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Autore: Nikita_pura forza    04/12/2014    0 recensioni
Sara e Antonio sono "amici" di vecchia data, che si sono persi di vista dopo la partenza di lei.
Loro due hanno sempre avuto un sogno in comune, che inizialmente sembra solo una chimera, ma grazie al destino potrebbe diventare realtà...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Entrai all'aereoporto, ero pronta per partire e cominciare a vivere la mia vita a modo mio, ma proprio un secondo dopo aver tirato un sospiro di sollievo, la sentì. La sua voce era come la ricordavo: dolce, calda, familiare, ma soprattutto la voce più amichevole che le mie orecchie avessero udito negli ultimi anni. Era arrivato con il docente di dizione, che salutò la docente di recitazione, la quale aveva accompagnato me. Dopo uno scambio d'opinioni tra i due professori lui salutò educatamente la mia accompagnatrice, e successivamente si avvicinò educatamente per presentarsi. Mi girai lentamente, come in una scena di quei film romantici; lui era come lo ricordavo. I suoi occhi color del cioccolato, erano così profondi che mi ci sarei persa dentro in qualsiasi situazione. I suoi capelli soffici e brillanti, come appena usciti dal parrucchiere. E poi le sue labbra morbide e dolci come un cupcake. Quando mi tese la mano spostai il ciuffo da davanti agli occhi per vederlo bene in faccia. Li spostai in quel modo strano che solo io facevo, poi alzai lo sguardo verso la sua figura protettiva, vicino a lui mi ero sempre sentita al sicuro. Gli presi la mano e sfoggiai il mio miglior sorriso. "Ciao, sono Antonio..." disse prima di guardarmi in faccia "Già, e se tu non ti ricordi di me, allora io sono Maria Antonietta d'Austria" dissi ridendo dopo aver visto la sua espressione. Allora scoppiammo a ridere, ma feci in modo di ridere piano, così che la melodia della sua risata risuonasse nelle mie orecchie, come aveva sempre fatto per molto tempo. "Assurdo, tu sei qui? Cioè, se mi avessero detto che concorrevi per la borsa di studio, avrei di certo scommesso su di te, ma è surreale vederti qui" disse con la meraviglia di vedermi stampata in faccia "Già, sono qui e ancora una volta noi siamo gli studenti più bravi del corso. Sembra destino." dissi come se rivederlo non avesse provocato niente dentro di me. Dopo quello strano saluto, i professori ci accompagnarono a fare il cekin, e poi ci imbarcammo sull'aereo; e poco dopo decollammo. Ad un ora di distanza dal decollo, mi volta i verso di lui e per musi ai ricordi di avvolgermi la mente, ma prima che riuscissi ad abbandonarmi ad essi lui si voltò verso di me, mi tolse le cuffiette, io mi volta i ed incontrai i suoi occhi castani, e come facevo sempre ci caddi dentro. La dolcezza che trasmettevano e la sicurezza che ti trasmettevano, mi avevano sempre resa più forte di quello che ero, lui mi aveva sempre resa più forte. Lui mi aveva resa INVINCIBILE. Lui era sempre stato la persona che mi rendeva più forte di qualsiasi cosa, e allo stesso tempo era colui che mi rendeva la più debole di tutte le persone, e questo non lo avevo ma sopportato. Amavo come mi faceva sentire, ma quella sensazione di invincibilità e di impotenza contemporaneamente non mi era mai piaciuta, mi faceva sentire indifesa.
  
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