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Autore: Lisaralin    10/12/2014    3 recensioni
"The core of all life is a limitless chest of tales."
(Storytime, Nightwish)
Raccolta di flashfic e one shot di genere vario su personaggi dell'universo di Kingdom Hearts scelti con la modalità random della wikia di KH. Nata da una sfida tra amici e dal divertimento di scrivere qualcosa insieme.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Figaro_KH_Manga



Personaggio: Figaro
Genere: Introspettivo
Rating: verde
Avvertimenti: Figaro non compare nei giochi, ma è presente in numerose vignette del manga di KH1. La storia è ambientata in un ipotetico post-KH3.



The surface of things

La scatola è bassa e stretta, formato cassa da morto. Non c’è neanche lo spazio per sgranchire le zampe, e quei due buchi minuscoli su un lato sono appena sufficienti a far entrare il minimo sindacale di aria e luce.
Lo stomaco di Figaro rumoreggia disperatamente, ricordandogli che il suo carceriere non si è degnato di lasciarli nemmeno mezzo misero croccantino. Per tacere poi di altri bisogni più impellenti che riesce a ignorare solo in virtù del suo straordinario autocontrollo da gatto di classe.
Da qualche ora, ormai, il suo miagolio risuona molto più simile a una supplica che al verso di pura indignazione con cui la sua protesta è iniziata. Il maledetto umano che lo ha rinchiuso lì deve essere duro d’orecchie, oltre che gelido di cuore.
Sempre se lo ha davvero un cuore, quello lì. Figaro non ci crede molto: ha trascorso abbastanza tempo a Radiant Garden da conoscere tutte le voci che corrono su di lui e i suoi degni compari in camice bianco. Dispersi per anni dopo la caduta della Capitale della Luce, riapparsi all’improvviso nei sotterranei del castello e processati in direttissima con l’accusa di aver scatenato la catastrofe che ha trasformato la civile Radiant Garden nella Fortezza Oscura. Assolti, malgrado il numero impressionante di capi d’imputazione – alto tradimento, crimini contro l’umanità e tutte quelle cose lì – per intercessione del vecchio re, pare. Uno che era stato tradito da loro ma si è fatto venire la malsana idea di perdonarli. E così i criminali sono rimasti a piede libero, e ora sono i cittadini onesti, anzi i gatti domestici onesti come lui a pagarne le conseguenze.
I tentativi di ribaltare la scatola con il suo peso sono falliti. Non sa di che materiale sia fatta, ma di certo non è normale cartone come sembra. Non gli resta che miagolare fino a seccarsi la gola, forse qualcuno lo sentirà e verrà a liberarlo. Sa di non poter contare sul vecchio padrone: troppo anziano per contrastare l’aguzzino e i suoi sgherri, e ultimamente anche la sua memoria sta perdendo colpi. Probabilmente non ricorderà neanche di averlo perso. Erano venuti fino a Radiant Garden proprio per quello, perché il vecchio falegname sperava di trovare una cura nei filtri di Merlino…
Figaro ha solo commesso l’errore di perdere tempo e interessarsi troppo ai pesci nel quartiere delle fontane. Una distrazione fatale.
“Certo che sei rumoroso, sacco di pulci.”
Figaro si irrigidisce all’istante. Una voce, gelida e inconfondibile, e passi rapidi in avvicinamento. Si appiattisce sul fondo della scatola, pronto a vendere cara la pelle.
Il coperchio si sblocca con un click e una lama di luce al neon lo abbaglia per un istante di troppo. L’occasione è persa.
Dita lunghe e fredde lo serrano in una morsa, strappandogli un sussulto che gli fa rizzare il pelo, e lo sollevano in aria. Due braccia chilometriche, fasciate da un camice bianco, lo separano dal viso dell’odiato carceriere, e i suoi artigli graffiano solo l’aria.
“Vuoi stare fermo, gattaccio?!”
Gli occhi dello scienziato lo fissano gelidi – tutto in lui è gelido, i lineamenti spigolosi del viso, la curva severa delle labbra, persino la sua pelle pallida sembra emanare freddo. Figaro rabbrividisce.
Sa cosa verrà adesso. Un turbine di parole spaventose gli rimbalzano nella testa. Esperimenti. Cavia. Laboratorio. Dissezione. Le ha sentite decine di volte, sussurrate con paura dagli abitanti di Radiant Garden ogni volta che il discorso cadeva sugli apprendisti di Ansem il Saggio.
Le parole successive dello scienziato danno corpo ai fantasmi delle sue paure più terribili:
“Ho intenzione di fare buon uso di te.”


“Devi ammettere che è un po’ strano.”
Il ragazzo dai capelli argentati non sembra ostile. Non è freddo come l’altro scienziato, la sua presa è più delicata. Gli accarezza la testa in modo piacevole, e questo certamente è un buon segno. Per il momento, Figaro decide di non graffiarlo.
“Strano? Perché strano?”
Anche lo sguardo dello scienziato alto ha perso il gelo che lo contraddistingueva. I suoi occhi non lo trafiggono più con l’intensità di un rapace, ma scattano nervosi da un punto all’altro posandosi ovunque tranne che sul viso del ragazzo.
“È vero che desideravo tanto un gatto, Even. Qualcuno però mi disse che non se ne parlava. Che un animale nei laboratori, apriti cielo!” il ragazzo mima quella che a Figaro ricorda l’espressione ansiosa di Geppetto ogni volta che il suo burattino si mette nei guai. “Ma ero un bambino allora. Più di dieci anni fa.”
“Meglio tardi che mai, no?” la risatina di Even non è molto convincente. Imbarazzata a dir poco.
“Pensavo… “ continua lo scienziato biondo, le dita che tormentano gli orli delle maniche del camice, le spalle lievemente incurvate. Figaro si chiede come diamine abbia fatto ad avere paura di lui. Mai trarre conclusioni guardando solo la superficie delle cose, si appunta in un angolo del suo cervello felino.
“Pensavo che potesse essere un modo come un altro per… ricominciare da capo.”
Il ragazzo tace, apparentemente perso nei propri pensieri. Dal suo viso, nascosto in parte da un ciuffo di capelli, non traspare alcuna emozione.
I suoi gesti, però, sono inequivocabili. Figaro è un gatto domestico, e conosce bene i comportamenti degli umani. Sa cosa vuol dire quando ti abbracciano in quel modo, quando accostano la guancia al tuo pelo per sfregarvisi contro e iniziano a grattarti dietro le orecchie e sotto il muso. Significa che hai vinto, che ti adorano e starebbero a coccolarti per sempre, perché tu incarni per loro tutte quelle cose belle che sono la dolcezza, l’affetto, la protezione e il calore di una famiglia.
“Grazie, Even.”
Figaro si accoccola tra le braccia dell’umano e si mette a fare le fusa, godendosi le attenzioni del suo nuovo padrone.


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"As you are only able to see the surface of things, I should not expect you to appreciate my true might." (Vexen, Chain of Memories).
Ecco, se lo dice anche da solo. Questa storia è dedicata a tutti coloro che si fermano alla superficie delle cose e vedono e scrivono di Vexen (o Even) solo come uno scienziato senza scrupoli ricettacolo di ogni vizio e perversione umana.
 
  
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