Per questo passava giornate intere rinchiuso nella sua stanza, a studiare e a scrivere appunti su enormi quaderni; era alla ricerca di qualcosa che l’avrebbe reso il migliore mago di tutti i tempi.
Mentre lui era in camera sua, la madre entrò chiedendogli se, per favore, poteva partecipare anche alla cena di Natale.
- Mamma, lo vedi, sto studiando, non posso perdere tempo in sciocchezze.-
- La cena di Natale non è una sciocchezza. Alla fine delle vacanze ripartirai e non ti vedremo fino a giugno, e sia io che papà abbiamo piacere di averti con noi fino a quando rimarrai a casa.-
- Mamma, per favore non insistere. Già adesso sto perdendo del tempo prezioso, e non riesco a concentrarmi bene perché quei due urlano talmente tanto da disturbarmi.-
- Sono i tuoi fratelli, e almeno oggi avresti potuto stare con loro! Ariana non ha fatto altro che chiedere di te, è dal primo di dicembre che conta i giorni che la separano dal tuo arrivo, e quando ti ha visto a King’s Cross era così felice… e tu non l’hai neanche salutata!-
- Non voglio il saluto di una Magonò.-
Detto questo, la signora Silente si girò ed uscì, sbattendosi la porta alle spalle; davanti al figlio era rimasta seria e contegnosa, ma adesso, da sola, si sedette sul primo gradino delle scale e scoppiò a piangere. Venne però raggiunta dal marito, che la abbracciò, e dopo qualche minuto riuscì a calmarla.
- Mia cara, ho sentito tutto.-
- Come mai non sei intervenuto?-
- Perché io non ho mai avuto un buon rapporto con Albus, ci siamo sempre scontrati; ho pensato che se intervenivo avrei solo peggiorato la situazione, e ho preferito evitare.-
- Ma cos’abbiamo sbagliato? Come mai è diventato così?-
- Non siamo ricchi, è questo il nostro guaio. Non siamo una famiglia famosa.-
- Ma siamo sempre stati sinceri, e onesti….-
- Ad Albus questo non basta, è nell’età in cui va contro alle persone a cui vuole più bene. Gli passerà presto, ne sono sicuro, in fondo ha solo 12 anni… ma adesso vieni, cara. Abbiamo altri due figli di cui occuparci, e qui accanto a te c’è un uomo che ha bisogno di essere coccolato e viziato, e che non vede l’ora di assaggiare il tuo arrosto!-
Stavano terminando la cena, e Aberforth si era appena alzato per andare a prendere il dolce in cucina, quando Albus fece la sua comparsa in sala da pranzo; i suoi occhi notarono subito che il suo posto non era stato neanche apparecchiato, ma Ariana, vedendo dove andava a posarsi lo sguardo di suo fratello, fece comparire dal nulla piatto, bicchiere, posate e tovagliolo. In quel momento si sentì un gran fragore di piatti rotti; Aberforth, uscendo dalla cucina con il dolce in mano, aveva visto la scena e dallo stupore aveva lasciato cadere il piatto per terra. Ma nessuno riuscì a riprendersi dallo stupore precedente, perché Ariana, visto quello che aveva combinato il fratello, agì istintivamente, riparando il piatto e rendendo il dolce come nuovo, guardandolo poi alzarsi in volo e posarsi delicatamente sulla tavola.
Nel giro di pochi secondi, venne sommersa dagli abbracci dei suoi genitori e di Aberforth, poi, una volta placata la confusione generale, tutti si voltarono verso Albus, che era rimasto paralizzato vicino alla porta della sala da pranzo. Lentamente, parve riprendersi; guardando Ariana negli occhi, si inginocchiò e aprì le braccia. Lei esplose in una risata gioiosa, e corse verso il fratello, lasciandosi abbracciare e stringere forte.
Quella sera, i tre fratelli si addormentarono uno accanto all’altra sul divano, dopo una serata passata, stranamente, a parlare e a ridere tranquillamente; guardandoli dormire, i genitori si sorrisero, e la signora Silente disse al marito:- Sai caro, forse mi sono sbagliata. Forse, per Albus, c’è ancora speranza.-
In una stanza buia, un vecchio dalla barba lunga guardava la sua famiglia in uno specchio; Ariana aveva 6 anni, e gli rivolgeva un sorriso luminoso, esattamente come quello che gli aveva rivolto la sera di Natale di tanti anni prima. La madre e il padre lo salutavano, e Aberforth ammiccava verso di lui.
- No, mamma, ti sei sbagliata. Per me non c’è speranza, da quando ho perso tutti voi.- mormorò il vecchio, asciugandosi una lacrima.