe, essi erano pravi nel nascondersi, consapevoli dei rischi che correvano in una società terrorizzata dalla magia. Quelli che si facevano notare erano uomini, donne e bambini che erano stati mutati dalla magia.
Ora devi immaginare i maghi di un tempo come gli scienziati che conosci. Erano curiosi, avidi di sapere, e si credevano superiori agli esseri umani. Li usavano come cavie. Sperimentavano su di essi, ne facevano delle armi. L’obiettivo era quello di creare un esercito, o qualcosa del genere per ribaltare la situazione del mondo e permettere alla magia di uscire finalmente allo scoperto. Ma i maghi non si alleavano tra di loro, erano orgogliosi  e non capivano che l’unione poteva essere la loro forza. Quindi si limitavano a creare piccoli eserciti di ‘mostri’, che alla fine si rivelava vano per lo più esseri incontrollabili. Venivano quindi lasciati liberi di combinare disastri. Lupi mannari, vampiri, fantasmi, esseri metà uomini e metà animali.
Tutte le creature leggendarie di cui hai sentito parlare. Non c’era un limite, se non i metodi stessi.
Vidi la scia di sangue che si lasciavano dietro questi esseri, che non erano altro che esseri umani che avevano avuto la sfortuna di incappare in qualcosa più grande di loro. Vidi com’erano braccati, temuti e decisi che avrei tentato quello che cercavano di fare tutti i maghi senza tuttavia riuscirci.
Volevo insegnar loro come controllare le loro nuove facoltà, come prenderle e usarle per fare del bene. per dirla con i termini moderni, avrei fatto di loro dei supereroi. Volevo trasformare la loro sfortuna in fortuna, renderli speciali, ridar loro una vita. In parte volevo che la gente potesse vedere che dalla magia poteva nascere anche qualcosa di buono, d’altra parte volevo rendere migliore la vita di quegli sfortunati, in modo che non si sentissero mai soli, come mi ero sentita io.
Ma non volevo essere io a controllare i loro poteri, dovevano essere loro stessi a farlo.
Creai una specie di ospedale per questi esseri e vidi che pian piano, con la magia creativa, la cosa stava funzionando. Ma dovevo tutelarmi non solo dagli esseri umani, ma anche dai maghi stessi.
Cosa avrebbero fatto se avessero saputo che tutti i loro esperimenti alla fine riuscivano ed essere controllati? Avrebbero voluto conoscere il segreto e poi lo avrebbero riutilizzato per i loro scopi. avrebbero creato altri mostri e io non mi sarei mai potuta occupare di tutti. Quella cosa doveva finire. Fu così che creai intorno alla mia stessa persona un’aura di malvagità e potenza. Volevo che il nome fosse temuto da maghi ed esseri umani. Dovevano sussurrarlo con timore e reverenza al tempo stesso. Solo in quel modo sarei riuscita a creare una specie di limbo tra le due fazioni, un angolo in cui poter lavorare tranquillamente e in cui diffondere le idee in cui credevo! Fu così che nacque questa associazione.
Eppure sapevo che non il suo reale scopo si sarebbe perso nei secoli.
Guardali adesso. Si sono trasformati in quegli stessi maghi che facevano esperimenti magici sugli esseri umani. Ti hanno studiati. Sono incuriositi dalla magia stessa perché la temono. Non vogliono aiutare persone mutate dalla magia stessa, vogliono studiarli per poter riprodurre tutto ciò. Vogliono ciò che noi abbiamo dalla nascita. Tutto questo abilmente celato dietro il nobile scopo di proteggere gli esseri umani dalla magia stessa. E non ci riescono nemmeno tanto bene. hanno miglia di risorse eppure non riescono lo stesso a trovare persone dotate di potere. Alan si è riuscito a nascondere per anni così come riescono a fare persone molto più potenti di lui!”
“Un gruppo di imbecilli!” sussurrai.
Myria sorrise addolcendo lo sguardo.
“Tu devi essere stata il primo essere magico ad essere capitato qui da tanto tempo, per questo la cosa più importante era sfruttarti!”
“Lo immaginavo, ma perché mi stai dicendo tutto questo?” non riuscivo a capire dove volesse arrivare. La sua storia era senza dubbio emozionante, ricca di particolari, ma dubitavo che lei fosse lì per quello.
“Come ti ho già detto, sapevo che lo scopo si sarebbe perso col tempo. Ero stata maledetta col sangue da Jasmine e una maledizione di sangue può essere rotta solo dal sangue stesso. Naturalmente all’inizio non ci credevo. Insomma, se sei abituata a pensare in termini di magia creativa tutto diventa possibile. Fu così che provai a rompere la maledizione, senza tuttavia riuscirci. Già mi erano sorti dei dubbi quando non ero riuscita ad insegnare a Richard a controllarsi, ma dopo nei fui certa. La magia creativa ha dei limiti, altrimenti chiunque potrebbe essere Dio.
In primo luogo il limite è la quantità stessa. Non puoi far crescere un albero se non che dentro di te il minimo di potere per renderlo possibile. Il secondo limite è l’immaginazione stessa. Se non crei nella tua mente tutti i particolari necessari allora la magia non avverrà.
Il terzo limite sta nella vita e nella morte. Non puoi cambiarli, altrimenti saresti Dio. Richard non ricordava com’era stato maledetto, ma sta in quello il vero segreto per rompere la maledizione stessa. Secondo si tratta di una maledizione di sangue. Quando si usa il sangue la magia perde la sua caratteristica di magia stessa per divenire qualcosa di intermedio tra la scienza e la magia. Diventa qualcosa di più concreto e, come ben sai, più una cosa è concreta più ha leggi che la governano. La magia creativa funziona solo nell’ambito della magia stessa, ma non può intaccare le leggi della fisica. Se è possibile realizzare una magia è perché esse non va contro le leggi, e non ti sto parlando di quelle conosciute, ma anche di quelle ancora sconosciute all’uomo. Se tu riesci a far volare un oggetto solo immaginandolo è perché la natura ha delle massime che ti premettono di  farlo! Una maledizione di sangue è una sorta di trasformazione irreversibile, quindi nemmeno con la magia questo può essere cambiato. Il segue crea un collegamento concreto tra la magia e tutto ciò che non è magia. Amplifica tutto. Rende più potente un rito, ma allo stesso tempo pone ad esso dei paletti. Esistono delle metodologie per controllare il processo o per invertirlo, il problema sta nel trovare queste metodologie.
Io non avevo mai avuto un metodo quindi non sapevo davvero da che parte iniziare. Le ho provate tutte. E’ così che sono riuscita a creare strumenti come quello che loro chiamano amplificatore o…”
“Aspetta aspetta!” la fermai mentre la curiosità cresceva sempre di più dentro di me “Hai creato tu l’amplificatore?”
Myria annuì.
“Era uno dei miei tentativi di rompere la maledizione che mi avrebbe uccisa appena sarebbe nato il mio primo figlio, ma non avendo la più pallida idea di cosa stavo facendo in realtà ho creato appunto qualcosa che aumenta l’ampiezza delle onde emesse dalla magia stessa, ne più né meno!”
“E l’hai creato col sangue?” la mia voce tremava leggermente. Quello era il mio unico modo per contattare Dave, per fargli sapere che ero ancora viva, per aiutarlo a sfuggire all’oblio.
“Sì. So cosa vuoi fare con l’amplificatore, ma ti avverto. E’ estremamente pericoloso! Dave sente il potere, lo percepisce. Più assorbe essenze più il suo senso si affina. Se tu usassi l’amplificatore per contattarlo, lui sentirebbe il tuo potere e ne sarebbe attratto. Potrebbe individuare la tua posizione e da morta non saresti utile a nessuno!”
“Ma io non…” cercai di obiettare.
“Non fare sciocchezze Marguerite! Devi prima trovare il modo per rompere la maledizione, prima di trovarti facci a faccia con David!”
Eppure io non l’ascoltavo più. Lui doveva sapere che ero viva, doveva vedermi, sentirmi. In quel modo avrebbe lottato il mostro ce lo stava divorando dall’interno.
“Quando creai il libro per liberare Richard dal mostro che aveva dentro misi in esso una quantità di potere pari a quella utilizzata per la maledizione stessa, tuttavia in me ne era rimasta una briciola. Come ti ho già detto avevo dalla mia parte la magia creativa. Così creai una sorta di altra me, un ologramma, un fantasma. Chiamalo come vuoi. Qualcosa che ragionasse come me, che ricordasse tutta la mia vita, che potesse sopravvivermi e che vivesse a stretto contatto con la mia essenza. Così in punto di morte, invece che lasciarmi morire nell’istante della nascita, anticipai leggermente il processo. Cedetti il potere rimasto  e la mia stessa essenza ad un oggetto, in attesa di quella persona che avrebbe sistemato le cose!”
“Aspetta stai dicendo che sei morta prima di dare alla luce tuo figlio?” trattenni il fiato.
“Pochi istanti prima!” confermò con sguardo triste e leggermente perso “Giusto per non perdere la mia essenza per sempre!”
“Oddio! E’ come se tu avessi programmato la tua essenza!”
Lei sorrise. “Sì, l’ho programmata per fare esattamente quello che sta facendo ora!”
“Quindi tu sei l’ologramma, il fantasma che sei riuscita a creare con i pochi poteri che ti rimanevano!”
“Esatto!” un’ombra di tristezza le attraversò il volto etereo.
“Perché?” ancora non riuscivo a capire.
“Come ti ho già detto lo scopo dell’associazione si sarebbe modificato e non potevo davvero permetterlo, quindi doveva esserci una parte di  me che potesse contattare qualcuno in grado di riportare le cose al proprio posto!”
“Aspetta aspetta aspetta! Tu credi che quel qualcuno sia io!” quella consapevolezza mi raggiunse in un attivo, con la rapidità di un fulmine lasciandomi interdetta.
“Io lo so. Ho visto in te la potenzialità di comprendere la magia creativa e il valore della vita stessa. Non sbagliavo!”
“Quindi tu mi stai parlando solo per farmi rimettere in riga i tuoi soldatini?” non riuscivo a crederci. La grande e potente Myria che tornava dall’oltretomba per far funzionare quella stupida associazione di deficienti.
“Sapevo anche che prima o poi il mondo avrebbe avuto il problema Jasmine. Questo poteva succedere se e quando il libro sarebbe stato distrutto. Quando avvenne il mio potere si liberò e fu in grado ti riunirsi alla mia essenza, custodita in questo edificio da secoli, mentre Jasmine deve aver imbrigliato il potere usato da Mark in modo da poterlo riutilizzare. E’ quel potere che vi ha ceduto quando voleva che voi ricordaste le parole del libro. Le serviva se voleva ripetere la situazione del passato per aprire una braccia tra le epoche”
“Sei qui per dirmi come risolvere il ‘problema Jasmine’?” ero un po’ sulla difensiva.
“Sono qui per aiutarti a salvare la magia! Se continua in questo modo la magia cesserà di esistere perché sarà imbrigliata tutta dentro di David e un sacco di vite saranno state prese per questo. Devi fermare questo deleterio sterminio!”
“Come? Dimmi solo come!”
“Devi trovare il metodo per distruggere quello che si trova in Dave! Devi trovare la scintilla che inneschi un processo all’incontrario. Devi fare la stessa cosa che ha fatto Jasmine per interferire col passato. Lei ha ripercorso gli eventi al contrario ed è riuscita a creare una breccia! Il concetto è esattamente lo stesso.”
“E se ricreassi il libro, come hai fatto tu?”
“E’ infattibile! Richard non era arrivato a quel punto. Aveva preso meno essenze, quando gli ho estratto il potere era parzialmente ancora padrone di se stesso. Dave è perso, ormai. Raramente è cosciente. Non riuscirai mai a battere un essere del genere, tantomeno a costringerlo a collaborare. Se sarete abbastanza vicini allora tu sarai morta!”
“Se è così letale, come fa Jasmine a controllarlo? Come può riuscire dove tu hai fallito?”
“Lei è una prestigiatrice. Lo sta ingannato. Probabilmente sta celando il suo potere manovrando i suoi sensi!”
“Dave non si è mai fatto ingannare da lei facilmente!” ricordai come riusciva a sopportare il dolore che Jasmine gli faceva credere di provare.
“L’intelligenza di Dave, quella parte che gli faceva distinguere la realtà dalla finzione in questo momento è decisamente inibita!”
“Quindi cosa posso fare?”
“Devi andare in un posto che ti indicherò!”
“Dove?” domandai impaziente.
“Dove credo sia stato maledetto Richard. I luoghi dove vengono liberate grosse quantità di potere vengono in qualche modo marchiati. Recandosi in questi posti è possibile accedere alla loro memoria. Tu devi capire com’è nata la maledizione per riuscire a comprendere quale sia il processo inverso da compiere!”
“Se basta questo, allora perché tu non ci sei mai riuscita?”
“Perché quando l’ho scoperto ormai avevo già creato il libro e quindi non era più necessario!”
“Dov’è questo posto?” ero determinata a portare a termine quel compito e prima lo avrei fatto, meglio sarebbe stato.
“Lo sentirai, la mia essenza ti guiderà!”
“La tua essenza?”
Myria annuì, facendo ondeggiare i suoi capelli lunghi e fiammeggianti.
“Quando hai riavuto i tuoi poteri grazie a Jasmine, la mia essenza ha capito che eri tu quella per la quale era stata lasciata in questo mondo. Tu avresti potuto ridare un vero scopo a questa associazione e solo tu potevi comprendere la magia creativa. Ha visto in te una scintilla di vita simile alla mia. E’ stato così che hai avuto i sogni su di me e su quello che mi era successo. Dovevi essere in grado di capire fino in fondo l’importanza dell’associazione e del pericolo che Jasmine rappresentava. E’ stato sempre grazie a lei che sei sopravvissuta dopo che Dave ti ha privata della sua essenza!”
“Cosa?”
“nell’istante in cui la tua essenza è stata risucchiata da Dave, la mia è entrata nel tuo corpo e ti ha salvato la vita. Quello che una volta era stato il mio potere, quello che avevo usato come collante nel libro è stato attratto dall’essenza ed è entrato in te guarendoti. Qui è rimasto solo il potere che ho usato per ‘programmare’ l’essenza, per rendere possibile questo incontro, oggi”.
“Oddio!” trattenni il respiro “Vuol dire che davvero Dave in un certo senso mi ha uccisa?”
“Esatto!”
“La tua essenza influisce sul mio carattere?”
“In parte. E’ solo una guida, qualcosa che ti spinge a fare ciò che è dettato dalla mia volontà!”
Spalancai la bocca incredula.
“Mi stai dicendo che non ho possibilità di scelta?”
“Ti sto dicendo che questa è la tua unica scelta!”
Non mi andava giù quello che stava dicendo. Mi suonava molto come un’imposizione e non avevo alcuna intenzione di prendere ordini da lei.
“Potrò anche vivere grazie alla tua essenza, ma questo non mi rende te! Non è la mia unica scelta!” ribattei determinata.
“Tu vuoi salvare Dave, e questo è l’unico modo per farlo. Segui la mia essenza e lei ti dirà dove devi andare. Così come prima ti ha spinta a toccare la statua rendendo possibile questo nostro colloquio!”
“E’ per questo che sentivo il bisogno di rendere giustizia alla tua associazione, di far capire a questi uomini che il loro scopo è un altro!” rammentai come mi ero sentita quando Cyfer mi aveva detto lo scopo dell’associazione, pensando che fosse l’obiettivo della stessa fondatrice. “E’ stata la tua essenza!”
Mi portai le mani alla testa sentendomi improvvisamente un burattino manovrato attraverso fili invisibili dalla mano di un fantasma. Rabbrividii.
“Marguerite!” la figura eterea si avvicinò fluttuando a me. Allungò lentamente la mano  e mi sfiorò la spalla. Avrei voluto spostarmi, eppure non mi mossi di un millimetro. Non sentii il contatto, rimasi unicamente a fissarla.
“Mi dispiace.” Continuò con lo sguardo triste “Darti la mia essenza era l’unico modo per farti vivere. Non puntavo ad arrivare a questo, ma lo scopo è più elevato. Ci sono in gioco troppe vite! Non se controllata da me. La preoccupazione per Dave è reale, così come lo è il tuo senso di colpa e la tua determinazione. La mia essenza è solo una guida!”
Feci un passo indietro e la guardai come se fosse pazza.
“Come faccio a sapere quando sono io a decidere o la tua essenza?” sibilai.
“La mia essenza si manifesta come un forte istinto immotivato, come quello che ti ha portato a sfiorare la statua e a difendere lo scopo dell’associazione!”
“Sono istinti ai quali non riesco a resistere! E’ esattamente come se tu mi stessi controllando!” sbottai a denti stretti.
Myria abbassò lo sguardo.
“Non dovevamo arrivare a questo! Mi dispiace Mar. Ma è l’unico modo per farti vivere. La mia essenza doveva essere qualcosa che doveva rimanere a se, esterna a qualsiasi persona. Ma tu sei troppo importante, non potevo lasciarti morire!”
Cercai di calmarmi. Potevo comprendere che non era nei suoi piani il controllarmi, eppure la cosa non riusciva ad andarmi giù.
“Sei una ragazza in gamba!” mi disse guardandomi quasi con ammirazione.
“Come hai fatto a vedere in me la scintilla che animava te stessa? Siamo così diverse! Se non fosse per la tua essenza a me non me ne importerebbe nulla d come opera questa associazione. Sono egoista. Non avrei mai voluto aiutare delle persone come hai fatto tu! Perché io?”
“Perché tu sei l’unica in grado di capire. La mia essenza può anche darti degli istinti, ma tu riesci a comprenderli e a spiegarli. Sei riuscita a capire il vero scopo che aveva la mia missione, non hai provato solo il desiderio di cambiare i principi di questo posto. Tu riesci a capire le mie ragioni e soprattutto la magia creativa. E’ la chiave di tutto. senza di essa io non sarei mai riuscita a fare quello che facevo. Ho bisogno di qualcuno che lo insegni a tutti”.
Mi sarei dovuta sentire lusingata eppure continuavo a credere di essere una pedina in un gioco più grande di me. Quello non doveva accadere. Dovevo trovare un modo per continuare ad agire di testa mia, secondo le mie scelte eppure l’unica pista per salvare Dave era ascoltare l’essenza di Myria. Per il momento non avevo davvero scelta, ma quando l’avrei avuto sarei stata in grado di liberarmi della volontà di Myria.
“E la maledizione che grava sui tuoi figli?” domandai, ricordandomi dell’ennesima maledizione di sangue con la quale avevo a che fare.
“Anche lì esiste un metodo, ma hai anche Jasmine a portata di mano. Se salvi Dave allora avrai sconfitto quella strega e se ci riuscirai allora potrai far in modo che sia lei stessa a rompere la maledizione!”
Annuii.
“Mi dispiace davvero Marguerite! Mi dispiace che tu debba combattere una guerra non tua!”
“C’entra Dave. C’entro io! Questa guerra è anche mia!”
“Mi riferisco al salvare l’associazione da se stessa!”
Sorrisi fissando Myria negli occhi intensamente.
“Fidati Myria, non combatterò mai una guerra che non sia mia!”
Sul suo viso apparve un’espressione preoccupata mentre la sua immagine si dissolveva come nebbia al sole diventando sempre più labile e indefinita.
Improvvisamente un suono acuto mi perforò le orecchie costringendomi a portare la mani su di esse nel vano tentativo di attutire il rumore. Cyfer era dinnanzi a me, il volto teso le mani sulle mie spalle.
“Mar, dobbiamo andare!” urlò. Improvvisamente capii che quel suono era l’allarme. Cyfer mi aveva detto di non toccare la statua per via di quel ‘piccolo’ problema.
“Merda!” sussurrai mentre mi facevo trascinare via da lui. Lanciai un’occhiata alla statua, quasi aspettandomi che non fosse più lì. Eppure la figura di pietra era ancora al suo posto, nella stessa posizione di sempre, come se da lì non si fosse mai mossa.
“L’hai vista anche tu?” domandai dando le spalle alla statua e iniziando a correre.
“Cosa diavolo ti è preso? Sei rimasta imbambolata per diversi secondi!”
Cyfer mi guidò attraverso gli scaffali allontanandoci sempre di più dal centro della biblioteca. Potevo udire in lontananza il suono di diverse voci.
“Ma l’hai vista?” domandai nuovamente ripensando alla figura eterea di Myria.
“Cosa?”
Capii che solo io avevo assistito a quella scena, anche se più ci pensavo più mi sembrava un’allucinazione. Eppure alcune cose che mi aveva spiegato Myria rendevano logici alcuni fatti altrimenti inspiegabili, come il fatto che io non fossi morta.
Finalmente riuscimmo a raggiungere la porta dalla quale eravamo entrati. Cyfer se la chiuse alle spalle prima di fare un profondo sospiro di sollievo.
“Cerca di riprendere fiato!” ansimò poggiando la schiena alla parete “Quando ci vedranno dovrà sembrare che siamo di ritorno da un giro dell’edificio!”
Annuì ed inspirai lentamente mentre le parole mi Myria ancora mi rimbombavano nella testa.
   
 
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