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Autore: fears    11/12/2014    0 recensioni
Quando sai com'è l'abisso
non sei più lo stesso
sai solo andare avanti
per come sei adesso
-Ligabue
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tenendo la mano di Savanna entrai in chiesa.
Ero stanco, se non fosse stata lei non sarei andato.
In effetti era uno dei pochi funerali a cui ero andato, gli altri erano stati quelli dei miei genitori.
Quelli che erano seduti nella navata centrale si girarono e ci puntarono gli occhi addosso, potevo sentire i loro sguardi come coltelli nello stomaco.
Sentii anche qualcuno azzardare un «Che faccia tosta!».
Chiesi alla ragazza di non sedersi con me e mi diressi verso una panca nascosta.
Lì sarei stato tranquillo.
La funzione iniziò e io mi ritrovai a pensare ai suoi capelli castano scuro che tanto amavo, e lei  che mi guardava con i suoi bellissimi e lucenti occhi verdi che sembravano contenere la sua linfa vitale, e mi sorrideva con quel suo tenero sorriso e quelle labbra morbide e rosee e il suo dolce sapore e il dolce profumo del suo corpo e la sua voce così melodiosa ed era così unica che non trovo le parole per descriverla a chi non l’abbia mai conosciuta.
E man mano che mi ricordavo di lei, la sua figura diventava sempre più nitida e reale.
Lei era lì, in quel luogo dove la piangevano lei era presente.
Era accanto a me, potevo percepire la sua presenza.
Un brivido lungo la schiena mi riportò alla realtà in tempo per sentire le ultime parole della lettera che aveva scritto prima di togliersi la vita:
«Dio ci dà la vita, ma che senso ha viverla nella tristezza e nella consapevolezza che non siamo niente?
Sapete, ho passato ventidue anni della mia vita nell’incertezza, nella paura di vivere e di prendere questa vita per le sue dannate corna e affrontarla.
Sono così triste per ciò che sto per fare, un gesto così brutale, ma ad un certo punto non reggi più nulla.
C’è chi la chiama depressione, io preferisco chiamarla “non ce la faccio più”. Mi dispiace, davvero. Il problema non siete voi, sono solo io e se potessi fare in modo che voi non soffriste lo farei, lo giuro.
Non sopporto di dover soffrire io e dover far soffrire anche voi che mi avete dato ciò che non meritavo e che mi avete sempre amata. Mi dispiace tantissimo.
Se non fossi così egoista, avida e cattiva potrei salvarmi, e invece no! Io merito di stare all’inferno e soffrire per tutto ciò che ho fatto. Mi dispiace, Margaret.»
“Ah piccola mia, angelo mio, ragione del mio vivere, mio respiro, mia principessa quanto ci manchi quaggiù.” Pensai.
Alla fine della messa sua madre mi fermò e mi consegnò un foglietto giallo pallido attaccato ad una scatola marrone.
«Contrariamente a ciò che potresti pensare, non li ho aperti. Te li ha lasciati lei. Ora va via, non voglio vederti mai più.»
La ringraziai, poi accompagnata Savanna tornai a casa.
Chissà che c’era scritto lì sopra.

MACCIAO!

Volevo innanzitutto ringraziarvi per i messaggi dolcissimi che mi avete lasciato e grazie per il sostegno aw. Che altro? Uhm se vi è piaciuto il capitolo o se secondo voi dovrei migliorare qualcosa fatemelo sapere lasciando una recensione QUA SOTTO (perchè sopra non c'è niente) e al prossimo capitolo. 
ps. Se vi dovesse interessare potete seguirmi su 
tumblr http://lovely-curly-girl.tumblr.com/ (copiare il link nella barra indirizzi)
   
 
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