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Autore: 9Pepe4    03/11/2008    3 recensioni
[Riscrittura in corso]
Linen ha ventitré anni e un impiego da segretaria da trovare al più presto.
Quando però inizia a lavorare per la Capsule Corporation, si trova alle dipendenze di un Presidente spigliato e fin troppo bello, che minaccia seriamente di minare l’autocontrollo della ragazza.
E come se tutto ciò non bastasse, Linen si ritroverà coinvolta nel nuovo scontro che ha come obiettivo la distruzione della razza saiyan.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Trunks
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4 – Invito

Lascio la mano di Ice, chiedendomi in tutta serietà cosa mi sia saltato in mente.
Okay che sapendo solo il mio nome non può fare granché, ma i miei genitori mi hanno ripetuto fin troppe volte di non fidarmi degli estranei.
Però, maledetti loro, mi hanno inculcato anche una solida educazione… Per cui, così come mi viene di riflesso rispondere quando qualcuno mi saluta, mi è altrettanto istintivo presentarmi come ho fatto poco fa.
Guardo nervosamente l’orologio… E penso che è la prima volta che mi scopro così felice di vedere che è giunta l’ora di andare a lavorare.
La scusa perfetta per andarmene!
Mi alzo, stringendo i fogli contro il petto come per farmene scudo.
«Buona giornata a lei» dico, rigidamente, prima di correre all’interno della Capsule Corporation.
Lì, mi aspetta l’identica, gelida accoglienza da parte della segretaria di tutti i giorno. Non posso negare che il suo comportamento mi mandi un po’ in crisi. Si può sapere cosa le ho fatto?!
Poi ecco che arriva il Presidente, e almeno questa volta mi sembra positivo il fatto che la sua presenza sembra spegnermi il cervello.
Mi ritrovo a compilare documenti accanto a lui, ed è talmente vicino che posso sentire il suo fiato sull’orecchio sinistro… Riesco a percepire il suo calore ed oso a malapena respirare.
Per un istante, immagino di essere circondata dalle sue braccia, di rannicchiarmi contro il suo petto… Mi irrigidisco di colpo. Dende, Linen, stai ammattendo del tutto!
«Allora» mi chiede il Presidente, ad un certo punto, «dove lo annotiamo questo progetto?»
Si sfrega stancamente le tempie, ma più di un importante uomo d’affari sembra uno scolaro annoiato.
Per quel che mi riguarda, ci vuole qualche istante perché la mia mente registri la domanda che lui mi ha rivolto. Consapevole di essere rimasta a fissarlo per un tempo esageratamente lungo, abbasso di scatto gli occhi, con le guance in fiamme.
«Boh» mi sento rispondere.
Ma accidenti! La replica più stupida del mondo, non c’è che dire!
Disperata ed esasperata in ugual misura, clicco freneticamente sulla tastiera del computer. «Ehm, in questa cartella…»
Lui scrolla le spalle e mi allunga un foglio. Per un istante, gli sfioro le dita e ritiro di scatto la mano, ma in tal modo il documento va a finire sul pavimento.
Sempre più imbarazzata, mi eclisso sotto la scrivania per recuperarlo.
Quando riemergo, mi affretto a svolgere il mio lavoro con una dose in più di solerzia, come se così potessi rimediare alle mie terribili gaffe.
«Così dovrebbe andar bene, Presidente» dico alla fine.
Lui scoppia a ridere. «Presidente?!» esclama. «Ma dai! Chiamami Trunks!»
«D’accordo, Presidente» mi sento rispondere.
“Okay, uccidetemi ora” penso, mentre lui si mette nuovamente a ridere.
«Volevo dire» mi correggo, in tutta fretta. «Okay, Trunks».
Lui mi sorride, ed io di colpo non mi sento più le gambe.

Pausa pranzo.
Ringrazio il mondo intero che esista.
Una pausa dall’essere sotto gli occhi del Pres… di Trunks.
Un po’ di calma, per riordinare i miei pensieri.
Seduta al bar, mangio di malavoglia un panino, e improvvisamente vedo qualcuno avvicinarsi.
“Oh, no!”
E invece sì.
Quel qualcuno si siede accanto a me. Quel qualcuno mi rivolge un sorriso.
Quel qualcuno è Ice.
Borbotto un «Ciao» e subito me ne pento.
Sarebbe stato meglio – mille volte meglio – un “buongiorno” più formale, ma oramai la frittata è fatta.
«Ciao!» replica lei, allegramente.
Affondo i denti nel mio panino, così da avere una scusa per non rispondere.
«Come va col presidente?»
A quelle parole, il boccone mi va di traverso, e mi metto a tossire come se stessi soffocando.
Quando riesco a riprendermi, tutto ciò che mi esce dalle labbra è uno strozzato: «Che cosa?!»
Ice ripete la domanda, impassibile. «Hai chiesto se fa palestra?»
«Perché dovrei chiedergli se fa palestra?» esclamo, a dir poco frastornata.
Lei fa spallucce. «Tanto per parlarci» sostiene.
«E perché…»
No, un attimo! Perché sono qui a parlare con questa qui?! Non la conosco nemmeno, per l’amor del cielo!
«Sì?» incalza Ice, sfoderando un nuovo sorriso.
Non so se essere allibita o innervosirmi. Neanche lei mi conosce, dopotutto… Non potrebbe evitare di guardarmi come se fossimo amiche del cuore?
«Niente» dico, tornando al panino.
Lo preferisco di gran lunga, soprattutto perché è meno loquace.
Purtroppo, però, lo finisco in pochi morsi e rialzo riluttante lo sguardo su Ice.
Lei si passa una mano tra quei suoi boccoli castano ramato. «Sai, per caso, il nome del padre di Trunks Brief?»
Certo, come no. Come se fosse compito di ogni segretaria, conoscere il nome dei genitori del suo datore di lavoro.
Mi sento improvvisamente combattuta tra il disagio e l’irritazione, visto che Ice mi sta fissando come se il mio compito fosse quello di dirle un segreto all’orecchio.
«Mi piacerebbe saperlo» aggiunge lei, con voce flautata. «Mi piacerebbe davvero».
Da parte mia, inizio ad inquietarmi.
«Sai se è Vegeta?» domanda.
Scrollo le spalle. «Non lo so» rispondo, seccamente.
«Un tipo con gli occhi scuri, capelli neri…» insiste lei.
«Non l’ho mai visto!»
Oh cavolo.
Ho urlato di brutto.
Guardo imbarazzata verso quel paio di persone che si sono girate verso di noi, e loro distolgono lo sguardo.
«Wow» commenta Ice, con noncuranza. «Per urlare, hai urlato».
Già, e indovina di chi è la colpa.
Improvvisamente, vorrei solo dirle di lasciarmi in pace… D’altro canto, ha ragione: ho gridato di brutto, ed è strano. Forse parlare di Trunks mi innervosisce più di quanto sia lecito.
«Credo che la tua pausa sia finita» osserva Ice, con una strana delicatezza.
Sobbalzo e guardo l’orologio, scoprendo frastornata che ha perfettamente ragione.
Tempo pochi minuti, e sono di nuovo al lavoro.
Trunks mi osserva per tutto il tragitto dalla porta alla sedia accanto a lui con i suoi occhi da brivido.
Mi accomodo desiderando di sprofondarci, in quella sedia. Cosa che, purtroppo, non accade.
Aspettando alcuni documenti, fissiamo in direzioni completamente opposte, e il silenzio si fa orrendamente opprimente.
Di colpo, decido di prendere l’iniziativa e di spezzarlo.
«Ehm, Trunks, mi chiedevo… Tu fai sport?»
Oh, magnifico, sono a cavallo! Ora gli do pure del “tu”.
Lui, però, non ne sembra affatto contrariato.
«Pratico Arti Marziali» risponde, disinvolto. Corruga la fronte, e per un istante prende l’aspetto di un bambino corrucciato. «A dire il vero mi annoia, ma se non mi alleno almeno una volta alla settimana mio padre trova da ridire».
«Lui è un combattente?» chiedo, senza riuscire ad evitare che mi scappi un sorriso.
«Già» annuisce Trunks. «Si chiama Vegeta… E diciamo che combattere è quasi la sua ragione di vita».
Ride.
Ha una bella risata, che mi causa una cascata di brividi.
Però c’è anche un’altra questione che mi dà la pelle d’oca. Ice aveva ragione: non solo sul nome del padre di Trunks, ma persino quando mi ha suggerito di chiedergli se faceva sport.
Ne è uscito un bel discorsetto, praticamente il più lungo che io abbia mai tenuto con lui.
La cosa mi sorprende parecchio… Come se, anche se non la conosco, la mia mente sia dell’opinione che da Ice possano derivare solo guai.
E invece no, mi è stata d’aiuto.
«Mia sorella Bra» continua Trunks, divertito, «a volte riesce a trascinarlo a far compere, ed è uno spettacolo».
Sembra che gli piaccia, parlare di suo padre…
Mi viene da sorridere e arrossire insieme. «Cosa fai nel tempo libero?» mi sento domandare, con l’impressione che la mia lingua agisca autonomamente.
Non sarà un quesito troppo personale?
«Be’, cerco di trascorrerlo con Goten. È il mio migliore amico da quando eravamo piccolissimi» spiega, «ed abita sul monte Paoz».
«Caspita» mi lascio sfuggire, ironica, «è proprio dietro l’angolo!»
Per tutta risposta, Trunks si mette a ridere.
Un piacevole calore mi invade… Non ci credo: ho fatto una battuta davanti a Trunks. Una battuta. E lui ha riso.
Mi poggia una mano sulla spalla, e a quel contatto è come se la mia pelle andasse in fiamme.
O forse sto per svenire.
Fortunatamente, la scosta poco dopo.
«Ehi, ti va di venire a pranzo da me, domani?» mi chiede, guardandomi negli occhi.
Subito, la mia mente prende in analisi un centinaio di motivi per rifiutare, ma le mie labbra vanno per conto proprio, e rispondono di sì.












Spazio dell’Autrice:
Ed eccomi qua!
Izanami: Ecco il prossimo capitolo ^^ Ti ringrazio davvero per i complimenti!
E – ahi, ahi – sto perdendo recensioni, ma spero che i lettori ci siano ancora (speranza vana XD).
Alla prossima!
  
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