- Aggiungi ancora un po’ di zucchero, tesoro, poi sbatti bene tutto con la forchetta altrimenti si formano i grumi.- disse la signora Granger, seguendo con sguardo attento i movimenti della figlia, e facendo finta di niente quando la forchetta si mise a girare da sola.
- Poi devo aggiungere le gocce di cioccolato, vero mamma?-
- Brava, tesoro. E poi, le mele tagliate a pezzetti.- La torta stava venendo molto bene; ormai, i signori Granger non si stupivano più di ciò che loro figlia era in grado di fare; bastava che pensasse, appunto, di prendere la forchetta per sbattere le uova, che la forchetta si alzava in volo e planava accanto a lei.
- Mamma, ho fatto quello che mi hai detto, mi passi la farina?- e in men che non si dica la farina arrivò accanto a lei.
- E’ già arrivata da sola, tesoro.-
- Mamma, ma perché sono così strana?-
- Tu non sei strana, Hermione.- rispose una voce maschile, anticipando la madre. Tutte e due si voltarono verso la porta della cucina, e sorrisero in direzione del signor Granger.- Ciao, mie splendide donne.- e depose un bacio sulla guancia di ognuna.- Cosa stavamo dicendo? Ah già, giusto. Tesoro, tu non sei strana, sei speciale, e adesso ti racconterò perché. Metti la torta in forno e raggiungetemi nel salotto.-
- Ti ricordi che tante volte ci hai chiesto come mai non ti avevamo dato un fratellino o una sorellina?-
- Sì, mi ricordo.-
- Devi sapere che anche noi avremmo voluto avere tanti figli oltre a te, e avere una grande famiglia. Ma dei dottori, prima che arrivassi tu, avevano detto alla mamma che non poteva avere figli. A volte capita, sai, che o le donne o gli uomini non possono avere figli. Avevamo anche pensato di adottare un bambino...-
- Ma poi io ho passato un periodo di grande tristezza, che si chiama “depressione”.- aggiunse la madre.- Non lavoravo più, mangiavo solo perché papà me lo chiedeva, stavo sempre zitta, in casa non facevo niente. Ma poi una notte, precisamente la notte di Natale…-
- Mentre ci mettevamo il pigiama per andare a dormire…-
- Una piccola luce comparve sulla mia pancia, e quando questa svanì, lasciò una specie di cerchio di una tonalità molto più chiara rispetto al colore della mia pelle.-
- E all’interno di questo cerchio, c’era un frugoletto che si muoveva!-
- Eri tu, tesoro. Eri minuscola, ma c’eri già. Papà mi portò subito al pronto soccorso e mi fecero un’ecografia, ma io ero sicura di non sbagliarmi, avevo una creatura dentro me ed era una cosa bellissima!!-
- Capisci perché ti diciamo che sei speciale?-
- Sei speciale perché sei arrivata in un momento di grande tristezza e ci hai riempiti di gioia, sei speciale perché sei arrivata con una luce, come se volessi spezzare il buio che ci aveva avvolti.-
- E’ per questo che ti abbiamo chiamata così, perché il tuo nome significa “messaggera”. Tu per noi sei stata una messaggera di speranza, e ci hai portati a vivere una vita stupenda.-
- Adesso ho capito.- affermò Hermione, alzandosi in piedi. Corse ad abbracciare i suoi genitori, e li strinse forte a sé dicendo:- Siete la mamma e il papà migliori del mondo.-
Davanti a quella scena, una lacrima scese sul viso di Hermione, e le fece perdere la concentrazione necessaria per mantenere la bolla temporale; mentre questa svaniva, Hermione si mise a piangere e sperò, sperò con tutte le sue forze di riuscire a passare il Natale dell’anno in arrivo con le persone che amava di più al mondo, i suoi genitori.