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Autore: _RockEver_    09/12/2014    3 recensioni
Erin è una ragazza misteriosa e molto intelligente che da anni si nasconde dal governo mondiale.
Un giorno, per fuggire dai marines che intendono catturarla, si imbatte in una nave con la polena a forma di balenottera azzurra: la nave di Barbabianca.
Si ritroverà contro ogni aspettativa a bordo del veliero e, inizialmente non sopportata da tutti, si ritroverà a scoprire il valore dell'amicizia e conoscerà delle persone che le cambieranno la vita, in particolare lo stesso Barbabianca e un ragazzo moro dal viso tempestato di lentiggini.
Almeno fin quando la verità sul suo passato non verrà alla luce...
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Dal capitolo #22:
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- E tu da quanto tempo sei lì?! – chiese basito rivolgendosi al ragazzino, il quale sorrise sornione e lo fissò con aria di sfida.
- Da un po’… - rispose – So essere molto silenzioso.
- Vedo… - commentò Ace seccato, facendo qualche passo in avanti per andar via prima che Xan saltò dalla cassa sul parapetto di poppa – in modo decisamente pericoloso – e gli si parò davanti.
- Senti un po’ – riprese, avvicinando il viso a quello del moro e fissandolo negli occhi – Tu fai cose con mia sorella?
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aokiji, Barba bianca, Ciurma di Barbabianca, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fortunatamente i marines sembravano non essersi accorti della sua presenza e questo permise a Erin di tirare un sospiro di sollievo. 
Si dice che quando si è in una situazione di pericolo i sensi vengono potenziati e la capacità di analisi aumenti. La ragazza, che dopo quattro anni di fuga aveva ormai potenziato quest'abilità oltre misura, non si lasciò sfuggire quel dettaglio importante sulla nave che aveva di fronte: una delle cabine aveva la finestra aperta. 
Si guardò rapidamente intorno e rovistò nelle casse che la nascondevano dagli uomini della Marina. Erano impilate per un' altezza di quattro o cinque metri, quindi avrebbe potuto raggiungere la nave senza essere vista. I suoi occhi verdi si illuminarono dalla felicità quando in una di quelle casse trovò un arpione da pesca. Lo afferrò velocemente e, dopo aver fatto dei nodi ad una corda, la infilò nell'apposita fessura.
Si sporse qualche secondo dalle casse per controllare la situazione e quello che vide la sorprese. I marines sembravano spaventati da quella nave: indicavano il jolly roger e discutevano animatamente tra loro con ampi gesti delle braccia. Uno di loro, probabilmente il comandante a giudicare dalla divisa, restava in silenzio ad ascoltare i suoi sottoposti. Erin si chiese cosa ci fosse o di chi fosse quella nave per spaventare così tanto dei marines. Ebbe seri dubbi sulla sua precedente decisione di salire su quel galeone, ma un moto di impellente curiosità prese il sopravvento. 
Si rigirò l'arpione tra le mani, cercando di capire come usarlo. Ne aveva usato uno solo in tutta la sua vita, all'età di nove  anni, quando Sore, il suo vecchio e amorevole maggiordomo, aveva accompagnato lei e il piccolo Xan  a pescare. Le si strinse il cuore ripensando a quell'uomo e a suo fratello, avrebbe dato qualsiasi cosa per poterli riabbracciare. 
Scosse la testa scacciando quei ricordi per tornare alla realtà. Si rialzò e avvicinò l'arpione al viso. Chiuse un occhio e prese la mira. Il primo tentativo fallì miseramente: il rinculo la sbilanciò abbastanza da far finire l'uncino in acqua. Quando pescava con Sore era lui a mantenere la struttura metallica per impedire che si facesse male. Imprecò e recuperò la freccia per provarci di nuovo, questa volta sistemandosi meglio per restare in equilibrio. L'uncino si conficcò nel fasciame di dritta, circa un metro sotto la finestra. 
Le labbra di Erin si piegarono in un sorriso compiaciuto. Si rimise lo zaino in spalla e strattonò con forza la corda per assicurarsi che avrebbe retto il suo peso. Quando se ne fu accertata sussurrò una preghiera tra i denti e si lancio con i piedi in avanti verso nave. 
L'impatto fu doloroso e le scappò un gemito. Probabilmente aveva appoggiato male il piede, prendendosi quella che a occhio e croce doveva essere una dolorosa distorsione. La pelle delle ginocchia era ricoperta di sangue dovuto allo strusciamento sul legno dello scafo. 
Solo allora si rese conto della strana sostanza che ricopriva la superficie della nave: sembrava una bolla gigante. 
" E questa che roba è? " pensò. Aveva sentito parlare di navi che riuscivano a scendere a profondità abissali grazie a un rivestimento trasparente e molto resistente per sopportare la pressione. In ogni caso non vi  prestò moltissima attenzione e iniziò ad arrampicarsi sulla corda malgrado il dolore.
Arrivata all'uncino allungò il braccio per raggiungere il davanzale della finestra, con scarsi risultati. Così cercò molto lentamtente di sollevarsi in piedi sulla freccia.
  -     Non guardare giù. Non guardare giù. - 
 Si trovava ad un'altezza di 20 metri dalla superficie dell'acqua e si diede mentalmente dell'imbecille per aver cercato di infiltrarsi in una nave pirata per sfuggire a dei marines. 
Mentre allungava timidamente un braccio per raggiungere la finestra la freccia spezzò il legno in cui era incastrata e cadde di sotto. Erin riuscì per miracolo ad aggrapparsi al davanzale e a non finire in acqua. 
Imprecò ad alta voce e con tutta la forza che aveva in corpo si sollevò sulle braccia e rotolò a terra nella cabina della nave. Era distesa supina con le braccia spalancate e il fiato corto per  la fatica appena compiuta. Aveva sforzato troppo la caviglia, tanto che stava visibilmente cominciando a gonfiarsi. Si tirò su a sedere sul pavimento, rovistò qualche secondo nel suo zaino ed estrasse la borraccia regalatale dalla vecchia e delle garze. Pulì le ferite con l'acqua e fasciò caviglia e ginocchia con le garze. Non appena ebbe finito si alzò a fatica e si affacciò con cautela alla finestra per vedere cosa stessero  facendo i marines. La maggior parte di loro era andata via, era rimasta solo qualche guardia. Il timore di quella nave era stato più importante della sua ricerca ed Erin, impavida come sempre, moriva dalla voglia di scoprire il perché. 
"Resterò qui fino a quando non saranno andati via tutti.."
Cominciò col perlustrare la cabina in cui si trovava. Era molto semplice, con pochissimi tocchi personali: a destra della finestra si trovava un letto sfatto con una coperta blu; accanto al letto c'era un armadio con le ante aperte al cui interno erano gettate alla rinfusa camicie colorate e pantaloni corti neri. Il fatto che l'abitante di quella stanza dovesse essere particolarmente disordinato era confermato anche dagli avanzi di cibo sparpagliati in vari piatti su una scrivania di fronte all'armadio. La colpì una parola incisa sul legno che si intravedeva sotto uno dei piatti. Lo spostò e riuscì a leggere la parola "ASCE" con una croce sulla S fatta con la punta di una lama. Non aveva idea di cosa significasse, quindi la memorizzò per sicurezza e aprì la porta per dare un'occhiata in giro. 
" Strano che non ci sia nessuno su questa nave... " si domandava mentre apriva silenziosamente ogni cabina. In una più grande vi  era un letto a due piazze accanto ad un tavolo con una quantità esorbitante di medicinali e diversi sacchetti per la flebo. Doveva esserci un malato grave su quella nave e questo sarebbe stato un punto a suo favore nel caso avessero cercato di ucciderla, dato che possedeva conoscenze mediche non indifferenti.
Decise di salire al ponte di coperta e si rese conto che quella nave in realtà non era vuota: un uomo dai lunghi capelli rosa e una giacca lunga grigia, sicuramente la persona incaricata di sorvegliare la nave, faceva su e giù sul ponte controllando di tanto in tanto chi si avvicinava al veliero. 
Erin convenne che non era il caso di uscire allo scoperto e affrontare quell'uomo, quindi decise di ritornare, seppur zoppicante, nella cabina da cui era entrata.
Una volta arrivata gettò lo zaino sulla scrivania e si buttò sul letto, beandosi della sua comodità. 
  -     Dio, da quanto non dormivo in un letto così comodo - si disse rigirandosi  in ogni posizione. 
  " Biru biru biru. Biru biru biru "
Scattò in piedi in un istante allo squillo della radio snail che proveniva dalla scrivania e si catapultò sul suo zaino. Estrasse il lumacofono e accettò la chiamata.
  -     Xan! Xan sei tu? - disse quasi urlando. Dopo pochi secondi una voce giovane rispose.
  -     Erin! Sì, sono io!
  -     È successo qualcosa? Sei ferito? Puoi parlare? - chiese preoccupata.
  -     No, sto bene, non preoccuparti! E non sono osservato, sono in cantina adesso.
 Erin si buttò a sedere sul letto tornando a respirare.
  - Che sollievo! Perché hai chiamato? Sai che è pericoloso...
  - Sì, lo so. Il fatto è che mi manchi. Mi manchi tantissimo. Sono stufo di stare qui, odio questo posto. - disse il ragazzino dall'altro lato della cornetta con la voce spezzata dalle lacrime.
  -     Ehi, quante volte devo dirti di non piangere? Xan,  andrà tutto bene. Te l'ho promesso  sette anni fa e te lo ripeto adesso. La megera ti ha fatto qualcosa?
  -     No, anzi. È come se non esistessi, lo sai.
  -     Lo so. 
 Ci fu qualche lungo secondo di silenzio in cui nessuno dei due parlò, ed Erin lottava con tutte le sue forze per trattenere lacrime di felicità nell'ascoltare la voce del suo fratellino. 
  - Erin...
  - Sì, Xan?
  - Quand'è che potrò venire con te? Me lo hai promesso.
  - Molto presto, Xan, vedrai... - gli disse cercando di tranquillizzarlo, e si asciugò una lacrima mal trattenuta. - Hey, non immaginerai mai dove mi trovo ora!
  - Dove? Dove?! - chiese con euforia il giovane.
  - Su una nave pirata!      
  -     Ma dai! Di quelli con la benda sull'occhio che cantano e bevono tutta la notte? Quelli che c'erano sui libri che mi leggevi da piccolo?
  -     Sì tesoro, proprio quelli! - disse Erin, felicissima nell'immaginare lo sguardo incantato di suo fratello.
  -     Allora stai attenta, non si sa mai...
  -     Certo, me la so cavare, lo sai.
 Si sentì un rumore e un vociare confuso in sottofondo dalla cornetta e Xan mormorò qualcosa a qualcuno.
  -     Erin, devo andare. Lei mi cerca.
  -     OK, certo, devi andare... - torturò con le dita la stoffa della maglietta, con le lacrime che ormai non si fermavano più - Xan, era Sore? Ti prego, abbraccialo da parte mia, digli che gli voglio bene e che mi manca, per favore!
  -     Certo Erin, ma ora devo per forza mettere giù, ti voglio tanto tanto bene!
  -     Anche io te ne voglio, Xan, stai attento, e... - disse tra le lacrime mentre il fratello chiudeva la chiamata - Xan, ti prego, non riattaccare! Xan! Ho bisogno di sentire la tua voce!
 Ma ormai un familiare silenzio aveva preso il posto del ragazzino.




                                                                                               ***




  -     Non capisco perché dai sempre la colpa a me - disse il ragazzo con aria di sufficienza guardando distrattamente qualcosa su una bancarella vicina.
  -     Oh, certo, non lo capisci. Quindi spiegami, abbiamo finito le provviste per sei  mesi di navigazione in due settimane per opera degli spiriti?! - chiese irritato il biondo con una vena della tempia che rischiava di esplodere da un momento all'altro. Di tutta risposta il moro fece spallucce con finta innocenza.
  -     Smettila di fare il cretino Ace! Sei un irresponsabile! 
  -     Andiamo Marco - lo interruppe un altro uomo con dei grandi baffi neri e un cilindro sulla testa - lo conosciamo, è un tratto di famiglia!
  -     Vista non ti ci mettere anche tu! Perché lo difendere tutti?! Quando moriremo di fame in mezzo all'oceano per colpa di quel narcolessico mi darete ragione. - concluse Marco avvicinandosi ad un macellaio per acquistare della carne.
  -     Neanche Halta se la prende così tanto. Come sei melodrammatico, pennuto... - mormorò Ace con un sorriso malizioso alla vista del suo migliore amico rosso di rabbia.
  -     Le vuoi proprio prendere, eh Ace?! 
  -     Calmi bambini... -
  Due grandi mani si posarono sulle spalle dei due ragazzi e li costrinse ad allontanarsi di qualche passo l'uno dall'altro. Quelle mani appartenevano ad un uomo anziano, enorme, con dei baffi bianchi a forma di mezzaluna.
  -     Papà, a te sembra normale che ci siamo dovuti fermare su quest'isola per rifornirci di tutto cibo il cibo che "qualcuno" ha divorato? - chiese Marco a Barbabianca enfatizzando sulla parola "qualcuno".
  -     Gurarararara! Che vuoi farci, figliolo, Ace è fatto così e dobbiamo tenercelo! - concluse l'uomo  scompigliando con le sue grosse mani i capelli di entrambi i giovani.
 Il biondo scosse la testa sorridendo e diede una spallata all'amico, continuando gli acquisiti di cibo. Tutta la gente si voltava a guardarli mentre passavano, avvicinandosi al loro capitano per ringraziarlo.
Si trovavano infatti su una delle isole che godevano del protettorato di Barbabianca, e la gente sbucava da ogni dove per elogiare le imprese del grande Edward Newgate. Sentì suo padre tossire un paio di volte e sperò vivamente che il lungo viaggio che stavano per intraprendere non incidesse sulle condizioni di salute dell'uomo. Si rendeva conto sempre di più dell'importanza di avere un medico a bordo, ma quel testardo continuava a ripetere che lui, uno dei quattro imperatori, il grande Barbabianca, l'uomo con una taglia da un miliardo e cinquecento milioni di berry, non sarebbe mai e poi mai stato sconfitto da un'insufficienza cardiaca o respiratoria. 
 - Sappi solo, Ace, - disse il capitano non appena Marco si fu allontanato - che dopo questa sosta non ne faremo per un bel po', quindi trattieniti, navigheremo per molto tempo... Il Nuovo Mondo aspetta il nostro ritorno!










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Ciaooo! 
Sono tornata prima di quanto avessi mai immaginato per la gioia (oddio, mi auguro x'D) di coloro a cui la storia interessa :) ma non abituatevi, non vi conviene TT.TT
Ordunque, qualcosinainaina su chi dovrebbe essere Erin si sta cominciando a intuirla, ma per cosa ha fatto state tranquilli che siamo ancora in alto mare LOL.
Ha fatto la sua comparsa Xan, il fratello della protagonista che, ahimè, ha i suoi problemi come tutti quanti, vabbè, i nodi verranno al pettine u.u
E chi altro abbiamo qui?? Il nostro fuocherello ribelle e il pennuto !! Inutile dire che amo scrivere gli pseudo-litigi tra quei due, sono uno spasso. Ce ne saranno altri, tranquilli XD 
Un enorme e gigantesco  GRAZIE a chi recensisce e inserisce tra preferite/ seguite/ da ricordare, siete dei tesori e vi amo tanto :D
Un bacione e a presto!!
  
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