Capitolo XXXVII
Notte d'amore
L'attesa
era terminata.
Vide l'ombra di Eleonor chiudere la porta della camera Argento dove
Nick gli
aveva detto di attenderla e gli sembrò che il cuore stesse per
esplodergli nel
petto.
L'amico
era stato di
parola e il resto dipendeva da lui, proprio come gli aveva detto con un
sorriso
quando, quel mattino, se l'era trovato davanti addirittura in camera
propria,
con un povero Fenton che continuava a scusarsi, ancora incredulo e
attonito per
la sfacciataggine del Duca di Lyndham che pretendeva di parlare
immediatamente
con il Conte... e per immediatamente intendeva proprio subito, tanto
che non
aveva nemmeno atteso che lo si avvertisse per permettergli di alzarsi
dal letto
e presentarsi in maniera più consona, ma si era precipitato su per le
scale,
inseguito dal povero maggiordomo.
Thomas
aveva così avuto
conferma di ciò che già sospettava quando Sarah si era rifugiata tra le
sue
braccia per raccontare ciò che era accaduto tra lei e il marito.
Neppure per un
attimo, infatti, aveva pensato che le frasi rivolte alla moglie fossero
indirizzate a Lady Cavendish. Il fatto che Nick, pur dicendo quelle
cose,
avesse chiamato Sarah col nome della presunta amante, non aveva fatto
altro che
confermargli che l'amico aveva scoperto tutto; ciononostante non si era
rivelato e pertanto doveva avere in mente qualcosa. Doveva solo
attendere che
lo mettesse a parte di ciò che aveva escogitato per riconquistare la
moglie. Lo
conosceva da troppo tempo per non sapere quanto fosse astuto. Solo
Eleonor, che
lo conosceva da poco e Sarah, troppo presa dal suo dolore e dall'amore
che
nutriva per lui, avevano potuto credere che Nick non si fosse accorto
dello
scambio.
Quando
Eleonor gli
aveva proposto il piano non si era espresso né contro né a favore
perché voleva
lasciare a Sarah la possibilità di far rinsavire l'amico e, alla luce
dei fatti
aveva fatto bene; però doveva anche ammettere che l'idea avuta da Lady
Cavendish avrebbe potuto regalargli l'opportunità di tentare un
approccio più
intimo con la giovane vedova per cercare di conquistarla e, sempre alla
luce di
quanto era accaduto la notte precedente, aveva visto giusto anche in
quello.
Ciò
che ancora non
immaginava era che Nick aveva capito anche cos'era successo tra lui ed
Eleanor
e intendesse a sua volta aiutarlo.
"Le
dirò di andare
a trascorrere la notte a casa mia dopo lo scambio" gli aveva detto
quando
Thomas aveva domandato come sarebbe riuscito a convincerla a
trascorrere altro
tempo sola con lui dopo come si era comportato la sera prima. L'aveva
turbata,
e molto; se n'era accorto da come evitava imbarazzata il suo sguardo e
per di
più non aveva ancora risposto alla domanda che avrebbe dato la
direzione al
loro futuro rapporto.
"Sciocchezze"
aveva ribattuto deciso l'amico "è evidente che se non ti ha fermato
anche
lei lo voleva. L'imbarazzo è naturale, ma non significa che non voglia
più
avere a che fare con te. Tu l'aspetterai nella camera Argento, dove le
dirò che
sarà accompagnata da Everly, e vedrai che arriverà, perché la
convincerò a lasciare
a Sarah e al sottoscritto l’intimità che ci meritiamo dopo quanto è
successo.
Eleonor non obietterà, perché è una donna romantica. Dopodiché il resto
dipenderà da te; ma se sei innamorato di lei come credo, non ti sarà
difficile
conquistarla. Ho idea che anche tu non le sia indifferente".
"Ma
se all’inizio
voleva te!" aveva protestato lui.
"Voleva
un'avventura con un uomo avvenente e più giovane del defunto marito;
voleva
conoscere quella passione che una giovane e bella donna si merita da un
uomo
innamorato di lei e tu, caro Tommy, hai tutti i requisiti per darle ciò
che
desidera... e forse anche qualcosa in più, o sbaglio?"
Nicholas
non sbagliava.
L'aveva
desiderata fin
dalla prima volta che l'aveva vista, tre anni prima, quando ancora
credeva che
il gentiluomo che l'aveva accompagnata al ballo fosse il padre.
E
in quel momento la
desiderava ancora di più; ma non solo: frequentandola si era reso conto
che
Eleanor era la donna che avrebbe voluto al suo fianco per il resto
della vita.
Trattenne
il fiato
quando si rese conto che, tolta la lunga cappa che la copriva, sotto
non
indossava un abito, ma una vaporosa veste da camera, la stessa con la
quale
doveva aver finto di tornare a letto con Nick. Chissà se anche questo
particolare era un altro regalo che l'amico aveva voluto fargli,
convincendola
a raggiungere la dimora di Hyde Park appena ceduto il posto alla
legittima
consorte, oppure se era stata lei a non perder tempo a cambiarsi per
evitare
che Sarah si accorgesse che era in combutta col marito.
Comunque
fosse andata,
non poteva che essere grato per quell'inaspettata fortuna.
Si
avvicinò piano e la
cinse alla vita, cogliendola di sorpresa. Lei sussultò, non appena si
sentì
circondare dalle sue braccia, ma lui le mise una mano alla bocca e le
sussurrò all'orecchio:
"Non
urlate...
"
"Thomas...
che ci
fate qui? Credevo foste tornato a casa vostra. Oppure che steste
aspettando
Lady Sarah nel mio salottino" disse lei, riconoscendolo.
"Ed
è per questo
che voi siete scappata qui?" domandò lui, dopo averla lasciata andare,
ma
trattenendo la sua mano nella propria.
"Non
sono
scappata. Nicholas mi ha chiesto di lasciargli un po’ di privacy con la
moglie... ma ora capisco che era tutta una scusa architettata da voi".
"Niente
affatto.
L'idea è stata tutta di Nick" disse
lui.
"Anche
quella di
cogliermi di sorpresa e
di trattenermi
contro la mia volontà è un'idea di Nicholas?" domandò ironica lei.
"Vi
sto davvero
trattenendo contro la vostra volontà?" chiese, lasciando tuttavia
andare
la sua mano. Poi, senza attendere risposta continuò:
"Nick
si è
limitato a suggerirmi che poi il resto sarebbe dipeso da me".
"Cosa
volete,
Thomas?" si risolse a chiedergli, infine.
"Voi.
Siete voi ciò
che voglio, Eleanor" rispose lui, senza alcuna esitazione.
La
sua sicurezza la
intrigò molto, tuttavia replicò:
"Non
siete un po’
troppo precipitoso? Ci conosciamo appena".
Quindi,
per prevenire
l'obiezione che aveva colto nel suo sguardo, aggiunse decisa: "Ciò che è accaduto
l'altra sera non
conta".
"Allora
insegnatemi a corteggiarvi" replicò lui, a sua volta intenzionato a non
fermarsi.
"Non
credo abbiate
bisogno che proprio io vi insegni come adulare una donna. Sono più che
sicura
che sappiate farlo da solo" rispose lei.
"Ad
esempio
dicendole che i suoi capelli sono morbidissimi?" chiese Thomas
fissandole
la chioma sciolta sulle spalle. "O che i suoi occhi sono immensi alla
luce
della luna?"
"Non
dovete
esagerare" lo rimproverò Eleanor con tono leggero.
"È
la verità"
obiettò lui, con voce roca, mentre una mano le sfiorava i capelli.
"Non
so se dire la
verità sia una buona idea, quando si descrive una donna".
"Neppure
se la sua
pelle è liscia come la seta?" continuò lui, passandole le nocche su una
guancia. "O quando le sue labbra sono fatte per essere baciate?"
aggiunse, seguendo con un dito il contorno del suo labbro inferiore.
"Avevo
ragione:
siete piuttosto esperto in materia di corteggiamento, se solo lo
volete"
mormorò Eleonor chiudendo gli occhi.
"Cosa
dovrei fare
come prossima mossa?" proseguì imperterrito lui, fingendo di non averla
udita. "Magari un baciamano... Sarebbe appropriato?" e senza
attendere risposta le prese la mano e se la portò alle labbra, premendo
con
gentilezza sul dorso. Poi la girò e baciò il palmo e ogni singolo
polpastrello.
La sua bocca era calda e morbida e la fece rabbrividire di piacere.
Thomas
si fece più
vicino e riprese ad accarezzarle il volto con le nocche.
"O
forse questo è
ancora meglio" mormorò posandole le labbra su una guancia. Si spostò
verso
la pelle delicata della gola, mentre con una mano scivolava lento sul
suo
braccio. Eleanor desiderò non indossare la vestaglia cosicché egli
potesse
accarezzarle la pelle nuda.
"Dicono
che alcune
donne preferiscano un tocco di questo genere" continuò lui, spostandosi
a
mordicchiarle il lobo dell'orecchio.
Eleanor
trasalì e gli
si aggrappò, mentre tutto attorno a lei sembrava vorticare.
"Thomas..."
mormorò quando sentì la sua lingua seguirne il contorno, poiché il suo
tocco le
stava trasmettendo fremiti di piacere in tutto il corpo e lei non
sapeva come
gestirli. Non aveva mai provato un bisogno cosi intenso di un uomo.
Egli,
tuttavia, non
aveva ancora intenzione di fermarsi: le sue mani raggiunsero la cintura
della
vestaglia, l'aprirono e si posarono una sul suo stomaco, l'altra sul
suo seno.
"Una
donna potrebbe
desiderare qualcosa di più... qualcosa di più simile a questo". La sua
voce era bassa e profonda e la seduceva quanto il suo tocco.
Mentre
le sue dita le
sfioravano la rotondità del seno, aggiunse:
"Anche
se qualcuna
potrebbe ritenerlo troppo ardito".
Senza
lasciarle il
tempo di replicare la fece voltare, in modo che la schiena appoggiasse
contro
il suo torace, e dopo averle spostato la massa di capelli da un lato,
prese a
baciarle la nuca. Scossa da un fremito Eleanor si accasciò contro il
suo petto
ed egli ne approfittò per stringerla a sé. Quindi, senza smettere di
baciarle
il collo, fece scivolare la mano lungo il suo corpo e si avvicinò
pericolosamente dove
la volta precedente
l'aveva toccata. Lei trattenne il fiato, indecisa tra il desiderare che
proseguisse
per assaporare il medesimo piacere o che si fermasse, risparmiandole
l'umiliazione di sentirsi in balia della sua volontà. Fece un respiro
profondo,
pronta ad assecondarlo, ma lui la fece voltare di nuovo e le baciò le
guance,
prima una e poi l'altra.
"Ma
forse questa
sarebbe la cosa migliore da fare" mormorò infine, un attimo prima di
sfiorarle le labbra con le proprie. Quando percepì il fremito di
Eleonor, le
catturò la bocca in un bacio appassionato. Dischiuse le sue labbra
senza darle
il tempo di esitare, deciso come non era mai stato nel voler baciare
una donna.
Eleanor gli risvegliava un istinto di predatore che non avrebbe mai
immaginato
di possedere e che doveva tenere a bada con fatica.
"Non
avete
risposto alla mia domanda di ieri sera" le disse con un accenno di
affanno
nella voce, quando,
finalmente, decise
di concedere ad entrambi di respirare.
"É
importante?" chiese lei, senza tuttavia accennare ad allontanarsi dalle
sue braccia. Thomas lo considerò un ottimo segno.
"Per
me lo
è".
Alla
luce della luna
che entrava dalla finestra, lei lo guardò negli occhi.
"Ebbene
non credo
che abbiate agito solo per prepararmi per quando Nicholas mi avrebbe
rivista".
"E
quindi, secondo
voi, per quale motivo mi sarei comportato come ho fatto?"
"Perché...
perché
mi desiderate?" si risolse a dirgli con una domanda retorica dopo un
attimo di esitazione, abbassando lo sguardo.
"Sì,
vi desidero.
Vi desidero dalla prima volta che vi vidi, tre anni fa, al ballo dei
Manderville: entraste al braccio di vostro marito, ma io non sapevo chi
fosse,
credetti che fosse vostro padre. Poi lui si allontanò da voi per un
po’, e voi
danzaste con Lord Mondevale..."
"Era
un amico dei
miei genitori..." disse Eleanor, sorpresa di come lui ricordasse tutto
quanto.
"Stavo
per venirvi
a domandare un ballo, quando sentii qualcuno congratularsi con Lord
Cavendish
per il recente matrimonio e la sua splendida e giovane moglie; mi
voltai e mi
resi conto che stavano parlando con l'uomo che vi aveva accompagnata...
e vidi
lui lasciare l'interlocutore e dirigersi verso di voi. Non ebbi più la
forza
chiedervi un ballo, anche se avrei potuto ancora farlo".
"Perché?"
domandò lei, incuriosita da ciò che le stava dicendo.
"Intuii
subito che
se vi avessi avuta tra le braccia, non sarei stato più capace di
lasciarvi
andare. Alla luce di quanto è accaduto tra noi l’altra sera, a quel
tempo feci
bene" mormorò lui, accarezzandole una guancia. La stava ancora tenendo
tra
le braccia, a conferma di quanto stava dicendole.
"E
ora?" osò
domandargli lei, in un sussurro. La sua confessione l'aveva turbata e
le aveva
rammentato d'averlo notato a sua volta, in quella lontana sera di tre
anni
prima: era stato proprio dopo averlo visto che si era domandata se non
fosse
stata troppo precipitosa a sposare il proprio tutore, impedendosi così
la
possibilità di innamorarsi di un uomo più giovane e più attraente.
Ricordava
che lo aveva intravisto per pochi attimi, ma era lui, ne era certa. La
sua
chioma dorata, l'altezza notevole, solo di pochi centimetri inferiore a
quella
del Duca suo amico, l'eleganza sobria ma distinta e i suoi occhi
nocciola,
penetranti... sì, ricordava quello sguardo, dal quale le era sembrato
di essere
seguita mentre danzava con Lord Mondevale. Ora sapeva che era stato
davvero lui
ad osservarla con un intensità tale da farglielo percepire quasi
fisicamente.
"Ora
vi desidero
più di allora... " rispose lui, baciandola di nuovo.
"Ora
desidero
toccarvi...", aggiunse sfiorando di nuovo la rotondità del suo seno.
"Desidero
spogliarvi, per baciarvi ovunque..." continuò, scoprendole appena la
spalla e accarezzandogliela con le labbra.
Lei
non lo aveva ancora
fermato, anzi aveva assecondato con timidezza le sue avances,
ed egli lo considerò un ottimo segno, che lo indusse ad
osare il tutto per tutto.
"Ora
voglio
portarvi a letto e far l'amore con voi per tutta la notte" concluse il
suo
appassionato elenco tornando ad invaderle la bocca con una passione a
stento
trattenuta, mentre la sollevava tra le braccia per deporla sul letto.
Gli
occhi di Eleanor
erano immensi e lei lo osservava senza dire nulla, dopo che l'ebbe
adagiata sui
cuscini. Thomas non riusciva a decifrare il suo sguardo. Decise di
rivelarle
tutto quanto: "Ora sono innamorato di voi e voglio che siate mia. Per
sempre".
Nonostante
la sua
dichiarazione, non era intenzionato a forzarle la mano; desiderava che
la
passione e l'amore di Eleanor fossero spontanei, pertanto si fermò,
anche se a
fatica, perché voleva capire il significato di quello sguardo.
"Questo
è ciò che
voglio io" le disse, accarezzandole una guancia per scostare una ciocca
di
capelli che le stava coprendo il volto. Lei continuava ad osservarlo,
immobile.
"Cosa
volete voi,
Eleanor? le domandò, infine.
Non
sia aspettava che
lui glielo chiedesse. Suo marito non le aveva mai domandato cosa
volesse lei in
camera da letto. Si rese conto di non essere in grado di rispondergli,
di non
trovare le parole per esprimere a voce tutto quello che aveva iniziato
a
desiderare da lui da quando le aveva donato quell'unico momento di
appagamento
sessuale della sua vita. Nella sua ignoranza dell'argomento, aveva
comunque
intuito che l'uomo giusto, un uomo appassionato, avrebbe potuto
spalancarle le
porte del piacere e, magari, anche dell'amore. Thomas avrebbe potuto
essere
quell'uomo, perché era evidente dalle sue parole e dal rispetto che le
stava
dimostrando quanto ci tenesse a lei. Ed Eleanor non poteva negare a se
stessa
l'attrazione e l'affetto che provava per lui.
Nicholas
l'aveva
colpita molto, era un uomo davvero splendido, ma proprio per questo fin
troppo
impegnativo. Invece Thomas, altrettanto affascinante ma in maniera più
pacata,
quasi invisibile, la intrigava ad un livello più profondo, più sottile.
Più
consono a lei. Sentire la sua dichiarazione, così appassionata e
spontanea, le
aveva tolto il fiato, perché a sua volta si stava innamorando di lui.
Si
rese conto d'aver
atteso troppo perché lui, ingannato dalla sua esitazione, aveva
mormorato:
"Capisco", prima di sollevarsi e lasciarla andare.
Lo
fermò,
trattenendogli la mano.
"No,
non
capite...".
Si
sollevò a sua volta
col busto, per raggiungere meglio il suo volto.
"Ma
capirete"
aggiunse in un roco sussurro prima di prendergli il viso tra le mani e
baciarlo
con trasporto, come poco prima lui aveva fatto con lei.