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Autore: pandaforpresident    04/12/2014    3 recensioni
In un mondo popolato da creature sovrannaturali, governato da Angeli e Demoni, i pochi umani superstiti sono stati costretti ad adattarsi, tra cui io, Ilimya. Ma cosa farò se sarò scelta per una missione (potenzialmente) suicida? E se dovrò viaggiare con un angelo egocentrico, con un demone sexy (che mi odia), un elfo con una direzione sessuale alternativa e con una vampira bipolare? Aggiungete un nemico molto attraente, un cucciolo fin troppo affettuoso, un morbo mortale e la consapevolezza di non essere proprio umana.
Ecco a voi la mia vita!
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ciò che entrò dalla porta era la più infame delle creature, la più malvagia tra le specie e anche la più sanguinaria tra le genti oltremondane….
Un demone Superiore.
“ Cazzo!”
 
-AZIONE IN SALA D’ATTESA-
Ci fissammo in silenzio. Io, più che altro, me lo stavo mangiando con gli occhi.
Era un figo della madonna: capelli lisci, neri e scompigliati, con un ciuffo più lungo al lato della testa.
Fu allora che notai i suoi occhi: rossi, profondi, occhi capaci di piegare al proprio volere anche il più rude tra gli orchi.
Rimasi incantata a guardarlo, finché lui, sbuffando, non agitò la mano davanti al mio viso.
Mi ridestai con un sussulto.
Il Demone mi guardava irritato. Non sembrava intenzionato a parlare.
Dovevo dire qualcosa di intelligente per rompere il silenzio, qualcosa che mi facesse apparire ai suoi occhi matura. Qualcosa tipo…
< Perché hai le unghie nere?! > chiesi incredula, rendendomi conto di aver dato voce ai miei pensieri. “Stupida!” mi rimproverai, rabbiosa. Ruth mi rimproverava sempre per la mia impulsività. Quanto aveva ragione!
< Voi umani fate sempre domande stupide. > sibilò lui, passandomi di fronte per mettersi a sedere aggraziatamente su una delle poltroncine. “Bel sedere”, pensi.
Avevo capito che lui era tra i sostenitori dello sterminio degli umani, quei demoni che pensavano che gli esseri umani fossero animaletti domestici, alla stregua di cani. Sarebbe stato difficile, se non impossibile, fare una conversazione normale.
< Con chi ho il piacere di parlare? > chiesi, tentando un approccio amichevole.
Lui roteò gli occhi e, sbuffando, mi rispose.
< Mi chiamo Julian, e sono il figlio del Governatore > disse annoiato.
Ero nella merda.
Non solo era un Demone Superiore, era pure gnocco ed era anche (come se non bastasse) il figlio di quel gran coglione del Demone che governava l’emisfero Nero.
Una parola o un gesto sbagliato e sarei potuta finire molto male.
Ma la sottomissione non era il mio forte.
Mi schiarii la voce. < E, di grazia, perché mi avrebbe investito? > chiesi gentilmente, anche se dentro lo volevo prendere a sberle.
Julian mi guardò, ridacchiando.
Mi infuriai. Nessuno si prendeva gioco di me!
< In realtà non ti ho investito io, ma mio fratello, Aspen, ma noto che non ha fatto un buon lavoro! Sei ancora viva! > disse, sempre con quel sorriso ironico sulle labbra.
“Quanto mi piacerebbe prendere la sua testa e…” pensai, bloccandomi quando lo vidi alzarsi e dirigersi verso la porta.
< Ma dove vai? > chiesi incredula.
Non mi degno di uno sguardo e nemmeno si fermò.
< Come minimo mi devi delle scuse! E poi la mia moto è distrutta! > gli urlai contro.
Lui si fermò, si voltò e, con molta calma, disse.
< Credo che mio fratello ti abbia fatto un piacere. Quella moto era così vecchia che la rottamazione era inevitabile. Almeno hai ricevuto molti soldi dall’assicurazione, anche se era…. >
Non lo lasciai proseguire oltre.
Piccola lezione di vita: mai offendere la mia (defunta) moto. Seconda lezione di vita: sono molto irascibile.
E così, in una frazione di secondo, gli saltai addosso, puntando agli occhi.
Lui fu preso alla sprovvista (cosa difficile, visto i suoi sensi sviluppati).
Cademmo a terra e mi ritrovai spalmata sul suo petto. “Però”, pensai,”visto da qua è ancora più figo”.
Ci fissammo negli occhi. La sua espressione era indecifrabile ma, considerando che non si spostava, doveva apprezzare il panorama.
I minuti passavano, e la cosa diventava imbarazzante.
E fu in quella posizione che ci trovò l’uomo che entrò in quel momento dalla porta.
< E così Julian siamo già ai preliminari! > scherzò quest’ultimo.
Le mie guance si infiammarono. Ci staccammo in un attimo, e Julian si spostò il più lontano possibile da me, evitando il mio sguardo.
< Signore, si sbaglia. Non perderei tempo con un’umana. Con permesso, io me ne vado. >. Disse in tono remissivo Julian.
“Strano che all’improvviso sia così calmo. Questo qui deve essere un pezzo grosso!” pensai, guardandolo incuriosita.
< Certo, vai pure. > disse il nuovo arrivato al Demone, il quale se ne andò.
L’uomo mi porse la mano.
< Piacere di conoscerti, Ilymia. >.
Lo guardai torva. Come faceva a sapere il mio nome?
L’uomo continuò. < Mi chiamo Seamus, e sono qui per fare una chiacchierata con te. >.
Mi sorrise cordiale.
Fu in quel momento che lo riconobbi.
Mi trova di fronte al generale delle armate demoniche, l’esercito Nero.
Ero di fronte a uno degli ultimi Dei della morte in vita.
Lo Shinigami del Sole.
 
 
 
 
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IlYmia Shon, la protagonista
 
 
 
 
 
 
 
 
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Julian, il Demone con problemi di superiorità
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Seamus, lo Shinigami del Sole
 
 
 
 
ANGOLO BUIO E POLVEROSO DELL’AUTRICE
*si nasconde in un angolo* ehm… ciao. Sono ancora viva! Sono in tremendo ritardo!
Vabbuò. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e lasciate un commentino!
Ringrazio Jein1993  per aver messo questa storia tra le preferite (per te tanta polvere di stelle della felicità!!).
Un salutooooneee!!
Alla prossima volta! (spero il prima possibile!)
  
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