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Autore: Alexandra e Mac    06/12/2014    6 recensioni
Il Passato e il Futuro si mescolano in questo racconto che conclude la trilogia iniziata con Giochi del Destino. Per tutti coloro che hanno amato i personaggi storici da noi inventati.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Scritto nel Destino'
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Capitolo XXXVII



Notte d'amore




L'attesa era terminata. Vide l'ombra di Eleonor chiudere la porta della camera Argento dove Nick gli aveva detto di attenderla e gli sembrò che il cuore stesse per esplodergli nel petto.

L'amico era stato di parola e il resto dipendeva da lui, proprio come gli aveva detto con un sorriso quando, quel mattino, se l'era trovato davanti addirittura in camera propria, con un povero Fenton che continuava a scusarsi, ancora incredulo e attonito per la sfacciataggine del Duca di Lyndham che pretendeva di parlare immediatamente con il Conte... e per immediatamente intendeva proprio subito, tanto che non aveva nemmeno atteso che lo si avvertisse per permettergli di alzarsi dal letto e presentarsi in maniera più consona, ma si era precipitato su per le scale, inseguito dal povero maggiordomo.

Thomas aveva così avuto conferma di ciò che già sospettava quando Sarah si era rifugiata tra le sue braccia per raccontare ciò che era accaduto tra lei e il marito. Neppure per un attimo, infatti, aveva pensato che le frasi rivolte alla moglie fossero indirizzate a Lady Cavendish. Il fatto che Nick, pur dicendo quelle cose, avesse chiamato Sarah col nome della presunta amante, non aveva fatto altro che confermargli che l'amico aveva scoperto tutto; ciononostante non si era rivelato e pertanto doveva avere in mente qualcosa. Doveva solo attendere che lo mettesse a parte di ciò che aveva escogitato per riconquistare la moglie. Lo conosceva da troppo tempo per non sapere quanto fosse astuto. Solo Eleonor, che lo conosceva da poco e Sarah, troppo presa dal suo dolore e dall'amore che nutriva per lui, avevano potuto credere che Nick non si fosse accorto dello scambio.

Quando Eleonor gli aveva proposto il piano non si era espresso né contro né a favore perché voleva lasciare a Sarah la possibilità di far rinsavire l'amico e, alla luce dei fatti aveva fatto bene; però doveva anche ammettere che l'idea avuta da Lady Cavendish avrebbe potuto regalargli l'opportunità di tentare un approccio più intimo con la giovane vedova per cercare di conquistarla e, sempre alla luce di quanto era accaduto la notte precedente, aveva visto giusto anche in quello.

Ciò che ancora non immaginava era che Nick aveva capito anche cos'era successo tra lui ed Eleanor e intendesse a sua volta aiutarlo.

"Le dirò di andare a trascorrere la notte a casa mia dopo lo scambio" gli aveva detto quando Thomas aveva domandato come sarebbe riuscito a convincerla a trascorrere altro tempo sola con lui dopo come si era comportato la sera prima. L'aveva turbata, e molto; se n'era accorto da come evitava imbarazzata il suo sguardo e per di più non aveva ancora risposto alla domanda che avrebbe dato la direzione al loro futuro rapporto.

"Sciocchezze" aveva ribattuto deciso l'amico "è evidente che se non ti ha fermato anche lei lo voleva. L'imbarazzo è naturale, ma non significa che non voglia più avere a che fare con te. Tu l'aspetterai nella camera Argento, dove le dirò che sarà accompagnata da Everly, e vedrai che arriverà, perché la convincerò a lasciare a Sarah e al sottoscritto l’intimità che ci meritiamo dopo quanto è successo. Eleonor non obietterà, perché è una donna romantica. Dopodiché il resto dipenderà da te; ma se sei innamorato di lei come credo, non ti sarà difficile conquistarla. Ho idea che anche tu non le sia indifferente".

"Ma se all’inizio voleva te!" aveva protestato lui.

"Voleva un'avventura con un uomo avvenente e più giovane del defunto marito; voleva conoscere quella passione che una giovane e bella donna si merita da un uomo innamorato di lei e tu, caro Tommy, hai tutti i requisiti per darle ciò che desidera... e forse anche qualcosa in più, o sbaglio?"

Nicholas non sbagliava.

L'aveva desiderata fin dalla prima volta che l'aveva vista, tre anni prima, quando ancora credeva che il gentiluomo che l'aveva accompagnata al ballo fosse il padre.

E in quel momento la desiderava ancora di più; ma non solo: frequentandola si era reso conto che Eleanor era la donna che avrebbe voluto al suo fianco per il resto della vita.

Trattenne il fiato quando si rese conto che, tolta la lunga cappa che la copriva, sotto non indossava un abito, ma una vaporosa veste da camera, la stessa con la quale doveva aver finto di tornare a letto con Nick. Chissà se anche questo particolare era un altro regalo che l'amico aveva voluto fargli, convincendola a raggiungere la dimora di Hyde Park appena ceduto il posto alla legittima consorte, oppure se era stata lei a non perder tempo a cambiarsi per evitare che Sarah si accorgesse che era in combutta col marito.

Comunque fosse andata, non poteva che essere grato per quell'inaspettata fortuna.

Si avvicinò piano e la cinse alla vita, cogliendola di sorpresa. Lei sussultò, non appena si sentì circondare dalle sue braccia, ma lui le mise una mano alla bocca e le sussurrò all'orecchio:

"Non urlate... "

"Thomas... che ci fate qui? Credevo foste tornato a casa vostra. Oppure che steste aspettando Lady Sarah nel mio salottino" disse lei, riconoscendolo.

"Ed è per questo che voi siete scappata qui?" domandò lui, dopo averla lasciata andare, ma trattenendo la sua mano nella propria.

"Non sono scappata. Nicholas mi ha chiesto di lasciargli un po’ di privacy con la moglie... ma ora capisco che era tutta una scusa architettata da voi".

"Niente affatto. L'idea è stata tutta di Nick"  disse lui.

"Anche quella di cogliermi di sorpresa  e di trattenermi contro la mia volontà è un'idea di Nicholas?" domandò ironica lei.

"Vi sto davvero trattenendo contro la vostra volontà?" chiese, lasciando tuttavia andare la sua mano. Poi, senza attendere risposta continuò:

"Nick si è limitato a suggerirmi che poi il resto sarebbe dipeso da me".

"Cosa volete, Thomas?" si risolse a chiedergli, infine.

"Voi. Siete voi ciò che voglio, Eleanor" rispose lui, senza alcuna esitazione.

La sua sicurezza la intrigò molto, tuttavia replicò:

"Non siete un po’ troppo precipitoso? Ci conosciamo appena".

Quindi, per prevenire l'obiezione che aveva colto nel suo sguardo, aggiunse decisa:  "Ciò che è accaduto l'altra sera non conta".

"Allora insegnatemi a corteggiarvi" replicò lui, a sua volta intenzionato a non fermarsi.

"Non credo abbiate bisogno che proprio io vi insegni come adulare una donna. Sono più che sicura che sappiate farlo da solo" rispose lei.

"Ad esempio dicendole che i suoi capelli sono morbidissimi?" chiese Thomas fissandole la chioma sciolta sulle spalle. "O che i suoi occhi sono immensi alla luce della luna?"

"Non dovete esagerare" lo rimproverò Eleanor con tono leggero.

"È la verità" obiettò lui, con voce roca, mentre una mano le sfiorava i capelli.

"Non so se dire la verità sia una buona idea, quando si descrive una donna".

"Neppure se la sua pelle è liscia come la seta?" continuò lui, passandole le nocche su una guancia. "O quando le sue labbra sono fatte per essere baciate?" aggiunse, seguendo con un dito il contorno del suo labbro inferiore.

"Avevo ragione: siete piuttosto esperto in materia di corteggiamento, se solo lo volete" mormorò Eleonor chiudendo gli occhi.

"Cosa dovrei fare come prossima mossa?" proseguì imperterrito lui, fingendo di non averla udita. "Magari un baciamano... Sarebbe appropriato?" e senza attendere risposta le prese la mano e se la portò alle labbra, premendo con gentilezza sul dorso. Poi la girò e baciò il palmo e ogni singolo polpastrello. La sua bocca era calda e morbida e la fece rabbrividire di piacere.

Thomas si fece più vicino e riprese ad accarezzarle il volto con le nocche.

"O forse questo è ancora meglio" mormorò posandole le labbra su una guancia. Si spostò verso la pelle delicata della gola, mentre con una mano scivolava lento sul suo braccio. Eleanor desiderò non indossare la vestaglia cosicché egli potesse accarezzarle la pelle nuda.

"Dicono che alcune donne preferiscano un tocco di questo genere" continuò lui, spostandosi a mordicchiarle il lobo dell'orecchio.

Eleanor trasalì e gli si aggrappò, mentre tutto attorno a lei sembrava vorticare.

"Thomas..." mormorò quando sentì la sua lingua seguirne il contorno, poiché il suo tocco le stava trasmettendo fremiti di piacere in tutto il corpo e lei non sapeva come gestirli. Non aveva mai provato un bisogno cosi intenso di un uomo.

Egli, tuttavia, non aveva ancora intenzione di fermarsi: le sue mani raggiunsero la cintura della vestaglia, l'aprirono e si posarono una sul suo stomaco, l'altra sul suo seno.

"Una donna potrebbe desiderare qualcosa di più... qualcosa di più simile a questo". La sua voce era bassa e profonda e la seduceva quanto il suo tocco.

Mentre le sue dita le sfioravano la rotondità del seno, aggiunse:

"Anche se qualcuna potrebbe ritenerlo troppo ardito".

Senza lasciarle il tempo di replicare la fece voltare, in modo che la schiena appoggiasse contro il suo torace, e dopo averle spostato la massa di capelli da un lato, prese a baciarle la nuca. Scossa da un fremito Eleanor si accasciò contro il suo petto ed egli ne approfittò per stringerla a sé. Quindi, senza smettere di baciarle il collo, fece scivolare la mano lungo il suo corpo e si avvicinò pericolosamente  dove la volta precedente l'aveva toccata. Lei trattenne il fiato, indecisa tra il desiderare che proseguisse per assaporare il medesimo piacere o che si fermasse, risparmiandole l'umiliazione di sentirsi in balia della sua volontà. Fece un respiro profondo, pronta ad assecondarlo, ma lui la fece voltare di nuovo e le baciò le guance, prima una e poi l'altra.

"Ma forse questa sarebbe la cosa migliore da fare" mormorò infine, un attimo prima di sfiorarle le labbra con le proprie. Quando percepì il fremito di Eleonor, le catturò la bocca in un bacio appassionato. Dischiuse le sue labbra senza darle il tempo di esitare, deciso come non era mai stato nel voler baciare una donna. Eleanor gli risvegliava un istinto di predatore che non avrebbe mai immaginato di possedere e che doveva tenere a bada con fatica.

"Non avete risposto alla mia domanda di ieri sera" le disse con un accenno di affanno nella  voce, quando, finalmente, decise di concedere ad entrambi di respirare.

"É importante?" chiese lei, senza tuttavia accennare ad allontanarsi dalle sue braccia. Thomas lo considerò un ottimo segno.

"Per me lo è".

Alla luce della luna che entrava dalla finestra, lei lo guardò negli occhi.

"Ebbene non credo che abbiate agito solo per prepararmi per quando Nicholas mi avrebbe rivista".

"E quindi, secondo voi, per quale motivo mi sarei comportato come ho fatto?"

"Perché... perché mi desiderate?" si risolse a dirgli con una domanda retorica dopo un attimo di esitazione, abbassando lo sguardo.

"Sì, vi desidero. Vi desidero dalla prima volta che vi vidi, tre anni fa, al ballo dei Manderville: entraste al braccio di vostro marito, ma io non sapevo chi fosse, credetti che fosse vostro padre. Poi lui si allontanò da voi per un po’, e voi danzaste con Lord Mondevale..."

"Era un amico dei miei genitori..." disse Eleanor, sorpresa di come lui ricordasse tutto quanto.

"Stavo per venirvi a domandare un ballo, quando sentii qualcuno congratularsi con Lord Cavendish per il recente matrimonio e la sua splendida e giovane moglie; mi voltai e mi resi conto che stavano parlando con l'uomo che vi aveva accompagnata... e vidi lui lasciare l'interlocutore e dirigersi verso di voi. Non ebbi più la forza chiedervi un ballo, anche se avrei potuto ancora farlo".

"Perché?" domandò lei, incuriosita da ciò che le stava dicendo.

"Intuii subito che se vi avessi avuta tra le braccia, non sarei stato più capace di lasciarvi andare. Alla luce di quanto è accaduto tra noi l’altra sera, a quel tempo feci bene" mormorò lui, accarezzandole una guancia. La stava ancora tenendo tra le braccia, a conferma di quanto stava dicendole.

"E ora?" osò domandargli lei, in un sussurro. La sua confessione l'aveva turbata e le aveva rammentato d'averlo notato a sua volta, in quella lontana sera di tre anni prima: era stato proprio dopo averlo visto che si era domandata se non fosse stata troppo precipitosa a sposare il proprio tutore, impedendosi così la possibilità di innamorarsi di un uomo più giovane e più attraente. Ricordava che lo aveva intravisto per pochi attimi, ma era lui, ne era certa. La sua chioma dorata, l'altezza notevole, solo di pochi centimetri inferiore a quella del Duca suo amico, l'eleganza sobria ma distinta e i suoi occhi nocciola, penetranti... sì, ricordava quello sguardo, dal quale le era sembrato di essere seguita mentre danzava con Lord Mondevale. Ora sapeva che era stato davvero lui ad osservarla con un intensità tale da farglielo percepire quasi fisicamente.

"Ora vi desidero più di allora... " rispose lui, baciandola di nuovo.

"Ora desidero toccarvi...", aggiunse sfiorando di nuovo la rotondità del suo seno.

"Desidero spogliarvi, per baciarvi ovunque..." continuò, scoprendole appena la spalla e accarezzandogliela con le labbra.

Lei non lo aveva ancora fermato, anzi aveva assecondato con timidezza le sue avances, ed egli lo considerò un ottimo segno, che lo indusse ad osare il tutto per tutto.

"Ora voglio portarvi a letto e far l'amore con voi per tutta la notte" concluse il suo appassionato elenco tornando ad invaderle la bocca con una passione a stento trattenuta, mentre la sollevava tra le braccia per deporla sul letto.

Gli occhi di Eleanor erano immensi e lei lo osservava senza dire nulla, dopo che l'ebbe adagiata sui cuscini. Thomas non riusciva a decifrare il suo sguardo. Decise di rivelarle tutto quanto: "Ora sono innamorato di voi e voglio che siate mia. Per sempre".

Nonostante la sua dichiarazione, non era intenzionato a forzarle la mano; desiderava che la passione e l'amore di Eleanor fossero spontanei, pertanto si fermò, anche se a fatica, perché voleva capire il significato di quello sguardo.

"Questo è ciò che voglio io" le disse, accarezzandole una guancia per scostare una ciocca di capelli che le stava coprendo il volto. Lei continuava ad osservarlo, immobile.

"Cosa volete voi, Eleanor? le domandò, infine.

Non sia aspettava che lui glielo chiedesse. Suo marito non le aveva mai domandato cosa volesse lei in camera da letto. Si rese conto di non essere in grado di rispondergli, di non trovare le parole per esprimere a voce tutto quello che aveva iniziato a desiderare da lui da quando le aveva donato quell'unico momento di appagamento sessuale della sua vita. Nella sua ignoranza dell'argomento, aveva comunque intuito che l'uomo giusto, un uomo appassionato, avrebbe potuto spalancarle le porte del piacere e, magari, anche dell'amore. Thomas avrebbe potuto essere quell'uomo, perché era evidente dalle sue parole e dal rispetto che le stava dimostrando quanto ci tenesse a lei. Ed Eleanor non poteva negare a se stessa l'attrazione e l'affetto che provava per lui.

Nicholas l'aveva colpita molto, era un uomo davvero splendido, ma proprio per questo fin troppo impegnativo. Invece Thomas, altrettanto affascinante ma in maniera più pacata, quasi invisibile, la intrigava ad un livello più profondo, più sottile. Più consono a lei. Sentire la sua dichiarazione, così appassionata e spontanea, le aveva tolto il fiato, perché a sua volta si stava innamorando di lui.

Si rese conto d'aver atteso troppo perché lui, ingannato dalla sua esitazione, aveva mormorato: "Capisco", prima di sollevarsi e lasciarla andare.

Lo fermò, trattenendogli la mano.

"No, non capite...".

Si sollevò a sua volta col busto, per raggiungere meglio il suo volto.

"Ma capirete" aggiunse in un roco sussurro prima di prendergli il viso tra le mani e baciarlo con trasporto, come poco prima lui aveva fatto con lei.

  
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