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Autore: njaalls    09/12/2014    2 recensioni
Quel ch’ella par quando un poco sorride, non si può dicere né tenere a mente.
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«Dovresti uscire con me» dice lei con la sua usuale schiettezza, mentre una folata di vento si abbatte contro le loro guance e i loro nasi sono un po' arrossati per colpa dell'alcol. E Nina Evans ha già inquadrato Niall, ha imparato a comprendere un po' il suo carattere e le sue intenzioni e non gli è indifferente, un po' come lui non lo è per lei.
C'è un secondo di silenzio tra loro, nel quale solo la musica proveniente dalla casa è udibile e così lasciano che i loro cuori battano a ritmo quasi sincronizzato. Poi Niall scoppia a ridere. «Dovrei?»
«Dovresti» conferma lei, scrollando più volte la testa.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitols 5 — Missing
 
Che cosa succede se non c'è il per sempre?
Vuoi baciarmi per la buonanotte?
 
Niall sparisce per tutta la settimana successiva e nessuno sa che fine abbia fatto. Nessuno, tranne Harry.
Nina è attraversata da un insieme di emozioni che le attanagliano lo stomaco, è delusa e poi preoccupata, ad un certo punto riesce a celarsi addirittura dietro una maschera di apparente indifferenza, ma poi esplode e allora Harry è la sua vittima e potrebbe semplicemente stare male, avere l'influenza, ma almeno si metterebbe il cuore in pace.
Lo raggiunge al forno il mercoledì dopo la lezione di danza, sudata e accaldata, il body ancora addosso perché hanno fatto più tardi del previsto e allora si è tirata su i jeans ha iniziato a correre, sennò la panetteria avrebbe chiuso ed è arrivata appena in tempo. Si è fermata davanti agli scalini trafelata e il sorriso di Harry non è riuscita a riscaldarla abbastanza, semplicemente perché non era quello di cui aveva bisogno, quindi si è fermata di colpo, con le mani sulla tracolla, e «Dov'è?!» ha chiesto.
«Scusa?» e le labbra del riccio sono diventate un'unica linea sottile e seccata, che si è poi mischiata al nervosismo delle sue mani. E Nina ha ripetuto la sua domanda ed Harry è stato titubante, insicuro e un po' spiazzato da quella continua richiesta, ma alla fine lei ha insistito così tanto -Nina sa essere abbastanza fastidiosa, quando vuole- che non ha avuto altra scelta. Ha sospirato prima di parlare, perché ha troppi motivi per farlo e troppi pochi per passare sopra quelle strane attenzioni della sua amica per il nuovo arrivato.
«È in Irlanda» ha esalato e si è seduto su un gradino, mentre la proprietaria, Barbara, ha chiuso a chiave l'ultima serratura e ha salutato entrambi.
«Cosa?»
«Solo per qualche giorno, poi torna» l'ha rassicurata e Nina non ha proprio notato il dispiacere della sua voce, non ha sentito l'ultima parola che si è incrinata fino ad affievolirsi. Poi torna e vuole di nuovo il suo amico ad Holmes Chapel, sì, ma ora sembra turbato dal suo soggiorno e Nina è sempre più bella, ma anche più lontana.
«Sta bene?»
«Ti sei affezionata a lui»
«Può darsi» tenta lei, scivolando al suo fianco e sì, Harry lo ha capito che gli si è affezionata, ma ammetterlo sarebbe come darsi uno schiaffo, quindi le offre una sigaretta, prima di servirsi da solo. Se le accendono.
«Sta bene, comunque» ed è l'ultima volta che parla in quel tardo pomeriggio e non le ha nemmeno risposto quando lei gli ha augurato una buona serata, prima di scappare via.
Adesso è domenica e Nina ha passato il fine settimana in casa a studiare per il test di matematica e con lei anche Ron ed Emma.
La finestra della camera è chiusa ermeticamente, sigillata, mentre si torturano le mani e mordicchiano le gomme sulla punta delle matite. Ron è solo spazientita perché lei va forte in matematica, ma le sue amiche no, quindi Nina è frustata ed Em un po' pure e vorrebbe solo mettere quel DVD e prendersi una meritata pausa. Questa chiude di scatto il libro e raccatta una sigaretta da un pacchetto che non le appartiene.
«Non ho intenzione di ripeterete più cosa è una funzione iniettiva, biettiva e tutto quello che me deriva» annuncia a braccia aperte, avvicinandosi alla finestra e aprendola, porta l'accendino vicino al tabacco e la fiammella lo bruciacchia. «La scuola mi ha già rotto il cazzo»
«Em!» la richiama Ron, alzando gli occhi al cielo. Nina ride perché nemmeno a lei piacciono poi così tanto le parolacce e le dice di rado, ma non si scompone più di tanto e poi sono abituate alle lagne di Emma ed è fatta così. Hanno accettato molto tempo prima la sua pelle pallida con le sue labbra grandi e brave a rimanere chiuse anche per ore, prima di imprecare. Nina chiude il libro e segue a ruota la sua migliore amica, sfilandole la sigaretta dalla bocca. Aspira e si stringe nella felpa larga. «Nina!»
«Che c'è, Ron» esaspera lei, sedendosi sulla scrivania e allungando le gambe davanti a sé. Non è stanca, è solo stufa e come Emma vorrebbe solo fiondarsi sotto le coperte per guarda un film e mangiarsi una pizza. Sorride. «Non voglio fare più nulla, sono due giorni che studiamo»
«Domani c'è il test» le fa presente Ron, però chiude i libri anche lei e sì che è stanca, anche se non lo ammetterà mai.
«Ce la caveremo» risponde con una scrollata alle spalle l'altra e lo chignon scuro e un po' lento le scivola sulla nuca. «Le cose le sappiamo»
Cala il silenzio, Nina passa poi la sigaretta di nuovo ad Emma e spera solo che nessuno dei suoi genitori le faccia troppe domande su quella persistente puzza di fumo, anche se al massimo addosserà la colpa alla bionda.
«Ho fame» si lamenta allora Emma, poggiandosi al muro, prima di inalare altra nicotina e sbattere più volte le palpebre pesanti. Si stropiccia un occhio con il dorso della mano libera e Nina si poggia stancamente a lei.
«Tra poco dovrebbe arrivare il ragazzo delle pizze» le risponde questa, che ha acceso la musica a volume basso e ora si muove leggera sul parquet della sua camera. C’è Sam Smith che le riempie la mente e ama la voce di quel ragazzo, le note leggere ma sicure sono uniche e la fanno sorridere involontariamente, e poi c’è Emma che smonta sempre il suo amore per quell’album, dicendo che dovrebbe rivedere le sue priorità perché è troppo depresso. E forse ha ragione, ma Nina ride ugualmente, tanto le ha già chiesto di prestarglielo.
Chiude gli occhi, lascia scivolare i piedi scalzi sulla superficie liscia e poi li riapre di colpo, fermandosi all'istante, dopo una manciata di minuti.
«E Niall?»
Le sue braccia cadono sui fianchi e se in un primo momento Ron è spaventata da quello sguardo un po' duro dell'amica per la domanda che le ha posto, poi si rilassa, quando Nina fa spallucce e si siede sul letto.
«Te l'ho detto» risponde solo, si abbandona sul materasso coperto da un piumone bianco a fiori e guarda il soffitto. Sam continua a cantare e a vibrare dentro di lei. «Torna»
«Se non dovesse farlo?» tenta Emma.
«Torna» ribatte l'altra, mentre l'amica ascolta in silenzio e butta la cicca nel portacenere. Poi lo nasconde sotto il letto, tanto Nina lo vuoterà.
Le raggiunge e ora si stendono tutte e tre e guardano le stelline che si illuminano di notte e che hanno appiccicato insieme sul tetto, quando avevano dieci anni e con il prezioso aiuto del signor Evans. «Sarebbe un pensiero in meno per voi, se non lo facesse. Vero?»
«Non dire sciocchezze, Nina» dice Ron, accarezzandole un braccio e poi mettendosi su un fianco: la abbraccia e sprofonda con la testa nell'incavo del collo dell'amica.
«In realtà sì» ammette Emma e la mora non ribatte, perché ci pensa Ron a farlo, alzando la testa e lanciandole un'occhiataccia. Ma ad Emma non importa: non interessa che Niall faccia tremare le gambe della schietta Nina o che lasci senza fiato anche se si conoscono appena, perché crede che la sincerità venga prima di tutto e sa che l'amica la capisce. Nina la conosce e per lei Emma va bene così, con i difetti e i pregi, tanto rispetterà sempre le sue decisioni. «Non mi guardare così» si lamenta, rivolta a Ron con una smorfia. «A te non piace lui e a me non piace sentire i tuoi continui sospiri ogni volta che ne parliamo»
«Non è vero che non mi piace»
«Ron»
«Non è il mio tipo, ma se a Nina piace—» spiega la diretta interessata mettendosi a sedere. Le altre si tirano su allo stesso modo ed incrociano le gambe sul materasso, guardandosi in faccia e sorridendo appena.
«A me non piace in quel senso» si intromette la mora, aggiustandosi lo chignon morbido e muovendo un po' le dita sfilate a ritmo della musica che inonda la stanza.
«Nina» la canzona Ron. Scoppia a ridere, guardandola negli occhi ridotti a due fessure e i denti in bella mostra.
«Mi piace il modo in cui cammina o quello in cui si scrocchia le dita, i suoi occhi quando non sono arrossati e le sopracciglia che alza quando è sorpreso. Mi piace la ruga tra le sopracciglia e la sua espressione il più delle volte furba, o il suo accento fastidioso» risponde con un sorriso pieno sulle labbra grandi. Si tocca il collo e piega leggermente il capo, prima di scoppiare a ridere perché «Ma non mi piace in quel modo», ma tanto non ci crede nemmeno lei.
L'ultima volta che Nina ha visto Niall, è stato alla festa a casa di Louis e Ron, mentre erano seduti sul marciapiede e ridevano anche per la più piccola stronzata. Nina aveva in circolo troppo alcol e Niall aveva fumato erba, la prima non si reggeva nemmeno in piedi, mentre il secondo alternava momenti di lucidità, un po' perché c'erano davvero istanti in cui la vista era meno confusa e un po' perché senza lui la ragazza sarebbe caduta a terra e non si sarebbe più rialzata. Nina ricorda i discorsi, le gambe che tremavano e la sua testa appoggiata alla spalla di Niall. Ricorda poi di essersi addormentata e di essersi risvegliata alle cinque del mattino con la testa che pulsava e la necessità impellente di buttare fuori dal suo corpo i drink della sera prima. Quindi era corsa verso il gabinetto e Ron l'aveva seguita in silenzio, prima di tenerle i capelli e vederla vomitare.
Nina si era alzata altre quattro volte quella mattina per fare una puntatina in bagno, poi si era addormentata -dopo un breve messaggio ai suoi, nel quale si scusava per aver ignorato i loro messaggi e li tranquillizzava, assicurando di essere ancora viva- e quando aveva fatto colazione era l'una passata.
Le sue amiche non avevano detto nulla di Niall, quindi lei era rimasta in silenzio finché non ne aveva potuto più e allora Ron le aveva raccontato di esserselo visto comparire alle due passate all'ingresso, mentre lei gli si aggrappava inconsapevolmente al collo della felpa e alle spalle, intanto la reggeva un po' precariamente petto contro petto e con le braccia avvolte intorno alle gambe della mora. Nina era scoppiata a ridere e, anche se non aveva sentito le guance prendere fuoco, aveva provato qualcosa ed era stato sufficiente per capire che aspettava solo il giorno successivo per vederlo.
Ma ora Niall è sparito e Nina sa solo che è in Irlanda e torna, forse.
Ci sono minuti di silenzio perché Nina pensa e le sue amiche pure, quindi tutto tace e questi discorsi sull'ultimo arrivato non stanno un granché in piedi.
«Liam?» chiede allora, tanto se non lo avesse domandato lei, lo avrebbe fatto Emma con molto meno tatto, quindi l'ha preceduta e la ragazza si è stretta nelle spalle.
«Non abbiamo parlato molto in questa settimana tra interrogazioni e test» mormora seccata e passa il dito sulle cuciture del piumone, nei suoi occhi si legge dell'imbarazzo e della tristezza, ma sorride comunque e prova a non arrossire. «Quando abbiamo qualche minuto, non siamo mai soli e lui non vuole prendere l'argomento bacio. Anche se sembrava così intraprendente all'inizio»
«Posso minacciarlo» propone allora Emma sorridendole e dandole una leggera spallata. «Con Zayn funziona»
«Zayn accetterebbe qualsiasi cosa se fossi tu a chiedergliela» le fa presente Nina, scivolando dal materasso e iniziando a posare i libri sulla scrivania. Poi si toglie la maglietta e rimane in reggiseno, mentre cerca sotto i cuscini e poi nell'armadio il suo pigiama.
«Anche Harry»
«Che c'entra Harry ora?» domanda Nina scuotendo il capo, prima di infilare, quasi letteralmente, la testa nella cassettiera. «Perché devi tirarlo nella discussione?»
«Si amputerebbe un braccio per te» le fa notare Emma con un sorriso malizioso, quello delle giornate  e delle serate è stata un giorno passabile, non rompete il cazzo.
«Lo so» risponde l'altra semplicemente e tira fuori la sua maglietta del pigiama, quindi la indossa e sorride senza un preciso motivo.
«E ignori le sue attenzioni così?»
«Emma, tu il momento prima tratti Zayn come se avesse la lebbra e quello dopo come fosse una sorta di divinità dell'apatia. Non sei nella posizione adatta per fare del sarcasmo su come mi comporto con Harry, Niall o chiunque altro»
«Nessuno ha parlato di Niall ora» le fa notare con una risatina fastidiosa Ron, intervenendo e facendosi largo nel battibecco. Accendono la tv e spengono la musica, intanto che le loro pance brontolano e quando arriva il ragazzo con le pizze? «Hai fatto tutto da sola»
«Oh, chiudete il becco!» esclama allora Nina scoppiando a ridere così forte che le altre la seguono a ruota. Non saranno le ragazze più sentimentalmente stabili, ma gli amori vanno e vengono, mentre loro rimangono e sono bellissime anche con quelle sigarette e le chiacchiere perenni.
 
 
 
 
 
 
Nina batte le palpebre e A piedi nudi nel parco è un bel film, ma è più il genere di Ron, mentre lei ed Emma avrebbero puntato sicuramente più sulla fantascienza e non su una commedia anni '60. L'amica si è così impuntata però, che l'hanno lasciata vincere alla fine, anche se a malincuore e con gli occhi al cielo, perché «Guardo sempre quello che volete voi!» e forse è vero.
Nina si gira su un fianco, mentre fa attenzione a non ammaccare nessun arto o organo vitale di Emma che le sta accanto e ora sono tutte e tre stese sotto il piumone e fanno attenzione a non uccidersi con qualche ginocchiata, intanto che si stringono nel tepore del letto e a Nina sta congelando un fianco scoperto.
Sono a metà film e hanno già cenato con una pizza di sotto -insieme ai signori Evans e Cecilie-, preparato le borse con i vestiti sporchi del fine settimana e poi quelle con i libri per la scuola del giorno dopo. Ora dividono una coperta troppo corta e un materasso che non le fa stare più così comode. Ma la verità è che sono cresciute e non sono più minute come lo erano una volta, ma ogni volta ci provano e si accontentano anche di non respirare, pur di condividere lo stesso letto, che poi le vedrà spingersi giù durante la notte. Si sveglieranno con qualche livido, ma non frega a nessuna di loro.
La stanza è buia, le serrande abbassate senza lasciar trapelare nulla e probabilmente se dovesse entrare sua madre dal corridoio direbbe loro di aprire perché «Non si respira in questa stanza!» e spalancherebbe tutto senza pietà, lasciandole lamentare.
È un secondo poi in cui Nina scorge un bagliore provenire dal suo cellulare poggiato per terra e semi nascosto dalla struttura del letto, aggrotta le sopracciglia e si sporge. Lo raccoglie, rimanendo in bilico con metà busto oltre il materasso, sul vuoto, perché il caricabatterie è troppo corto e lei arriva a stento ad afferrarlo. Il numero è sconosciuto e non vede l'anteprima, quindi sblocca il suo iPhone mettendo frettolosamente il codice e si morde un labbro mentre apre il messaggio. Quando legge, sorride senza riflettere, con i denti in mostra e le rughe d'espressione pronunciate sotto gli occhi.
 
Mi hai detto che dovremmo uscire insieme.
 
Nina sorride perché c'è sempre qualcosa e sente che è un sentimento che le vibra sulla pelle fino alle viscere, lasciandola senza fiato, e sorride perché non può essere vero e se l'ha fatto, forse, anche lui sente qualcosa stringerlo dallo stomaco quando sono insieme e la sopporta un po' traballante. Memorizza il numero perché non impiega molto a capire chi sia, anche se non si è firmato e non ha la minima idea di come abbia fatto a rintracciarla. Si lecca le labbra e non si accorge nemmeno degli sguardi delle sue amiche, che ora le lanciano occhiate confuse e a volte curiose.
 
A: Niall
Chi ti ha dato il mio numero?
 
Da: Niall
Se è un problema lo cancello.
 
A: Niall
No, ma quando torni?
 
Da: Niall
Domani.
E il numero l'ho chiesto ad Harry. È stata una cosa stupida?
 
A: Niall
Abbastanza. Stai bene?
 
Da: Niall
Hai detto dovremmo uscire insieme, ma decisamente corri troppo.
 
È la voce di Ron a ridestarla dalla convenzione, mentre si morde il labbro e pensa a cosa rispondere. Fa per scrivere e «Con chi parli?» e probabilmente se fosse qualcun altro direbbe che sono affari suoi con un sorrisone, ma è sua migliore amica e non può nasconderglielo, nemmeno se lo volesse. Sorride lo stesso.
«Niall» risponde sincera, facendo scatenare l'ilarità della sua compagnia, solo dopo un momento di muta sorpresa.
Nina lancia loro un'occhiata e poi ritorna alla sua conversazione, anche se i messaggi non le piacciono e preferisce al massimo le telefonate. Rilegge l'ultimo, di messaggio, e assimila le parole. Corri troppo e sì, lo sa che corre troppo e che è un brutto vizio, ma ha anche un grande pregio che è quello di saper rispettare le scelte altrui, quindi si morde la lingua e metterà un freno, perché può farlo e poi perché era ubriaca e non vuole un appuntamento ora. Non almeno uno serio, anche se è di Niall Horan che si parla.
 
A: Niall
Lo so, Niall. 
 
Lei lascia il telefono acceso, perché potrebbe rispondere anche se sa che non lo farà, perché rileggerà la breve conversazione prima di andare a letto e perché sì, senza un altro motivo. Non bisogna trovarne per forza uno se ci sono già gambe che tremano e uno stomaco in subbuglio, quindi il film finisce tre quarti d'ora dopo e Nina ha già riletto i messaggi due volte, Emma e Ron si mettono su un fianco e lei fa lo stesso dopo aver spento la luce sul comodino. Cala il silenzio e la matematica le ha sul serio sfinite in quel fine settimana, perché nessuna fiata.
«Credo mi piaccia» sussurra però dieci minuti dopo Nina, dal respiro capisce che sono sveglie e non sono ancora riuscite ad addormentarsi.
«Uhm?»
«Niall» spiega sorridendo al buio e a due persone che non la possono vedere, ma la conoscono e sa per certo che se la immaginano già. «Credo mi piaccia»
«Non ce ne eravamo accorte» esala Emma sarcastica, prima di girarsi bruscamente sull'altro fianco e farle intendere che non è in vena di chiacchiere, dandole le spalle. È al centro del letto ad una piazza e mezzo e si tira il piumone fino alla testa. «Buonanotte»
Quando sente la risatina sommessa di Ron, allora Nina abbraccia la brontolona del gruppo e cerca le mani dell'altra amica, trovandole insieme ad un sorriso ancora più largo e un respiro stentato. Poi si addormentano e ci sono solo corpi intrecciati e battiti regolari nel silenzio della notte.
 
 
 
 
 
 
 
 
Oggi non mi dilungherò molto, perché ho Leopardi da finire di studiare e sono entrata solo per pubblicare regolarmente.
So che il capitolo non è un granché qualitativamente e quantitativamente parlando, ma è un modo per allacciare i rapporti con gli altri personaggi ‘secondari’ (anche se poi secondari relativamente) e mi parò comunque perdonare nel capitolo successivo hahah sì, decisamente.
Vorrei ringraziare chiunque legge e non espone le proprie idee sulla storia, chi la inserisce da qualche (qualsiasi) parte e chi invece c’è sempre con costanza.
Ora devo scappare sul serio e scusate!
Vi lascio con una foto di Ron e Nina!!
Njaalls
 
  
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