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Autore: fridawrites    06/12/2014    1 recensioni
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Io ti aspetto, io sono qui, penserò a te guardando ogni persona che passa finché non ci sarà il tuo volto a rilassarmi.
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“Come stai?”
Ah. Frida mi manca, certe mattine e certe sere. Non è più nulla senza lei. E’ come vivere senza un organo. Non sai quale, ma sai che manca. Provi una qualche sensazione, vaga, di puro smarrimento. Ah. Ecco. Dev’essere Frida che non c’è. [...] “Non lo so”
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho sempre detto di adorare la matematica perchè è qualcosa che capisco. Mi piace ciò che riesco a comprendere. Mi piace avere una soluzione, mi piace arrivarci senza problemi. 

Mi piacciono un sacco di altre cose che capisco. Tipo alcune persone, delle parole, piccole cose, altri comportamenti. 
Ma non mi piace l'amore, ad esempio. Non mi piace usare la parola "amare" senza senso, seppure siano svariate le volte in cui lo faccio. Forse è per questo che "amare" ha perso di significato, no? L'amore è sbiadito, ingiallito come una pagina di diario nascosta in un libro da forse fin troppo tempo. 
Ecco perchè non dico "ti amo" a nessuno, "ti amo" a certe cose, "ti amo" alla matematica. Ci sono un sacco di parole prima di "amare", un po' come dice una scrittrice favolosa quando si riferisce all'aggettivo "grassa". Io apprezzo, ammiro, desidero, adoro, stimo, accetto, scelgo, impazzisco. Vorrei che si desse più valore ad alcune parole, perchè "io ti aspetto", per me, ha più valore di "io ti amo". 
Io ti aspetto, io sono qui, penserò a te guardando ogni persona che passa finché non ci sarà il tuo volto a rilassarmi.
Io so, so di voler usare il verbo amare e sentirlo, no? Sentirlo dappertutto, scuotere la testa perché dev'esserci un'altra parola, mi dovrò dire, eppure la bocca vorrà solo schiudersi e pronunciare la prima lettera dell'alfabeto, "a", e poi le labbra si uniranno in qualcosa di soffice e terrificante, "ma". 
E' questo che intendo, vorrei davvero essere in grado di provare e affidare ad ogni sentimento una parola giusta, perchè sì, mi piace la matematica ma non la amo perchè ci sono giorni in cui voglio strappare libri e quaderni, e dimmi un po' tu se qualcosa di così volubile e furioso può essere amore.
E poi l'amore urta un po', e la matematica, invece, mi urta molto, tipo quando la prof riconsegna il compito corretto e non hai il voto che supponevi di meritare. Ogni persona è spigolosa, in origine, piena di angoli che feriscono se ci passi senza pensarci, come gli angoli dei banchi che mi infilzano sempre, da buona sbadata quale sono. E amore è stare con una persona e non ammorbidire questi punti, perchè altrimenti si arrotondano e a furia di stare vicino a questo qualcuno non si sente più nulla: siamo morbidi, inferibili, invincibili (e l'amore vince su tutto). Mentre amore è apprezzare questi angoli, questi difetti, queste impalcature traballanti e non provare a cambiarli (certe cose verranno da sé, comunque), perchè così puoi stare vicino a qualcuno sempre, perchè questa presenza si sente, la senti, ti ferisce alle volte, ma c'è e tu provi, e mi sembra comunque la cosa più bella al mondo.
Quindi io ti "aspetto", ti "ammiro", ti "apprezzo", e poi ti "scelgo", ti "accetto", e finisce che impazzisco, è tutto così offuscato, sai, credo sia amore.



  
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