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Autore: AvisRose    06/12/2014    1 recensioni
Caroline è distesa sul divano, respira affannosamente. Sta morendo. Ma la causa del suo dolore è anche la causa per cui riniziare a vivere di nuovo, solo che lei, questo ancora non lo sa. Non aspettatevi cose semplici, trama scontata..cercherò di stupirvi ed emozionarvi. Ecco a voi Klaus e Caroline...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline\Klaus
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Si , insomma la mattina era arrivata. E anche più presto del previsto. 'Perchè il tempo passa così velocemente quando non vogliamo?'

Caroline si vestì con la lentezza di una lumaca. Ma in fondo cosa la tratteneva a Mistic Falls?

'No , un attimo' pensò.. Lui ha detto che sono di sua proprietà sì, ma non ha specificato le condizioni e i confini'..
Uun sorriso più che astuto si tracciò sulla bocca di Caroline. Ed una risata fresca le salì alla gola. Forse aveva la soluzione. Poteva scappare!
Sì ,anche se molto probabilmente l'avrebbe trovata. E certo ,non era saggio abbandonare sua madre. Ma sapeva come sarebbe finita.
Lui avrebbe obbligato lei a fare la servetta e questo non le stava per niente bene. E forse Caroline aveva il difetto dell'orgoglio.
Ma come biasimarla...

Uno spirito libero fa fatica ad imprigionarsi di propria spontanea volontà. Anzi non accetta neanche per un secondo di poter perdere quella libertà tanto agognata. E così era per Caroline.

Decise che era meglio non avvertire nessuno. Ma pensò comunque di scrivere una lettera per sua madre. Si precipitò in cucina ed iniziò così ad annotare giù qualche riga..

 

ciao mamma,

non ti allarmare, io ritornerò. Ora, per motivi che non posso rivelarti, devo scappare. Cerca di mantenerti il più lontano da Klaus. Io devo partire e ti prometto che ti chiamerò appena possibile. Ti voglio tanto bene, non sai nemmeno quanto. A presto, perchè spero sia così,

tua Caroline

 

Ecco, ora doveva solo posarla in un punto visibile ma non scontato. Optò per il comodino. Vicino alla pila di libri che stava leggendo sua madre. Ne lesse il titolo del primo , probabilmente il più recente: Anna Karenina.
Ah, così sua madre si dava alla letteratura russa.
Caroline aveva letto molto tempo prima, quel libro. Di certo la fine non era poi così scontata.

Pensò , in quel momento di sentirsi un poco come Anna, fuggiva per amore.
Ma fuggiva con un peso sul cuore. Non voleva lasciare i suoi cari , le persone che amava. Ma quella era la scelta che aveva fatto.
Ora basta pensare, si ricordò, è ora d'agire.
Fece al momento una leggera valigia, con il minimo indispensabile, prese le chiavi della macchina e poi partì.
Un ultimo sguardo alla casa : tutto era tranquillo, un'atmosfera calma, come prima di una tempesta..

Aveva una meta? Probabilmente no. Quello che le interessava era fuggire. Questo era un po' quello che le insegnava la storia di Catherine.

 

Klaus nel frattempo si era stancato di aspettare. Possibile che Caroline ci mettesse così tanto per arrivare.
Che si fosse presa a letto? No, poco probabile. Che fosse andata a lamentarsi della situazione in cui si sera cacciata dai suoi amichetti?
Bah.. e quando fosse entrata, lui,cosa avrebbe detto per ben accoglierla? Ecco questa era la vera domanda!
Klaus girava per casa nervoso come un bambino la notte di Natale. Oramai non credeva più in uno spirito natalizio.
Che storia era mai questa? Quella del Natale.. un mito per addolcire i più stolti , tutto qui. E bisogna ammettere che Klaus poteva definirsi in un qualunque modo, ma stolto era inaccettabile. E la sua storia non si sarebbe mai conclusa come quella del Grinch.
Questo era poco ma sicuro.
'Ma insomma, i minuti passano e lei non è ancora qui! Vorrà dire che veramente è andata a frignare dai suoi amichetti, beh quando tornerà non penso sarò ancora di buon umore.'

 

Intanto le ore passarono ; si fecero le sette e lo sceriffo Forbes rincasò come suo solito.
L'unica differenza era che la casa era vuota. Avvolta in un silenzio impalpabile.
Lo sceriffo controllò ogni stanza ma di Caroline nemmeno l'ombra. Provò al cellulare ma nessuno rispose e così si rassegnò mangiando un piatto di zuppa calda da sola. Quando arrivò il momento di dormire si recò in camera e lì, proprio sopra al libro che stava rileggendo ,c'era una nota scritta con la calligrafia di sua figlia. La prese in mano e iniziò famelicamente a leggere.

Non fu facile per lei comprendere a pieno quello che era stato scritto. Ma comunque lo accettò. Sapeva che appena avesse potuto, caroline si sarebbe messa in contatto con lei. Di questo ne era sicura. Ora sperava solo che Klaus non si facesse vivo.

Più facile a dirsi che a farsi...

 

Caroline stava guidando da ore, non ne poteva più.
Ormai aveva attraversato il West Virginia. Dove sarebbe andata? Chiamare Tyler? Non ancora. E poi non voleva coinvolgerlo il più del necessario.
Se Klaus, nell'ipotesi peggiore, li avesse trovati, sarebbe stato un bel problema. Un bel gran problema.
E poi c'era una parte di Caroline che pensava che lui non avrebbe mosso quasi un dito anche se si fosse accorto che era scappata. D'altra parte lei non era così importante per lui. Semplicemente non pensava di esserlo.
Perchè guardiamo la verità in faccia, avrà pure avuto un bel faccino, una mente molto aperta ma era pronta a scommettere che Klaus prima o dopo si sarebbe stancato di lei.
Quindi giocava di anticipo e se ne andava prima lei via da Mystic Falls. Tutti questi pensieri turbinavano nella testa di Caroline. Ora doveva solo trovare un motel per riposarsi. Qualcosa fuori mano, distante dalla strada, dove nessuno mai l'avrebbe trovata.

Passò alla sua destra un cartello. 'Gabriel's bed and breakfast in the wood'. In un bosco? Interessante..

Il cartello indicava anche che mancava una quindicina di kilometri per arrivarci. Sì, dai poteva essere una buona soluzione per la notte.

Arrivò, percorse velocemente lo spazio che la separava dalla macchina ad un buon letto ed entrò nell'edificio. La prima stanza non era poi così mal arredata; ma quel posto sembrava spoglio, sembrava che non i passasse nessuno da anni e anni. Incurante di tutto ciò, si avvicinò al bancone. Suonò il campanello. Ed ecco che un uomo dalla strana apparenza la raggiunse. Non curato, ecco come si poteva definire. La barba lasciata crescere così come veniva, i capelli crespi lunghi e quella giacca e camicia che sembravano avere molti anni.

Tutto in quel posto sembrava invecchiato, come se appartenesse ad un'altra epoca.

-se mi vuole seguire, signorina, la accompagno alla camera.

Nessun nome, nessun documento, nemmeno una presentazione. Ma Caroline si lasciò condurre..

 

 

 

Il mio angolo:
scusate veramente per il ritardo, ma grazie per la fiducia. qualcuna di voi mi ha scritto affinchè aggiornassi; non pensavo questa storia avesse delle persone pronte a chiederne ancora. ahaha ma di questo sono più che contenta sopratutto perchè in quello che scrivo ci metto una parte di me, com'è giusto che sia. comunque grazie e non abbiate paura di disturbare magari anche con un piccolo commento. sarà più che aprezzato :3
a presto! e questa volta sul serio;)
Tatia
  
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