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Autore: Echadwen    08/12/2014    7 recensioni
[Aggiorno appena arriva l'ispirazione]
Crescere un figlio non è facile per nessuna ma, se oltre ad un figlio, si deve gestire anche un regno allora la faccenda si fa seria.
Abbiamo visto Thranduil, nelle vesti di sovrano, fronteggiare Scudodiquercia, dare ordini ai propri soldati... Nessuno, però, ci ha mai mostrato il re d Bosco Atro una volta posata la corona, quando l'unico che dipendeva veramente da lui era un piccolo Elfo con l'oro nei capelli e grandi occhi azzurri.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Legolas, Thranduil
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Angolino autrice: Lo so! Sono una persona orribile, vi ho lasciato mesi senza un aggiornamento.

Tiratemi pure tutti gli ortaggi che volete.

Devo fare una piccola precisazione per quanto riguarda l'asse temporale: all'inizio della storia il piccolo Legolas aveva solo pochi mesi ma, per esigenze creative, in questo capitolo ho dovuto spostare il tutto in avanti per farsì che Legolas potesse avere qualche ricordo di una persona a lui cara...

Non indugio oltre, ecco a voi il confronto che voi tutte stavate aspettando.











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Smile





"Dov'è mamma, Ada?" aveva chiesto quando, dopo mesi di assenza, aveva fatto ritorno da solo.

Una volta, un'altra e una ancora.

Non aveva mai avuto parole dal padre che spiegassero la sua assenza. Lo vedeva semplicemente voltargli le spalle dirigendosi su quel balcone e puntare lo sguardo verso chissà quale luogo e, col tempo, aveva smesso di fare domande.





Non è più un bambino, Legolas.

I suoi occhi hanno osservato e compreso, la malinconia che ricopre come un velo il viso del genitore ha un nome ma non un volto: troppo presto gli è stato portato via. Nei suoi ricordi solo un sorriso radioso e una morbida chioma bruna.

La immagina Legolas, mentre osserva la propria immagine riflessa, studia i lineamenti androgeni del proprio volto e cerca di capire cosa abbia ereditato da lei. Ritrova molto del padre ma di lei, non saprebbe dire...

Desidera delle risposte.

La dolcezza del suo viso ed il sorriso direbbero in molti.




L'aria è fresca, la luna risplende in tutta la sua maestosità; ingannevole tanto da convincerti di poterla toccare stendendo il braccio. La debole brezza della sera carezza il volto della creatura eterna, il cui sguardo è perso nella miriade di stelle che illuminavano la volta celeste. Anche la mente ed il cuore del Signore di Bosco Atro, sono lontani: smarriti in una nebbia senza tempo di ricordi e sensazioni ed è in quel momento che, Legolas, infrange quell'invisibile barriera eretta a difesa di un cuore ferito e ancora sanguinante.

Pochi sono i passi che servono a raggiungere il genitore ma ciascuno di essi pesa come un macigno: tante sono le domande che vorrebbe porgli, una l'accusa da rivolgergli.

È il terrore a prevalere, infine. La paura viscerale di risposte ignote, quella d'infliggere dolore alla persona a lui più cara.

"Ti manca tanto madre, Ada?" escono spontanee quelle parole mentre gli posa la mano sulla spalla; parole di un ragazzo non ancora adulto ed è proprio quella spontaneità a scuotere il sovrano.

Non vi è biasimo o rabbia nella sua voce; nei suoi occhi solo il desiderio di sapere.

Gli sorride il suo piccolo e tanto basta per aprirgli i suoi ricordi.

Una dolce carezza sulla guancia colma il silenzio che regna tra i due. Chiude gli occhi il principe, pago del calore che il genitore sa trasmettergli e a quest'ultimo, per un'istante, vede sovrapporsi al sorriso dell'erede quello della moglie tanto amata e mai dimenticata.

È arrivato il momento che suo figlio, sappia la verità.


"Non vi è giorno in cui il mio pensiero non corra a lei e tu" lo inivita a sedersi sulle proprie gambe "me la ricordi, figlio mio" gli carezza il capo dolcemente.

"Davvero?" chiede conferma quest'ultimo, stupito dall'affermazione dell'altro

"Vi è molto di tua madre in te sebbene, siano più visibili i tratti che ti legano a me. Hai il suo stesso magnifico sorriso..." involontariamente, le labbra del principe si distendono illuminandogli il volto "come questo. Quando sorrideva, tutto acquisiva maggior bellezza e perfino questa corona diveniva meno pesante. Nel profondo, Legolas... Lei vive dentro di te" la mano gli si adagia sotto al mento per spronarlo al contatto visivo e trema, il figlio, per l'intensità di ciò che legge negli occhi del padre.

Amicizia, devozione, rispetto, amore e tanto, fin troppo, dolore.

"La stessa caparbietà anima il tuo spirito, la stessa curiosità, la stessa forza dei silvani" un sorriso pieno di dolcezza si delinea sul volto del sovrano "Era così diversa..."

Diversa...

Dimmi di più lo implorano quegli occhi azzurri.

"Oh, ion nin. Non ho mai visto nessuno maneggiare i pugnali con tale eleganza e maestria"

"Una guerriera?" una scintilla balugina nel suo sguardo.

"La migliore che abbia mai visto"

L'orgoglio prende a scorrere nelle vene del principe ma c'è una domanda che lo costringe a distogliere lo sguardo. Non gli dà pace ed è li, in fondo alla gola, che aspetta di essere pronunciata o di essere letta da occhi amorevoli.

Perché mi ha lasciato?

"Essere re o regina comporta degli obblighi che nemmeno il cuore e i sentimenti possono obliare" lo costringe a voltare il capo "Una guerra era alle porte e la sopravvivenza del nostro popolo dipendeva dai risvolti di quest'ultima. Come regina avrebbe dovuto restare qui, a regnare in mia vece ma né gli ordini del sovrano né le suppliche di uno sposo innamorato sono riusciti a domare quello spirito selvaggio."

Legolas spalanca gli occhi nell'udire quell'affermazione. Gli sembra impossibile poter contraddire la volontà del genitore

"L'unico, che è riuscito a farla vacillare, era avvolto in soffici lenzuola e dormiva beatamente nella propria culla. Riflessi d'oro adornavano quel viso piccolo e paffuto, l'azzurro del cielo a colorare due occhi vispi e curiosi... Dal momento in cui ti ha stretto tra le braccia la prima volta, tua madre non ha avuto occhi che per te e le si è spezzato il cuore quando ha indossato la sua armatura" la grande mano del sovrano si posa nuovamente sulla sua guancia "Non avrebbe mai voluto separarsi da te e, se l'ha fatto, è stato solo l'ardente desiderio di combattere per tenerti al sicuro che l'ha spinta a farlo"

Il silenzio cala fra le due creature eterne; nei loro animi un'accesa lotta fra sensazioni contrastanti.

Una lacrima solca la perlacea pelle di Thranduil e il suo bambino è pronto ad arrestarne il percorso asciugandola con il pollice

"Le sue ultime parole sono state per te" la perfetta maschera di austerità s'incrina e un bacio dolce piove sulla sua fronte. Il grande Re non riesce a rendersene conto che, le braccia del figlio, si allacciano dietro al suo collo.

Un balsamo per il suo spirito ferito.

Restano uniti in un momento d'infinito. Le parti si sono invertite, ora è il suo ometto a consolarlo.

E, quando lentamente allenta la stretta, lo vede sorridere e ritrova il sorriso della sua amata.

Posa la mano sul suo collo e con il pollice delinea il volto del suo tesoro più grande per, poi, stringerselo al petto.

"Grazie" sussurra il figlio e il padre scuote la testa.

Non è lui a dover ringraziare.

Non lui che ogni giorno, con il suo sorriso, gli fornisce la forza per continuare a vivere.




   
 
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