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Autore: _RockEver_    07/12/2014    5 recensioni
Erin è una ragazza misteriosa e molto intelligente che da anni si nasconde dal governo mondiale.
Un giorno, per fuggire dai marines che intendono catturarla, si imbatte in una nave con la polena a forma di balenottera azzurra: la nave di Barbabianca.
Si ritroverà contro ogni aspettativa a bordo del veliero e, inizialmente non sopportata da tutti, si ritroverà a scoprire il valore dell'amicizia e conoscerà delle persone che le cambieranno la vita, in particolare lo stesso Barbabianca e un ragazzo moro dal viso tempestato di lentiggini.
Almeno fin quando la verità sul suo passato non verrà alla luce...
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Dal capitolo #22:
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- E tu da quanto tempo sei lì?! – chiese basito rivolgendosi al ragazzino, il quale sorrise sornione e lo fissò con aria di sfida.
- Da un po’… - rispose – So essere molto silenzioso.
- Vedo… - commentò Ace seccato, facendo qualche passo in avanti per andar via prima che Xan saltò dalla cassa sul parapetto di poppa – in modo decisamente pericoloso – e gli si parò davanti.
- Senti un po’ – riprese, avvicinando il viso a quello del moro e fissandolo negli occhi – Tu fai cose con mia sorella?
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aokiji, Barba bianca, Ciurma di Barbabianca, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le gambe le bruciavano da morire. Le pareva di avere dei tizzoni ardenti negli stinchi che consumavano tutto ad ogni passo.
Erano  ore che correva cercando di seminare quel mucchio di marines che, purtroppo, l'aveva riconosciuta in meno di un secondo.
Erano passati quattro anni ormai da quando aveva iniziato a fuggire e si nascondeva dal governo mondiale. Sengoku le avrebbe volentieri messo una taglia sulla testa per questa sua strabiliante abilità di fuga e di rompiscatole, ma persino lui - ordini dall'alto - aveva le mani legate. 
Lei, la ragazza della cui esistenza dovevano essere tutti all'oscuro, aveva in pugno persino il grand'ammiraglio della Marina. Certamente con una taglia sulla testa molti cacciatori di taglie si sarebbero prodigati per acciuffarla e questo sarebbe senza dubbio stato di grande aiuto ad affrettare i tempi. Ma meno persone sapevano di quella donna meglio sarebbe stato per tutti, nessuno poteva permettersi di rischiare questa volta.
La ragazza giunse a quello che doveva essere un mercato ed un sorriso le spuntò ribelle sulle labbra: probabilmente molto presto la sua corsa sarebbe giunta al termine. Si addentrò tra due file di bancarelle che percorrevano tutto  il margine dei due marciapiedi della strada, accostandosi in particolare a delle casse impilate piene di mele. Con un colpo secco del braccio e una poderosa spinta le rovesciò in modo che le mele rotolarono sulla strada in discesa. Urlò sincere scuse al fruttivendolo che le sbraitava contro insulti particolarmente crudi e riprese la sua corsa frenetica. Non poté tuttavia trattenere una risata divertita nell'osservare alcuni dei sui inseguitori capitolare inciampando sulla frutta. 
"Quei mastini non mollano, non imparano mai la lezione" pensò voltandosi per controllare la situazione. I suoi lunghi capelli castani, ormai madidi di sudore, le si erano completamente appiccicati al viso, così decise di legarli, scoprendo sulla tempia quella voglia a forma di gelso rosso che l'accompagnava dalla nascita. 
Dei monelli di strada si erano messi a correre con lei, incitandola ad  andare più veloce per seminare quegli "idioti in divisa", facendola inevitabilmente sorridere. Delle donne affacciate alla finestra invece le lanciavano sguardi di disapprovazione, indicando ai marines in che direzione si stava dirigendo.
Funzionava così da sempre: riceveva sempre l'affetto dai bambini e l'astio dagli adulti. Da sempre pecora nera della famiglia, da sempre la vergogna dei suoi genitori, l'errore, la testa calda. Non che naturalmente le fosse mai importato.
All'improvviso sentì un sussurro provenire dalla sua destra. Voltandosi scorse la figura di una donna anziana appoggiata ad un portico abbastanza in ombra che le faceva cenno di avvicinarsi. 
Non seppe il perché, ma si fidò.
  -     Nasconditi qui fin quando non saranno andati via, vedrai che non ti troveranno - le disse la donna spingendola delicatamente dietro ad una colonna poco illuminata. 
  -     Gr.. Grazie - mormorò con voce spezzata dalla fatica, poggiandosi sulle ginocchia nude per far riprendere fiato ai suoi polmoni in fiamme. 
  -     Come ti chiami, ragazzina?
  -     Erin. La ringrazio molto per quello che sta facendo, ma non deve rischiare per colpa mia. Potrebbero arrestarla per intralcio alla giustizia, lo sa?
  La donna sembrò ignorare volontariamente la sua domanda, piuttosto le accarezzò i capelli: - Sei così giovane... - disse - Perché sei perseguitata dalla Marina? Non mi sembri una cattiva ragazza, sei così carina, avrai sì e no vent'anni...
Erin abbassò lo sguardo e strinse le labbra.
  -     Ho fatto solo quel che ho potuto per garantirmi la libertà. Mi sono state fatte cose orribili per tre lunghi anni, e sono disposta a correre ogni giorno della mia vita pur di sentirmi libera.
 La vecchia donna fece uno sguardo comprensivo, rientrò in casa e ne uscì qualche secondo dopo con una pagnotta avvolta in un tovagliolo e una borraccia piena d'acqua.
  -     Non é molto, ma é tutto quello che ho e te lo do volentieri ragazzina.
 Erin prese quanto le veniva offerto, lo infilò nel suo zaino e si inchinò a baciare la mano grinzosa di quella donna. Dopodiché le sorrise un'ultima volta e riprese la sua corsa da dove era venuta, direzione opposta a quella intrapresa dagli uomini della  Marina. 
Percorse tranquillamente alcune stradine silenziose mangiucchiando distrattamente il pane, finquando non si ritrovò in un ampio spazio aperto e venne abbagliata dal sole che luccicava sulla superficie del mare. Era arrivata al porto. 
Un pescatore con un'enorme corda sulle braccia le diede una spallata avvertendola scocciato di stare più attenta. Ovunque c'erano pescivendoli che elogiavano la freschezza del loro pesce, pescatori che ormeggiavano i loro pescherecci e persino qualche piratucolo da due soldi. 
Decise di proseguire verso destra e la sua vista venne rapita da una delle  cose più imponenti che avesse mai visto: era una nave.
Quella nave era enorme, forse una delle più grandi che avessero solcato i sette mari, con una polena bianca a forma di balenottera azzurra. Sulla vela maestra e sulla bandiera nera spiccava fiero un jolly roger composto da due ossa in croce al cui  centro un teschio con una mezza luna all'insù all'altezza della bocca faceva la sua maestosa figura.
Sgranó gli occhi e rimise il pane nello zaino, avvicinandosi con meraviglia a quell'enorme galeone per osservarlo da vicino. 
L'incanto venne spezzato nel momento in cui vide il mucchio di marines di prima sbucare da un vicolo. 
Imprecò tra i denti e si nascose velocemente dietro delle casse di legno sulla banchina. Si lasciò scivolare a terra e si guardò intorno, analizzando ogni cosa alla ricerca di una soluzione. 
Un dettaglio su quella nave attirò la sua attenzione e sorrise: ora sapeva esattamente cosa fare.







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Ehm... Salve :)
È la mia prima fan fiction  su One Piece, quindi vi prego di essere clementi :') 
Dunque, vi starete facendo mille domande a questo punto: chi è Erin? Perche scappa dal governo mondiale? Cosa le hanno fatto? Beh, ogni cosa a suo tempo, vi chiedo solo di pazientare un pochino.
Poi, la polena a forma di balenottera azzurra. Chi non riconoscerebbe quella nave (a parte Erin LOL) **
Dal prossimo capitolo inizieranno a fare la loro comparsa gli altri personaggi :) Spero di essere puntuale nelle pubblicazioni, anche se un po' ne dubito... Farò del mio meglio :)
Grazie mille a chi recensirá,  anche le critiche sono gradite! 
Un bacio a tutti, alla prossima!
  
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