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Autore: _Brooklyn_    08/12/2014    2 recensioni
Quando si è costretti ad abbandonare la propria vita vita a causa di una disgrazia l'unica cosa che si può fare è sperare che questa non torni indietro.
Ma cosa succede se si è costretti a riaprire un passato doloroso, ad incontrare e proteggere una vecchia conoscenza e per di più a nascondergli il proprio segreto?
Dal testo:
"Oscar Wilde scrisse:coloro che penetrano al di sotto della superficie lo fanno a loro rischio e pericolo " mormorò lentamente.
"Perchè citi WIlde?" chiese lui non capendo.
"Perchè è necessario che io ti avvisi."
"Non è vero" la interruppe deciso prima che aggiungesse altro. "Non devi farlo."
"A tuo rischio e pericolo Harry, io ti ho avvisato."
Genere: Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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__Chapter 8__
 
Appoggiata alla ringhiera del balcone, Noel si godeva il leggero calore donatole dai miti raggi del sole.
Erano arrivati in Italia la notte prima, e per quel giorno non erano in programma eventi di alcun genere, perciò poteva rilassarsi tranquillamente.
Nonostante ciò, però, non riusciva a togliersi dalla mente le parole di Harry, lasciate fuoriuscire in un momento di debolezza in mezzo alle mura di quella stazione di polizia, e non poteva fare a meno di chiedersi se stesse facendo la cosa giusta. Proteggerlo lo era indubbiamente, e voleva farlo per sdebitarsi di tutti gli anni passati sotto la sua protezione, ma non era più così convinta che mentirgli fosse la scelta giusta.
Poche settimane prima non avrebbe mai immaginato nulla del genere, eppure in quel preciso momento stava seriamente prendendo in considerazione l'idea di confessare tutta la verità.
Ma era certa che continuare a pensarci così tanto non avrebbe portato a nulla di buono, se non un’emicrania colossale.
E c’era voluta una mattina intera, preceduta da una nottata insonne, per prendere una decisione che fosse irrevocabile.
Prese un respiro profondo, stringendo duramente il bordo del balcone, e sentendo, come poche volte in precedenza era successo, la necessità di scappare o mandare in frantumi qualcosa.
Quasi non se ne accorse, ma le sue dita avevano digitato un semplice numero sul cellulare per poi portarlo all’orecchio, che già squillava dall’altra parte.
“Pronto?” sentì dalla cornetta.
Un altro respiro profondo.
‘Butta fuori tutto quello che pensi.’
 

 
 

“In cella” disse sbraitando Paul “ti sei fatto sbattere in cella per una rissa in luogo pubblico, come se niente fosse!”
Harry si morse il labbro, stanco di dover rispiegare per l’ennesima volta che quello che era successo era stato inevitabile ed evitando di rispondere.
Il resto dei ragazzi guardava la scena in silenzio, dopo che i loro precedenti tentativi di calmare il manager erano andati in fumo.
“Lo sapevo che Sarah non era la persona adatta a proteggervi! Una ragazza come lei, a gestire una questione come questa...ma come mi è venuto in mente!”
“Lascia perdere Sarah” scattò Harry “ti ho già ripetuto che la colpa è solo mia, mentre lei ha limitato i danni.”
“E’ inutile che la difendi, Harry. L’abbiamo assunta perché eravamo convinti fosse ben addestrata, dato che proviene dalla CIA, ma a quanto pare…”
“CIA? Di che parli?” lo interruppe Zayn, senza ottenere risposta.
“Un momento, non è una semplice guardia del corpo?” aggiunse Niall.
Paul fissò un punto imprecisato a terra, prima di far vagare il suo sguardo per tutti loro volti.
“Lo so cosa state pensando.”
“Che forse ci avete mentito sulla gravità della situazione?” lo interruppe ancora una volta Zayn. “Che probabilmente sapete qualcosa che ci tenete nascosto, e che va ben oltre qualche stupida minaccia irrilevante?”
“L’abbiamo fatto per il vostro bene, per evitare che vi faceste prendere da ansie inutili e distrarvi dai concerti.”
“Di certo non sono così inutili” si aggiunse Louis. “Ma ora vogliamo sapere tutto quello che hai da dirci.”
“Ancora non sappiamo nulla di certo, la CIA ci sta lavorando.”
“Ma tutta questa situazione è roba da pazzi!”
“Niall, è proprio questo che volevamo evitarvi. Ma credo sia arrivato il momento di chiedere altri rinforzi.”
“E mandarete via Sarah?”
“Non so ancora quello che succederà con precisione, ma vedremo come si evolveranno i fatti.”
“Almeno da adesso in poi teneteci aggiornati, d’accordo?”
E Paul potè solo rispondere con un cenno del capo alla richiesta di Liam.
 
 



Noel era ancora sul balcone quando qualcuno bussò energicamente alla porta della sua camera, così rientrò dentro ancora scossa dalla telefonata appena conclusa. Indossò in fretta e furia la parrucca bionda abbandonata all’entrata  e si controllò rapidamente allo specchio lì vicino.
“Ciao” la salutò Harry non appena aprì la porta “possiamo parlare?”
Nessuna traccia del sorriso che le rivolgeva sempre sul suo viso.
E Noel non riuscì neanche a rispondere, intontita com’era, spostandosi di lato per farlo passare e lanciando uno sguardo allarmato intorno a sé.
Cosa poteva salvarla ora?
“Allora” iniziò chiudendo la porta e raggiungendolo fuori, sul balcone “tutto bene?”
“Che bella giornata, vero? Ogni volta che veniamo in Italia rimango affascinato da questo clima così mite.”
E in un primo momento le venne addirittura da ridere, per quell’uscita tanto improvvisa quanto insensata, ma ci volle solo qualche secondo prima che i ricordi la colpissero duramente.
Perché lei conosceva Harry come le sue tasche, e ogni volta che lui faceva un’osservazione inutile, come quella appena fatta sul tempo, ci potevano essere solo due possibilità: o aveva una brutta notizia da dare, o non sapeva come tirare fuori un certo argomento.
E lei fu immediatamente certa di essere stata scoperta.
E nonostante avesse deciso di dirgli tutta la verità, e avesse anche chiamato Robinson per comunicargli la sua scelta, sapeva che se avesse scoperto tutto da solo anziché venirlo a sapere da lei, non l’avrebbe certamente presa bene.
“Hai parlato con Paul, vero?” domandò attirando il suo sguardo.
“Già.”
Perché non parli e la finiamo con questa farsa?, pensò duramente lei.
“Ti ha fatto una bella ramanzina? Quella che mi ha fatto stamattina è stata meno tosta di quello che pensavo.”
“Non è così cattivo come può sembrare.”
Lui parlava, rispondeva, ma non accennava a guardarla negli occhi come faceva sempre.
“Si, ma io sono abituata a non dover sbagliare, perché in tal caso mi aspettano delle punizioni” rispose senza farci troppo caso.
Harry scosse lievemente il capo, senza mai spostare lo sguardo dal vuoto di fronte a lui.
“Che lavoro fai, Sarah?”
Non capiva se stesse provando a farla uscire da sola allo scoperto o se fossero semplici domande di curiosità
“Beh, lo sai” iniziò vaga, “sono qui, e proteggo voi.”
“Dubito che esista un mestiere come badante dei membri di una boyband.”
Noel lo osservò attentamente, notando la linea dura assunta dalla mascella e le mani strette al bordo del balcone come aveva fatto lei pochi minuti prima, stupendosi del fatto di non aver mai visto Harry così nervoso come era in quel momento da quando lo aveva ritrovato.
“Puoi dirmi che ti prende?” disse non riuscendo a trattenersi. “Vieni qui, dici che vuoi parlare, rifletti sul tempo e poi chiedi il mio mestiere. Dimmi cosa c’è sotto.”
“Sei un’agente della CIA.”
“Cosa?” indietreggiò, confusa da quell’affermazione.
Robinson stesso le aveva concesso di svelare la sua identità, con l’unico divieto di tenere nascosta la sua vera professione, questo perché può essere pericoloso sbandierare ai quattro venti di appartenere agli agenti segreti.
Harry ora la guardava, e Noel sapeva che in quegli occhi così verdi e puri non c’era altro che delusione.
“Sono una semplice guardia del corpo.”
“E’ inutile che continui a mentire.”
“Io non sto mentendo, è questo il mio lavoro, e dato come è finita ieri sera, non riesco neanche a farlo bene. Come potrei addirittura essere un agente segreto?”
“L’ha detto Paul.”
E Noel non avrebbe voluto far altro che andare dal manager dei ragazzi e fargliela pagare perché, anche se non l’aveva sicuramente fatto volontariamente, aveva unicamente peggiorato la sua situazione.
“Che vuoi che ti dica?” chiese arresa.
“Perché mi hai mentito?”
“Non potevo far altrimenti.”
“Io ti ho detto come mi sento realmente, ti ho detto cose che neanche i ragazzi sanno. E so che ti conosco da pochissimo e non avrei dovuto farlo, ma c’era qualcosa in te che mi diceva che potevo fidarmi, e così ho fatto.”
“Puoi fidarti di me!” si affrettò ad aggiungere, colpita nel profondo da tale affermazione.
“A quanto pare no. Di tutto quello che mi hai detto, cosa può esserci di vero?”
“Devi capire che non potevo dirti tutto, anche se lo volevo.”
“Mi hai detto che sei lontana da casa, che stai scappando da qualcosa e che ci sono stati momenti in cui perdere la vita per te non rappresentava un pericolo. Ma adesso non so se posso crederti, non so neanche se questo è il tuo vero nome.”
“Non capisco perché ti importa tanto” sussurrò Noel.
“Perché a te ci tengo. Tu dici che non ti importa di niente e nessuno, e che a nessuno importa di te, ma non è così. Sei riuscita a conquistare me e i ragazzi in pochissimo tempo, ci difendi come se non fosse semplicemente il tuo mestiere, ma come se ci tenessi veramente. E se ripenso alla ragazza di ieri sera so per certo che non è la stessa che ho davanti ora. Che i muri che hai intorno a te ogni tanto vengono meno, e io vorrei solo capire perché ti comporti così.”
“Sei sempre stato bravo a capire le persone Harry, fin troppo.”
“Di che parli?” chiese realmente confuso.
“Io non ti ho mentito su tutto. Ci sono stati momenti in cui ti ho rivelato cose che avrei dovuto tenere nascoste per il bene di entrambi. Anzi, non sono ancora sicura che quello che sto per fare sia la scelta giusta, ma sono certa che continuare a mentire mi porterà alla pazzia.”
“Ti prego, spiegami.”
“Ti ho lasciato così tanti indizi.”
“Sarah…”
Ora o mai più, pensò facendo un respiro profondo.
“Non mi chiamo Sarah.”
E mentre Harry socchiuse gli occhi, apprendendo qualcosa che aveva già temuto, lei tirò via la parrucca lasciando ricadere sulle sue spalle i lunghi capelli ramati.
E prima ancora che Harry potesse realizzare che quello non era un sogno, lei disse ciò che avrebbe dovuto dire dal primo momento.
“Sono Noel" disse accennando un sorriso impaurito "sorpresa!"










"Sorpresa!" eccomi qui! ahah
Finalmente aggiorno, e non potete immaginare la mia gioia nel tornare a pubblicare, specialmente con questo capitolo che sognavo di scrivere praticamente da quando ho iniziato la storia.
Spero veramente che vi piaccia perchè, sebbene io non ne sia convinta al cento per cento, ci tengo veramente tanto.
Quindi, se decideste di farmi sapere cosa ne pensate vi sarei veramente grata :)
Quasi dimenticavo; scusate l'enorme ritardo, ma il quinto anno è molto più difficile di quello che avrei mai potuto immaginare, ma per farmi perdonare vi metto una bella foto del nostro caro Harry.
Un bacio e a presto! :) 
  

Allora, sono perdonata? ahahah
  
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