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Autore: Supreme Yameta    07/12/2014    4 recensioni
Il mondo è in subbuglio dopo avere appreso della distruzione del villaggio della Foglia e di quello della Pioggia. Akatsuki è diventata una seria minaccia per tutti ed è giunto il momento che i leader delle cinque grandi potenze militari ninja si riuniscano per decidere le nuove mosse.
Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Kakashi Hatake e Madara Uchiha saranno i principali attori degli stravolgimenti che passeranno alla storia. Il mondo ninja sarà pronto per loro?
Genere: Azione, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Asuma/Kurenai, Gaara/Matsuri, Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Sasuke/Sakura
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Naruto Shippuuden
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Carissimi seguaci, rieccomi nuovamente qui per voi. Non potete capire il trauma che mi ha colpito recentemente. In pratica, stavo terminando il capitolo, quando mi si fotte la testina dell’hardisk del pc e io, essendo una grandissima testa di ravanello, non avevo salvato i dati su alcuna piattaforma al di fuori del pc e quindi persi tutto. Quindi sono stato costretto a riscrivere tutto quanto da capo, per tanto quello che leggerete è il frutto del mio animo turbato per aver perso gran parte del mio lavoro (tralasciamo che ho perso anche tutti i lavori in photoshop e i documenti importanti dell’università. Lasciamo perdere, che solo a pensarci mi viene voglia di sterminare il mio clan.)E dopo questo breve sfogo personale, vi lascio alla lettura: Sasuke contro il Raikage. Ma solo loro?

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Scontri Mortali. Due Sentieri Diversi Ma Un Unico Destino: LOTTA

 

Il Falco si annidava nell’oscurità, osservava prudente i movimenti dei samurai che ispezionavano il piano del palazzo, dove i membri del Falco si stavano nascondendo, al fine di poter rintracciare la posizione dell’obiettivo principale del gruppo: il Reggente Sesto Hokage, Danzo Shimura, uno degli anziani che avevano manipolato Itachi Uchiha, per compiere il massacro del clan Uchiha.

La mente di Sasuke era ottenebrata dal suo obiettivo, non gli importava nulla di Madara, degli altri Kage o delle conseguenze che sarebbero potute scaturire dal suo attacco al cuore pulsante della politica ninja: la sua vendetta aveva la massima priorità. Di conseguenza, l’attesa di quel momento era la più snervante di tutta la vita di Sasuke, poiché non riusciva a togliersi dalla mente Danzo e il racconto su Itachi, fatto da Madara; doveva sapere la verità e voleva sentire le medesime parole di Madara dallo stesso Danzo: solo allora avrebbe finalmente capito che sentiero dovesse percorrere per tutta la sua vita. Doveva continuare a diventare l’eroe che Itachi aveva sempre sognato? O doveva continuare a seguire la via del vendicatore?

L’ansia lo stava uccidendo. Doveva sbrigarsi assolutamente per incontrare Danzo e sapere la verità; poi lo avrebbe ucciso.

«Allora, Karin. Hai trovato Danzo?» sibilò Sasuke.

La ragazza dai capelli rossi aveva scosso il capo, molto intimidita dal fatto di aver dato una risposta negativa a Sasuke; di fatti questo si era immediatamente voltato dall’altra parte, ignorandola finché non avrebbe ottenuto quel risultato. Per Karin fu molto deprimente il venire ignorata dal suo amato Uchiha, ma per un attimo la sua attenzione si focalizzò su un dettagli che le era sfuggito fin da quel momento.

«Dov’è finito quella specie di simbionte? Come si chiama, Zetsu, giusto?» domandò la ragazza.

«E chi lo sa. È scomparso nel nulla all’improvviso.» rispose il piccolo Jūgo.

«Il bastardo avrà avuto paura e se la sarà svignata. - aveva aggiunto Suigetsu. E posso anche capirlo, siamo praticamente circondati da tutti questi samurai.»

Quel commento scatenò l’ilarità di Karin.

«Che c’è, pesce lesso? Hai paura?»

Suigetsu si aspettava un commento del genere e aveva la risposta pronta.

«La avrai anche tu quando i cinque Kage verranno allo scoperto. Tanto mica devi combatterci tu!»

«La verità è che sei un senza palle!» sbottò subdola Karin.

«Vuoi vedere come finisci a pecorina in un istante e ti rendi conto della cazzata che hai sparato!» ribatté maligno Suigetsu.

A quella proposta indecente, Karin arrossì vistosamente, ma solo perché immaginava se stessa e Sasuke in quelle posizioni molto spinte. Poi si era resa conto che quella proposta indecente, che più di una proposta era una minaccia, era venuta da Suigetsu e subito si era tirata indietro.

«No//n ne avresti il coraggio!» sbottò la ragazza.

Suigetsu la fissò divertito.

«Ah sì?»

Jūgo si mise finalmente in mezzo ai due, ricordando loro del luogo in cui si trovavano.

«Dateci un taglio, ragazzi. Non è il momento.» disse lui.

Ad un tratto, l’attenzione dei membri del Falco si era concentrata sul cambiamento dei movimenti delle pattuglie dei samurai sotto di loro. I samurai sembravano in fremito, comportandosi come se fossero alla ricerca di qualcuno o di qualcosa.

Karin si sporse dal loro nascondiglio per guardare meglio quello che stava succedendo.

«Che stanno facendo?»

Nessun’altro dei membri del Falco era in grado di dare una risposta, per tanto l’incognita rappresentava dai samurai costituiva una preoccupazione rilevante sull’andamento della loro missione. Per tanto, usare la prudenza era tassativo, ma solo nella mente di una persona razionale, la cui mente non era assalita dall’oscurità dei fantasmi del suo passato; a Sasuke non interessava aspettare, nemmeno se c’era del pericolo all’angolo.

«Quanto ci vuole ancora, Karin?» domandò insistente l’Uchiha.

Karin era scattata nuovamente sull’attenti, tremolante nel dovere dare un responso nuovamente negativo alla richiesta del suo Sasuke; era stata troppo presa a litigare con Suigetsu per mettersi a cercare Danzo.

Dunque Karin provò ad arrampicasi sugli specchi, parlando di problemi inerenti a degli ambigui isolamenti di chakra che le impedivano di rintracciare il chakra di Danzo e aveva ribadito il fatto che lei non conoscesse il chakra del loro obiettivo.

Sasuke roteò gli occhi, stanco di quella sconcertante inettitudine.

«Incapace. - sbottò Sasuke nauseato. Basati sulla potenza dei chakra dei Kage e cerca quello tipico della gente della nazione del Fuoco.»

Karin arrossì per non essere giunta alla medesima conclusione, suggeritale dall’Uchiha; quel maledetto di Suigetsu l’aveva fatta deconcentrare troppo e questo non era proprio da lei, che era sempre stata attenta alle minuzie.

Nel mentre il gruppo stava discutendo, due samurai si erano fermati a discutere proprio sotto di loro; da quella posizione il Falco poté udire quanto si dicevano i due guerrieri.

«Trovato nulla?» domandò uno dei due all’altro.

«Niente di niente. Quei maledetti ninja sono i migliori per nascondersi nelle ombre. Che codardi!» ribatté l’altro collega.

«Come si chiama il nostro obiettivo?» domandò in seguito il primo samurai.

«Uchiha Sasuke. - rispose prontamente l’altro. Stando a quanto detto dal capitano Okisuke, pare che sia un ragazzino che ha causato il trambusto più totale fra gli shinobi. Ha addirittura ucciso quel tizio serpente, non mi ricordo come si chiama, ma era uno famoso.»

«Allora non sarà affatto facile bloccare questo individuo.» commentò l’altro samurai.

Il samurai allora tirò fuori la sua splendente katana e vi si specchiò sulla lama.

«Lo prenderemo e lo faremo pentire di essere venuto fin qui a minacciare la nostra sicurezza. Porteremo la sua testa al generale Mifune.»

Il Falco aveva ascoltato tutto quanto. Sembrava proprio che il nemico fosse venuto a conoscenza della loro presenza, ma in che modo? Erano stati fin troppo prudenti a non farsi individuare dai samurai, quindi per quale ragione i samurai cercavano Sasuke?

«Dev’essere stato quel bastardo di Zetsu» aveva rapidamente commentato Suigetsu.

Nessuno osò obiettare quella deduzione, poiché era pensiero comune che fossero stati traditi da Zetsu, sotto ordine di Madara, probabilmente per punirli del loro tentativo di ribellione o per il fallimento nella cattura dell’Ottacoda.

«E ora che facciamo? I cinque Kage ci daranno la caccia!» sbottò spaventata Karin.

I membri del Falco volevano delle risposte dal loro capo, ma questi non si era espresso e aveva preferito agire, senza nemmeno dare un preavviso.

Sasuke si era gettato a capofitto contro i due ignari samurai sotto di lui. A uno dei due aveva lanciato addosso il suo mantello, in maniera tale da oscurare la sua visibilità; all’altro samurai, Sasuke aveva spezzato l’osso del collo con un calcio. Per concludere, l’Uchiha aveva trapassato l’altro samurai con la lama della sua katana.

I membri del Falco erano rimasti a bocca aperta. Era la prima volta che Sasuke agisse in quella maniera tanto incauta, specie quando erano circondati da moltissimi nemici, i quali accorsero subito sul luogo del misfatto, poiché i samurai uccisi, prima di cadere, avevano urlato aiuto ai colleghi.

Sasuke era circondato da un intero plotone di samurai, guidato da un caporale che aveva estratto le sue due spade, rivestendole di chakra per aumentarne la potenza di taglio; la sua azione venne emulata da tutti i suoi uomini.

Sasuke non venne impensierito dala posizione di attacco del nemico, ne della sua quantità.

«Se mi intralcerete, vi ucciderò tutti senza alcuna pietà.» dichiarò lapidario il vendicatore con lo sharingan.

Per i samurai fu un’onta insopportabile. Per i membri del Falco, l’azione del loro capo venne considerata un’autentica mossa suicida. A Sasuke, come al solito non importava.

«Questo dovremmo dirlo noi a te!» tuonò il caporale di conseguenza.

Il caporale dei samurai guidò l’attacco, seguito dai propri uomini. L’attacco congiunto del battaglione piovve all’improvviso sul silenzioso Uchiha. Migliaia di lame affilate stavano per sminuzzare l’obiettivo in men che non si dica.

Lo sharingan reagì non appena l’utilizzatore era in pericolo. Sasuke vide tutti gli attacchi, senza alcuna difficoltà e spezzò la catena di attacco con un taglio netto, provocato dalla lama fulminea della sua katana.

I samurai erano allibiti. Era la prima volta che un ninja utilizzava una tecnica da scherma superiore alla loro, ponendo un divario di potenza così marcato.

«Ha usato la nostra medesima tecnica!» aveva commentato il caporale.

Il capo del battaglione non si tirò indietro, rivestì nuovamente le sue lame di chakra e ordinò al gruppo di seguirlo per un attacco diretto contro il nemico. Il caporale fu il primo a cadere sotto il rapido colpo della katana di Sasuke, seguirono coloro che tentavano di opporsi all’Uchiha, i quali venivano uccisi senza alcuna pietà.

I membri del Falco si resero finalmente conto che il loro capo aveva cambiato totalmente atteggiamento. Di solito, Sasuke seguiva la tipica mentalità della gente che abitava al villaggio della Foglia: uccidere solo se necessario. Adesso Sasuke stava completamente andando contro i suoi soliti modi e stava uccidendo tutti, proprio come facevano i ninja della Nebbia Insaguinata.

«Perché si sta comportando così?» si domandò Karin.

«Non dartene pena per il momento, Karin. - sbottò Jūgo. Pensa a cercare Danzo.»

Karin sbuffò e, sebbene fosse molto dubbiosa sul comportamento di Sasuke, si apprestò a cercare il chakra di Danzo, evitando così di venire rimproverata nuovamente da Sasuke per negligenza.

Nel momento in cui Karin si apprestò a utilizzare la sua tecnica, i suoi sensi captarono delle anomalie strabilianti provenire dal chakra di Sasuke. Quel chakra era addirittura più inquietante di quando Sasuke utilizzava il secondo stadio del segno maledetto; era un chakra persino più oscuro di quello di Orochimaru, quando era alla sua piena potenza.

Mentre Karin percepiva quel chakra così oscuro, Sasuke continuava a uccidere tanta gente e più Sasuke uccideva, più la rossa era terrorizzata da quel chakra.

«Il chakra di Sasuke…. Perché è così freddo! Mi fa paura!»

Persino Suigetsu, che non aveva dosi sensoriali, aveva compreso che Sasuke era totalmente fuori controllo, sebbene non ne comprendesse le effettive ragioni.

«Perché diavolo li sta uccidendo tutti?! - aveva tuonato l’albino. Quel maledetto! Prima non fa altro che ripetermi di non uccidere la gente e ora sta facendo una strage! Che ipocrita!»

Anche il piccolo Jūgo si era accorto di questa particolarità, poiché era anche egli un ninja sensoriale, sebbene non fosse ai livelli delle doti di Karin.

«Sasuke si sta comportando in maniera molto strana.» aveva semplicemente commentato il bambino.

«Che facciamo? Lo fermiamo? - domandò perplessa Karin. Se Sasuke continua così, i cinque Kage non tarderanno ad arrivare.»

Jūgo aveva una soluzione e la propose al gruppo. Non c’era molto tempo per tergiversare, bisognava agire in fretta. All’improvviso, il segno maledetto di Jūgo si attivò, ricoprendone parte del viso e modificando la carne del suo braccio, generando una pericolosa ascia.

«Pensate a trovare Danzo. Io penserò ai samurai.» dichiarò.

Jūgo aveva deciso di entrare in campo proprio nel momento giusto, perché i samurai avevano appena lanciato un altro attacco congiunto contro il nemico. Jūgo aveva protetto Sasuke, azzeccando le tempistiche.

Non appena videro il nuovo nemico, i samurai notificarono ai colleghi le ultime novità via radio.

«Attenzione! Non è da solo!» tuonò uno.

«Ormai non ha più senso mantenere la prudenza. Uccidiamoli tutti, Sasuke!» sbottò Jūgo.

Sasuke gli lanciò un’occhiata languida. Non che gli importasse molto, ma sentiva che era molto probabile che Jūgo avrebbe perso la sanità mentale; sarebbe stato utile, semmai i cinque Kage si fossero messi in mezzo al suo obiettivo.

Il campo di battaglia stava iniziando a scaldarsi e presto sarebbe diventato incandescente, specie nel momento in cui Karin non ebbe tempo per avvertire i suoi compagni dell’arrivo del chakra possente del Quarto Raikage, il quale aveva completamente demolito il tetto sopra le loro teste ed era sbucato dai detriti, seguito dalle sue due guardie del corpo.

«E adesso che succede?!» sbottò Jūgo.

Il polverone che si era sollevato dalla caduta dei massi aveva occultato la visuale dei membri del Falco, ma quando per l’immensa stanza si espanse il fragore di una tempesta di fulmini, l’attenzione dei presenti si era focalizzata su una brillante aura che emetteva continue scariche elettriche.

L’urlo di rabbia del Raikage dette la totale conferma che Sasuke e i suoi compagni erano finiti nei guai.

Il Raikage si era tolto il suo lungo mantello, rimanendo a petto nudo per avere la sua massima mobilità.

«Moccioso! Oggi ti insegnerò cos’è il vero terrore!» tuonò il capo villaggio della Nuvola.

I membri del Falco erano estremamente intimoriti dalla presenza di quell’energumeno dall’aria minacciosa e mai lo avrebbero attaccato prima di avere un buon piano da rispettare; era la prassi, ma non per Sasuke.

L’Uchiha si fiondò improvvisamente verso i tre ninja della Nuvola, armato dalla sua lama elettrica da dirigere contro il Raikage; attaccare frontalmente un nemico di cui non si conosceva nulla, equivaleva a un autentico suicidio.

Jūgo provò a far desistere il suo capo da compiere azioni folli.

«Fermati, Sasuke!»

Sasuke non lo ascoltò e si fiondò contro il nemico. Il suo attacco si scontrò con un potente getto acquatico, lanciato da Darui, il quale si apprestò subito a completare l’attacco, aggiungendo una potente scarica elettrica che fece allontanare il nemico di parecchio dalla loro postazione.

Darui si fermò a osservare l’Uchiha che era uscito indenne dall’attacco.

«Non c’è che dire. Il ragazzo sa manipolare perfettamente l’arte del fulmine. Ha praticamente annullato l’attacco.» commentò il muscoloso shinobi.

«Secondo il rapporto della squadra Samui. - riferì C. Pare che sia stato allenato dal ninja copia, inoltre non dimenticare che è un Uchiha, quindi, Darui, tieni sempre pronta l’arte dell’acqua contro il suo fuoco.»

«Ricevuto, fratello.» rispose prontamente Darui.

«C! Usa quella tua tecnica. - ordinò all’improvviso il Raikage. Eliminiamoli in un lampo!»

Lo shinobi della Nuvola eseguì rapido dei segni con le mani e si apprestò a scagliare la sua tecnica su Sasuke e Jūgo.

«Arte del Fulmine: Tecnica dei Pilastri di Luce

Il corpo dello shinobi si illuminò all’improvviso come una lampadina e la luce che emanò si espanse per tutta la stanza, a tal punto da divenire accecante e impedire al nemico di vedere quello che stava succedendo.

Jūgo era stato così concentrato a cercare di vedere qualcosa da un palmo dal naso, che aveva perso di vista il suo protetto, lasciando che questi venisse colpito in pieno da un poderoso cazzotto del Raikage sullo stomaco.

Jūgo era talmente allibito da quell’attacco che per lo stupore non era riuscito a muoversi.

«Sasuke!» urlò disperato il bambino demoniaco.

«Jūgo. - sibilò laconico l’Uchiha. Smettila di urlare e apri gli occhi. Questa è un’illusione.»

Il bagliore svanì all’improvviso e i due shinobi vennero riportati alla realtà, dopo che Sasuke era riuscito a spezzare l’illusione del nemico con i suoi potentissimi occhi.

Nonostante la prodezza appena compiuta dall’Uchiha, il duo venne immediatamente colto di sorpresa da un attacco reale adoperato dai ninja della Nuvola. Il Raikage e Darui erano apparsi da pochi centimetri dalla loro posizione ed erano in procinto di distruggerli.

«Vediamo come te la cavi ora, moccioso!» ruggì il Raikage.

Prima che l’omone potesse raggiungere il suo obiettivo, il suo possente avambraccio si scontrò con la lama della Kubikiri Hocho di Suigetsu, il quale era intervenuto prontamente a proteggere Sasuke, poiché Jūgo aveva invece bloccato la lama della mannaia di Darui.

Nonostante l’ottima mossa salvavita, Suigetsu si rese subito conto del livello di forza fisica che lo separava dal Raikage. La sua potenza era tale che, se Suigetsu fosse stato un comune essere umano, probabilmente ne sarebbe uscito senza più le braccia, poiché spezzate dal colpo del Raikage; tuttavia, la lama della Kubikiri Hocho non era stata così fortunata e si era spezzata inesorabilmente.

Sasuke, Suigetsu e Jūgo avevano approfittato del trambusto generato dal violente cazzotto del Raikage al suolo per distanziarsi dal nemico e decidere insieme un rapido piano di attacco.

Le braccia di Suigetsu erano un colabrodo liquido che reggevano ancor al’elsa di una spada ormai ridotta a meno della metà della sua lunghezza originaria.

«Porca puttana! La mia Kubiriki è andata distrutta!» tuonò disperato l’Hozuki.

«Probabilmente era già incrinata dalla battaglia contro l’Ottacoda e alla fine ha ceduto.» ipotizzò Jūgo di conseguenza.

Sebbene Suigetsu sembrava molto inquieto dal fatto che la sua preziosa spada fosse andata distrutta, egli aveva deciso di prenderla con filosofia.

«Beh, stiamo combattendo contro il Raikage. Siamo già fortunati a essere ancora vivi.» commentò infine l’albino.

Dopodiché lo spadaccino lanciò una frecciata al silenzioso Uchiha, il quale dava l’aria di non esserci proprio in quel momento, come se la sua mente fosse altrove.

«Forse è arrivato il momento che tu la smetta di fare di testa tua, che ne pensi, “capo”?» fu il commento sarcastico di Suigetsu.

«Nessuno vi ha chiesto di mettervi in mezzo.» replicò lapidario Sasuke.

Suigetsu sputò per terra e si mise a sghignazzare.

«Che razza di ingrato pezzo di merda! Ma diciamo che è una cosa tipicamente tua, quindi ormai c’ho fatto il callo.» sbottò di conseguenza Suigetsu.

Non era certo il momento di mettersi a litigare per queste minuzie. Il loro scopo era quello di sopravvivere alla furia del Raikage e non sarebbe stato facile; soprattutto perché di fronte a loro non avevano solo il capo del villaggio della Nuvola, un ninja potentissimo e con un bagaglio di esperienza superiore a tutti loro messi insieme, ma anche le sue due guardie del corpo non erano di certo lì per caso; anche loro erano molto forti, in particolare Darui.

Lo shinobi in questione non aveva visto di buon occhio l’improvvisa apparizione di Suigetsu sul campo di battaglia e voleva fare qualcosa per impedire che un imprevisto del genere potesse ripetersi.

«Se continuano a sbucare come funghi dal nulla è un problema. - commentò il giovane uomo. Pensi di poter trovare tutta la gente che si nasconde? E in quanti sono, C?»

«Sono certo che dovrebbe essercene un altro. - riferì prontamente il collega. Ma combattere, mentre rintraccio questo individuo, potrebbe risultare un compito difficile.»

«Ah, tranquillo. - replicò Darui. Per questi tre, io e il boss siamo più che a sufficienza. Tu pensa all’altro.»

Karin allora dovette mettersi sulla difensiva e azzerare il suo flusso di chakra per non essere individuata da C; lei non era una combattente come lo erano i suoi compagni e di certo non poteva tenere testa a dei jonin esperti come erano gli avversari. Ciò comportava inesorabilmente che non avrebbe potuto rintracciare il chakra di Danzo.

Gli altri membri del Falco erano coscienti del pericolo rappresentato da C e convennero tutti assieme che dovevano eliminarlo il prima possibile.

«Karin starà sopprimendo il suo chakra per non farsi rintracciare da quel tizio. So che ha questa abilità, ma così non potremmo scovare Danzo.» commentò Suigetsu.

Eliminare C aveva la massima priorità, ma non sarebbe stato un compito facile, poiché il Raikage e Darui avrebbero fatto di tutto pur di impedirlo, non solo, ne avrebbero addirittura approfittato per aumentare la loro pressa su di loro.

Era dunque necessario che il Falco aumentasse la propria potenza di attacco, in modo da tenere occupato almeno il potentissimo Raikage in un combattimento, mentre gli altri potevano neutralizzare i due jonin della Nuvola.

Jūgo aveva deciso di proporsi per quell’importante e gravoso compito. Lentamente il segno maledetto che circondava il suo corpo, andò a condensarsi al punto da annerire completamente la pelle del bambino.

Jūgo sapeva che cosa comportava per lui il passare al secondo stadio del segno maledetto; si sarebbe fatto deliberatamente divorare dalla sua follia omicida. Di solito, Jūgo non avrebbe mai fatto una cosa del genere, ma quella volta avrebbe fatto qualunque cosa, pur di portare a termine il piano; in onore di Sasuke e di Kimimaro.

«Ci penserò io!» dichiarò Jūgo ai suoi compagni.

Il corpo di Jūgo mutò sotto gli sguardi dei presenti. Il suo fisico divenne sorprendentemente muscoloso, sulla sua schiena si formarono delle turbine, dalle quali uscivano continue gittate di potentissimo chakra: quello era il secondo stadio del segno maledetto di Jūgo.

«ALLORA?! CHI AMMAZZO PER PRIMO?!! FATEVI SOTTO, BASTARDI!» urlò folle il demonio.

I ninja della Nuvola erano visibilmente sorpresi dall’improvvisa mutazione di quel bambino, ma il loro stupore durò solo pochissimo tempo, poiché erano degli individui che si intimorivano molto difficilmente, anche perché abituate alle mostruose mutazioni dell’Ottacoda, quando ancora Killer B non ne aveva il controllo.

«Il cambiamento di personalità è addirittura più sconvolgente dell’aspetto fisico.» commentò calmo Darui.

Invece C aveva compreso che il demonio che avevano di fronte non aveva nulla a che invidiare a una bestia codata; era pericoloso.

«Fate attenzione! - avvertì lo shinobi. Questo tizio ha un chakra assurdo!»

Anche i membri del Falco erano rimasti molto sorpresi dalla mutazione di Jūgo e infatti Suigetsu e Karin erano molto preoccupati che Jūgo non sarebbe stato nemmeno in grado di riconoscere loro.

Suigetsu allora chiese a Sasuke di esprimere una sua opinione in merito.

«Non pensi che Jūgo abbia esagerato? Sarà un problema fermarlo.» commentò l’Hozuki.

«Finché mi sarà utile, non m’importa.» aveva replicato l’Uchiha.

Sasuke non era per nulla impensierito dalla pericolosità di Jūgo, era invece concentrato sui movimenti degli avversari, in particolare del Raikage, il quale era a sua volta annoiato dalla presenza di quel pericoloso avversario. Sasuke puntò i suoi occhi unicamente sul Raikage; aveva bisogno di studiarne lo stile di combattimento o non sarebbe mai riuscito a sconfiggerlo.

Il capo del villaggio della Nuvola aveva preso la decisione di eliminare personalmente quell’evidente pericolo e senza preavviso, l’omone spiccò un balzo verso il demone per sferrare il suo attacco.

«Togliti di mezzo!» urlò il Raikage.

Il pugno del Raikage si abbatté sul corpo di Jūgo, il quale finì rapidamente con le spalle al muro, mentre modellava uno scudo di carne, nel tentativo di arrestare l’avanzata del pugno assassino del gigante. Nulla valsero i tentativi di Jūgo dal bloccare l’attacco del nemico; il Raikage gli piantò il suo pugno sul petto e lo neutralizzò.

C tirò un sospiro di sollievo; quel pericoloso demonio era stato soppresso ancor prima di causare seri danni.

«Sei dannatamente forte, Raikage.» aveva riflettuto il ragazzo.

Nell’osservare il suo superiore, C si era deconcentrato per qualche istante e questo aveva permesso a Suigetsu di trovare un’apertura, per apparire alle spalle del ninja sensoriale.

«Sei mio!» dichiarò l’albino.

Suigetsu era in procinto di sferrare un potente fendente con la sua spada incapacitata, ma Darui aveva intercettato il fendente, deviandolo con la sua possente mannaia.

C si era spostato appena in tempo e aveva ripreso la sua mansione.

«Grazie mille, Darui!» disse al compagno.

Darui si confrontò con Suigetsu. Erano entrambi degli abili spadaccini e ne sarebbero uscite delle belle dal loro scontro. Inoltre Suigetsu sembrava molto affascinato dallo spadone dell’avversario.

«Bella spada, amico.» esclamò Suigetsu.

«Scordati di averla solo perché la tua è rotta!» replicò prontamente Darui.

I due iniziarono a darsi lotta fra di loro. Fin dai primi colpi, Suigetsu aveva compreso che doveva giocare il tutto per tutto per battere il suo preparatissimo avversario. A un tratto, le braccia dell’albino di ingrossarono visivamente, il che gli donava una maggiore potenza fisica per poter sconfiggere l’avversario.

Darui non si fece certamente mettere le mani in faccia, senza reagire e aumentò anche lui la forza che stava impiegando nell’attacco.

«Però. Siete davvero dei tipi pieni di sorprese!» sbottò il jonin della Nuvola.

Suigetsu ghignò; era certo che Jūgo fosse ancora vivo e che non aveva ancora scatenato tutta la sua potenza contro il Raikage.

«E non avete visto ancora nulla!» ribatté l’albino.

Nel mentre i due continuavano la loro lotta serrata, Sasuke era sulla parete sopra la testa del Raikage e stava tentando di farlo cadere in una potente illusione del suo sharingan, ma il tentativo andò a vuoto.

Il Raikage fissò annoiato il giovane avversario. Lui era l’unico essere umano, a parte le forze portanti, che non poteva cadere sotto l’influsso delle arti illusorie, per quanto queste potessero essere potenti. Quando poi il Raikage utilizzava la tecnica dell’armatura del fulmine per ricoprire interamente il proprio corpo, i suoi riflessi e la sua velocità erano talmente amplificati che un tempo rivaleggiavano con l’uomo più veloce del mondo, il Quarto Hokage, chiamato da tutti, Lampo Giallo.

«Sei veramente patetico, ragazzino. - sbottò il capo della Nuvola. Mi chiedo che trucco abbia usato per sconfiggere mio fratello.»

Il Raikage era perfettamente coscio del fatto che suo fratello era uno shinobi molto forte e una forza portante estremamente distruttiva, ma sempre provvista di raziocinio. Anzi, il Raikage sapeva che, quando il fratello utilizzava la modalità bestia, era addirittura più prudente che fosse l’Ottacoda a prendere il controllo del suo corpo che al contrario.

Per battere uno come Killer B, Sasuke doveva disporre sicuramente di qualche potentissimo asso nella manica e certamente questi doveva coincidere con le abilità, donategli dal suo sharingan.

L’attenzione del Raikage si spostò rapidamente sull’avversario che aveva appena sconfitto. All’improvviso la carne di quest’ultimo si era espansa per una certa quantità di spazio, generando delle turbine che accumulavano una densa quantità di chakra, sotto forma di sfere di energia.

La potenza del chakra emanato da Jūgo era al suo climax e il Raikage l’avrebbe affrontata di pieno petto a una distanza ravvicinata. Il pericolo era imminente.

Jūgo era all’estasi del piacere.

«MUORI!!!» urlò il demonio.

Anche i jonin della Nuvola captarono l’imminente pericolo, ma dalla loro posizione non poterono fare in tempo per proteggere il loro superiore.

«Sommo Raikage!!» urlò C.

Un bagliore ricoprì interamente il corpo del Raikage, dopodiché una potentissima esplosione si abbatté per tutta la stanza, scatenando una potenza mai vista dai presenti.

In mezzo a quel marasma di distruzione, C si era nascosto per bene per non farsi individuare dal nemico e continuare la ricerca di Karin. Era stato vittima di troppe distrazioni e ancora non era riuscito a individuare il suo obiettivo. Anche l’ultimo colpo scatenato da Jūgo contro il Raikage, lo aveva fatto vacillare e quella volta, fu Sasuke in persona a occuparsi di lui.

C si trovò a diretto contatto con lo sharingan dell’Uchiha e le tristi conseguenze per la sua sorte furono inevitabili. Il jonin era stato appena catturato dallo Tsukuyomi dello sharingan e si trovava bloccato da un’enorme creatura in una dimensione estranea, quella creatura emanava un chakra sinistro e che non aveva mai visto in vita sua; sembrava l’incarnazione dell’oscurità.

«Qu//uesti ragazzi sono davvero in gamba. Usano gli attacchi dei loro compagni per confondere l’avversario e attaccarlo a loro volta. - pensò il jonin mentre veniva sopraffatto dalla potente illusione. Non pensavo che sarei finito proprio io in un’illusione.»

C era immobile, la tecnica dello sharingan lo aveva completamente immobilizzato e, una volta che cadde al suolo, scatenò la preoccupazione di Darui, il quale però non poteva andare ad aiutarlo, poiché impegnato nella lotta con Suigetsu.

«Hey, C! Che diavolo stai combinando?! Non è questo il momento di dormire!» tuonò il jonin della Nuvola.

Suigetsu spiccò un balzo per effettuare un potente attacco, proprio mentre l’avversario si era distratto.

«Sei mio!» tuonò l’albino.

Darui fu molto rapido a bloccare il fendente dell’avversario e riprese la lotta, mentre osservava i suoi avversari. Era praticamente rimasto solo contro quei tre, tuttavia, il demonio non sembrava essere in un ottimo stato fisico, aveva praticamente un buco sul petto e camminava a fatica. Sasuke era in ginocchio soffrente e si toccava l’occhio destro come se gli facesse male, mentre sconfiggere Suigetsu era una pura questione di tempo.  

Intanto Karin poteva finalmente tirare un sospiro di sollievo e riprendere la ricerca di Danzo, dato che il ninja sensoriale della Nuvola era stato abbattuto.

«Una volta ogni tanto, la follia di Jūgo è stata utile. Ora pensiamo a cercare questo Danzo.» commentò la ragazza.

Ma non appena questa riprese a utilizzare la propria tecnica, il suo sesto senso captò un’enorme massa di chakra abbattersi a una grande velocità contro Jūgo. Mentre il demonio si pavoneggiava per l’avere ucciso il Raikage, quest’ultimo era apparso dal nulla e aveva colpito l’avversario con una poderosa gomitata che aveva scagliato Jūgo sulla parete opposta dalla stanza, neutralizzandolo definitivamente.

Karin sbatté un pugno sul muro dal quale si sporgeva per guardare lo scontro.

«Merda! Quel tizio è sopravvissuto all’attacco di Jūgo da una distanza del genere! Non ha nemmeno un graffio!» sbottò la ragazza.

Non per nulla, A non era stato sfregiato del titolo di Raikage, se non fosse stato un potentissimo shinobi. La sua particolare tecnica di combattimento mescolava arti ninja con arti marziali, la sua prestanza fisica gli garantiva una stamina agli stessi livelli di Kisame Hoshigaki e il suo corpo resistente come l’acciaio, lo rendeva praticamente immune alle lame e ad altri attacchi. Tempo fa, A aveva addirittura combattuto contro l’Ottacoda e ne era uscito vincitore, riuscendo addirittura a tagliare di netto una delle corna del demone. La sua abilità nell’arte del fulmine, inoltre, era praticamente la più perfetta del villaggio e quindi poteva essere considerato il miglior manipolatore del fulmine esistente al mondo; solo Kakashi poteva essere equiparato a lui, in tale classe di capacità.

Sasuke ovviamente non si era fatto intimorire dalle prodezze compiute dal Raikage e non aveva esitato ad attaccarlo con la sua lama di fulmini, ottenendo tuttavia l’unico risultato di essere respinto dalla potente aura del capo della Nuvola.

«Hai deciso di suicidarti, ragazzino?! Ti accontento subito!» tuonò A.

Allora Sasuke fece dei segni con le mani ed evocò un fascio di fulmini sulla mano sinistra; il vendicatore era certo che la tecnica di Kakashi avrebbe avuto l’effetto desiderato sull’avversario: nessuno poteva bloccare il Chidori!

Sasuke si avventò contro il suo avversario. Il Raikage fece altrettanto. Pochi secondi e i loro colpi sarebbero entranti in collisione. Prima che ciò accadesse, lo sharingan di Sasuke fece una previsione dei movimenti dell’avversario, in questo modo l’Uchiha fu in grado di schivare la gomitata del nemico, abbassandosi. Sasuke attaccò di conseguenza con il suo Chidori, indirizzando il colpo proprio al cuore del Raikage.

Il boato che si generò dall’impatto fra il Chidori e l’armatura del Raikage si espanse per tutta la stanza, facendo sgorgare miriadi di fulmini da tutte le parti, tuttavia, sebbene fosse stato generato un tale impatto, entrambi gli avversari erano ancora in piedi.

Sasuke non riusciva a muovere il suo braccio con il quale aveva attaccato. Nemmeno il Chidori era riuscito a uccidere il Raikage, poiché era stato semplicemente in grado di penetrare di pochi centimetri il petto del gigantesco shinobi.

Di conseguenza, il Raikage aveva rapidamente afferrato il ragazzo per tenerlo fermo, dopodiché aumentò la sua muscolatura per impedire a Sasuke di tirar fuori le sue dita dal suo corpo.

«Una tecnica che sfrutta l’arte del fulmine per aumentarne la capacità penetrante e la potenza. - commentò il Raikage. Una tecnica capace di ferirmi, può essere solo opera di Kakashi dello Sharingan!»

Non era la prima volta che il Raikage si confrontava con questa tecnica. Durante le sue lotte con il Lampo Giallo, nell’ultima guerra ninja, capitava spesso che il suo avversario combattesse al fianco di un ragazzino estremamente capace che sfruttava il medesimo attacco.

«Ma la tua tecnica... - continuò A. Non è paragonabile a quella di Kakashi Hatake, ma ormai per te è finita.»

Il chakra del Raikage ebbe un aumento vertiginoso, le scariche elettriche si fecero sempre più intense; il Raikage era pronto a scagliare uno dei suoi colpi micidiali, ai quali nessuno dei suoi avversari era mai sopravvissuto. Il Raikage sollevò di peso l’Uchiha e lo scaraventò al suolo con una potenza inaudita.

Il rimbombo di tale colpo venne udito persino dagli altri Kage, al piano superiore, e il pavimento era stato completamente devastato dal colpo; probabilmente anche Sasuke era stato ridotto in poltiglia da un colpo del genere.

«Merda! Sasuke è nei guai!» tuonò Suigetsu.

L’albino era sgomento. Non aveva mai visto il suo capo in una situazione critica come quella e dubitava molto che fosse sopravvissuto a un attacco potente come quello.

Mentre Suigetsu copriva il viso per ripararsi dai detriti scagliati dal colpo, Darui ne aveva approfittato per sferrare l’attacco decisivo contro l’avversario. Il jonin aveva rivestito la propria lama con l’arte del fulmine e aveva impalato l’avversario al muro, lasciando la lama elettrica che bloccava il corpo acquoso del nemico.

«Merda! Non riesco a muovermi!» sbottò sofferente l’Hozuki.

«Il vostro amico è spacciato. Nessuno è mai sopravvissuto alla bomba fulminea del Boss.» comunicò Darui.

L’uomo lanciò una rapida occhiata al suo capo, dopodiché si avviò a prestare soccorso al compagno, per sciogliere l’illusione in cui era bloccato.

«Tutto bene, amico?» domandò Darui.

Una volta ripresosi, C osservò con cura il campo di battaglia e vide il Raikage che teneva al suolo qualcuno; doveva trattarsi di Sasuke. Anche gli altri due nemici erano stati annientati.

«Sono stato poco attento. Scusami tanto, Darui.» rispose C.

«Ah, figurati. - replicò l’altro. Tanto ormai la lotta si è conclusa.»

Darui si sbagliava, perché non aveva idea delle immense risorse di cui gli Uchiha disponevano.

Sasuke infatti si era salvato, utilizzando la tecnica suprema del suo Mangekyō Sharingan, la quale si stava appena manifestando agli occhi meravigliati dei presenti.

Il Raikage sentì un scricchiolio di ossa che si spezzavano e si auto riparavano allo stesso tempo. All’inizio pensò che fossero le ossa del ragazzo che erano andate in frantumi, ma poi notò che il ragazzo non aveva subito l’impatto con il suolo, poiché alle sue spalle erano apparse delle ossa spirituali che avevano attutito il colpo.

«Che succede?» domandò l’uomo sospettoso.

Anche Karin aveva avvertito l’anormalità della tecnica che stava utilizzando Sasuke, ma stava percependo la sua potenza su un piano differente dagli altri.

«Il chakra di Sasuke sta diventando ancora più freddo!» sbottò lei.

Le ossa appena evocate da Sasuke iniziarono a crescere sempre di più. Sasuke era protetto da un’oscura gabbia toracica che si stava espandendo maggiormente, sotto gli occhi del Raikage. Il capo della Nuvola non stesse a guardare e attaccò con un poderoso montante, il quale venne attutito dalle ossa spirituali, dopodiché Sasuke spiccò un balzo per allontanarsi dal Raikage, sempre protetto da quelle ossa spirituali.

Sasuke allora aprì i suoi potenti nuovi occhi per sfidare apertamente il Raikage con il suo nuovo potere.

«Quindi questo è il Mangekyō Sharingan?» commentò l’uomo.

A non era uno stupido e sapeva che il chakra angusto, emanato da quella tecnica, doveva essere preso sul serio, per tanto aveva preso la decisione di combattere al massimo della sua potenza.

L’intensità e la potenza del chakra di A aumentarono vertiginosamente, persino i capelli del Raikage si drizzarono per via della potenza delle scariche elettriche che emanava l’armatura di fulmini.

Una volta percepito il chakra del Raikage, Karin tremava dalla paura. Oramai non sapeva dire che cosa fosse più terrificante fra il chakra di Sasuke e quello del suo avversario.

«Il Raikage ha un chakra ancora più assurdo di quello dell’Ottacoda!»

La ragazza si chiese addirittura se il Raikage fosse realmente un essere umano, considerando quanto fosse possente. Sasuke poteva veramente tenergli testa?

Anche i jonin della Nuvola erano rimasti alquanto perplessi dall’abilità mostrata dall’Uchiha, durante lo scontro. Adesso potevano finalmente comprendere come Sasuke avesse sconfitto Killer B.

«Che strano potere. - commentò Darui. Sembra persino che i suoi occhi siano mutati.»

«Il Mangekyō Sharingan? - sbottò sorpreso C. Questo ragazzo è diverso da tutti gli altri, è uno di quei geni che nascono ogni centennio ed è persino più pericoloso di suo fratello Itachi.»

Mentre Sasuke e il Raikage continuavano a lanciarsi sguardi truci, erano giunti i rinforzi che erano stati convocati in precedenza dai samurai, i quali avevano circondato Sasuke ed erano pronti ad attaccarlo alla prima occasione.

Sasuke non si impensierì, poiché quegli avversari non erano alla sua altezza, l’unico che poteva dargli problemi era il Raikage e lo doveva uccidere il prima possibile, evitando di consumare energie preziose, in vista dello scontro con Danzo.

Sasuke concentrò una discreta quantità di chakra sul suo occhio sinistro, il quale iniziò a sanguinare vistosamente, segno che l’attacco del Mangekyō Sharingan era pronto a scagliarsi sull’ignaro Raikage.

Sasuke attaccò!

«Amaterasu!»

Apparvero dal nulla le fiamme nere dello sharingan, le fiamme che non potevano essere estinte, le fiamme divine, però si trattava di fiamme letali, ma troppo lente. Infatti, il Raikage aveva schivato l’attacco prontamente. Sasuke allora lo seguì con lo sguardo, manipolando le fiamme nere con l’occhio destro, poiché aveva scoperto di esserne in grado durante i suoi allenamenti con Madara.

«Sei troppo lento, moccioso!» tuonò il Raikage.

L’omone era veramente troppo veloce, persino per uno sharingan. Il Raikage aveva assestato un violento colpo all’Uchiha, ancor prima che Amaterasu potesse giungere al suo obiettivo. Sasuke era pieno di ematomi, ma si era rialzato, perché protetto in parte dalle ossa spirituali.

Il Raikage allora proseguì l’attacco, evitando con cura di venire intercettato da Amateraru. Quando però l’uomo si apprestò ad attaccare nuovamente il suo avversario, questi aveva manipolato le fiamme in maniera tale da creare uno scudo fiammeggiante sulle ossa.

In questo modo, Sasuke voleva annullare gli attacchi fisici del Raikage, dato che toccare Amaterasu significava venire bruciato vivo, senza avere alcuna speranza di sopravvivenza.

Purtroppo Sasuke non aveva idea che A, il Quarto Raikage, era un uomo che non si fermava davanti a niente, nemmeno se c’era di mezzo il pericolo di perdere un arto o addirittura la vita; la prudenza non era mai stata il suo forte. Il Raikage riteneva che per risolvere un problema, bastava usare un pugno e fece così anche in quella situazione.

«NON SOTTOVALUTARMI!!! IO SONO IL QUARTO RAIKAGE!» tuonò l’omone.

Il possente colpo a spacco del Raikage si abbatté su Sasuke con una potenza tale da sbattere al suolo il ragazzo, provocandogli addirittura qualche costola rotta e diverse perdite di sangue.

I due jonin della Nuvola osservarono la scena. A Darui venne da ridere; il boss non cambiava mai ed era per questo che lo aveva sempre ammirato.

«Fare questo al proprio braccio… - commentò l’uomo. Sei davvero un pazzo, boss.»

Prima ancora che Sasuke potesse comprendere che cosa stesse accadendo, il Raikage era piombato in aria con il braccio sinistro in fiamme e stava per assestargli il colpo finale. Sasuke allora sforzò il suo occhio destro, in maniera tale da manipolare le restanti fiamme a forma di scudo che lo proteggesse dal colpo nemico.

«Arte Infernale: Kagutsuchi!» tuonò l’Uchiha.

La gamba del Raikage e le fiamme di Sasuke stavano per entrare in conclusione nel climax della battaglia. Da quel momento in poi sarebbe potuto accadere qualunque risvolto positivo o negativo per entrambe le parti. Lo scontro rappresentava un’incognita incostante che avrebbe solamente seguito l’andamento degli eventi.


*

 

La squadra di Naruto stava correndo. Naruto e Rina stavano tentando di rintracciare il chakra di Danzo, ma stavano avendo comunque dei problemi nel rintracciarlo, come se qualcuno avesse oscurato la rete di chakra in una determinata area.

«Ci sono novità, maestro?» domandò Koichi.

«Ancora nulla, ma non penso che siano andati troppo lontano. Solo che c’è qualcosa di strano.» rispose Naruto.

«In che senso?» chiese dubbioso Masato.

«Sembra che ci sia qualcuno che stia mascherando il chakra di quel vecchio con il proprio. - spiegò Rina. Ma davvero si può fare una cosa del genere?»

«Rimanete concentrati, ragazzi. Non affronteremo dei ninja qualunque.» rammentò il maestro Naruto.

Rintracciare Danzo stava diventando un problema e di certo, andando avanti in quel modo, il vecchio ninja sarebbe riuscito a scappare dal palazzo; ciò era chiaramente da evitare assolutamente, perché se Danzo fosse riuscito a tornare alla Foglia, avrebbe certamente rafforzato il suo potere e sarebbe scoppiata la guerra civile.

Naruto non poteva assolutamente fallire. Non voleva che il villaggio fosse ancora instabile e che la gente soffrisse per colpa di Danzo o di Akatsuki. Il ragazzo entrò in modalità eremitica in pochi istanti e concentrò tutte le sue energie per rintracciare il nemico: ci riuscì.

A un tratto, Naruto creò una copia di se stesso e rapidamente creò uno dei suoi potentissimi Rasengan che scagliò contro la parente, in cui aveva percepito il nemico. Una volta abbattuta la prima parete, toccò alla successiva e a un’altra ancora, finché il gruppo non apparve proprio di fronte a Danzo e alle sue guardie del corpo.

«Maledetto! Ci ha trovato!» sbottò Danzo.

«Grande, maestro! Li abbiamo scovati!» sbottò Masato.

Naruto e la sua squadra sbarrarono la squadra al Reggente Sesto Hokage.

Le due guardie del corpo dell’anziano ninja si misero di fronte a lui per proteggerlo, armati con il tipico spadino dei ninja della Radice.

Gli allievi di Naruto fecero altrettanto, in maniera tale da proteggere il loro maestro da quei pesci piccoli.

A un certo punto, Torune si rivolse al collega, desideroso di ricevere delle informazioni.

«Che cos’è successo, Fo? Pensavo che avessi completamente schermato il chakra di lord Danzo dai ninja sensoriali.»

L’altro shinobi ammise che non sapeva darsi una spiegazione. Invece Danzo aveva capito perfettamente come Naruto fosse riuscito a individuarli, anche perché vedeva chiaramente tutto il mistero dietro quella prodezza, tramite l’occhio di Shisui.

«Non sapevo che sapessi usare l’arte eremitica, forza portante. È stato Jiraiya a insegnartela?» chiese l’anziano ninja.

Naruto non rispose, interruppe il flusso di energia naturale per conservarla per la lotta e iniziò a studiare perplesso il suo avversario. Per certi versi, Danzo era molto simile a Madara. Entrambi erano molto criptici nei comportamenti e davano segno di essere capaci di compiere qualunque nefandezza, pur di raggiungere i propri scopi.

«Che strano. - sbottò l’anziano. Quando eri un bambino, parlavi in continuazione. E ora, che cosa ti è successo? La volpe ti ha mangiato la lingua?»

«Non ho nulla da dirle.» replicò l’Uzumaki.

I due continuarono a fissarsi l’un l’altro per un altro po’, dopodiché Danzo prese nuovamente la parola.

«Tu e il tuo maestro avete messo in ridicolo il villaggio della Foglia di fronte agli altri capi di stato. Hai idea che cosa comporti per il villaggio?» domandò laconico l’anziano ninja.

A Naruto venne da ridere. Quello che aveva appena detto Danzo non aveva alcun senso.

«E lei che ha fatto?! Ha messo in pericolo il villaggio, anche prima che intervenissimo io e il maestro Kakashi. Lei non vuole la pace per il villaggio. Tu vuoi fare solo come ti pare e piace, vecchio bastardo!» tuonò furioso la forza portante.

«Non mi faccio giudicare da un bambino che ha preferito scappare di fronte ai suoi problemi. - ribatté Danzo. Magari ti sei veramente unito ad Akatsuki per proteggere il villaggio dall'esterno, ma sei pur sempre scappato dalla Foglia, perché odiavi gli abitanti.»

«E quindi?! Qual’è il problema?!» sbottò il ragazzo.

Danzo aveva lasciato cadere per terra il suo bastone, significava forse che aveva intenzione di combattere?

«Non riesci a comprendere la tua posizione di forza portante. Il tuo ruolo è quello di bilanciare il potere del villaggio, in rapporto agli altri villaggi. - continuò l’anziano. Hiruzen e Tsunade sono stati fin troppo indulgenti con te, per questo hai agito di testa propria e non solo, Jiraiya, quel maledetto, ti ha totalmente corrotto con il suo senso di libertà. E adesso Jiraiya è morto come un verme, come meritava per aver seguito gli insegnamenti di Hiruzen!»

«NON TI PERMETTERE DI INSULTARE IL MIO MAESTRO!! TU NON HAI IDEA DI CHE GRAND’UOMO FOSSE!!»

La rabbia di Naruto era tale che il chakra della volpe aveva fatto il suo ingresso, modificando visibilmente l’aspetto della forza portante con i tratti selvaggi e gli occhi rossicci.

Fu e Torune si misero in posizione di difesa, preoccupati che la forza portante iniziasse a darci dentro in tutta la sua potenza.

«Che chakra impressionante!» commentò Fu.

Di conseguenza, Danzo aveva preso la decisione di volersi occupare di Naruto in loco. L’uomo tirò fuori il suo braccio destro dal suo mantello. Il braccio era fasciato con delle bendature ed era tenuto stretto da delle guarnizioni resistenti, che servivano a contenere l’enorme potere che emanava.

«Speravo di potermi servire di te per uccidere Madara, ma ti stai dimostrando incontrollabile. Quindi adesso mi darai l’Ennacoda e morirai. Per il bene del villaggio!» dichiarò Danzo.

Successivamente, Danzo spostò la mano sinistra verso la benda che aveva sul viso e ne scostò una parte, in modo da mostrare ai presenti il suo occhio destro, recante lo sharingan di Shisui Uchiha.

«Ha lo stesso occhio del maestro Kakashi!» sbottò Rina.

«Ricorda di non fissarlo negli occhi, Rina. - comunicò Koichi al suo fianco. Hai dimenticato quello che ha detto il maestro sullo sharingan?»

A proposito del maestro, Naruto aveva rapidamente accumulato il chakra eremitico che aveva conservato in precedenze ed era pronto in qualsiasi momento allo scontro.

Anche Danzo era pronto e non aveva perso tempo ad assegnare degli ordini ai suoi seguaci.

«La cattura dell’Ennacoda è della massima priorità. Una volta che l’avremmo ottenuta, non sarà difficile piegare gli altri Kage al mio volere. Tutto chiaro, Fu, Torune?»

Le due guardie del corpo annuirono prontamente e si prepararono a loro volta allo scontro.

La prima mossa fu effettuata da Masato, il quale attaccò, senza dare preavviso ai suoi compagni e per questo, una volta che scagliò una palla di fuoco suprema sul nemico, venne rimproverato dal suo maestro, il quale gli rifilò un pugno sulla nuca per punirlo.

«Che diavolo ti salta in mente, idiota?!» tuonò Naruto.

«Maestro non dice sempre che non bisogna perdere tempo in un combattimento? E quindi ho fatto così!» ribatté prontamente Masato.

Naruto si trovò spiazzato da quel commento e, dato che era stato preso in fallo dall’allievo, non aveva detto più nulla e aveva spostato nuovamente il suo sguardo verso il campo di battaglia. Il fuoco, emanato dal ragazzino era stato completamente diradato da una tecnica di Danzo.

Per Naruto c’era solo una spiegazione.

«Usa l’arte del vento, eh?»

Una volta eliminata la tecnica di fuoco, Danzo aveva dato ordine alle sue guardie del corpo di passare immediatamente al contrattacco, così, Fu e Torune lasciarono indietro il superiore e si avventarono sui loro nemici.

Le prime lame che si intrecciarono nello scontro furono quelle di Rina e di Fu. La ragazzina era molto brava nel maneggiare la katana e aveva appunto seguito alcune lezioni del maestro Kakashi, in modo da migliorare molto il suo stile, battezzato da lei con il nome singolare di “Passo della Pioggia”, con esso, Rina era riuscita una volta a tagliare delle gocce d’acqua, prima che queste cadessero a terra.

Un ninja esperto come Fu, poteva solo sorprendesi che una ragazzina riuscisse a tenergli testa in maniera così magistrale, tuttavia, lui era in possesso di una forza fisica a lei superiore e non ci mise molto a distanziarla, in modo da eseguire un secondo letale attacco.

Fu lanciò degli shuriken contro la ragazza, dopodiché eseguì dei rapidi gesti con le mani per potenziare l’attacco appena effettuato.

«Tecnica Della Moltiplicazione Degli Shuriken!» tuonò all’improvviso l’uomo della Radice.

Rina era pronta a contrattaccare.

«Non mi sottovalutare!» tuonò la ragazzina.

Rina si apprestò rapidamente a neutralizzare l’attacco, flettendosi su se stessa in una danza di lame che neutralizzò la rotazione della moltitudine degli shuriken.

Tuttavia, quell’azione era servita a Fu per distrarre l’avversario dalla vera tecnica che aveva intenzione di utilizzare contro di loro. Nel momento in cui l’uomo della Radice mosse le mani per il conseguimento della tecnica, Naruto riconobbe la tecnica del controllo spirituale del clan Yamanaka e reagì di conseguenza.

Naruto aveva creato una copia di se stesso, la quale si premurò di afferrare la sua allieva di peso per lanciarla verso il tetto, in modo da non essere colpita dalla tecnica del nemico; una volta fatto ciò, Naruto sciolse la tecnica, prima che fosse il suo stesso clone a subire il controllo nemico.

«Merda!» sbottò Fu, al fallimento della sua tecnica.

Torune si avvicinò al compagno per dargli manforte.

«Come faceva a conoscere la tua tecnica?» domandò Torune.

«Probabilmente avrà visto questa tecnica dalla figlia del capo del clan Yamanaka. Se non sbaglio erano compagni.» spiegò Fu.

«Se le cose stanno così, allora non usare più nessuna delle tue tecniche. Limitiamoci a ucciderli con lo stile di assassinio della Radice.» disse Torune.

Il compagno di squadra concordò con l’altro e si armò nuovamente della sua lama, per correre all'attacco della forza portante dell’Ennacoda.

Koichi e Masato si erano messi in mezzo, per sbarrare la strada ai due uomini. Il primo riuscì a bloccare Fu, mentre l’altro venne rapidamente sconfitto da un calcio di Torune, il quale aveva finalmente spazio libero per attaccare Naruto.

«Sei mio, Nove Code!» tuonò lo shinobi della Radice.

Naruto era pronto allo scontro con l’avversario. L’eremita si accinse a sferrate un pugno sull’avversario, il quale, però lo schivò a tempo debito, ma non riuscì ugualmente a sferrare a sua volta l’attacco sull’avversario.

Lo scontro fra i due sembrava essere andato a vuoto, ma non era affatto così. All'improvviso, Torune si sentì tirato via da una forza invisibile, come se in realtà il pugno dell’avversario fosse riuscito a colpire la sua guancia. La forza divenne opprimente e Torune venne sbalzato via con forza.

La Radice poteva anche utilizzare la sua speciale tecnica di assassinio, ma nessuno di loro si era mai confrontato con lo stile dei rospi eremita, il quale sfruttava l’energia naturale, per aumentare l’ampiezza degli attacchi sferrati dall'utilizzatore di energia naturale.

Solo Danzo, mediante il suo sharingan, era riuscito a vedere il chakra di Naruto che si abbatteva inesorabilmente su Torune, sconfiggendolo. Di conseguenza, Danzo aveva compreso che avrebbe dovuto sconfiggere la forza portante di persona.

Intanto Naruto si era rivolto all’allievo che era stato sconfitto.

«Tutto bene, Masato?» domandò il biondo.

Il ragazzino si era messo subito in piedi, pronto a rientrare nei giochi con tutta la rabbia in corpo per essere stato sconfitto così facilmente. Per questa ragione, il ragazzino aveva deciso finalmente di utilizzare la sua tecnica segreta: aveva attivato il byakugan sul suo occhio sinistro!

Danzo fu molto sorpreso da quella meravigliosa trasformazione, poiché gli occhi di Masato non erano della tipica colorazione lilla degli Hyuga, ma nonostante ciò, era in possesso di un byakugan.

Danzo allora comprese che quell’occhio era stato trapiantato su quel ragazzino, proprio come Ao del villaggio della Nebbia.

«Interessante. Hai fatto trapiantare un byakugan nell'occhio del tuo allievo, Nove Code?» domandò Danzo.

Naruto non rispose; c’era una lunga storia dietro a byakugan sull’occhio sinistro di Masato, anche perché quel ragazzino non era in possesso della sola arte oculare del clan Hyuga; infatti sul suo occhio destro vi era uno sharingan ancora acerbo, questo perché Masato aveva sangue Uchiha nelle vene.

Danzo era fuori di sé.

«Sei tale e quale il tuo dannatissimo maestro! Jiraiya ha allenato quei tre orfani del villaggio della Pioggia, condividendo con loro i segreti della Foglia e tu adesso hai dato agli stranieri due dei nostri più preziosi tesori!» sbottò furente l’uomo.

«Non ho alcun motivo per spiegartelo, vecchio! - ribatté il maestro Naruto. Ma sappi che non ti permetterò di avere gli occhi di questi ragazzi. Li proteggerò a ogni costo!»

Quei tre avevano già passato delle tristi vicende nella loro infanzia e quegli occhi erano stati ottenuti, dopo tanto dolore ed erano visti, come la speranza per un futuro migliore. Naruto aveva insegnato loro il lavoro di squadra, la loro unica e vera forza, con la quale un giorno avrebbero cambiato il mondo.

Lo Sharingan di Danzo mutò, passando alla forma del Mangekyō, un tempo appartenuto a Shisui, il Fulmineo, il più grande illusionista del clan Uchiha, ergo mai esistito al mondo.

«Mi prenderò tutto, ragazzo. L’Ennacoda, quegli occhi e le vostre vite. Non permetterò che il potere del villaggio vacilli per colpa della vostra ideologia di familiarizzare con gli stranieri!» dichiarò l’anziano ninja.

Naruto allora comprese che il campo di battaglia sarebbe diventato incandescente e aveva deciso di essere prudente. Per prima cosa, richiamò l’attenzione dei suoi allievi.

«Ragazzi. Tutti dietro di me.» ordinò Naruto.

Una volta che gli allievi ebbero eseguito l’ordine impartito dal loro maestro, nel mentre anche Fu e Torune si erano ritirati alle spalle di Danzo, Naruto si premurò di dettare alcuni comportamenti importanti da seguire da quel momento in poi.

«Vi ricordate quello che vi dissi, prima di partire per il paese del Ferro? Ora più che mai, questa regola ha la massima priorità, qualora la situazione si faccia troppo pericolosa.» comunicò il biondo.

«Non può dire sul serio, maestro! Non potremmo mai lasciarla da solo!» sbottò Masato.

«Masato ha ragione, maestro. - aggiunse Rina. Noi possiamo farcela. Se agiamo come una squadra, non c’è nulla che possiamo fare!»

Naruto sorrise; a quanto sembrava, quei tre scapestrati avevano imparato bene la lezione.

«Un giorno, forse. - ribatté il biondo. Ma non siete ancora pronti per combattere contro avversari del genere, per questo, scusatemi se vi ho portato nella bocca del lupo.»

Gli altri due ragazzini avrebbero voluto ribattere a quanto detto dall’Uzumaki, ma il terzo ragazzo, Koichi, era stato più veloce a parlare ed era stato anche il più risoluto.

«Qualunque cosa accada, noi saremo sempre al suo fianco e le saremmo sempre grati per quello che ha fatto per noi. Seguiremo sempre i suoi ordini, perché siamo sempre stati bene, fin da quando l’abbiamo incontrata, maestro Naruto.»

«Grazie infinite, ragazzi.» rispose grato Naruto.

Era stato un bel momento, ma adesso la loro mente doveva tornare al combattimento, senza perdere altro prezioso tempo. Danzo aveva appena effettuato dei segni che Naruto aveva riconosciuto e aveva deciso di imitarlo a sua volta.

Insieme, i due avversari recitarono la formula magica del colpo, prima che questo si abbattesse l’uno sull’altro.

«Arte del Vento: Tecnica della Bomba di Vento!»

Il fragore generato dall'impatto con le due tecniche si espanse per tutta la stanza, poiché l’impatto aveva provocato degli aliti di vento, talmente taglienti che avevano segnato pesantemente il campo di battaglia.

Il colpo si concluse in parità, ma ciò non servì a far desistere i due contendenti dal continuare lo scontro.

«Torune. Dammi la tua arma.» ordinò Danzo.

Naruto notò la mossa dell’avversario e si comportò di conseguenza.

«Attenti, ragazzi! Non muovetevi dalla vostra posizione!» tuonò l’Uzumaki.

Una volta che Danzo ottenne l’arma dal sottoposto, vi immise una forma particolare di chakra dalla natura del vento, in seguito era corso verso il nemico, armato dalla suddetta arma.

Naruto era scattato a sua volta, armato dalla tecnica del Kazekiri, con il quale amplificava il potere del suo chakra di tipo vento.

L’impatto fra le due tecniche fu addirittura più intenso di quello che era avvenuto qualche secondo prima, ma in realtà, nessuna delle due tecniche aveva centrato il bersaglio, poiché sia Naruto che Danzo avevano bloccato la mano armata dell’altro con la propria. I due avversari erano dunque bloccati in una morsa d’acciaio e non avevano intenzione di mollare l’altro.

Naruto era molto sorpreso che un uomo dall’età di Danzo potesse essere così fisicamente forte, aveva addirittura una potenza muscolare maggiore, rispetto alla sua e Naruto faticava a tenerlo stretto a sè.

A un certo punto, l’attenzione di Naruto si era spostata, come una calamita, verso il Mangekyō Sharingan di Danzo. La magia emanata dall’orbita oculare stava lentamente possedendo la mente della forza portante, la quale si sentiva sempre più soggiogata dalla conformità particolare dell’occhio demoniaco. Naruto non si era nemmeno reso conto di essere stato catturato dall’illusione dello sharingan di Shisui; nessuno poteva spezzare un’illusione del genere, nemmeno la forza portante dell’Ennacoda.

Danzo emise un sorriso, carico di soddisfazione; la forza portante era praticamente nelle sue mani.

Anche gli allievi di Naruto notarono che ci fosse qualcosa che non andava. Masato vedeva il flusso del chakra del maestro era disturbato da quello dell’avversario e aveva tentato di avvicinarsi, al fine di supportare il maestro in pericolo.

Koichi lo bloccò.

«Ma Koichi! Il maestro è in pericolo!» sbottò ansioso Masato.

«Usa meglio i tuoi occhi, Masato. Cerca di vedere aldilà delle apparenze.» rispose Koichi.

La pragmatica giustificazione del compagno di squadra non venne afferrata in tempo da parte del ragazzino, poiché il maestro Naruto era apparso all’improvviso dal nulla e aveva colpito Danzo con un potentissimo Rasengan; quella che Danzo aveva manipolato era una copia dell’Uzumaki.

«Rasengan!» urlò Naruto.

Danzo non aveva predetto una mossa del genere ed era stato colpito in pieno il colpo, finendo sbattuto al muro, con il ventre completamente squarciato dalla potenza rotatoria della tecnica di Naruto.

Fu il turno dell’Uzumaki di sorridere trionfante.

«Non mi fotti con il tuo sharingan, vecchia mummia!» tuonò Naruto.

Di conseguenza le due guardie del corpo della Radice iniziarono a scaldarsi per le sorti del loro capo.

«Lord Danzo! Lord DANZO!» urlarono quest’ultimi.

Naruto si voltò verso di loro, armato di un nuovo Rasengan.

«Dato che avete eseguito gli ordini, non vi attaccherò, se dichiarate la resa. Siete dei ninja della Foglia e, se non volete perire come il vostro capo, dichiarate fedeltà al maestro Kakashi e servite il villaggio.» dichiarò deciso Naruto.

Ma Fu e Torune non erano certo disposti ad accettare la sconfitta di Danzo, non erano nemmeno tanto propensi ad abbandonare il piano originario di Danzo, al quale tutta la Radice si era sempre concentrata per tutti quegli anni; tutto per il villaggio della Foglia.

I due shinobi tirarono fuori altre armi e si prepararono a combattere con le unghie e con i denti per recuperare il corpo del loro leader e sconfiggere il nemico.

Naruto tirò un sospiro rassegnato.

«Bene. Avete fatto la vostra scelta.» disse minaccioso.

Ancor prima che Naruto potesse sferrare il suo attacco, egli venne colpito in pieno da un’onda d’urto che sbatté l’Uzumaki sul muro più vicino; era stata opera di Danzo, il quale si trovava in un punto completamente opposto a quello in cui era stato sconfitto.

«Maestro!» lo chiamò Rina.

«Sto bene!» comunicò prontamente Naruto.

Quando Naruto si rialzò, fissò astioso il suo avversario e notò dei particolari che catturarono la sua attenzione. Sembrava proprio che Danzo non fosse stato colpito dal suo Rasengan e che non avesse nemmeno avvertito nessun’altro danno. Si trattava di una copia, dunque? Naruto ne aveva dei seri dubbi, poiché quando era in modalità eremitica, era in grado di distinguere se stava combattendo con una copia o con l’originale; lui aveva combattuto con l’originale!

«Che razza di tecnica ha usato?» si domandò sottovoce il ragazzo.

Danzo avanzò di qualche passo, mentre eseguiva alcuni segni con le mani; prima di attaccare, però, l’anziano shinobi si era rivolto ai suoi sottoposti.

«Fu, Torune. Mentre mi occupo dell’Ennacoda, uccidete i ragazzini e portatemi gli occhi del più basso.» ordinò l’uomo.

«Signorsi!» risposero prontamente i due.

Allora gli allievi di Naruto si misero sulla difensiva e lo stesso Naruto comprese che doveva fare qualcosa per proteggerli dai ninja della Radice, purtroppo però doveva conservare le sue attenzioni soprattutto su Danzo, quindi aiutò gli allievi con un supporto di quantità, piuttosto che di qualità.

«Tecnica Superiore della Moltiplicazione del Corpo!» tuonò l’Uzumaki.

All’improvviso, decine di Naruto si misero di fronte ai suoi allievi, in modo da porre manforte nella difesa dall’assalto di Fu e Torune.

Naruto allora si concentrò nuovamente sul criptico avversario. Non aveva ancora idea di quali fossero le sue effettive abilità, né di quanto tempo avrebbe impiegato per sconfiggere Danzo e, se fosse riuscito a batterlo.
Tutti i dubbi di Naruto non avrebbero mai avuto una risposta, poiché, prima che potesse effettuare una qualunque mossa, le sue doti sensoriali percepirono l’arrivo di un imminente pericolo dal piano inferiore, nel quale si trovavano.

Un enorme spadone spirituale oscuro aveva tranciato di netto il corridoio, separando la squadra di Naruto da quella di Danzo e sollevando un gigantesco polverone.

Naruto aveva perso completamente di vista il nemico.

«Merda!» sbottò il ragazzo.

Naruto provò ad avanzare, al fine di individuare il nemico, ma purtroppo quella spada gigantesca ostruiva il passaggio e nulla valsero i suoi sforzi per abbatterla, fino a quando non vi scagliò contro un Rasengan, spezzando finalmente la lama. Quando Naruto riuscì a oltrepassare il passaggio, Danzo era scomparso nel nulla; era scappato, approfittando del trambusto generato da quel misterioso attacco.

«Porca troia!» inveì rabbioso l’Uzumaki.

Mentre Naruto dava pugni al suolo per la rabbia, venne richiamato dai suoi allievi, i quali avevano notato di un imminente pericolo nel quale imcombevano.

«Maestro!»

Naruto si voltò verso di loro. Non aveva nemmeno il tempo per lamentarsi per aver fallito il compito, assegnatoli da Kakashi, perché il tetto sopra le loro teste stava per cedere e i detriti li avrebbero sommersi mortalmente, se non avessero fatto qualcosa in merito.

 


L'angolo dell'autore

E mentre attendiamo i primi streaming sul nuovo film di Naruto, spero che il capitolo sia stato abbastanza da distrazione. Mi auguro che il capitolo sia stato di vostro gradimento e vi saluto alla prossima, in cui avremmo la conclusione dello scontro fra Sasuke e i cinque Kage.


Nel prossimo capitolo


«Che peccato. I membri del clan Uchiha sono davvero degli uomini affascinanti, mi strugge dover rovinare cotanta bellezza.»
«Non metterti in mezzo!»
«Nobile Tsuchikage, se non intende partecipare alla lotta, la prego di allontanarsi dal campo di battaglia.»
«Non rovinarlo completamente, Mizukage. Dovremmo interrogarlo.»


Dichiarazione di Guerra
   
 
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