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Autore: Tris Bradbury    08/12/2014    2 recensioni
(AU!Verse) Dean e Sam Winchester vivono a New York, nel vecchio appartamento che il padre, prima di morire, aveva lasciato al figlio minore. Una sera Dean decide di andare a divertirsi in un pub, e complice l'alcool sale sul palco per partecipare alla serata karaoke. Insieme a lui canta un ragazzo che non conosce, ma che pian piano entrerà nella sua vita, Castiel.
Destiel!, accenni Sabriel!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Il Natale l’avrebbero passato a casa di Gabriel. Sfruttando l’altezza di Sam erano riusciti a decorare l’albero fino alla cima, e Lucy aveva apprezzato la cosa. In realtà si notava che la suocera preferisse il minore dei Winchester, con la sua laurea in legge e la sua pacatezza, piuttosto che Dean e i suoi modi rudi e volgari.
-Figlio di puttana!-Castiel si voltò di scatto. Dean aveva in mano un martello e stava soffiando sul pollice dell’altra. Probabilmente si era colpito il dito appendendo l’ennesima ghirlanda al caminetto.
-Dean, potresti cercare di… contenerti, almeno per un altro paio di giorni?-sospirò Cas, abbracciando Dean e appoggiando la testa sulla sua spalla. –Sai che mia madre non approva il tuo linguaggio scurrile.
-Linguaggio scurrile? Cas, non ho insultato nessuno, ho solo…- sospirò.
-Hai solo imprecato, Dean.- gli scompigliò i capelli biondi, per poi recarsi in cucina e prendere un pacchetto avvolto dalla carta da regalo verde, quella che il maggiore dei Winchester aveva visto in giro per casa per quasi un mese. –Avrei voluto rispettare la tradizione dello scambio dei regali la mattina di Natale, ma…-alzò le spalle. –Penso ti ci voglia un incentivo per comportarti bene.
Dean prese il pacchetto e lo scartò in fretta e furia, rivelando una scatola nera. Al suo interno, il Winchester trovò una catenina di metallo, con un piccolo ciondolo a forma di ala d’angelo. –Ho pensato volessi… come dire… tenere sempre con te una parte di me.- sorrise appena.
L’altro si affrettò ad allacciarsela al collo, rabbrividendo poi sentendo il freddo del materiale della collana. Diede un veloce bacio a Cas, per poi scoppiare a ridere. –Sai, è divertente…- esordì.
-Cosa, Dean?
-Il fatto che anche io abbia pensato la stessa cosa.- e prese dalla tasca una scatoletta azzurrina. –Non l’ho incartato perché… -abbassò la testa.-…beh, perché non sono in grado di impacchettare nulla!
Castiel rise, rise di gusto, e poi aprì la scatola.
E rimase senza fiato.
-Cosa… tu… -fissò Dean a metà fra il terrorizzato e il sorpreso.
-Lo so, avrei dovuto farlo in ginocchio, in un ristorante costoso, con tanta gente attorno e…- non riuscì a smettere di parlare che Castiel si fiondò sulla sua bocca, ricoprendogli di baci le labbra e le guance, facendolo finire contro la credenza. Dean soffocò l’ennesima imprecazione, troppo occupato ad abbracciare il suo angelo e a ridacchiare per tutti i suoni eccitati e da ragazza che il fidanzato stava emettendo.
-Non hai risposto!- gli fece notare, e Castiel alzò la testa, guardando Dean negli occhi.
-Sì, Dean Winchester. Voglio sposarti.

La sera di Natale, durante la cena, Castiel e Dean diedero l’annuncio a tutti i parenti (più Balthazar e sua moglie Anna, che all’ultimo si erano aggregati). Inutile dire che sulla tavola calò il silenzio.
Gabriel fece per dire qualcosa, per fare una battuta, ma venne fermato da un’occhiata parecchio eloquente di Sam. Balthazar e Anna, con un cenno, si congedarono, congratulandosi con un filo di voce.
Dean per un attimo pensò che a Lucy Novak sarebbe venuto un infarto. Era diventata tutta rossa in viso, e aveva stretto in pugno le posate che stava usando per tagliare il tacchino.
-Voi…- mormorò con voce strozzata. –Voi… avete intenzione di sposarvi? Come… come potete… poter anche solo pensare… di poter insozzare un sacramento così sacro…- lasciò andare l’argenteria e si alzò in piedi di scatto. -…con questa farsa?
Castiel impallidì. Non ricordava sua madre così arrabbiata da quando Michael aveva detto di avere un figlio e che aveva intenzione di darlo in adozione.-Mamma, ma…- tentò di dire, ma Lucy lo zittì con uno sguardo.
-Michael è in Europa, a fare non so cosa a Montecarlo. Anna fa tatuaggi a Los Angeles. Gabriel…- guardò il figlio maggiore con astio, come se non ci fosse stato bisogno di dire altro. Speravo che tu, il mio figlio maschio più piccolo, potessi essere di esempio per tutti, e invece… e invece mi fai questo.-abbassò di colpo la voce, ricordandosi della presenza del piccolo Ezeckiel.
-Dillo, mamma. Vorresti che fossi come Raphael. Che lo fossimo tutti. Il figlio perfetto, senza macchia.-alzò di scatto la testa verso la madre, battendo un pugno sul tavolo. –Il martire che si è fatto ammazzare dal marito dell’amante di papà!-ringhiò.
Dean si rese conto del motivo per cui Castiel non parlava mai di Raphael. Guardò Gabriel che diventava pallido come un lenzuolo e Sam portarlo fuori dall’appartamento, nel pianerottolo. Giurò di aver visto una lacrima sul viso del cognato.
-E tu!- Lucy puntò l’indice verso il Winchester. –Ti auguro di soffrire, di soffrire tanto, e poi di finire all’Inferno.- sibilò, per poi prendere cappotto e borsetta ed uscire dall’appartamento.

Un parto. Anzi, peggio. Sapevo cosa scrivere, ma non sapevo come. Spero vi sia piaciuto, anche se scommetto di avervi un pochino rattristate con questo finale.
Ma tranquille: dal prossimo capitolo in poi sarà anche peggio.
Baci,
{Tris}

 
  
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