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Autore: zero2757    06/12/2014    1 recensioni
Isabella, una ragazza come tante, insoddisfatta di sé ma felice di quel che la circonda ha un piano.
Sparire dalla vita del padre.
Non per conflitti con il padre stesso, bensì per i suoi. Un sogno da realizzare, un sacrificio da fare e tanto da scoprire!
Questa storia, la riedito con una trama più precisa (Era stata pubblicata nel 2012). Spero vi piaccia!
Tratto dal 3 Capitolo:
«Che cosa ascolti?», riemersa dai suoi pensieri, Bella, si accorse che il giovane "Appannato" (come aveva da poco deciso di chiamarlo) la stava guardando con aria curiosa, ma sempre con il bellissimo sorriso di quando si era seduto. Le servirono sì e no 45 secondi per riprendersi.
«September Morn, di Neil Diamond» riuscì a pronunciare solo il nome della canzone e l'autore che Appannato si mise a ridere.
Genere: Commedia, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Liam
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Attenzione:Premetto subito che a Smithfield Square esistono delle case che il comune assegna a seconda delle richieste e che (Per Davvero) Gli Irlandesi considerano da Sfigati. In più, la casa in questione l'ho immaginata e alune cose di Smithfield le ho stravolte, tipo il secondo cortiletto. (La somma chiesta dal Tassista è la cifra esatta che chiedono tutti da Dubiln Airport a Smithfield Square. Io stessa, quando sono stata a Dublino, mi ha chiesto questa cifra... E per chi se lo chiedesse, Sì, sono stata proprio a Smithfield Square N°6 a passare la mia vacanza). I personaggi qui presenti appartengono a Stephenie Mayer, io li sto solo riutlizzando per la storia NON a scopo di lucro. Alcuni di questi personaggi saranno stravolti nell'aspetto fisico, come me li ero immaginata io quando leggevo la saga. Appurato tutto questo vi lascio alla storia... Spero piaccia!
Questa storia era già stata pubblicata da me nel 2012, con il medesimo titolo. Adesso ve la ripropongo in maniera diversa!
Kiss, Michy!


_I Love Ireland_

Il Cielo D'Irlanda - Fiorella Mannoia

 

Il Cielo D'Irlanda è un oceano di Nuvole e Luce
Il Cielo D'Irlanda è un tappeto che Corre Veloce
Il Cielo D'Irlanda ha i tuoi Occhi se Guardi Lassù
Ti Annega di Verde e Copre di Blu

Dovunque tu stia viaggiando
Con Zingari o Re 
Il Cielo D'Irlanda si muove con Te
Il Cielo D'Irlanda è Dentro di Te

 

La prima cosa che colpì Isabella non appena atterrata fu l'aereoporto, grandissimo e con alternanza di fasce mobili per facilitare il viaggiatore con valige pesanti. La seconda fu il fatto che in sette ore di viaggio; quanto aveva appreso di Liam. Bello, benestante, Architetto e con una famiglia complicatamente felice di tredici persone (o almeno così pareva, dato che aveva problemi con uno dei suoi componenti, Edward). Ma la cosa che proprio non capiva era l'affinità e la velocità con cui si era aperta a lui. Gli aveva raccontato tutto, persino della morte della madre e di quanto ancora ne sentisse la mancanza. Appena arrivati al gate per poter uscire, Isabella, si rese conto che, non appena fuori, si sarebbero persi di vista. Fu pervasa da una strana tristezza, intensa che durò finché non mostrò il passaporto a chi di dovere, quando finalmente furono fuori, Isabella si voltò. Lui era ancora lì, con un sorrisetto che (grazie a quelle ore aveva capito) lo caratterizzava.
«Allora questo è un addio, Liam Twice» disse lei, riuscendo magicamente a cammuffare la voce. Ma per quanto potesse essere brava nel nascondere ciò che provava, Liam, non era certo uno sprovveduto. Con passo fermo si avvicinò il tanto che serviva per chinarsi e baciarla sulle labbra. Un bacio fugace, senza impegno, ma che procurò un rossore notevole alle gote della ragazza.
«Casomai un arrivederci, signorina Swan» le rispose, per poi prendere la sua valigia ed incamminarsi verso il primo Taxi della fila addetta a quell'area. Si voltò circa a metà tragitto, per sorriderle e salutarla con la mano, per lasciare lei nel tormento e nella confusione totale.

 

Dopo essersi scossa, inforcò la sua medesima strada fino al taxi più vicino, con fare cordiale il tassista le chiese dove era diretta. «Smithfield Square, per favore» rispose lei, per poi lasciare in consegna il suo bagaglio allo stesso che lo mise nel portabagli. Il tragitto durò un quarto d'ora, dove Isabella, ammirata e con le lacrime agli occhi ammirava estasiata quelle strade. Si era dimenticata di Liam molto velocemente, la sua Irlanda era mille volte meglio di un singolo uomo.
«Viaggio di lavoro o piacere Miss?» chiese il tassista, che, guardando la sua targhetta identificativa, si chiamava Jerry. Isabella scese dal taxi, un sorriso radioso che le dipingeva il viso. «Un viaggio per restare» le rispose, Jerry (che dato il suo lavoro ne aveva viste di persone) capì al volo.
«Allora... Benvenuta in Irlanda, Miss» l'accolse lui mentre lei lo pagava dei suoi 21,50 euro per il viaggio. «Grazie!».

 

Il complesso residenziale moderno di Smithfield era stupefacente, estremamente moderno e pratico con bar, un ostello (Il Generator) e una Distilleria. Isabella, però, aveva fatto richiesta per quelle casette residenziali a due piani che lei vedeva carinissime e tipiche (anche se per gli Irlandesi erano considerate "da sfigati"). Accanto al cancello vide una donna, alta con una chioma fulva, colorito roseo ed occhi azzurri intenta a scrutare delle carte che aveva in mano. «Salve -iniziò Isabella- lei deve essere la signora Siobhan, giusto?» chiese lei, mentre l'altra alzava lo sguardo con un sorriso caloroso.
«Sì sono io, e tu devi essere Isabella Swan, giusto? Piacere -Le afferrò la mano con decisione ed estrema professionalità- Ti prego dammi del tu! Ho solo 43 anni! Per Diana!» esclamò per poi far ridere entrambe. «Bene, ti faccio vedere la casa» e mentre lo diceva aveva già aperto il cancelletto incorniciato da un muretto a mattoni rossi, per poi avvicinarsi alla porta (subito accanto vi era una finestra con tende verdi al suo interno). Non appena varcò la porta, Isabella, con il cuore in fomento capì che quella era la sua casa. Le pareti erano di un lilla tenue, poco distante dalla porta una deliziosa rampa di scale (in mogano) portava al piano di sopra, mentre alla sua destra trovava ben tre porte. Una era della cucina, con un camino a cappa dove poter cucinare. Il mobilio completamente in legno, sia per il tavolo che per il cucinotto, le pareti di un color panna per dare più luce (un tripudio di crema e nocciola). Poco distante dal tavolo vi era un'altra porta che dava ad un cortiletto. Nella seconda porta vi era un lussuoso bagno dalle pareti di un celeste chiarissimo con finissimi dettagli, i mobili ed i sanitari di un bianco panna e marmo.
«Le piace fino ad ora?» le chiese Siobhan con fare materno, «E menomale che per gli Irlandesi queste case sono da sfigati» le sfuggì, mentre i suoi occhi si riempivano sempre di più di lacrime. Era proprio ciò che aveva immaginato. «Ahahhaah, che ti devo dire... Siamo complicati -inizò Siobhan, non appena ebbe l'attenzione di Isabella- Le nostre case patriarcali fuori città sono grandissime e quelle di città ci sembrano poca cosa a confronto» concluse lei sorridendo «Oh Mio Dio! Scusami, non sapevo fossi una... Bhe, Irlandese Purosangue...» cercò di scusarsi Isabella, rossa nuovamente in volto, ma Siobhan le prese le mani e con fare rassicurante. «Ttanquilla, certamente tu non potevi sapere, ma sappi che non mi hai offesa, anzi! Sei molto divertente! Ma tu sei sicura di stare bene?» chiese lei mentre i suoi occhi color cielo la scrutavano incuriositi. Era molto giovane, non avrà avuto più di vent'anni ed era per questo che Siobhan non capiva. Perché trasferisri così lontano da casa? Perché in così giovane età? «Sì, scusami... Solo che... Per me è un sogno che si avvera, è tutto... Perfetto!» esclamò concitata Isabella, Siobhan sorrise, per poi continuare a mostrare la casa. Il salotto, il ripostiglio, le due camere da letto (ma solo una con il bagno in camera) ed il giardino. Durante tutto questo tragitto, Isabella, non smise un secondo di Piangere dalla felicità e Siobhan non smise un secondo di sorridere, capendo che... Quella ragazza, in pochi istanti (cosa assai rara per lei) le era già entrata nel cuore.  



[To Be Continued...]

   
 
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