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Autore: lickmelyca    05/12/2014    2 recensioni
Prendete una persona. Cancellatene ogni ricordo, ogni possedimento, ogni traccia della sua identità.
O, più semplicemente, la sua essenza. Otterrete una persona vuota.
[dal prologo]
Sembrava quasi una di quelle schermate che appaiono sul computer quando si decide di cestinare un file che non si desidera più. Che buffa metafora. Perché quelle finestrelle dovevano avere due opzioni? Saryuu Evan sapeva sempre quale cliccare.
“Sì.”
[dal quinto capitolo]
"Non è vero. Sono diverso. Sono strano. Sono fastidioso. Io non ho ricordi, vero? Cosa devo ricordare? [...] Mi ricordo tantissime cose… Però non lo so che cos’è un ricordo. E’ per questo che dite che non mi ricordo nulla? Ho sbagliato qualcosa? Sono cattivo? Non parlarmi più allora. Mi dici sempre che non bisogna mai parlare con le persone cattive… Hai visto che mi ricordo anche questo?”
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Enjoy! (?)
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Gamma, Saryuu Evan - Saru, Zanark Abalonic
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo quarto_
(verità versus inganno)

 

 

Erano trascorsi circa tre mesi dall'incidente di Zanark. I progressi tanto sperati vi erano stati: in soli novanta giorni il suo intelletto aveva raggiunto più o meno quello di un bambino di cinque anni scarsi, quindi una buona capacità di apprendere, di intendere e di volere, una discreta di creare frasi di senso compiuto ma, purtroppo, una molto più limitata di ragionare. Gamma non era certo un insegnante esperto e qualificato ed a volte la sua pazienza cedeva, obbligandolo a ricorrere alla migliore amica dei pargoli: la televisione. I canali di apprendimento con i loro cartoni educativi si erano dimostrati utili in molte occasioni, soprattutto per tenerlo buono, ma anche per dare a Beta una possibilità di prenderlo in giro. La scatola colorata, inoltre, giocava un ruolo fondamentale nella nuova vita dei due poiché utilissima a rispettare le due ferree regole imposte dall'El Dorado: non far uscire Zanark di casa e non lasciarlo mai completamente

 da solo. La tv teneva loro occupati per la maggior parte del tempo e la spesa veniva portata loro a casa, il più delle volte era perciò  semplice non infrangere quelle piccole leggi... Ma Gamma non era stato esonerato dalle sue missioni, sempre più frequenti. A chi affidare il povero smemorato, allora? Ogni tanto l'albino riusciva a contattare i ragazzi della Zanark Domain, che erano sempre contenti di vedere il loro vecchio capitano. Uno di loro in particolare, Shura, che lo conosceva da più tempo rispetto agli altri, sebbene fosse dispiaciuto che l'amico non si ricordasse di lui, riusciva a far finta di niente ed ad intrattenerlo. Non era raro infatti che dopo una giornata passata con Shura ci fossero cocci e sporco per terra, segno di festeggiamenti e gran divertimento, ma che il padrone di casa era comunque costretto a pulire... L'importante era che Zanark fosse contento con lui.

Quel giorno però, Gamma non era riuscito a rintracciare la sua risorsa. Ci aveva provato e riprovato, ma non c'era stato niente da fare. Se non avesse trovato un'altra soluzione in tempi rapidi  avrebbe compromesso la missione affidatogli. Era evidente che non gli restava altra alternativa se non optare per la sua seconda scelta. Chiamò quindi tale persona che con suo grande rammarico accettò subito. Non dovette quindi passare molto tempo prima essa si presentasse davanti alla loro dimora, trillando con insistenza al campanello. L'Avalonic esultò, riconoscendola immediatamente.

“Beta!”

Sì, Beta aveva mantenuto la sua promessa. Si era spesso autoinvitata da loro con l'unico scopo di avere Zanark nelle sue mani, mettendolo in situazioni imbarazzanti o umilianti che non avrebbe mai accettato prima e facendogli credere che fossero assolutamente normali, come indossare vistosi fiocchi per capelli, fargli la pedicure o chiamarla “mia signora”. Lui non provava alcun fastidio, anzi: adorava quella ragazza. L'altro però non sopportava la cosa; forse  in un'altra occasione avrebbe riso con lei, ma quelle situazioni non facevano che ricordargli di come il suo Zanark non fosse più lì. Con uno dei suoi grandi sospiri come preludio, fece entrare la sua ospite.

“Dov'è il mio Zanarkuccio?”

“Zanarkuccio” si precipitò da lei, accogliendola con un profondo inchino che la fece ghignare. Il suo fidanzato incrociò le braccia e si schiarì la voce, attirando l'attenzione su di sé.

“Se avete finito con le moine io andrei, il presidente mi sta aspettando. Vedete di comportarvi come si deve e non uscite. Beta, vacci piano, se al mio ritorno lo ritrovo un'altra volta con i capelli fucsia per te finisce molto male, non mi interessa se il colore che usi non è permanente. Zanark... Comportati bene anche tu, va bene?”

“Sarò eccezionale!”

Gli schiocchiò un sonoro bacio sulle labbra, strappandogli un sorriso. Anche in quelle condizioni si scambiavano dimostrazioni di affetto, seppur in modo più calmo rispetto ai vecchi tempi. Più rassicurato, il giovane dai capelli bianchi si dileguò, lasciandoli soli.

“Allora, Zanarkuccio, vuoi pettinarmi i capelli?”

“Sì, mia signora Beta!”

Era una cosa di cui lei approfittava spesso, visto che nonostante la generale scarsa manualità dovuta all'assenza di memoria, il maggiore era bravo con il pettine. Beta fingeva quindi di essere dalla parrucchiera, facendo del gossip e chiacchierando mentre lui rideva come un ebete, per qualche motivo divertito dalla situazione. Ma quella volta i discorsi frivoli della ragazza non riuscivano a coinvolgerlo, era anzi lui ad avere domande da porle. Prima non ci aveva mai fatto caso, ma man mano che il suo cervello andava evolvendosi un preciso quesito gli dava il tormento ogni volta che si ritrovava senza il suo ragazzo.

“Dov'è andato Gamma?”

Una normale, innocente domanda... Se non che Gamma fosse ad aiutare l'El Dorado a bloccare gli SSC mentre gli altri membri cercavano un rimedio per lo stesso Zanark. I ragazzi dai poteri paranormali avevano cominciato a farsi notare con dei piccoli attacchi, ma non era niente che Toudou e i suoi non riuscissero a gestire, anzi: erano addirittura in netto vantaggio, forse perché di nemici alla fine ve ne erano solamente una ventina e l'unico per cui nutrivano preoccupazione era Saru. L'albino non ne aveva fatto parola con l'amato, voleva evitare domande, preoccupazioni ed eventuali sensi di colpa, ma Beta non si fece questi scrupoli. Con il suo solito ghigno gli raccontò a parole semplici e comprensibili il lavoro sporco dell'altro. Inizialmente questi discorsi facevano apparire Gamma come un eroe, rendendo il fidanzato assai fiero di conoscere uno di quei ragazzi coraggiosi che salvavano il mondo che vedeva nei cartoni animati ogni giorno... Finché la

 ragazza non gli sbatté in faccia la verità, smontandogli tutto l'orgoglio.

“Non ti credere, lo fa solo perché ti hanno rubato i ricordi. In questo momento sei fastidioso per lui e ci serve che tu torni normale.”

“Sono... Fastidioso?”

“Eh già.”

“Sono fastidioso... Non sono... Normale? Cosa vuol dire?”

“Vuol dire che sei strano!”

“Quindi sono... Diverso?

“Altroché! Potresti continuare con i miei capelli, da bravo?”

Zanark senti un colpo sparato al cuore. Beta aveva sottovalutato la sua capacità di comprensione, pronunciando quelle parole solo per gioco, convinta che non le avrebbe capite. Invece i suoi occhi rossi si spalancarono, pieni di sorpresa. Questo fece ridere la fanciulla, che continuò dando ancora meno peso di prima alle sue parole.

“Non dirmi che non solo Gamma non ti ha detto nulla, ma non ti sei nemmeno accorto di non avere ricordi? Che sfigato!”

Lui non capiva. Non capiva il significato di quella parola. Ricordo. Che cos'era un “ricordo”? Non saperlo lo rendeva diverso? Avrebbero riso tutti di lui? Sarebbe rimasto solo?

“Ugh...” 

Il pettine gli cadde di mano. Ignorò le accese proteste della ragazza e rivolse l'attenzione verso la finestra, attendendo il ritorno di Gamma. I suoi occhi vacui si erano fatti tristi e il suo sguardo era sconvolto come quello di un bambino la cui infanzia viene schiaffeggiata brutalmente dalla realtà.

 

 

Meia fissava la sfera luminosa davanti a sé, come incantata. Anzi, affascinata era il termine più giusto. Bellezza ed energia, due attributi che amava particolarmente, caratterizzavano quella piccola palla di luce.

“E' magnifica, non trovi?”

Quasi non si era accorta di Saru dietro di lei. Era così stregata dalla visione del mistico oggetto che la sua voce calda non la aveva raggiunta immediatamente e solo il suo tocco sicuro la riportò a focalizzarsi su di lui. Gli sorrise con dolcezza.

“Davvero splendida, i miei complimenti. Non pensavo che sarebbe nato qualcosa di così bello da... Beh, lo sai.”

“Ma come? La bellezza è materia tua, Meia.”

Ricambiò il sorriso, aggiungendo una carezza sulla guancia sinistra. Evan era un poco impacciato con i gesti affettuosi, ma non per questo non era sincero quando li dimostrava. Lei gli strinse la mano, ringraziando per l'ennesima volta ogni forza possibile per essersi accorta del grande valore di Saryuu e per averlo introdotto nella sua vita amorosa al posto del più debole e inaffidabile Gillis.

“E' quasi ora” Riprese l'altro, sistemandosi gli occhialini con particolare attenzione “Che ne dici di preparare un the? Il nostro ospite sarà qui a momenti.”

Non appena ebbe finito di parlare si sentì bussare con insistenza e i seguenti “Saru! Dove sei?!” rivelarono che l'ospite atteso era arrivato. Meia ricevette un furtivo bacio sulla fronte, per poi affrettarsi a preparare il the mentre il suo ragazzo accoglieva calorosamente Fey Rune.

“Quanto tempo, vecchio mio. Prego, entra.”

“Perché ti comporti così, Saru?!”

“Per favore... Siediti prima. Vorrei parlarne con calma, per questo ti ho invitato qui.”

Lo fece accomodare su una comoda poltroncina, assicurandosi di metterlo a suo agio. Fey sembrò tranquillizzarsi, accettò ogni cortesia e ringraziò gentilmente per il the, probabilmente pensando che, visto il noto atteggiamento bellicoso di Saru, se quest'ultimo avesse voluto comunicargli intenzioni losche lo avrebbe fatto subito. Decise quindi di ascoltare con calma le sue ragioni.

“Mi spieghi cosa sta succedendo? Perché avete ripreso ad attaccare?”

“E'... stato un errore.”

Il giovane Rune dimostrò stupore. Saru che ammetteva un errore? Doveva essere successo qualcosa. Gli si avvicinò, preoccupato.

“Spiegami meglio.”

“Non ci siamo sentiti pronti ad abbandonare i nostri poteri e siamo stati impulsivi. Ma lo svantaggio, soprattutto numerico, è schiacciante ed evidente... Ma non possiamo ritirarci come se nulla fosse dopo tutto il male causato...”

“Possiamo aiutarti io e mio padre!”

“...Davvero lo fareste?”

“Ma certo, non ricordi gli insegnamenti di Tenma? Dobbiamo aiutarci a vicenda. Dopottutto... Io e te siamo amici, Saru!”

“Amici...”

Tenma ne aveva dette di cose sull'amicizia. Quel ragazzino del passato parlava come se il mondo fosse semplice e gestibile. Saranno anche stati simili nell'aspetto, ma Matsukaze Tenma e Saryuu Evan erano molto diversi tra loro. Ma non voleva minimamente pensarci in quel momento, quindi portò l'attenzione generale sulla sfera luminosa.

“E' bella, vero?”

“Sì, molto. Che cos'è?”

“E' Zanark.”

“Cosa?!”

“Tranquillo, lui sta bene. Questi sono solo i suoi ricordi... Ti posso chiedere un grande favore? Posso affidarli a te, in modo che tu li restituisca al loro legittimo proprietario? Come dicevo sarebbe complicato se lo facessi io...”

“Ho capito, lascia fare a me. Tenterò io di spiegare la situazione all'El Dorado.”

“Ti ringazio, Fey. Sei davvero un bravo ragazzo.”

Meia osservava da lontano mentre il suo amato porgeva i ricordi di Zanark sotto forma di sfera all'altro ragazzo. Bellezza ed energia. Le percepiva di nuovo, più di prima.

“E' molto calda...” Commentò Rune “Sembra quasi viva...”

“Oh sì. Un ricordo è quanto di più vivo ci sia al mondo.”

“Impressionante...”

“Già. E stai per scoprirlo sulla tua pelle... Traditore.”

Schioccò le dita e Fey si accasciò al suolo, urlando agonizzante. La sfera stava penetrando nel suo corpo, lacerandogli il cervello con una forza inimmaginabile: la forza dei ricordi. Saru era stato un vero maestro dell'inganno. Perché aveva fatto ciò? Glielo chiese anche Fey, in preda al dolore. Saryuu Evan ghignò e scandì le due parole di risposta in un sussurro.

“Per Kizaru.”

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bene dopo questo capitolo perderò metà dei miei lettori aaaahn
Ciao persone! Qui Ursy dopo soli otto giorni dall'ultimo aggiornamento, che record!
Ebbene sì, ero molto ispirata in questo periodo. Ho avuto molto da studiare e non appena mi si liberava la mente dovevo svagarmi scrivendo. E' venuta fuori questa roba, spero vi piaccia!
Parliamo un po' del capitolo... Beta l'ha combinata grossa (ti avevo avvertita, Fely--) e ora abbiamo uno Zanark sconvolto. Uuugh, non immaginate il dolore nello scrivere la parte in cui Zanark le fa da cagnolino, l'ho mandato completamente OOC e il mio Zanark interiore ha protestato assai, sigh sigh, mi manca lo Zan stronzo sicuro di sé ç__ç
Passiamo alla seconda parte. So già che mi state odiando per il megafriendzone della SaruFey. Scusate, ma è tipo la mia NOTP :'D Ma appariranno insieme molto, ve lo garantisco! Il finale vi ha incuriositi? Spero proprio di sì!
Faccio i miei soliti ringraziamenti a Marina Swift, Felicty Rune_ e anche a _percypotter_ (ggggente nuova, yay!) per avermi recensita bello scorso capitolo, troppo gentili~ Poi grazie obv a Lau per avermi aiutato a impostare il capitolo e a Sissy per avermelo betato (ed entrambe per avermi spammata alla grande ad una fiera lo scorso weekend--) ... E a tutti voi lettori silenziosi che leggete e magari apprezzate!
Oh, dimenticavo! Nel caso non lo sapeste, Shura, il ragazzo della Zanark Domain menzionato nel capitolo, è questa testa a cocorito (cit.) qui -->     inazuma-eleven.wikia.com/wiki/Shura
A presto!!
Ursy
   
 
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