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Autore: Mew Angel 91    31/01/2005    3 recensioni
Dopo la sconfitta di Profondo Blu un nuovo pericolo incombe sulla Terra,solo un cuore puro potrà salvarel'umanità.........Questa è la mia prima ff, spero che vi piacciae.... recensite!!!!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rimase per un attimo in silenzio.

La ragazza non si era ancora accorta della sua presenza.

Sentiva qualcosa di strano dentro di sé.

Qualcosa che non aveva mai provato.

Si decise:- Ehi, cosa ci fai qui tutta sola?

Amy si voltò:

- Ah….Ryan! Ciao…stavo osservando il mare. Mi tranquillizza molto…- sorrise, ma il biondo si accorse del velo di tristezza che ricopriva i suoi occhi azzurri.

- Sì, anche a me fa questo effetto.

Ryan-Amy:- Ascolta…!-

Ryan-Amy:- No, prima tu…!- risero entrambi.

Lui la guardò e con un sorrisetto disse:

- Avanti, cosa devi dirmi?

La ragazza piegò il viso all’ingiù e con un fil di voce rispose:

- Io….io ti devo delle scuse. A te e alle altre. Mi sono comportata da sciocca…non avrei dovuto scappare così.- il tono della sua voce si abbassò ancora di più- ti prego, perdonami….

Ryan si sedette sull’altalena accanto a lei, stringendo con le mani le catene di acciaio. I raggi del sole riuscivano a far risplendere i capelli biondi del ragazzo che trasse un profondo respiro per poi dire:

-No. Sono io che devo scusarmi.-

Amy: - Ma cosa dici?-

- E’ logico che tu te ne sia andata, dopo tutto, non accade spesso di scoprire di essere una Mew Mew, una paladina della giustizia. C’è stata una tale confusione, un tale scompiglio  e tutto è accaduto prima del tempo.Il modo con cui te l’ho detto probabilmente ti ha fatto venire un coccolone.-

Amy: - Non capisco di che cosa tu stia parlando.- disse con una voce fredda, quasi distaccata.

Ryan: - Cosa? Come sarebbe a dire scusa?-

- Sarebbe a dire che “io non sono una mew mew”

Ryan: - Come puoi dirlo? Devi accertartene prima!-

Amy: -No, non ce ne è bisogno. Io lo so e basta. Queste sono storielle che vanno bene per dei bambini. Comunque non voglio troppe complicazioni…ho già sofferto abbastanza- il timbro di quelle parole risultò tremulo.

Ryan: - M a …non capisco- era rimasto confuso da ciò che aveva sentito.

Amy rimase con lo sguardo fisso sulla sabbia dorata, poi si voltò, mostrando i suoi magnifici occhi ad un Ryan sconcertato:

-Io…non…mi dispiace. Voglio dirtelo. Voglio dirti una cosa che non ho mai confidato a nessuno.-

strinse forte le catene d’acciaio freddo dell’altalena.

Ryan: -Ma..non importa se non vuoi..

Amy: - Ho detto che voglio. Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno.

Ryan si fece più serio del solito, mise le mani sulle ginocchia e disse:

-         Sono qui. Ti ascolto.-

La ragazza sospirò, chiudendo gli occhi:

-La mia, purtroppo, non è stata una vita facile.E credo che non lo sarà mai. Fin da quando sono nato ho avuto degli strani comportamenti.All’età di un anno sapevo scrivere e parlare, venivo considerata da tutti una bambina prodigio, un genio come Mozart o Einstain. I miei genitori erano molto fieri di me e mi riempivano di coccole e attenzioni. Come era bello avere qualcuno a cui stringersi forte…loro erano delle persone molto famose. Erano attori entrambi. Lo sono ancora.

A tutti e due avrebbe fatto comodo una bambina precoce come me, poiché sarebbe potuta servire come pubblicità. Così anche io cominciai ad entrare nel mondo dello spettacolo e mi ritrovavo sulle tutte le pagine dei giornali. Quando avevo tre anni quella che sembrava una semplice voglia sul polso, cominciò a prendere forma,sembrava che ad ogni suo cambiamento le mie azioni prendessero una piega imprevista. Per esempio una volta mi ritrovai inspiegabilmente sul tetto di un palazzo. Nessuno ha mai capito come ci fossi arrivata, ed io non ricordo molto. Un’altra volta invece sulla fronte mi spuntò qualcosa a punta, una sensazione di bruciore mi invadeva tutto il corpo…

Ci fu un giorno che cominciai addirittura a svolazzare per la casa. Lo so che sembra stupido, ma è la verità! ….purtroppo… I miei genitori all’inizio non ci fecero caso più di tanto, ma quando questi comportamenti cominciavano ad avvenire più spesso non mi trattavano come prima. Mi ricordo di una volta che avevo chiesto un semplice abbraccio a mia madre…ma lei mi tirò uno schiaffo. Non piansi… anche mio padre stava diventando più irritabile del solito. Mi brontolava ogni volta che parlavo, oppure mi metteva in castigo senza ragione….non ho mai pianto una volta….perché sapevo che era tutta colpa mia se la mamma e il papà si comportavano così. Quanto desideravo essere una bambina normale, come tutte le altre. Una volta venivo considerata speciale, ma poi…solamente un brutto scherzo della natura. Ci fu un giorno in cui i miei occhi si riempirono di sangue….senza un motivo apparente, venni visitata anche dal dottore di famiglia, il quale non rilevò la causa di ciò che era successo. Mia madre cominciò ad avere paura di me, non mi parlava più.

Non si ricordò neppure del mio sesto compleanno, il giorno in cui avrei dovuto cominciare le scuole elementari…vedevo dalla finestra tutti i miei amici che con i loro genitori se ne andavano verso la scuola. Alcuni erano sopra le spalle dei propri papà, altri abbracciati alle loro mamme che gli toglievano le macchie della colazione sul viso….avrei voluto essere lì anch’io…come li invidiavo.

Una sera, i miei decisero di parlarmi e di dirmi qualcosa su cui avevano riflettuto a lungo…

 

 

Mamma: - Amily! Vieni! Dobbiamo dirti una cosa importante!

Amy:- Sì, vengo subito mammina!

Mamma: - Non chiamarmi così! Lo sai che non voglio!

Amy:- Scusa, mi è scappato…-

 

Arrivò mio padre da dietro le spalle, io credevo che si volessero scusare con me di tutto quello che mi avevano fatto,…ma mi sbagliavo…

 

 

Papà:- Amily siediti su una sedia!

Mamma: - Non sarà facile spiegartelo, ma sappiamo che tu capirai al volo e farai ciò che ti diremo.

Amy:- Sì ditemi!

Papà:- Tu lo sai di essere una bambina anormale…- quelle parole mi rimbombano ancora nella testa, non aveva nemmeno cercato di usare mezzi termini, aveva detto chiaramente che io ero una persona anormale, qualcosa di estraneo a questo mondo…

 

Amy:- Ah……-

Mamma:- E sai benissimo che noi siamo attori famosi, di conseguenza  dobbiamo avere una certa reputazione

Amy: - Certo che lo so……cosa volete dirmi?-

Papà: - Credimi, ci abbiamo riflettuto molto su questa decisione e crediamo che sia la cosa più giusta da fare.-

Amy:- Ma che cos’è questa decisione?!-

Mamma: - In poche parole dovrai andare a vivere da sola! Non possiamo più tenerti! Se i giornalisti sapessero quello che fai probabilmente avremmo una bruttissima reputazione, la gente ci considererebbe  dei pessimi genitori. Sei troppo strana. Con quegli occhi sembravi un demonio!

 

 

È così che mi consideravano: un demonio! Finalmente avevo capito….per loro ero diventata solamente un peso troppo pesante da reggere..dovevo farmi da parte e uscire per sempre dalla loro vita…almeno così li avrei resi felici.

 

 

Amy:- Sì …capisco…-

Avevano tutti e due uno sguardo gelido, freddo, distaccato. Non sentivo più quel calore che mi avvolgeva un tempo.

Amy:- Ma dove andrò?-

Papà: - Per questo non ti preoccupare. Resterai qui e noi andremo in Inghilterra…

Mamma; -Sì, ti spediremo tutti i mesi una busta con dei soldi, così potrai andare a scuola e comprarti quello che vorrai.

Amy: - Chi resterà con me?

Papà: -Nessuno, ormai sei grande e puoi vivere da sola…-

Amy:- Ma ho solo sette anni e mezzo! I miei amici…

Mamma: - I tuoi amici non sono come te Amy! Lo sai di avere delle qualità, seppur anormali, in più di loro. Quindi, te la caverai benissimo!

 

 

Sapevo che nella mia posizione non sarei riuscita a fargli cambiare idea, anche se desideravo rimanere con loro…è vero, in pratica non erano mai presenti e raramente mi rivolgevano la parola, ma almeno potevo vederli e immaginare come si sarebbero comportati se io fossi stata un’altra…. D’altro canto avevano una reputazione da salvare ed io non volevo rovinargli la vita, anche a costo di sciupare la mia!

 

 

Amy: -Sì…hai ragione mammi..ehm mamma! Farò come volete..-

Mamma: - Bravissima! Sapevamo che avresti capito. Comunque, adesso devi cambiare il cognome, perciò non ti chiamerai più Amily Rosley, ma Amily Kitoshi…mi sono spiegata?

Amy: - Certo.

Mamma:- Bene. Mi occuperò io delle cose burocratiche, te non preoccuparti, entro la settimana io e tuo padre partiremo per l’Inghilterra. Andiamo lì poiché dobbiamo girare anche un film…

Amy:-……ma……-

Papà:- Niente ma! Ti sei presa un impegno ed adesso lo devi mantenere.-

 

 

Vidi mia madre tirare un grande sospiro…mi sembrava più sollevata, quasi contenta di quello che sarebbe successo fra meno di una settimana…

Quel giorno arrivò troppo presto, io non ero ancora pronta per abbandonarli, per dirgli addio…ma loro lo erano probabilmente. Li osservai tutta la mattinata, preparavano valigie e borse per il lungo viaggio. Mia mamma ogni tanto mi guardava, il suoi occhi erano privi di espressione, poi si girava e sorrideva con mio padre, era felice. Quanto avrei voluto che quel sorriso fosse dedicato a me…..

Mi piaceva guardarli, potevo immaginare come sarebbero state le cose se io fossi stata una bambina normale, vedevo mio papà che mi portava sulle spalle, mia madre che mi pettinava i capelli o che mi raccontava una favola per la buona notte…

Andarono vicino alla porta di uscita, la aprirono, appoggiarono le valige in terra e mia madre disse:

 

-Bene Amily Kitoshi, ci siamo…- sorrise.

Papà:- Comportati bene, mi raccomando.-

Amy:- Ci proverò…-

Mamma:- Mi raccomando studia e impegnati al massimo a scuola, ti ho iscritta alla terza elementare, inizierai lunedì prossimo…Tutti i giorni davanti casa troverai qualcosa da mangiare, ho incaricato il ristorante qui vicino di portarti il cibo a domicilio……ok, credo di averti detto tutto.-

 

 

Tutto? Nemmeno una parola di conforto, nemmeno un “ci mancherai piccolina”, niente…….

 

 

Amy:- Vi auguro tanta fortuna.-

Papà:- Grazie, ne abbiamo veramente bisogno…-

Mamma:- Bhe, allora noi…andiamo!-

Amy:- Aspetta mamma! Se non è troppo vorrei chiederti un…un abbraccio…

 

 

Il volto di mia madre si incupì, come se si fosse pentita di ciò che stava facendo…

 

Mamma:- No, non chiedi troppo…-

 

Me lo ricordo ancora quell’abbraccio…come era bello risentirsi fra le braccia calde di qualcuno che ti vuole bene, mi sentivo in qualche modo protetta dal mondo esterno.

Avevo una gran voglia di piangere, ma nemmeno una lacrima riuscì a scappare dai miei occhi..dovevo essere forte! Dovevo far vedere che sarei  riuscita a cavarmela da sola!

 

 

Amy:- Ma….voi mi volete bene?

Papà:- M-ma  certo che domande- lo disse con la voce più convincente che riuscì a fare, lì per lì ci credetti, poi mi ricordai che lui come mia madre era un attore…il suo mestiere era quello di mentire…

 

Amy: - Anch’io ve ne voglio tanto!-

 

Detto questo presero le valige, attraversarono il vialetto di casa raggiungendo la limusine che li stava aspettando. Aprirono il cancello e mi salutarono con la mano…. Fu l’ultima volta che li vidi.

Non mi hanno mai telefonato, spedito una lettera, o mandato gli auguri di Buon Natale……nessuno lo ha mai fatto…neppure i miei amici….mi consideravano tutti troppo strana.

Guardavo sempre tutti i loro film, quando interpretavano la parte dei genitori di un’altra ragazzina scoppiavo a piangere perché avrei voluto essere al suo posto…

Poi, un giorno lessi su un giornale che Amily Rosley, figlia di Rebecca e James Rosley era morta in un incidente d’auto sul colpo….c’era una foto di mia madre che piangeva invocando il mio nome….quanto la odiai in quel momento! Era solamente una bugiarda!! Era tutta una scusa!  Io esistivo ancora, era ancora su questo mondo, ma vivevo nell’ombra, nascosta a tutti….

Quella fotografia la conservo ancora, perché sembrava che mia mamma si stesse veramente disperando per me- sulla guancia di Amy scivolò una lacrima che rifletteva la luce del sole.

 

Era stato difficile per lei aprirsi in quel modo, non lo aveva mai fatto con nessuno, solamente con Ryan, sapeva che di lui si poteva fidare.

Il ragazzo biondo con uno scatto la strinse forte a se, non gli importava di ciò che avrebbe pensato………voleva solamente abbracciarla, tenerla tutta per se…

 

 

 

 

Finalmente ce l’ho fatta!!!!!! Ho postato un altro capitolo! Mentre lo scrivevo sinceramente mi sono messa un po’ a piangere, cercando di immedesimarmi nei panni Amily…

Io spero che vi piaccia.

 

Questo capitolo lo dedico a Mew Pam, la quale recensisce sempre i miei capitoli…ti ringrazio moltissimo! Ehi, perché non entri nel Forum, così possiamo parlare un po’!

 

 

Vi prego, recensite, le critiche negative vanno benissimo!

  
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