Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Styles95    06/12/2014    1 recensioni
I don't care what anyone says
'Cause you and I are bigger than this
And I'll be there just keeping my arms wind open
They can try to pull us apart
I'll fight them more, I'll cover your heart
Yeah, we can fly together, we can't be broke
Yeah, we can find love, just like that
We can fall hard, just like that
Yeah, we could do it all, just like that
And I like it when you call me, I will always find you
When you need me out, I'll come for you
And when you're lonely, I will find a way to
Guide you home to me, I'll come for you, come for you
I will bind your love, bind your love to me, me
Cher Lloyd - Bind your love
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Furry
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Undici

Allungo la mano afferrando il coltello dal bancone per poi affondarlo nel limone, il succo esce all'improvviso finendomi in un occhio, cerco di strofinarlo ma la situazione peggiora. Mio padre passa dietro di me guardandomi preoccupato.
-Odio questo lavoro...- commento facendomi aria nell'occhio ha appena smesso di lacrimare. -Non è neanche un lavoro!- esclamo poi irritata.
Mio padre ritorna alla sua postazione mentre io continuo a litigare con le fette di limone al bancone del bar, sento i clienti chiacchierare e ridere mentre mangiano e bevono, l'orologio sulla parete indica che è solo poco dopo l'ora di pranzo e io vorrei già essere nel mio letto, nonostante sia sabato.
Continuo a immaginare la vibrazione del telefono nella tasca posteriore dei jeans, credo di averlo controllato almeno venti volte nell'ultima ora.
Continuo a lavorare cercando di non pensare a nulla e sopratutto di non pensare a due sere fa, di non pensare a lui, ai suoi occhi e alla sue labbra rosa. Poso il coltello prima di targliarmi un dito, sospiro rumorosamente poggiando le mani sul bancone bianco di marmo.
Solo un messaggio in due giorni e sto impazzendo!
Qualcosa mi colpisce la testa per poi cadere con un tonfo sul pavimento di legno del bar, neanche un secondo dopo accade la stessa identica cosa. Mi giro di scatto ritrovandomi Harry che gioca con le bustine di zucchero, abbasso lo sguardo trovando vicino ai miei piedi quelle che mi ha appena lanciato.
Perchè continua ad apparire quando meno me lo aspetto?
-Mi ricordi quanti anni hai?- chiedo ridendo e avvicinandomi.
-Tre. - risponde con una scrollata di spalle.
Cerco di stamparmi la sua immagine nel cervello per quando andrà via, indossa una camicia gialla che ha lasciato aperta sul petto come il suo solito, mi chiedo come faccia a non morire di freddo. Il mio sguardo passa sul suo braccio dove noto un nuovo tatuaggio. Mi avvicino allungando la mano sul suo braccio poggiato sul marmo.
-E' nuovo?- chiedo sfiorando il disegno di quello che sembra una sirena, sembra essere ancora in rilievo sulla pelle.
Harry sorride soddisfatto. -Dimmi Cam, li hai imparati a memoria vero?- mi fa l'occhiolino e quando mi rendo conto che allude al fatto che devo averlo fissato parecchio l'altra notte sento il sangue salirmi sul viso. Gli lancio sul petto una bustina di zucchero facendolo ridere.
-Presuntuoso!- esclamo alzando gli occhi al cielo. -Non ti vedo da due giorni ma almeno ora so che sei stata chiuso in una stanza con un tatuatore. -aggiungo incrociando le braccia al petto.
-Ti sono mancato?- chiede alzando un sopracciglio mentre una ciocca di capelli gli cade sul collo formando un boccolo perfetto.
-Sei insopportabile oggi, sei già stato avvertito?- cerco di nascondere un sorriso che mi spunta spontaneamente sul viso. Vedo che sta per rispondere ma veniamo interrotti da un ragazzo che alla sua sinistra si schiarisce la voce per attirare la nostra attenzione, faccio silenzio aspettando che chieda ad Harry di fare una foto ma il suo sguardo si ferma su di me.
-Posso avere una cioccolata calda da portare via?-
Ritorno alla realtà nel giro di pochi istanti, maledetto Harry, mi ero dimenticata di essere a lavoro. Annuisco scusandomi per poi correre a prendere un bicchiere in cui versare la bevanda calda che per fortuna non richiede molto tempo da preparare. Ritorno dal ragazzo portando il bicchiere mentre lui mi porge una banconota da cinque sterline.
-Scusa se ti ho fatto aspettare. - mi scuso per l'ennesima volta mentre prendo il resto da dargli.
-Tieni pure il resto. - mi interrompe. -Non ti preoccupare, è stato un piacere!- esclama alzando la cioccolata e facendomi l'occhiolino, mi trattengo da spalancare la bocca e gli faccio un sorriso.
-Goditi la cioccolata. - rispondo salutanto.
-A presto ... come ti chiami?- mi allunga la mano da sopra il bancone e vorrei scoppiare a ridere. Ci sta provando o mi sbaglio? Non è neanche male ad essere onesta.
Apro la bocca per rispondere ma Harry si schiarisce la voce attirando l'attenzione. Il suo sguardo si ferma sul ragazzo che sembra minuscolo rispetto a lui in questo preciso istante e decisamente meno attraente ora che Harry è rientrato nella mia visuale.
-Ciao. - il ragazzo batte la ritirata lasciandoci soli.
-Lo hai spaventato... - commento ridendo ma il suo sguardo rimane serio.
-Ci stava provando con te. - dice con lo sguardo accigliato facendo rispuntare la ruga sulla fronte.
-Se anche fosse?- lo punzecchio un pò ancora incrudele che fosse così effettivemente.
-Non mi piace. - il suo sguardo mi trafigge come una lama mentre sento lo stomaco chiudersi e ridursi ad una noce.
Che vuol dire che non gli piace? E io che ci posso fare poi?
Rimango a guardarlo cercando qualcosa da dire, una mano si posa sulla mia spalla riportandomi con i piedi a terra.
-Harry? Giusto?- chiede mio padre verso di lui.
Harry annuisce scattando in avanti stringendo la mano di mio padre per salutarlo.
-Come va?- gli chiede mentre io sono impegnata a fissarmi i piedi continuando a ripensare alle sue parole.
-Tutto bene, grazie!- risponde mio padre e riesco ad immaginare un sorriso compiaciuto sul suo viso. -Come mai da queste parti? Lavoro?- gli chiede poi lanciando un'occhiata veloce verso di me.
-Si ... no, cioè ... - Harry si schiarisce la gola. -Posso rubare sua figlia solo per questa volta? Ha finito il suo turno?-.
E ora con chi esce? Prima mi fa questa sparata con quel tizio della cioccolata e ora se ne va? Alzo lo sguardo verso di lui e noto che mi sta già guardando, così come mio padre.
Ah già, parla di me.
Mio padre mi guarda leggermente preoccupato mentre io sono davvero imbarazzata, per lui, per Harry, per tutto onestamente. Annuisce dopo averci lanciato un'ultima occhiata che non riesco a decifrare, saluta Harry e sparisce nella cucina.
-Andiamo da qualche parte?- chiedo slacciandomi il grembiule nero dalla vita.
-Voglio farti vedere una cosa.- risponde annuendo.
Prendo il cappotto e la borsa dagli appendini togliendo l'elastico dai capelli lasciando che cadano lisci lungo le spalle. Harry mi sta già aspettando vicino la porta d'entrata ma afferro un bretzel dal bancone per poi raggiungerlo, apre la porta facendomi uscire per prima. L'aria fredda mi fa rabbrividere nel mio cappotto in cui cerco di stringermi il più possibile, camminiamo per qualche metro finchè non arriviamo alla macchina. Mi siedo iniziando a mangiare ma noto che mi guarda con un'espressione sofferente.
-Cosa?- chiedo dopo aver finito di masticare.
-No in macchina... - borbotta guardandomi.
-Ma dai!- esclamo ridendo ma lui è serio. Lo guardo per qualche secondo dando un altro morso
al bretzel, lo vedo sbuffare e alzare gli occhi al cielo.
-Fai il bravo!- dico ridendo. -Puoi averne un pezzo!- aggiunge allungando la mano verso di lui, non se lo fa ripetere due volte che quasi mi morde un dito.
-Non hai anche da bere?- mi chiede mentre si immette nel traffico.
-Pensavo non si mangiasse qua dentro. - rispondo scuotendo la testa mentre l'abitacolo si riempe della sua risata.

La macchina si ferma di botto mentre sto mandando un sms, alzo lo sguardo verso di Harry vedendo il suo sguardo preoccupato, guardo cosa lo preoccupa così tanto e la bocca mi si spalanca.
-Ma che .. - non riesco a finire la frase mentre guardo almeno cinquanta ragazze ferme d'avanti ad un cancello. Alcune fanno foto, parlano al telefono o sembrano impegnate a scrivere qualcosa.
Harry afferra il suo telefono dal cruscotto per poi portarselo all'orecchio mentre supera velocemente il cancello facendo poi manovra.
-Sono bloccato!- dice al telefono mentre parla con chissa chi. -Non posso entrare da li. - risponde guardando velocemente verso di me. -Vengo da dietro. -. Lancia il telefono nel posto di prima mentre si sistema i capelli nervosamente.
-Dove siamo?- chiedo cercando di non irritarlo di più. Il suo viso scatta verso di me e ho quasi paura di aver detto qualcosa di sbagliato ma poi i suoi occhi si ammorbidiscono come se si fosse appena ricordato della mia presenza.
-Volevo portarti alle prove ... ci hanno pensato pure loro però. - ride in modo sarcastico. -Volevo farti vedere quello che faccio, non so.- aggiunge poi voltandosi verso la strada.
Poggio la mano sulla sua mentre cambia la marcia per poter attirare la sua attenzione, si volta verso di me sorpreso, i suoi occhi verdi mi fissano confusi.
-Mi piacerebbe molto. - gli dico seria, mi risponde con un sorriso che fa spuntare le fossette e mi rendo conto che mi è partito il battito cardiaco.
Mi riappoggio al sedile cercando di convincermi che il cuore andava a questo ritmo già da prima che lui mi guardasse. La mia autoconvinzione va avanti fino a quando non passiamo dal retro di questo palazzo attorniato da fan. Non appena Harry spegne la macchina veniamo raggiunti da due uomini che credo facciano parte del loro team.
Scendo dalla macchina seguita da Harry che saluta i due signori per poi passarmi un cartellino con il suo nome e dietro il logo della band.
-Se dovessero chiederti qualcosa. - mi spiega passando la corda colorata di stoffa morbida attorno al mio collo. Il pass di cartoncino duro si ferma sul mio petto nascosto tra i capelli. -Sanno essere abbastanza antipatici questi qui!- esclama facendosi sentire da i due che sbuffano divertiti stando al suo gioco.
La sua mano si poggia sulla mia schiena facendomi segno di incamminarmi verso l'entrata, qualche metro dopo superiamo un muretto che ci fa scoprire dalle ragazze al cancello che iniziano ad urlare e a chiamarlo anche solo per una foto, i flash delle macchinette dei paparazzi sembrano impazzire quando Harry entra nel loro raggio visivo. Mi giro su me stessa per chiedere cosa fare ma noto Harry sorridere verso le ragazze salutandole, il sole gli illumina il viso facendo brillare i suoi occhi, la sua camminata spedita e veloce lo fa sembrare ancora più slanciato e attraente, decido di stare zitta e di non rovinare questo momento perchè lui è troppo bello per essere reale. Mi affretto verso l'entrata e una volta dentro le orecchie iniziano a fischiare per via delle urla.
Nel giro di pochi minuti inizio a non capire più nulla, non so dove sto andando e Harry non è più al mio fianco. Mi ritrovo in una stanza a dir poco enorme piena di fili che sono poggiati sul pavimento, cerco di seguire con lo sguardo a cosa sono collegati ma mi perdo con gli occhi per quanto sono intrecciati. Su un lato della stanza ci sono dei cinque microfoni sorretti da delle aste nere ed è proprio li che Harry riappare magicamente, parla con un altro uomo e mi indica. Mi ritrovo seduta con questo sconosciuto di cui ho già dimenticato il nome.
-Funziona?- chiede una voce che rimbomba nella stanza facendomi notare le enormi casse ai lati del palco improvvisato. La voce è di una ragazzo moro con un leggero accenno di barba che viene subito raggiunto da un altro ragazzo castano, i suoi capelli sono notevolmente più corti. Li osservo per qualche secondo fino a quando non realizzo chi mi trovo di fronte. Mi siedo meglio cercando di assorbire tutto ciò che mi ritrovo di fronte, mai mi sarei immaginata di assistere alle loro prove.
Quando tutti e cinque i ragazzi sono pronti la musica inizia ad uscire dalle casse invadendo la stanza, ci sono almeno venti persone qua dentro: tutti concentrati verso di loro.
Le note mi entrano in testa quasi subito e dopo la terza volta, la seconda volta il biondo di nome Niall conosciuto al matrimonio ha fatto ridere tutti starnutendo al momento del suo assolo, inizio a ricordare le parole del ritornello che mi ritrovo a canticchiare con loro.
L'atmosfera è così bella e carica di emozioni che vorrei tirar fuori il cellulare e fare un video ma ho letteralmente paura che il gigante alla mia destra mi prenda a schiaffi. Rimango a guardarli, uno ad uno, quando cantano sembrano immersi in un altro mondo. Harry è talmente concentrato che quella sua ruga adorabile si forma sulla fronta e mi ritrovo a puntare i piedi per terra per paura di non riuscire a fermarmi dall'alzarmi per andare da lui.
La musica termina e i ragazzi si dileguano dal palco lasciandomi con la voglia di chiedere un bis, mi alzo cercando con lo sguardo Harry sperando che non mi abbia lasciato qui.
-Ehi!- .
Una voce alle mie spalle mi fa trasalire, scatto girandomi all'indietro.
-Ciao!- . Mi ritrovo a pochi centimetri da due occhi blu che mi fissano curiosi.
-Ciao.. - rispondo incerta.
-Sei qui per una foto?- mi chiede incrociando le braccia al petto.
-No..è venuta con me, Louis!- Harry riappare alle mie spalle facendoni trasalire per l'ennesima volta in pochi minuti.
-Bhè.. la foto non mi dispiacerebbe...- commento con una scrollata di spalle. -Piacere Cam!- allungo la mano verso Louis che afferra ricambiando la stretta.
-Piacere, Louis!- risponde per poi andare via con un gesto della mano.
-Allora?- mi chiede Harry con gli occhi che brillano. -Com'era?-.
-Meglio di youtube!- esclamo ridendo. -Bravi e la canzone è stupenda, scritta da voi?- chiedo sinceramente curiosa. Il testo è davvero stupendo, una di quelle ballate che vorresti ballare sotto la pioggia stretta alla persona che più ami al mondo.
Harry si lancia in una descrizione dettagliata della stesura del testo avvenuta qualche mese fa a cui hanno collaborato tutti e cinque per poi passare alla musica. Più parla e più mi sento affascinata, ha qualcosa nel modo in cui lo fa che attira ogni cellula del mio corpo, potrei stare a sentirlo per ore.


-Sono io!- urlo entrando nel soggiorno in cui sono cresciuta.
La testa di mia madre spunta dalla cucina salutandomi con un sorriso, la raggiungo sedendomi sul bancone della cucina ricevendo occhiate storte da mia madre che come sempre non vuole vedermi seduta vicino ai fornelli della cucina.
-Mi sorprende vederti sveglia alle dodici di domenica mattina. - mi dice mentre controlla la temperatura del forno. - Sei qui per darci una brutta notizia?-.
Alzo gli occhi al cielo. Quanta drammaticità in questa donna!
-Non potrei essermi svegliata in un orario giusto per una volta?-
Il suo sguardo mi inchioda al mura mentre il suo sopracciglio forma un arco perfetto.
-Okay, magari Cait mi ha buttato giù dal letto... - commento sconfitta facendola ridere.
-Almeno ora posso stare tranquilla. - dice. -Apparecchia la tavola!-.
Mi armo di una tovaglia pulita e di buona volontà iniziando a distribuire posate e bicchieri per tutta la tavola al centro della stanza. Una volta finito mi butto sul divano fissando il soffitto ma una volta alzata la testa un giornalino mi cade sul naso finendo sul mio grembo. Lo afferro notando che è un giornale di gossip. Sfoglio le pagine fino a quando non trovo il bellissimo di viso, saltello sul posto mettendomi a leggere mentre mia madre si siede affianco a me in silenzio.
L'articolo è davvero stupido, insinuano che lui abbia una relazione con una ragazza e che hanno addirittura le prove, avranno sicuramente fatto qualche fotomontaggio. Alla fine della pagina hanno messo questa prova indiscutibile e all'improvviso mi si gela il sangue. Metto a fuoco la foto cercando di dirmi che è uno scherzo, sull'immagine ci siamo noi vicino alla sua macchina.
Lo sa Harry di queste foto?
Sicuramente si...dovrei chiamarlo?
Lui è bellissimo come sempre, i capelli sciolti sulle spalle e la camicia che lascia poco all'immaginazione, io al contrario non mi piaccio per nulla, un lamento mi è esce dalla gola.
-Che hai?- mi chiede mia madre.
-Devo mettermi a dieta.. e devo prendere un paio di jeans nuovi...- rispondo continuando a cercare tutti i minimi difetti.
-Che problema hai ora?- sbuffa divertita.
-Questi jeans mi fanno un sedere enormi!- esclamo mostrando la mia immagine. Mia madre guarda la foto per poi alzare gli occhi al cielo. Riprendo il giornalino ma me lo strappa dalle mani, guarda la copertina e poi mi guarda con gli occhi spalancati.
-Che diamine ci fai su questo giornale?- mi chiede scioccata.
-Ecco...- inizio a cercare qualcosa da dire quando mio padre spunta dal suo ufficio interrompendoci.
Ci sediamo al tavolo pronti per pranzare, quando sono arrivata a metà del mio piatto di pasta mio padre si schiarisce la voce dopo aver bevuto un pò d'acqua.
-Com'è andata ieri?- mi chiede con un tono molto diplomatico.
Alzo lo sguardo incontrando i suoi occhi attenti.
-Bene!- esclamo sentendomi sotto interrogatorio. -Sono uscita con Cait, per l'una stavamo a casa..- li informo ficcandomi un boccone in bocca per evitare altre domande. Mio padre sbuffa spazientito.
-Intendevo ieri pomeriggio. -.
-Perchè cosa è successo ieri pomeriggio?- chiede mia madre curiosa.
-E' andata via prima.. - inizia a spiegarle mio padre per poi essere interrotto di nuovo da lei.
-Perchè? Non stavi bene tesoro?- mi guarda allarmata.
-Oh no, stava molto bene!- esclama sarcastico mio padre.
-Non sei un pò grandino per queste battutine?- borbotto scuotendo la testa.
-Mi stai dando del vecchio?- mi risponde facendomi ridere.
-Ma si può sapere che è successo ieri?- richiede mia madre sempre più confusa.
Il caos, il caos più totale.
Rimango qualche istante a guardare mio padre ridere e mia madre impazzire dalla curiosità per poi decidermi a svuotare le tasche.
-Mamma, non è niente di che! Hai presente le foto del giornare?- la vedo annuire velocemente. -Ecco, ero con lui ieri pomeriggio.- spiego senza troppi giri di parole.
-Ma lui non è quello di quella band?- mi chiede con gli occhi spalancati. Annuisco guardandomi le unghie in modo nervoso, odio il terzo grado.
-State insieme?- mi chiede all'improvviso mio padre con lo sguardo duro.
-Cosa?- arrivo quasi ad urlare. -Siamo amici. - rispondo sentendo le guance andare a fuoco, forse l'intero viso mi sta andando a fuoco. La strana sensazione delle sue labbra sulle mie mi fa ribollire il sangue nelle vene e sento di non poter stare più seduta su questa sedia.
-Guarda quanto è rossa!- esclamo mio padre dando una gomitata a mia madre che lo rimprovera con lo sguardo.
-Okay se il dolce non c'è io andrei!- dico alzandomi ma ricevo solo delle risate come risposta.

Mi rigiro nel letto terribilmente infastida da uno strano ronzio nella stanza, agito la mano vicino l'orecchio cercando di fare andare via il moscerino che probabilmente mi ha scelto come vittima. Lo strano rumore continua nonostante tutto, mi alzo mettendomi seduta. Sono immersa nel buio della notte, la sveglia segna le tre e mezza del mattino e quello strano ronzio continua a farmi impazzire. Passa qualche istante prima che mi renda conto che è il mio telefono a squillare, devo averlo lasciato acceso quando mi sono addormentata. Non riconosco il numero ma rispondo prima che la chiamata finisca.
-Pronto?- la mia voce suona rauca per colpa del telefono.
-Cam? Ti ho svegliata?-.
Rimango interdetta a fissare il vuoto con il telefono appiccicato all'orecchio.
Per quale maledetto motivo Harry mi sta chiamando nel cuore della notte? E' ubriaco?
-Harry?- domando confusa.
-Oddio, è notte fonda a Londra!- esclama come se stesse parlando da solo. -Mi dispiace, scusa!-.
-Dove sei?- chiedo adesso che mi sono ormai svegliata.
-In America.- .
Devo aver dimenticato la velocità con cui si viaggia ora perchè altrimenti non mi sembrerebbe strano che se una persona sparisce per un giorno si possa poi trovare dall'altra parte del mondo, letteralmente.
-Oh...- .
-Mi dispiace, chiamami quando sarà giorno. - mi propone scusandosi.
-Sarà notte da te poi. - rispondo facendo due calcoli a mente.
-Giusto!- esclama ridendo.
-Senti, ormai mi hai svegliato, dimmi il perchè e facciamo prima!- dico senza fare troppi giri di parole. Ci deve essere un motivo se mi ha chiamato, ora voglio saperlo.
-Devo parlarti e non vorrei farlo al telefono ma so qui... - inizia a parlare nervosamente, inizio a mordicchiarmi un unghia mentre sento che una certa tensione mi sta riempendo lo stomaco...

....CONTINUA....


* AUTORE *
Nuovo capitolo finalmente, aggiornerò prestissimo!
Grazie a chi segue e a chi recensisce!
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Styles95