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Autore: controcorrente    05/12/2014    7 recensioni
Premessa. E'una correzione di THE SECRETARY. Avevo intenzione di cancellare il vecchio capitolo per inserirci quello nuovo, risistemandoli così, volta per volta. Purtroppo, cancellando il prologo, si è cancellata tutta la storia...e bhé, non era voluta. Sono per le soluzioni drastiche ma, almeno qui, non era ciò che volevo. Chiedo scusa per il fastidio.
Oscar Francoise De Jarjayes è una donna dalla vita ingombrante, in tutti i sensi. Segretaria dell'affascinante André Grandier, noto per i suoi modi affabili e per le sue intuizioni, è segretamente interessata al suo capo ma, per dovere, non si è mai fatta avanti. Sarà tuttavia una sera fatale a mettere in crisi tutto. André Grandier, per nulla interessato alla sua segretaria, si innamorerà però di una misteriosa bionda che, dopo una notte di passione, lo lascia solo nel letto. Si metterà alla sua ricerca ma come farà se in ballo ci sono interessi ben più grandi di lui? E come si metteranno le cose per Oscar, che ha dovuto costruire dal nulla una vita assolutamente fittizia?
Genere: Generale, Romantico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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LUISA MARIA ADELAIDE

 

 

 

Maria Antonietta osservava silenziosamente il paesaggio fuori dal finestrino. Presto avrebbero lasciato le vie cittadine, per immergersi nel verde della campagna. Aveva contato stoicamente i giorni che la separavano da quel momento, dietro una maschera perfettamente sorridente e vacua.

Non poteva più rimandare quel momento e anche se non lo desiderava, aveva finito con il chinare la testa, anche per evitare di dare qualche dispiacere a Luigi, l'unico che davvero non aveva alcuna colpa in quella storia e che Maria Antonietta non voleva offendere, neanche per sbaglio...anche se il fastidio rimaneva.

Odiava quei momenti ma era come se, dall'età di diciotto anni, la sua vita fosse solo una serie d'intervalli tra una cosa sgradevole e l'altra. Con un gesto meccanico, si aggiustò i piccoli guanti che portava in quelle occasioni.

-La moglie di mio cugino ci aspetta nella sua dimora di campagna- disse Luigi, rompendo il silenzio nell'abitacolo.

-Ho avuto poche occasioni di vederla ma ho sentito molto parlare di Luisa Maria Adelaide. Mademoiselle di Penthièvre è l'unica figlia di Luigi Giovanni Di Maria Borbone, il Principe dei Poveri. Mi hanno parlato molto bene di lei.-osservò pacatamente la donna.

-Oh, lo è.-confermò Luigi.

Maria Antonietta posò la sua attenzione sulla scia di alberi che accompagnavano la via, scortandoli verso la campagna. Osservò con pacatezza quei colori pastello, fissandone la tonalità nella memoria. -Luigi, perché non l'ho vista al nostro matrimonio?-domandò.

Udì un silenzio un po' più prolungato del solito, tanto che decise di girarsi verso di lui. -Era in ospedale. Pochi mesi dopo le nostre nozze ha dato alla luce il suo primogenito, Luigi Filippo.- spiegò. Così dicendo, prese a guardare il paesaggio, perdendosi così nei suoi pensieri. Maria Antonietta lo seguì docilmente, con un'arrendevolezza tipica di chi non poteva sfuggire al proprio destino. L'attendevano almeno 24 ore di supplizio, dal suo punto di vista, seguiti da incontri e chiacchiere velate che avevano solo il potere di umiliarla.

 

 

 

 

 

Luisa Maria Adelaide viveva in una splendida dimora rococò in piena campagna, separata dal marito Philippe che, a differenza sua, amava poco la vita agreste. Malgrado la distanza, aveva comunque dato alla luce una ricca prole, costituita da tre figli maschi e da una femmina, nata da poco.

Maria Antonietta non l'aveva mai vista, a differenza del cugino del marito. Chissà che persona è? Si chiese, fissando con curiosità le cime degli alberi. L'edificio che aveva di fronte a lei era comunque molto bello, con una schiera ordinata di meli e di ciliegi ornamentali.

La macchina si fermò proprio davanti all'ingresso, dove era già schierata la servitù.

-Benvenuti nella dimora. La padrona vi attende nel portico dell'ala est.-disse il maggiordomo, non appena li vide scendere.

-Vi ringrazio.-rispose Luigi, prima di girarsi verso sua moglie e porgerle il braccio. Maria Antonietta obbedì meccanicamente ed insieme si incamminarono nella direzione loro indicata.

Mentre così facevano, la donna ebbe la sensazione di udire l'eco di alcune risate infantili nell'aria...e non poté fare a meno di percepire una stretta dolorosa allo stomaco. Sta per cominciare pensò, trattenendo dentro di sé un violento sospiro.

-Philippe!-esclamò suo marito, lasciandola improvvisamente.

-Luigi! Benvenuto nella nostra casa.-disse il padrone di casa con un sorriso gaio- Avete fatto buon viaggio?-

-Sì-rispose il Borbone-il traffico è stato abbastanza agevole, meglio di quanto ci aspettassimo. Sono molto felice di sapere che siete diventato di nuovo padre.-

-Questa volta ho avuto una figlia, la principessa della casa. Mia moglie è felicissima di ciò perché era stanca di essere la sola donna in famiglia.-rispose ridendo Philippe, prima di voltarsi verso sua moglie- A questo punto, comunque, non voglio essere il solo. Il nonno vuole avere dei bisnipoti anche da voi. Non possiamo mica farlo aspettare troppo no?-

-Naturalmente-rispose Luigi, con tono monocorde- la volontà del nonno è sacra.-

Philippe scosse il capo. -Il vecchio è così. Ad ogni modo, non facciamo aspettare troppo la neomamma. Diventano tutte piuttosto nervose.- fece, incamminandosi dentro.

-Prima o dopo?-chiese Luigi.

Il cugino rise. -Tutte e due.-fu la sua risposta.

 

 

 

 

 

-Oh Luigi!-esclamò, venendogli incontro.

-Mia cara cugina, vi trovo in splendida forma. Come state?-chiese l'uomo, guardandola cordiale.

Luisa Maria Adelaide gli sorrise con gratitudine. Aveva due, tre anni più di lui ma non li dimostrava affatto. Possedeva una bellezza poco appariscente, quasi dimessa, malgrado indossasse un abito di ottima fattura. Lunghi capelli castani incorniciavano un viso rotondo, dai lineamenti dolci e amorevoli. -Sono molto felice che abbiate avuto il tempo di venire a farmi visita. Purtroppo non ho avuto la possibilità di farlo ultimamente.-disse, a mo'di scuse, poi si girò -Voi siete la donna che ha sposato il nostro Luigi, dunque. Siete più bella dal vivo che in foto, concedetemelo.-

Maria Antonietta arrossì. Era abituata ai complimenti ma non ad una simile schiettezza. -Vi ringrazio.-rispose, impacciata.

Luisa Maria Adelaide ridacchiò, portandosi una mano sulla bocca. -Siete una donna molto modesta e spero di avere occasione di vedervi più spesso...-fece.

-Mia cara- la interruppe Philippe- credetemi, la moglie di mio cugino verrebbe più che volentieri ma ha molti impegni in città. Verrà sicuramente ma non serve insistere così. La mettete in imbarazzo.-

Maria Antonietta fece per aprire bocca...ma qualcosa la spinse a tacere. La verità era che non sapeva cosa dire. Il cugino di Luigi aveva tratti di durezza e di decisionismo che Luigi non possedeva. C'erano dei momenti in cui venivano fuori con insospettabile veemenza ma erano così rari che preferiva tenerli nella mente, pensando che fossero solo un'invenzione della sua testa. -E'così. A volte sono molto impegnata ma, se Monsieur Philippe è d'accordo, e ovviamente Luigi, farò ben volentieri una piccola visita.-disse, tenendo gli occhi bassi.

-Oh-mormorò la donna- allora vi chiedo di venire assolutamente.-

Maria Antonietta annuì, lanciando occhiate oblique a Philippe. L'ombra che aveva visto sul suo viso era improvvisamente sparita, lasciando il posto alla cordiale cortesia che lo contraddistingueva.

-Ad ogni modo- disse cordiale Luisa Maria Adelaide- mi piacerebbe presentarvi i miei bambini.-

Madame Borbone annuì, più per educazione che per reale sentire. La gentilezza della donna la disorientava, complice la sua mancanza di affettazione. Si lasciò condurre nei corridoi, seguita ad una certa distanza dai rispettivi consorti. Mentre così faceva, fissava l'arredamento campestre della dimora, accompagnato da una serie di foto di famiglia. Quella vista le lasciò addosso una spiacevole sensazione ma non fu abbastanza veloce da nascondere l'interesse che quelle immagini le suscitavano.

-Sono molto belli i miei bambini, non trovate?-disse la padrona di casa.

Maria Antonietta annuì. Trovava i piccoli assolutamente piacevoli, malgrado non avesse mai avuto molte occasioni di passare il tempo con gli infanti. -Deve essere una bella esperienza-mormorò.

-E'così- ammise la moglie di Philippe- ma è difficile organizzare le giornate, scegliere la tata e le scuole più adatte. Per fortuna mio marito è molto efficiente.-

L'altra la guardò incredula e quell'espressione scatenò una risata divertita. -Vedete- proseguì Luisa Maria Adelaide- la tradizione dei Borbone sceglie sempre il meglio per loro. Anche io sono stata educata nelle migliori scuole e quindi so che una mia lontananza non influirà sulla loro crescita. -

-Non sentite la loro mancanza?-chiese.

La padrona di casa si fermò un momento. -E'stato molto difficile agli inizi-ammise- ma so che Philippe sceglie sempre il meglio per loro.-

Maria Antonietta non rispose. Comprendeva il suo punto di vista, dal momento che era cresciuta nelle migliori scuole femminili d'Europa. -Posso sapere come mai non venite a Parigi?-domandò.

Luisa Maria Adelaide sospirò. -Ho avuto diverse gravidanze ma non godo di buona salute. L'aria cittadina non è di mio gradimento e preferisco la campagna, dove posso coltivare i miei passatempi. In città non saprei proprio cosa fare.-spiegò-Ho dei vigneti che producono una marca di fragolino piuttosto prestigioso, anche se sono ancora agli inizi.-

-Mi fa molto piacere.-rispose Maria Antonietta, camminandole accanto. Proprio mentre facevano tutto ciò, sentirono l'eco di alcune risate infantili in lontananza. Quel suono bloccò di nuovo la giovane, tanto da strappare una risatina alla padrona di casa.

La Asburghi non comprese subito...ma poi apparvero due piccoli piedi, accompagnati da un corpicino minuscolo e da una chioma scura. -Mamma!-esclamò l'esserino, venendole incontro.

Luisa Maria si chinò. -Dimmi amore, cosa è successo?-chiese, prendendolo in braccio. Il bambino nascoste il viso dietro il collo, borbottando qualcosa. -Oh, caro. Non sai che non si fanno queste cose?-lo ammonì con dolcezza.

-Mamma, la tata ha detto che devo fare i compiti ma voglio giocare con mio fratello.- disse questo, senza alzare la voce.

La donna sospirò.

-Hai comunque sbagliato. Tuo fratello deve studiare perché va a scuola e tu devi ascoltare quello che la tata dice.- lo rimproverò.

Il piccolo sbuffò, salvo poi irrigidirsi. -Va bene, madre-esalò, occhieggiando rigido verso destra.

Maria Antonietta si girò e si accorse della sagoma del cugino di suo marito. Le stava fissando. La Asburghi sentì un brivido scivolarle lungo la schiena, sentendo quelle pupille addosso. Non sapeva dirsene la ragione ma quegli occhi la gettavano in una profonda inquietudine, malgrado Philippe non le avesse mai mancato di rispetto.

-Mia cara, che ne dite se facciamo una passeggiata nel giardino?-domandò, prendendola a braccetto.

 

 

 

Il giardino della dimora degli Orleans era bello e accogliente. Madame Orleans era una donna che amava molto la natura. Originaria della Provenza, aveva portato il suo pollice verde anche in quel luogo. -Immagino che non abbiate un'aria così pulita-disse, camminando a passo lento.

Gli alberi da frutto facevano da corollario all'immensa spianata, emanando un perenne e piacevole odore di mele. Alcuni cespugli di lavanda tingevano di lillà la parte inferiore, diffondendo un profumo morbido e avvolgente. -Io preferisco questo luogo a Parigi.- disse serafica- ma mio marito adora la capitale e quindi abbiamo deciso di vivere separati.-

-Ne sentite la mancanza?-chiese Madame Borbone.

Luisa Maria scosse il capo. -Nemmeno i miei genitori vivevano nella medesima dimora ma è giusto così, perché ognuno ha bisogno di avere i propri spazi.-rispose- Anche i coniugi Asburghi vivevano così, no?-

Maria Antonietta, anche se incerta, si ritrovò costretta ad annuire. Suo padre Pierre, dopo la sua nascita era impegnato con il lavoro e, dopo un anno, se ne era andato. Non sapeva se avrebbe vissuto con loro, se fosse sopravvissuto. Era una cosa che non aveva mai considerato.

-Ad ogni modo, mio marito ha deciso per il meglio e, comunque, sono impegnata in attività che la cura dei figli non mi consentirebbero di svolgere come desidero.-spiegò -Per fortuna, Philippe ha scelto una tata in tempi ragionevoli...ma quando avrete dei figli anche voi, credo che vi accorgerete di quanto sia comodo poter conservare i propri spazi.-

La donna non commentò. La pressione della maternità era un tarlo che la affliggeva da qualche tempo. Doveva dare un figlio alla famiglia dei Borbone. Così aveva detto sua madre.

Così voleva sua nonna.

-Mia cara-disse Luisa Maria- mi rendo conto del peso che portate dentro, anche se non sembra. La famiglia Borbone è molto conservatrice e, fino a quando non avrete assolto al compito richiesto, vi starà con il fiato sul collo.-

-Lo so ma non riesco a risolvere questa cosa. Gli impegni di mio marito sono molti ed abbiamo poco tempo da passare insieme.-disse l'altra mesta.

Luisa la guardò con dispiacere. -So che il nonno lo sta impegnando molto, con i viaggi all'estero. Vi ha mai detto di andare con lui?-chiese.

-Mia nonna non lo consente. Nelle clausole del matrimonio, fino a quando non nascerà un figlio, non mi sarà consentito lasciare la Francia.-spiegò Maria Antonietta -Mio padre morì durante un incidente d'auto e, da allora, non vede di buon occhio alcun tipo di mezzo di trasporto.-

-Tutto questo mi rattrista, cara cugina. Spero che questo ostacolo venga superato presto. Mi ha fatto molto piacere incontrarvi, voglio che lo sappiate.-disse la donna.

 

 

 

 

 

 

 

-Allora, cugino-disse Philippe- come vanno le cose con vostra moglie?-

Luigi sussultò, come sovrappensiero. Stavano passeggiando lungo i corridoi del casale di Luisa Maria e, mentre così facevano, si era perso nell'osservazione dell'arredo. La moglie di suo cugino aveva un gusto spartano e privo di fronzoli, che si mostrava dimesso nella scelta di mobili di gusto campagnolo e di arte povera. -Vanno-rispose infine.

Philippe sospirò. -Cielo, cugino!-disse, scuotendo il capo- Davvero ancora niente?-

Luigi non commentò, più interessato a vedere le piante grasse che decoravano gli angoli. Ogni volta che veniva, ce ne erano alcune in più. -Ti pare tanto strano?-chiese- Non ho un attimo di respiro e vedo mia moglie solo negli attimi che il nonno e la famiglia mi concedono...e quando ci vediamo sono troppo distrutto per pensarci.-

Philippe non gradì quella risposta. -Il nonno è uno stakanovista, lo sappiamo tutti e fa a gara solo con la dama di ferro. Però il problema non cambia. Se voi non darete un erede, il vostro ruolo come successore sarà in pericolo, ci avete pensato?-chiese.

Luigi alzò le spalle. -Alla fine non mi importerebbe nemmeno. Sappiamo bene che, per quanto mi impegni, mio nonno non ha alcuna stima di me. Avrei voluto che mio fratello fosse vivo, o che gli altri fossero più grandi di me e prendessero sulle spalle questa cosa. E'un compito che cederei volentieri.-ammise, amareggiato.

Philippe scosse il capo. -Come vi compatisco-commentò, dandogli una pacca sulla schiena- ma sappiamo bene che il nonno è un uomo molto...come dire, invadente.-

Luigi alzò le mani al cielo. -Vorrei semplicemente avere quella serenità che finora non riesco ad avere...e, dannazione, né io né mia moglie ce lo meritiamo.- continuò, sempre più impacciato- In dieci anni di matrimonio, non ho mai avuto il tempo di rilassarmi neanche cinque minuti. Luigi va qui, Luigi vai là...che Iddio mi sia testimone, ma preferirei essere al vostro posto!-

Quel pensiero non lo aveva mai lasciato in pace e, da molto tempo, non riusciva a trovare un momento di serenità. I viaggi all'estero si erano moltiplicati e, per quanto ci provasse, poteva contare i momenti passati con Maria Antonietta sulla punta delle dita. Il lavoro era sempre più impegnativo, man mano che gli anni passavano.

Philippe sospirò. -Posso solo immaginare questa difficoltà ma dovete resistere. Sappiamo bene che la famiglia conta su di voi e sapete bene quanto vi stiate impegnando. Il problema è che a volte non basta ma voi non dovete mollare.-disse, fissandolo comprensivo.

Luigi annuì.

-Purtroppo non potrò rimanere a lungo in Francia. Devo andare di nuovo in viaggio.-lo informò -Non so quanto ci vorrà. Ci sono delle trattative per una transazione e dobbiamo revisionare alcuni passaggi.-disse- Potreste assicurarvi di essere a disposizione di mia moglie, qualora le cose si prolunghino troppo?-

-Naturalmente, Luigi.- rispose l'altro.

 

 

 

 

Maria Antonietta guardò apatica la via che scorreva ai lati della macchina. Avevano lasciato la dimora di Luisa Maria da circa tre quarti d'ora ma non poteva che essere felice della cosa. Vedere la moglie del cugino di suo marito alle prese con i figli le aveva stretto il cuore,ricordandole la sua mancanza.

Quella sarebbe stata la sua sorte, se avesse assolto ai doveri a lei richiesti.

Partorire dei bambini e vederli di tanto in tanto, quando era possibile e lecito.

Come aveva fatto sua madre, Sophie.

Chissà cosa ne pensa di tutto questo si chiese, fissando Luigi con la coda dell'occhio.

-Madame-disse, interrompendo i suoi pensieri.

La nipote della dama di ferro si girò. Suo marito la stava guardando con un'espressione che ormai aveva imparato a conoscere. Gli occhi, celesti e miopi, osservavano istintivamente le sue labbra. Maria Antonietta non disse niente. Docile inclinò la testa, lasciando che suo marito prendesse la sua bocca come più desiderava.

Era giusto così.

Era per questo che doveva portare avanti quel matrimonio. Luigi aveva maniere goffe e gentili, capaci di disorientarla tutte le volte. Lasciò che la spogliasse, vezzeggiandola ma nulla di quelle maniere riusciva a toccarla davvero. Non doveva andare in quel modo...ma era necessario.

Lasciò che le liberasse i seni e che vi calasse sopra, nascondendo il volto. Mentre così faceva, Maria Antonietta si ritrovò a guardare il soffitto della limousine, lasciando che la mente viaggiasse verso immagini che la eccitassero, quel tanto che bastava per fargli credere di essere lì.

Docile si adagiò sul sedile e, sempre nello stesso modo, allargò le gambe, come a volerlo accogliere. -Ah- fece, quando lo sentì sfiorarla incerto. I suoi tocchi erano molli ma non cattivi. Sembrava quasi che avesse il terrore di farle del male...e le venne spontaneo dedicarsi con maggiore insistenza al ricordo di quelle immagini spinte che passavano sottobanco nella scuola che frequentava, quando era un'adolescente. Si aggrappò ad esse con cieca disperazione ma non poté fare a meno di cacciar fuori un gemito dolente. Lo trattenne a stento, mentre sentiva i colpi svelti di Luigi dentro di lei. Maria Antonietta si aggrappò alla sagoma grassoccia del marito, sentendo la sua carne entrare ed uscire da lei, quasi con fatica. Il respiro si mozzava ad ogni affondo, accompagnando gli ansiti di lui, fino a quando non udì un sospiro più forte e qualcosa di umidiccio spandersi dentro.

A quel punto, lo sentì allontanarsi da lei, prima di cedere alla stanchezza e gravarle addosso.

Maria Antonietta non disse nulla, fissandolo.

-Vi ho...vi ho fatto male?-chiese il Borbone, con il respiro ancora irregolare.

-No-rispose lei.

Come in sincrono, si ricomposero, aspettando l'arrivo alla villa e guardando ognuno dalla finestra che avevano vicino. Madame Borbone seguì con gli occhi i contorni degli edifici, illuminati dai lampioni elettrici. Istintivamente si sfregò le cosce, tentando di levarsi di dosso il fastidio ed il senso di colpa per la bugia che aveva appena detto.

Lo faceva sempre.

Non era vero che non le aveva fatto male...ma, da tempo, aveva smesso di dire la verità. Maria Antonietta sentì una profonda afflizione a quel pensiero. Non riusciva mai a rilassarsi sotto di lui ed il risultato era che non si eccitava mai. Quel dolore nasceva da questa sua impossibilità di provare piacere...e Luigi si sentiva in colpa per questo.

Non siete voi il responsabile avrebbe voluto dirgli.

Invece rimase muta, pregando che quel rapporto frettoloso generasse quel bambino che le loro famiglie volevano tanto.

 

Esperienza goffissima di una lemon. Scusate il ritardo ma sono presa dalla tesi ed ho deciso di mettere capitoli più lunghi. Qui abbiamo un assaggio della vita matrimoniale di Maria Antonietta e Luigi. Le pressioni non aiutano i due sposini, messi lì quasi per caso...ma spero che vi sia piaciuta la scena. Le lemon non sono mai il mio forte.

Mi imbarazzano molto ma questo è l'effetto che volevo. Risponderò a tutte le domande che vorrete farmi, non temete. Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto finora. Grazie ancora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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