08/12/2014
1 recensioniREGIONALS
Ero già da un giorno a Salisbury, e me ne ero già innamorata. Era una città a misura d’uomo, tranquilla e soprattutto piena di fiori, e io amavo i fiori.
Quella mattina mi ero svegliata presto e avevo deciso di andare a vedere un po’ la città. Gli altri invece erano andati a vedere i negozi. Io non so, con tutte i negozi che ci sono a Londra, anche a Salisbury devono andare a vedere i negozi di vestiti! Vabbè comunque dopo aver visto una delle tre copie della Magna Charta, secondo la guida quella scritta meglio, avevo bisogno di una pausa, i tacchi mi stavano uccidendo. Quando arrivai nella piazza principale mi fermai ad ammirare i palazzetti che incorniciavano il tutto, ad un tratto sentii delle braccia circondarmi i fianchi. Stavo per fare le mossa di difesa personale imparate a scuola quando una voce mi sussurrò all’orecchio: “Bonjour, ma chere!”. Sospirai di sollievo, avrei riconosciuto quella voce ovunque, mi girai e esclamai: “Sebastian, quale sorpresa!”. Lui mi guardò sorridente: “Mi sei mancata!”. Sorrisi e dissi: “Sono contenta, mi sei mancato anche tu!”. Detto questo lo baciai, lui rimase all’inizio sorpreso e poi ricambio. Quando ci staccammo sorrisi, gli presi la mano e ci incamminammo insieme verso Starbucks.
HARRY’S POV
Eravamo tutti in questa specie di centro commerciale da più o meno tutta la mattinata, beh, non proprio tutti, Candice non c’era. Ultimamente era molto allegra e la cosa mi straniva, dato che lei non è mai stata così. Louis notò subito il mio stato d’animo e mi chiese: “Hey amico, che ti succede?”. Gli risposi: “Niente sono preoccupata per Candice, ultimamente è estremamente gentile e l’ho sentita parlare in parlare in francese al telefono almeno una volta al giorno fino ad oggi”. Liam si intromise: “Forse sta chiedendo ammissione alla Sorbona di Parigi”. Dissi: “Non credo lei vuole andare a Cambridge e poi il master a Harvard”. Louis alzò le spalle: “Forse vuole cambiare, sarà una questione di giorni, vedrai che poi diventerà la solita egocentrica ed egoista Candice”.
CANDICE’S POV
Addentai il mio muffin sotto lo sguardo incredulo di Sebastian. Lo guardai e sbottai: “Che succede, non sto facendo nulla di illegale che io sappia”. Lui ridacchiò e disse: “Di solito le ragazze non mangiano tanto perché dicono che ingrassano, ma mi sembra che qui è tutto il contrario. Comunque devo farti i complimenti per come parli il francese”. Alzai il sopracciglio: “Hai problemi se mi piace mangiare, io adoro il cibo! Comunque merci, il francese l’ho imparato facendo corsi”. Lui si avvicinò a me e disse: “Nessun problema, adoro le ragazze che mangiano”. Sorrisi e lo guardai, certo che era proprio carino, i miei gusti eccellono sempre. Iniziammo a parlare delle regionali che si sarebbero svolte quella sera al teatro di Salisbury.
Era arrivata l’ora di affrontare le regionali. Ognuno aveva il proprio camerino, quindi entrai nel mio iniziai a prepararmi. Mi pettinai i capelli lasciandoli sciolti e poi indossai il mio vestito simile a quello di Julia Andrews nel film ‘Tutti insieme appassionatamente’. Mi guardai allo specchio, non somigliavo a Julia Andrews ma potevo provarci.
Ero pronta per salire sul palco, si perché stavolto ci saremmo esibite noi per primi. Uscii dal camerino e mi diressi vicino al palco, trovai il prof e la coach che si baciavano, feci retro-front. Troppo tardi, la coach mi aveva visto. Entrambi erano imbarazzati e rossi in viso. Mi avvicinai e loro mi fecero le solite raccomandazioni del dare il meglio di sé nel palco. Salii nel palco vidi che tutte le cose che descriveva la canzone erano disposte sul palco. Ero pronta! Vidi il sipario alzarsi e la luce accecarmi, poi in prima fila vidi Sebastian che mi sorrideva. Sentii le prime note della canzone e iniziai a cantare e a ballare. Alla fine della canzone il pubblico si alzò applaudendo e senza accorgermene mi ero commossa. Devo dire che ero rimasta stupita, non pensavo che la mia audizione avrebbe fatto scalpore.
Tornai dietro le quinte, stavolta non avrei cantato per questione del tempo ristretto, quindi le coriste le avrebbero fatte Miranda e Barbara. Intanto mi misi il prossimo outfit che consisteva in un semplice vestito nero e ballerine. Quando uscii dal mio camerino vidi le ragazze pronte per entrare nel palco. Sorrisi a tutte e feci cenno di salire sul palco. Beh, cosa dire l’esibizione mandò il pubblico in delirio, non mi sarei mai aspettata tutto questo. Cantare mi faceva sentire bene come una volta, mi faceva diventare un’altra me, quella di qualche tempo fa. Mi rinchiusi in camerino e mi guardai allo specchio, per la prima volta dopo tanto tempo, mi sentivo felice, avevo trovato un ragazzo che mi capiva perfettamente, il glee che mi aiutava ad essere sincera con me stessa. Mi avviai verso la platea e mi accomodai accanto Harry. Proprio in quel momento il presentatore annunciò l’esibizione dei Warblers, che avrebbero cantato Stand di Lenny Kravitz.
Li vidi prendere posto sul palcoscenico ed iniziare a cantare, non riuscii a ritenermi e mi alzai come una molla ed iniziai a fare standing ovation. Harry mi agguantò per un braccio e mi disse: “Cosa cavolo stai facendo?”. Risposi con ovvietà: “Un po’ di standing ovation, perché non la fai anche tu?”. Il professore annuì e affermò: “Candice ha ragione, dovremmo farlo anche noi”. Alla fine contrariati si alzarono tutti. Dopo Stand cantarono Glad you came e furono fantastici come sempre. Tornai dietro le quinte e aspettavo di salire in palco per il confronto con i Warblers. Ad un certo punto vidi Sebastian avvicinarsi a me e gli chiesi: “Cosa fai qua?”. Lui mi guardò e rispose con ovvietà: “Devo cantare e quindi devo salire su un palco, piuttosto, cosa ci fai tu qui?”. Inarcai le sopracciglia e dissi: “Anche io devo cantare, quindi se faccio due più due significa che noi due dobbiamo fare il duello”. Lui mi prese la mano e esclamò: “Allora sarà mio piacere batterti!”. Sorrisi: “Mio caro IO batterò te, è così ovvio”. Mi girai e mi andai a sedere in una delle sedie in mezzo ai due violoncellisti. Lui mi lanciò uno sguardo assassino e iniziò a cantare. Mentre cantavamo ci eravamo sfiorati, inseguiti e toccati più volte. Alla fine della canzone ci lanciammo un finto sguardo di inimicizia e appena calò il sipario lui mi baciò. Quando ci staccammo guardai i violoncellisti che si scambiarono uno sguardo stranito e mi rivolsi a Sebastian e gli dissi: “Penso li abbiamo sconvolti a vita, certo che siamo strani!”. Lui ridacchiò: “Non abbiamo fatto nulla di male”. Rientrai al camerino e mi pettinai i capelli, ci avrebbero messo più o meno 10 minuti a decidere il vincitore delle Regionali. Dopo qualche minuto, Harry mi venne a chiamare per andare a sentire i risultati.
Dietro le quinte c’eravamo io, Sebastian e l’altro capitano del glee. Guardai lo schermo dove era proiettato lo schermo e sentii le voci dei giudici: “Come l’anno scorso pure quest’anno avremmo due vincitori, i Warblers e i New Horizons”.
