- Good
girl.
- Capitolo
14
- Era
l’anti vigilia quella mattina ed Ellie si svegliò
riposata e
tranquilla, si accorse che era piuttosto tardi e quando scese al piano
inferiore, ancora in pigiama, trovò Marì
già alla presa con i fornelli per
preparare il pranzo.
- -Buongiorno,
signorina- la accolse con un sorriso premuroso.
- -Giorno
Marì- rispose con uno sbadiglio sedendosi
sull’isola di marmo.
- Inevitabilmente
le sue guance si arrossarono ripensando agli eventi
accaduti in quello stesso luogo qualche giorno prima.
- -Cosa
le preparo?- la donna le mise una mano paffuta sulla spalla,
accarezzandogliela lentamente.
- Ellie
le sorrise –Una spremuta d’arancia, ti ringrazio-.
- In
un batter d’occhio
la
cameriera le preparò la sua bevanda, invitandola a mangiare
anche qualche
biscotto al limone che aveva preparato quella mattina stessa.
- La
cucina per Marì era come la musica per Beethoven, nemmeno i
ristoranti più rinomati di Cambridge riuscivano a battere le
sue paste asciutte
o i suoi deliziosi arrosti.
- Quando
il suo stomaco fu pieno, le porse il piatto –La zia
è a lavoro?-
domandò aiutandola a tagliuzzare qualche carota.
- La
donna annuì –Tornerà per il pranzo, mi
ha detto di ricordarle che il
suo aereo per Berlino parte alle quindici e dieci di questo pomeriggio
e che
per le quattordici e venti dovrà trovarsi
all’aeroporto, la prega quindi di non
uscire a fare shopping come ogni weekend perché vuole
pranzare insieme a lei-
la avvisò.
- Ellie
annuì, si era completamente dimenticata che quel pomeriggio
sua
zia partiva per la Germania per portare gli auguri ai suoi nuovi
dipendenti e
discutere delle tecniche di marketing da utilizzare per il nuovo anno
alla sede
distaccata della sua azienda tedesca appena aperta.
- Le
aveva chiesto se avesse voluto seguirla ma aveva rifiutato.
- Sapeva
come sarebbe andata a finire, sua zia tutto il giorno al lavoro e
lei rinchiusa in hotel.
- E
poi nonostante Berlino fosse una città magnifica era un
pò troppo
caotica per lei, soprattutto nel periodo natalizio.
- Era
impossibile non perdersi per
le affollatissime vie tra i palazzi dipinti con colori
sgargianti e gli
enormi grattacieli luminosi.
- E
tra l’altro col tedesco non se la cavava neppure tanto bene.
- Annuì
prima di uscire dalla cucina ed andare in salotto.
- Gordon
le augurò buongiorno, aiutando uno degli operai di una ditta
di
decorazione a piazzare l’enorme albero al centro della
finestra.
- Gli
addobbi che sua zia aveva scelto quell’anno erano di colore
bianco,
proprio perché aveva deciso che il bianco sarebbe stato il
colore principale
della sua festa in maschera.
- Aveva
ordinato un albero alto tre metri, fiocchi e lucine bianche,
addobbi per l’albero a forma di renne e altri oggetti dello
stesso colore.
- -Signorina,
vuole mettere il puntale vero?- le sorrise il cameriere
indicando la scatola con gli addobbi.
- Ellie
annuì –Mi vesto e scendo ad aiutarvi- lo
avvisò.
- Fin
da piccola era tradizione che fosse lei a posizionare il puntale.
- Gordon
da bambina era solito metterla sulle spalle per aiutarla ad
arrivarci, ma con un albero così grande dubitava ci sarebbe
riuscita senza una
scala.
- Alzò
le spalle, correndo su per le scale entusiasta e felice come una
bambina.
- Quando
zia Caroline tornò dal lavoro l’albero era pronto
–E’ perfetto-
sorrise entusiasta.
- Ellie
ricambiò il sorriso scendendo dalla scaletta, mentre Gordon
accendeva le luci.
- Pranzarono
in silenzio, o meglio lei rimase in silenzio fingendo di
ascoltare sua zia che ripeteva il discorso che doveva avere
d’avanti ai suoi
dipendenti.
- Quando
avvisò di dover andare Ellie si alzò dal suo
posto per
accompagnarla alla porta.
- -Oh,
Eloise cara, mi dispiace davvero tantissimo che dovremo passare la
vigilia e il giorno di Natale lontane- blaterò dispiaciuta
mentre il cameriere
caricava le sue due valigie in macchina.
- -Non
preoccuparti zia Caroline, starò bene- la
tranquillizzò
sorridendole rassicurante.
- La
donna si ravvivò i capelli nello specchio del salotto
–Appena sarò
tornata ti prometto che passeremo un pò di tempo insieme. Se
vuoi per le feste
potresti invitare Liam qui a casa, sono sicura che saprebbe come
rallegrarti,
cara- le sorrise complice indossando il cappotto.
- -Non
voglio che passi le feste lontano da casa, la sua famiglia sembra
tenerci a queste cose- balbettò imbarazzata.
- Zia
Caroline sembrò considerare una qualche ipotesi molte volte
prima di
parlare titubante –Allora
farò una
piccola eccezione, ma solo per il giorno di Natale, non voglio che tu
debba
passarlo da sola. Invita qualche tuo amico a pranzare da noi, magari
qualche
tua compagna di classe, ma solo una, non voglio ci sia uno zoo a casa
mia- concluse,
fermandosi vicino alla porta.
- Ellie
annuì.
- -Vieni,
fatti salutare- la invitò ad avvicinarsi allungando la mano.
- La
strinse appena, sorridendole composta un attimo dopo –Passa
un buon
Natale, Eloise, e fai la brava mi raccomando- la salutò.
- -Buon
natale anche a te zia- sussurrò prima che chiudesse la porta.
- Zayn
fu svegliato da qualcuno che lo scuoteva troppo violentemente e con
un ghigno fastidioso.
- -Luke
Robert Hemmings, se non mi lasci immediatamente ti ficco con la
testa nel gabinetto- imprecò stropicciandosi gli occhi.
- L’amico
rise più forte, lasciando la presa sulle sue spalle nude.
- -Che
amico che sei, io vado via e nemmeno mi saluti..senza contare che
sono quasi le tre del pomeriggio e tu dormi ancora-
lo riprese cercando di essere serio.
- Zayn
aprì di scatto gli occhi notando il biondo stretto in un
giubbotto
blu e due valigie dall’aria strapiena appoggiate vicino alla
porta.
- -Che
significa? Non me lo avevi detto- mormorò confuso alzandosi
a
sedere.
- Luke
alzò le spalle –Non lo sapevo neppure io, mi hanno
avvisato
stamattina di aver trovato un posto in cui posso stare per un
pò- si
giustificò.
- Zayn
rimase in silenzio, osservandolo immobile in mezzo alla stanza
–Dove…Dove
andrai?- chiese schiarendosi la voce.
- Luke
si leccò le labbra, gesto che faceva sempre quando era
nervoso
–Beh…sai, mia zia Joanna…La sorella di
mia madre, si è trasferita a Biggleswade
con i figli dopo il divorzio con il marito e
si, beh, ha deciso di
ospitarmi-.
- Zayn
gli rivolse uno sguardo preoccupato, alzandosi completamente dal
letto –Luke…- iniziò ma il ragazzo lo
interruppe subito.
- -No,
ehi, io non la conosco molto…L’ho vista qualche
volta da piccolo
quando a Natale ancora festeggiavamo dai miei nonni, e le figlie minori
neppure
erano ancora nate. Mi ricordo soltanto del più grande,
Louis. Senti Zayn, lei
non è mia madre, lei ha un lavoro vero, gestisce una tavola
calda mi dicono
quelli dell’agenzia, lei una prostituta nemmeno
l’ha mai vista…Cioè, a parte
mia mamma- balbettò speranzoso torturandosi le mani nelle
tasche dei pantaloni.
- Zayn
annuì, sperando con tutto se stesso che sua zia fosse
davvero
quello che diceva, non meritava di vivere ancora un incubo come quello
che
aveva già vissuto a causa di sua madre.
- -Batti
il pugno- gli sorrise, lasciandogli poi una pacca sulla spalla.
- Luke
si avvicinò alla porta, prendendo le valigie –E
hei..tranquillo,
Biggleswade è a soli 30 kilometri, credi davvero che non
tornerò a rubarti la
moto?- scherzò aprendo la porta.
- Il
moro ridacchiò –Coglione- disse lanciandogli un
cuscino.
- Luke
rise, mandandogli un bacio volante –A presto, tesoro- lo
salutò
prima di uscire dalla stanza.
- Quando
il suono dei suoi passi scomparve alla fine del corridoio Zayn
indossò un paio di pantaloni della tuta, guardandosi in
torno.
- La
stanza era un completo disastro: vestiti sporchi sparsi ovunque,
cartacce sul pavimento, cuscini gettati alla rinfusa ovunque e cenere
di
sigaretta sparsa sul divano.
- Ed
era tutto terribilmente silenzioso senza Luke.
- Si
lasciò cadere sul divano sporco, prendendo dal mini freezer
le due
fette di pizza avanzate dalla sera scorsa ed una birra a
metà, cominciando a
mangiare in silenzio.
- Zayn
da bambino aveva avuto qualche amico ma al liceo era cambiato
completamente, e aveva mandato al diavolo tutto e tutti.
- L’unico
che aveva accettato tutta la sua merda era stato Luke, lo
stronzo, egoista, approfittatore, irritante Luke.
- Ma
gli voleva bene forse più di quanto dava a vedere.
- Perché
anche se in modi bizzarri lui lo aiutava in ogni circostanza, lo
assecondava in ogni cazzata e lo copriva sempre quando ne aveva bisogno.
- Luke
era quello che lo riportava a letto quando si ubriacava sul tetto,
quello che gli fregava i vestiti e il giorno dopo glieli restituiva
luridi o
strappati, era quello che gli portava cibo take away ogni volta che
usciva la
sera, ed era quello che si era fatto da parte con Ellie senza
chiedergli niente
o prenderlo in giro, perché fingendo di nulla aveva capito
che forse il suo
amico coglione si stava innamorando davvero.
- Lanciò
sul tavolino l’avanzo di fetta di pizza che aveva quasi
terminato, bevendo un sorso di birra.
- Gli
era passata la fame.
- Quando
bussarono alla porta sobbalzò –Avanti- disse
ritornando in se.
- Ellie
apparve sulla soglia, indossava un cappotto color fango che si
intonava magnificamente ai suoi occhi e un cappello di lana nera sui
capelli
mossi dal vento che contribuiva a rendere la sua figura infreddolita
terribilmente tenera.
- E
magicamente la solitudine che lo aveva avvolto venne completamente
sostituita dai fuochi d’artificio.
- Notò
le sue gote infiammarsi e si rese conto di essere ancora a petto
nudo.
- Sorrise
intenerito, probabilmente non aveva mai visto un ragazzo senza
maglietta.
- -Buon
pomeriggio- la salutò con la voce ancora un pò
impastata andando
verso di lei.
- Lei
deglutì alzando la mano in segno di saluto, prima di
schiarirsi la
voce -Niall mi ha detto della partenza di Luke, come stai?-
domandò preoccupata
chiudendosi la porta alle spalle.
- Zayn
alzò le spalle –Sono stato peggio- disse
avvicinandosi a lei.
- Cautamente
le tolse il cappello, facendo scivolare le mani tra le sue
ciocche scure.
- I
suoi capelli profumavano sempre di mele caramellate.
- -Se..sei..s..sicuro
che vada tutto bene?- balbettò in difficoltà.
- Il
moro sorrise notando la sua difficoltà nel rimanere lucida,
allora
non era il solo a sentire il bisogno di un contatto.
- -Sicurissimo-
affermò annuendo.
- Le
sbottonò il cappotto bottone dopo bottone, aiutandola a
toglierselo e
lo posò cautamente sul letto.
- -Come
mai sei passata?- le domandò invitandola a sedersi sul
materasso
disfatto.
- Ellie
lo guardò titubante prima di accomodarsi –Avevo
voglia di vederti-
ammise in un sussurro quasi impercettibile.
- Zayn
addolcì lo sguardo –Anche io- sorrise sedendosi di
fianco a lei.
- Si
avvicinò lentamente, appoggiando le labbra sulle sue e le
accarezzò
una guancia.
- -Niall
mi ha chiesto di pulire le camere dell’istituto assieme a lui
e
di decorarle un pò per le feste, e non credo di essere
pronta a tutto questo- disse
guardandosi in torno preoccupata.
- Zayn
annuì –E’ un disastro, lo so- ammise.
- La
ragazza sorrise quando si sentì trascinare sulle sue
ginocchia –Posso
darti una mano così passeremo un pò di tempo
insieme- sussurrò col naso
appoggiato sul suo collo, mentre inspirava il suo profumo dolciastro.
- Ellie
avvolse le braccia attorno al suo collo nudo –Così
sembra un pò
meno scoraggiante- disse arrossendo.
- Zayn
sorrise soddisfatto baciandole la fronte, poi la punta del naso ed
infine dandole un lungo e lento bacio sulle labbra, facendo scorrere le
sue
mani lentamente dalle spalle alla curva dei fianchi.
- Ellie
si abbandonò completamente al suo tocco
leggero e terribilmente piacevole, ignorando con tutta se stessa la
timidezza.
- Quando
si fermò sul suo fondoschiena sentì
qualcosa dentro di lei travolgerla inaspettatamente e si
alzò di scatto dalle
sue ginocchia come se punta da uno spillo.
- Il
ragazzo aprì gli occhi che
si erano chiusi senza che se ne accorgesse, guardandosi attorno con
aria
confusa –Ho esagerato, scusa, scusami, scusa-
ripetè mortificato –Non so cosa
mi sia preso, è che..insomma,io..non..non riesco a
controllarmi…- balbettò in
difficoltà.
- Ellie
annuì, col respiro pesante ed irregolare.
- Cercò
di calmarsi e di riassumere un colorito
normale mentre Zayn ancora la guardava preoccupato –Scusami-
la pregò ancora.
- Lei
scosse la testa, ritornando a sedersi di
fianco a lui –E’ tutto ok, solo che mi hai colta
inaspettata- cercò di
tranquillizzarlo.
- Zayn
le prese una mano stringendogliela sulla sua
gamba –Allora la prossima volta basterà
avvisarti?- chiese speranzoso, cercando
di sembrare serio.
- Ellie
rise imbarazzata alzando le spalle –E’
meglio se mi metto al lavoro o non finirò mai- si
alzò rimboccandosi le maniche
–Dovresti davvero indossare qualcosa- sussurrò
osservando i suoi addominali
appena pronunciati.
- Zayn
sorrise –Di solito le ragazze mi chiedono il
contrario- scherzò cercando dei vestiti puliti dal mucchio
ai piedi del letto.
- Ellie
ridacchiò, seppur imbarazzata –Vado a fare
una doccia, tu comincia- la avvisò il ragazzo prima di
sorriderle e chiudersi
in bagno.
- -E’
fantastico, riesco di nuovo a vedere il
pavimento- disse Ellie, aggiustando i cuscini del divano.
- Zayn
annuì, trascinando il cestino strapieno dei
panni sporchi verso la porta.
- La
ragazza si avvicinò agli addobbi, cominciando
a scartocciarli dal loro polveroso involucro.
- -No
ehi, ehi, non c’è bisogno che li apri
perché
non ho intenzione di usarli- la avvisò dirigendosi convinto
nella sua
direzione.
- Ellie
lo osservò confuso –Userai i tuoi addobbi
personali?- chiese rimettendo a posto la scatola di palline rosse.
- Il
moro scosse la testa, lanciandosi sul divano
finalmente pulito –Non uso addobbi-.
- Cercò
di ignorare lo sguardo meravigliato della
ragazza concentrandosi sulla tv accesa che purtroppo trasmetteva solo
stupidi
film natalizi per bambini.
- -E’
Natale, devi per forza
addobbare la tua camera!- esclamò
allibita Ellie, riprendendo a scartocciare.
- Zayn
alzò le spalle –Non per forza- la corresse
cambiando canale.
- -Il
grinch- Ellie corse verso di lui, rubandogli
il telecomando dalle mani e alzando la voce per sentire meglio la
stupida
canzoncina che cantavano i protagonisti del film.
- -Oh
ti prego, non esiste film più sciocco di
questo- disse tentando di recuperare il telecomando.
- Ellie
scappò via –Il grinch non è stupido,
è il
mio film natalizio preferito- lo riprese arrabbiata –E poi
sarò io a
costringerti ad addobbare la tua stanza- concluse risoluta.
- Ignorò
le sue parolacce e cacciò da uno scatolino
di appena mezzo metro un piccolo alberello spelacchiato.
- Zayn
sospirò –Ti ho già detto che non ho
intenzione di toccare quei cosi- imprecò spazientito
indicando fili colorati,
sfere rosse, e animaletti invernali.
- Ellie
alzò le spalle –Pazienza, vorrà dire
che lo
farò da sola- concluse cominciando a girare attorno
all’alberello per
posizionare le lucine.
- Zayn
alzò le mani al cielo esasperato –E va
bene!- scandì benele
parole per farle
recepire il messaggio che lo faceva contro la sua volontà,
prendendo dalla
scatola la stella rossa che doveva essere un puntale, ma la ragazza lo
bloccò
immediatamente.
- -Che
fai?!- lo riprese indignata bloccandolo
- Zayn
la guardò confuso –Ti aiuto...Non era questo
che volevi?-.
- Ellie
aprì la bocca, richiudendola parecchi
minuti dopo –L’albero si comincia sempre dalle
lucine e dai nastrini. Il
puntale va per ultimo!- spiegò come se fosse ovvio,
scuotendo la testa.
- Zayn
sospirò ancora una volta –Fai sul serio?-
domandò esasperato –Cioè
tu…oh lascia stare, fai come ti pare- si rassegnò
posando la stella di nuovo al suo posto.
- Ellie
sorrise soddisfatta, riprendendo a girare
attorno all’albero –E poi sono io che metto il
puntale, sin da bambina-.
- Il
ragazzo chiuse gli occhi, cercando di calmarsi
–E a quanto pare non sei mai cresciuta- blaterò
aiutandola con le luci.
- Ellie
alzò le spalle, sorridendogli adorabilmente
e lui si sporse in avanti per rubarle un bacio, ma la porta si
aprì di scatto
dopo un colpo fugace.
- E
Zayn maledicendo il Natale, gli addobbi e tutto
il resto, desiderò diventare invisibile.
- Ellie
fece vagare lo sguardo confuso dai nuovi
arrivati sorridenti a Zayn scosso e infastidito.
- Fermi
sulla soglia c’era un uomo alto e robusto,
con i capelli neri ben pettinati, il viso ricoperto da barba scura e
gli stessi
occhi e tratti spigolosi terribilmente identici a quelli di Zayn ed una
donna magra
e minuta dal viso lungo, sottili e liscissimi capelli castani e il
sorriso
dolce ed emozionato.
- Fu
la prima a parlare, portandosi una mano d’avanti
alla bocca –Zayn..- sussurrò mentre gli occhi le
diventavano acquosi.
- Fece
un passo avanti ma l’uomo le prese la mano,
trattenendola –Calma tesoro, aspetta- le sussurrò
dolcemente accarezzandole il
viso.
- Ad
Ellie sembrò di rivivere una delle scene da
romanzo che viveva con il ragazzo al suo fianco: la stessa dolcezza
nella voce
trascinata, lo stesso tocco delicato ma deciso e gli stessi
occhi…innamorati?
- L’uomo
si voltò ad osservarli, sorridendo cauto –Yaser,
Yaser Malik- si presentò porgendo la mano ad Ellie.
- La
ragazza guardò la mano tesa per poi rivolgere
lo sguardo titubante a Zayn immobile e silenzioso.
- Quando
incontrò il suo sguardo sembrò
risvegliarsi da uno stato di trance momentanea, non parlò ma
alzando la mano
riabbassò quella del padre.
- L’uomo
tentò di nascondere un velo di delusione
con un sorriso incoraggiante –Come stai, Zayn?-.
- La
donna alle sue spalle osservò il pavimento,
cercando di trattenere le lacrime e suo marito allungò il
braccio per
stringerla al suo fianco.
- -Cosa
ci fate qui?- la voce di Zayn era dura come
una lastra di pietra, terribilmente simile alle prime volte che lo
aveva
conosciuto.
- Alla
donna scappò un verso di timore ma Yaser sorrise
di nuovo a suo figlio –E’ da tanto che non ci
vediamo, e…oh Trisha…è
fantastico,è cambiato tanto negli ultimi anni- disse rivolto
alla donna.
- Zayn
strinse i pugni –Andatevene via, non vi
voglio qui, non adesso- sibilò con la voce fredda, dopo aver
guardato Ellie.
- Il
padre le rivolse di nuovo lo sguardo,
sorridendole –Tu devi essere Ellie, Bobby ci ha detto tutto
di te- disse
allargando il suo sorriso.
- Dalle
labbra di Zayn scappò un verso di frustrazione
–Quei maledetti Horan non si fanno mai gli affari loro-
imprecò andando verso l’armadio
e cercando il suo giubbotto.
- La
donna si schiarì la voce –Ti prego, Zayn, ti
prego…solo un attimo- lo pregò con la voce rotta.
- Zayn
si bloccò, voltandosi nella loro direzione e
osservandola desolato.
- -Non
posso, lo so cosa volete mamma, ma io non
posso. Non ci riesco- la voce gli si incrinò prima che
ritornasse ad indossare
la sua maschera dura.
- Yaser
riprese la parola –E’ difficile anche per
noi, Zayn. Ma per favore, non scappare ancora- aveva perso il sorriso e
l’espressione
degli occhi era passata da dolce e comprensiva a distrutta e stanca.
- -Per
favore, è solo una cena. Vieni, che ti
costa. E’ la vigilia di Natale- Trisha si strinse al braccio
di suo marito, con
lo sguardo ancora incollato sul figlio.
- Zayn
si voltò ad osservare Ellie, che anche se
confusa gli sorrise incoraggiante.
- Lui
le rivolse uno sguardo di scuse come per dire
‘Non avrei voluto che assistessi a tutto questo’.
- -Perché
non vieni anche tu Ellie? Se per domani
sera non hai impegni saremmo felicissimi di averti in casa nostra per
la cena
della vigilia- la invitò l’uomo mentre sua moglie
annuiva.
- -NO!-
Zayn ritornò al suo fianco, scuotendo
risoluto la testa –Non verrà nessuno,
né io, né lei-.
- La
donna non riuscì a trattenere oltre le lacrime
e scoppiò in un pianto silenzioso e suo marito la
osservò desolato –Ti prego-
non parlava più con suo figlio, ma con lei –Vieni,
ti prego. Se verrai tu lui
ti seguirà, non ti lascerebbe sola. Per favore-.
- Ellie
osservò dispiaciuta l’uomo esausto davanti
a lei che stringeva sua moglie in lacrime al petto e voltò
lo sguardo verso
Zayn.
- Il
ragazzo sembrava devastato proprio come suo
padre, le prese la mano ed annuì –Va bene,
papà se per Ellie va bene verremo. Ma
solo per la vigilia, non chiedermi altro. Sto meglio così,
sai che non ce la
faccio-.
- Le
rivolse lo sguardo in una supplica muta che
sembrava urlare ‘non lasciarmi da solo ad affrontarlo
’ e lei sospirò,
stringendo di più la sua mano –Per me va bene-.
- Le
lacrime della donna sgorgarono ancora di più
sulle sue guancie lisce –Grazie, grazie, ti sarò
grata per sempre, grazie- le
prese l’altra mano tra le sue umide per le lacrime e le
sorrise speranzosa.
- Yaser
le mise una mano sulla spalla, rindossando
il suo sorriso affettuoso –Tesoro, è meglio se li
lasciamo soli per chiarirsi
adesso- disse a sua moglie che la lasciò annuendo.
- -A
domani, non ci credo che posso dirlo davvero-
sussurrò felice, stringendosi tra le braccia del marito che
li salutò con una
mano, prima di uscire dalla stanza.
- Quando
la porta si fu chiusa Zayn si voltò verso
di lei, abbracciandola –Scusa- sussurrò nel suo
collo accarezzandole la
schiena.
- Ellie
scosse la testa –Non devi scusarti, in
realtà mia zia è partita e avrei passato la
vigilia da sola. Mi fa piacere
venire anche se sono un pò in imbarazzo- lo
rassicurò.
- Zayn
la strinse più forte –E’ un casino-.
- -Non
mi è chiara la situazione, ma loro ci
tenevano davvero che tu andassi- disse seguendolo sul divano.
- Il
ragazzo si stese di lato, invitandola con la
mano a mettersi al suo fianco.
- Ellie
arrossendo lo affiancò di spalle,
sciogliendosi al tocco delle sue mani che le accarezzavano i fianchi
–Non mi va
di parlarne, per favore. Credo che domani ti sarà chiaro
perché lo vedrai con i
tuoi occhi- spiegò annusando i suoi capelli.
- Ellie
annuì.
- Non
aveva idea di cosa stesse parlando, né di perché
i suoi genitori erano tanto tristi e né di perché
lui non voleva tornare a
casa, ma annuì comprensiva, rimanendo in silenzio.
- -Rimaniamo
un pò qui così, ti accompagno più
tardi- le chiese appoggiando la fronte alla sua schiena.
- La
ragazza annuì di nuovo, chiudendo gli occhi e
dimenticandosi di tutto il resto.
- Ciaaaao a
tutte, fanciulle!
- Il
Natale è quasi vicino ed io non potevo non
contagiare i personaggi con il mio eccessivo
spirito natalizio!
- Ellie
mi somiglia sempre di più ormai, e Zayn è
sempre più dolce ma si sa..a Natale sono tutti
più buoni no?
- Quindi
‘Buuuum’ ecco i genitori di Zayn spuntati
dal nulla con i loro misteri, non vedo l’ora di scrivere il
prossimo capitolo perché
aspettavo questo momento da un eternità.
- Pubblicherò
prestissimo, promesso, ma voi fatemi
sapere cosa pensate del capitolo o della storia in generale, se
immaginate
quale possa essere il motivo che spinge Zayn lontano da casa e boh,
ditemi
tutto quello che vi pare tanto mi fa piacere comunque!
- Vi
lascio e mi raccomando, addobbate eccessivamente
le vostre case e non fate come Zayn il musone mi raccomando!
- See
u soon xx