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Autore: stelladineve    06/12/2014    2 recensioni
"Non c'è niente di piú triste che svegliarsi la mattina di Natale e non essere piú un bambino".
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Famiglia Black, Famiglia Dursley, Famiglia Potter, Famiglia Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Sdraiato sul suo lettino, Harry guardava il soffitto della sua minuscola stanzetta sotto al sottoscala, e ripensava alla serata appena trascorsa. Zio Vernon e zia Petunia avevano invitato a cena degli amici, e a lui era stato ordinato di non uscire dalla sta stanza per nessun motivo al mondo; facendo piano piano, però, era riuscito a non farsi scoprire mentre andava in bagno, e aveva sbirciato ciò che stavano facendo gli adulti. La sala degli zii era riccamente addobbata, e anche se zia Petunia non aveva buon gusto, dava comunque una sensazione di calore e di famiglia; a capotavola, sedeva zio Vernon, vestito con il suo completo migliore, e un’aria fin troppo ossequiosa, mentre versava da bere alla signora accanto a lui. All’altro capo della tavola sedeva la zia Marge, che sembrava già abbastanza brilla, dal modo in cui parlava e rideva sguaiatamente; accanto a lei era appollaiato Dudley, troppo occupato a riempirsi di cibo per poter dire qualcosa di sensato. In piedi, mentre porgeva il piatto da portata ad un signore, c’era zia Petunia, vestita di pizzi e merletti, con un fiocco in testa; il suo sorriso non riusciva però a nascondere l’apprensione che le dava la presenza del cane di Marge, che in quel momento stava rosicchiando allegramente il velluto della poltrona preferita di Vernon.
Con questa scena impressa  in mente, Harry, una volta tornato in camera, provò a scambiare i volti degli zii e dei loro ospiti con quelli dei suoi genitori, che aveva visto in una foto che zia Petunia teneva nascosta in  un libro. Ecco, se adesso chiudeva gli occhi, riusciva a vedere sua madre, bellissima, con i capelli rossi sciolti sulle spalle, che scherzava e rideva con i suoi ospiti, regalando ad ognuno un cappello da Babbo Natale, ed indossandolo pure lei stessa; riusciva a vedere suo padre, lo vedeva ballare con la mamma al suono di “JingleBells”, lo vedeva farla piroettare tra gli amici che tenevano il tempo battendo le mani. Vedeva sua madre servire ogni genere di pietanza squisita, senza quel sorriso finto che caratterizzava zia Petunia, ma con un’allegria che riusciva a contagiare anche le persone più tristi; vedeva suo papà rompere per sbaglio un bicchiere di vetro, e la mamma rimproverarlo scherzando, dicendogli che era sempre il solito maldestro. Vedeva casa sua, non perfettamente ordinata come quella degli zii, ma molto più calorosa; le persone che venivano a trovarli si sentivano subito benvenuti, perché di sicuro mamma e papà sapevano mettere tutti a loro agio, non come la zia Petunia, che se qualcuno arrivava senza essere atteso lo trattava con una freddezza fin troppo evidente. 
E poi, vedeva proprio se stesso scendere timidamente le scale, pervaso dalla sua solita paura di essere di troppo, vedeva suo padre andargli incontro sorridendo e prenderlo sulle spalle, e portarlo nel salotto dove tutti lo stavano aspettando; vedeva sua madre venire a fargli una carezza e dirgli qualcosa di buffo. Vedeva sorrisi, allegria, confusione, mani che stappavano bottiglie di spumante, pacchetti colorati posti sotto l’Albero; sentiva le risate, le voci che a volte intonavano carole di Natale, il campanello che squillava in continuazione, persone che si aggiungevano alla festa, sapendo che in casa Potter erano i benvenuti, perché più si era, migliore sarebbe stato il Natale.  E alla fine, intravedeva una macchina fotografica passare di mano in mano, e sentiva il flash di innumerevoli fotografie che avrebbero ricordato quella splendida serata per anni e anni; e poi, si sentiva la voce di qualcuno esclamare:- Famiglia Potter, in posa!-, e nel giro di poco lui, mamma e papà erano immortalati sorridenti in una foto, che li raffigurava abbracciati stretti, tutti e tre, uniti da un legame che non si sarebbe mai sciolto.
Con quest’ultima immagine, il piccolo Harry si addormentò, ma prima di chiudere gli occhi, mormorò a se stesso:- So che un giorno, se sarò buono, riuscirò ad essere felice anche io, e mamma e papà saranno orgogliosi di me.-
 
 
La casa esplodeva quasi di luci, voci felici, profumi e risate; fuori nevicava, e tutto, ma proprio ogni cosa, sembrava che fosse una prospettiva perfetta per passare una serata della Vigilia splendida. Ginny accoglieva gli ospiti con un sorriso luminoso, i ragazzi avevano apparecchiato la tavola in modo molto elegante, e Molly, dalla cucina, urlava saluti a tutti, scusandosi di non poter accoglierli di persona, ma se si muoveva dalla cucina la cena si rovinava, e questo non poteva assolutamente accadere. Arthur aveva invitato la piccola Lily a ballare un valzer con lui, e la faceva volteggiare, mentre James, vestito di tutto punto, dava il suo regalo a Dominique, davanti agli occhi maliziosi degli altri cugini.
E poi, fu un attimo.
  • Famiglia Potter, in posa!-
E mentre si metteva in posa con sua moglie ed i suoi figli, ad Harry venne di nuovo in mente il sogno ad occhi aperti che aveva fatto quando aveva solo 5 anni; si guardò intorno, e un momento prima del flash, fece un sorriso enorme. Attorno a lui non c’erano i suoi genitori, ma c’era lo stesso la sua famiglia, le persone a lui più care, le persone a cui doveva molto.
Stringendo a sé moglie e figli, chiuse gli occhi per un istante, e in quel momento ebbe la sicurezza che i suoi genitori lo stavano guardando ed erano orgogliosi di lui.
   
 
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