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Autore: Sarah_00    12/12/2014    7 recensioni
Un amore nato da un errore.
Un amore non capito.
Un amore nascosto ma che ora può essere vissuto normalmente.
E se per loro non esistesse una vita normale?
E se fossero destinati a dover sempre lottare per la loro storia?
Se creassero un loro tipo di "normalità"?
Zayn e Hope.
Separati per un anno intero e adesso di nuovo uniti.
Pronti a combattere ancora.
Pronti ad amare ancora.
-“Zayn… pensavo che adesso potessimo vivere una vita normale.”
Dice.
“Beh, per noi questo non è normale? È sempre stato così e … io voglio continuare così. lo so, forse è stupido ma … non so se posso farcela in modo diverso.”
(...)
“Cosa cazzo vuoi spiegare?! Io mi sono fidata di te! Cazzo! Ti ho fatto entrare nella mia vita, ti ho amato! E tu? Tu mi hai solo mentito, per tutto questo tempo! Vorrei non averti mai conosciuto! Perché cazzo non potevi prendere Zoe e non confonderti? Eh? Perché tutte a me?”
Urlo ancora mentre altre lacrime si fanno spazio sulle mie guance.
“Hope, io ti amo davvero.”-
Riusciranno a vivere questa vita fondata sul loro tipo di "normalità"?
Dopo "The mistake." arriva il sequel "This is our normal.".
Genere: Avventura, Dark, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Demons.'
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#crediti: Sabren.

 
 
Questa quando c'è l'asterisco: One Direction - Once in a Lifetime (Audio) 
 






This is our normal; epilogue.


“Ehi, bellezza! Come va?” Alex mi dà una pacca sul sedere mentre passo tra i tavoli. “Stanotte avrò il piacere di vederti?” gli sorrido continuando a camminare per poi fermarmi al bancone e posare il vassoio.

“Contaci.” Affermo e lui alza il bicchiere per poi portarselo alle labbra.

“Ehi, piccola, una birra qui!” mi chiede Zac.

“Subito.” Prendo un boccale e lo riempio di birra per poi lasciarlo scivolare sul bancone fino ad arrivare al cliente. Mi ringrazia ed io rispondo con un saluto militare. Pulisco le mani sul grembiule mentre il bar di Sam brulica di uomini e donne pronti ad ubriacarsi e a passare la serata. Mi sistemo la coda di cavallo e servo altri clienti assetati di alcool. Un altro sabato sera passato a lavoro. Amo questo posto e ormai lo sento come casa, ma il momento migliore arriva quando scoccano le due e da barista divento Fiamma, così mi chiamano per la mia tuta rossa fiammante che uso nelle corse motociclistiche clandestine. Amo questo sport, hobby, come lo vogliamo chiamare? Amo sentire l’adrenalina, amo la velocità, il vento, la vittoria. A dirla tutta amo tutto quello che c’è nella mia nuova vita. Sono passati cinque anni dal nostro addio e sono cambiate molte cose. Adesso sto bilanciando i miei due aspetti che non sapevo di avere prima e ho cambiato ambiente. Ora non abito più a Londra, ho finito l’Università, ho chiuso i rapporti con Zayn e con tutto ciò che lo riguarda, inclusi i ragazzi e Zoe. Non ho dimenticato i miei fratelli, sia chiaro, ma non li vedo più spesso e non frequento Londra. L’unico modo per non soffrire, o meglio, per attutire il dolore, era allontanarmi da tutto ed è quello che ho fatto e che continuo a fare. All’inizio non è stato facile, per niente. Per non perdere la borsa di studio continuavo ad andare all’Università di Londra, ma non mi fermavo lì in modo stabile. Ho cambiato ambiente e grazie a nuove conoscenze sono riuscita a entrare nel giro delle corse, a lavorare nel bar e a iniziare una nuova vita senza di lui. Mi è mancato, anche tanto, ma dovevo farlo per il mio e il suo bene. Non lo odio, non credo sia in grado di poterlo mai fare, ma comunque non riuscirei a tornare a Londra e a rivederlo. Sinceramente non ho la più pallida idea di cosa potrebbe accadere se lo rivedessi, forse non dovrei pensarci. Comunque ormai è andata, ho perso amici, ho slacciato i rapporti con i miei fratelli e ho perso gran parte di me, ma ormai è passato. Sono stata in grado di andare avanti e ho scoperto delle nuove parti di me stessa grazie a tutto ciò.
Guardo l’ora sul grande orologio da parete e sorrido impaziente. È finito il mio turno. Mi tolgo il grembiule e prendo la mia borsa e la mia giacca per poi salutare Sam e agli altri.

“Buona fortuna!” mi urla Jess mentre serve una bibita. Le sorrido ed esco salutandola con un gesto della mano. Infilo la mia giacca mentre il freddo mi gela le ossa. Mi strofino le mani e inizio a camminare verso la mia bellissima e lucente moto. Non pensavo di poter amare in questo modo correre, ma è così. Salgo sul mio gioiellino e accendo il motore che in tutta risposta romba. Mi scappa un sorrisino e poi via, accelero rincorrendo la luna. Mi sento così viva. È una sensazione indescrivibile, che ti attorciglia lo stomaco e ti libera la mente.  Mai fatto cosa più sensazionale, escluso fare l’amore con Zayn, che batte tutto il resto. Chiudo per un paio di secondi gli occhi ed elimino quel pensiero che ogni tanto riaffiora nella mia mente da quando ci siamo detti addio. Premo sull’acceleratore e in pochi minuti arrivo nel punto di incontro di questa sera.
Parcheggio in una zona meno affollata e subito Bree, la mia “allenatrice”, mi corre incontro tutta euforica. Scendo dalla moto e sfilo il casco per poi osservarla sorridendo per il suo entusiasmo.

“Forza Hope, questo lo batti di certo! Vai a cambiarti, tutti scommettono per te!” saltella da una parte all'altra facendomi ridere. La seguo in un posto più appartato e predo la mia borsa con la tuta. Mi spoglio velocemente e mi cambio per poi sciogliere i capelli bruni.

“Fiamma.” Afferma la mia allenatrice dagli occhi nocciola sognanti e dalla chioma nera. Saltella nuovamente e mi trascina verso la mia moto.

“Fagli vedere chi sei!” m’incoraggia dando a pugni l’aria. Alzo gli occhi al cielo e ridacchio per poi abbracciarla.

“Farò il mio meglio, Bree.” Le dico per poi infilare il casco e posizionarmi sulla mia moto. Mi affianco al mio avversario e gli do un’occhiata di fuoco.

“Signore e signori, stanotte siamo qui per veder gareggiare questi due motociclisti. Alla mia sinistra  potete ammirare l’asso della pista, la regina, la nostra unica e scottante Fiamma!” annuncia Tom indicandomi. Un lieve sorriso s’impossessa delle mie labbra e mi viene da ridere per gli aggettivi che mi ha attribuito il fidanzato di Bree. “Alla mia destra, invece, il veloce e competitivo X.” Continua indicando colui al mio fianco. “Che diavolo di nome è “X”?” lo sento borbottare facendomi ridere. “Che la gara abbia inizio. 3... ” accendo il motore, “2…” prendo un forte respiro e mi concentro sulla pista, “1, Via!”.
Parto come una razzo sentendo gli chiamazzi del pubblico e le urla di incoraggiamento di Bree. Il vento freddo mi colpisce e s’infiltra nelle mie ossa, l’adrenalina sale, la velocità aumenta. Gli spettatori affollano i due lati della strada mentre io sono in testa e sento la vittoria vicina. Le persone acclamano mentre io supero il traguardo, gli sguardi di tutti sono puntati su di me, uno strano tepore riempie il mio petto. Bree mi stringe forte tra le sue braccia complimentandosi, io mi guardo attorno ancora con l’adrenalina in circolo e la mente annebbiata.
Poi vedo quegli occhi.
Quel color caramello che non puoi fare altro che riconoscerlo in mezzo a tutti gli altri.
Cerco di connettere il cervello al mio corpo, ma non capisco più niente.
Nella testa vedo e ridevo quegli occhi.
Quegli occhi che ho già visto anni fa pieni d’ira.
Quegli occhi che ho visto indifesi.
Quegli occhi che ho visto riempirsi di lacrime.
Quegli occhi che ho visto riempirsi di gioia.
Quegli occhi che ho visto amarmi.
Quegli occhi che ho visto distrutti, straziati, supplichevoli, nudi.
Improvvisamente una sirena irrompe nel baccano attorno a me e nel silenzio della mia mente.
 Tutti iniziano a correre via per non essere arrestati. Bree mi spinge nella confusione, mi distraggo e perdo di vista quegli occhi che non sono più tanto sicura di aver visto veramente. Succede tutto in così poco tempo che non ho il tempo di assimilare i fatti.
Bree continua a urlarmi di muovermi, ma io sto ancora cercando quegli occhi. Mi giro in torno, scrutando nella confusione. Ho bisogno di capire se li ho solo immaginati o se davvero sono qui, se davvero è qui.

“Hope, corri!” urla l’ennesima volta Bree, ma io non voglio. Voglio rivedere quegli occhi. Non pensavo di poterlo volere, ma in questo momento è tutto ciò che desidero.
Mi stacco dalla sua presa e corro, sì, ma dalla parte opposta. Alla ricerca di quegli occhi che, forse, non ho mai smesso di amare.
Le urla, le voci, i passi si confondono nella mia mente annebbiata dalla voglia pazza e insensata di trovare quegli occhi. Imbocco una traversa e sento la polizia alle calcagna. Mi guardo intorno smarrita mentre il battito del mio cuore impazzisce.
Poi ecco che vengo tirata dietro a dei bidoni. Un braccio intorno alla mia vita, una mano sulla mia bocca e il sedere a terra. Spalanco gli occhi e provo a urlare, mi dimeno.
*

“Shh, Hope. Non ti faccio del male, sono io.” Quella voce che sussurra nel mio orecchio, il mio corpo che s’immobilizza, il suo respiro sul collo, le sue parole, il suo profumo.
Mi sento svenire, il cuore ormai è in fibrillazione e la mente non connette più.
Riesco a sentire i passi della polizia e le loro voci allontanarsi e in quel preciso momento lui lascia dolcemente la mia bocca, permettendomi di girarmi o di alzarmi. Al contrario, continuo a stare ferma, impietrita. Può… può essere davvero lui? O sto immaginando tutto? No, no, in realtà ho fatto un incidente durante la corsa e ora sono in coma, per questo sto sognando tutto questo. Deve essere così.

“Hope, tutto bene? Sei ferita?” mi chiede sempre quella voce.
Scuoto impercettibilmente la testa rispondendo a entrambe le domande.

“Ehi?” sussurra poggiandomi una mano sulla spalla. Quel contatto mi procura brividi lungo tutto il corpo. Prendo un grosso respiro e mi decido a voltarmi. Quegli occhi caramello riesco a distinguerli anche nel buio nella notte. I suoi lineamenti sono sempre così perfetti, come li ricordavo. Porta i capelli più lunghi dell’ultima volta che l’ho visto, un filo di balba gli ricopre il viso e il suo sorriso sghembo non è cambiato per niente.
Mi osserva attentamente anche lui per poi sospirare in contemporanea.

“Ehi.” Affermo accennando un sorriso.
Le sue labbra si aprono in un sorriso migliore del mio che mi riempie il cuore e mi fa tremare le ginocchia.
Ci guardiamo negli occhi per un’altra manciata di secondi che sembrano interminabili. Sono passati ben cinque anni, ma in questo momento siamo come tornati a sette anni fa, quando dopo un anno intero ci rivedemmo a Londra, alla festa di Kyle.

“Sembra che per rivederti debba sempre essere presa bruscamente e alla sprovvista e che tu mi debba sempre tappare la bocca.” Dico spezzando quel silenzio riempito solo dal battito del mio cuore e del suo.
Ridacchia e scuote la testa impercettibilmente.

“A quanto pare.” Commenta. Restiamo un paio di secondi fermi come prima, poi lui si alza e mi porge una mano per aiutarmi. L’accetto e mi ritrovo difronte a lui.
Mi scruta dalla testa ai piedi senza lasciarmi la mano.

“A quanto vedo hai cambiato stile.” Si acciglia leggermente. Fisso la mia tuta rossa e sorrido un po’ imbarazzata.

“Sono cambiate molte cose da quanto te ne sei andato.” Punto i miei occhi su di lui. Rimane con la bocca socchiusa e mi lascia la mano per poi passarsi la lingua tra le labbra.

“Lo so.” Poi afferma, “Anche per me”.

Sospiro e mi porto le ciocche brune dietro le orecchie.

“Dovrei riprendere la mia moto”.

“Sì.” Risponde, “Lascia che ti accompagni. La polizia potrebbe essere ancora lì.” Continua.
Mi mordo il labbro e annuisco. Camminiamo lentamente verso la moto e il freddo mi gela le guance.

“Ehm, come mai sei qui?” chiedo guardandolo di sottecchi. È così strano e imbarazzante parlargli dopo quello che ci siamo detti cinque anni fa. Gli ho detto cose molto spiacevoli e di cui mi sono pentita dopo tutto questo tempo. Io l’ho amato sul serio, non mi sognerei mai di pensare nuovamente che sia un mostro.

“Lunga storia. Tu?”.

“Lunga storia anche la mia.” Rispondo. Ci guardiamo nuovamente.

“Potrei raccontartela davanti ad un thè caldo.” Propone accennando un sorriso. I polmoni mi si riempiono di aria gelida.

“Per me va bene.” Rispondo, “Dove preferisci?” chiedo poi. Sembrano tanto quei discorsi tra uomini d’affare che devono chiudere una trattativa.

“Non lo so, hai qualche idea?”.

“Possiamo andare nel bar dove lavoro. Alle tre, di solito, chiude. Ho le chiavi e possiamo stare da soli.” Oddio, sembra tanto una proposta indecente detta così. Speriamo che capisca ciò che intendo. Non ho intenzione di fare un bel niente dopo ben cinque anni che non sento neanche il suo nome. È così strano parlarci come due amici di vecchia data dopo tutto quello che è successo. Il nostro addio non era stato proprio dei migliori e adesso andiamo a prendere un thè insieme per parlare della nostra nuova vita? È tutto così assurdo.

“Perfetto.” Sfodera uno dei suoi sorrisi magnetici e sento uno strano tonfo al cuore.
Arriviamo alla mia moto e fortunatamente non vedo sbirri in giro. Indosso il mio casco e ci salgo per poi guardare Zayn che a sua volta mia fissa in un modo che non so decifrare.

“Sali?” gli chiedo e lui sposta lo sguardo sui miei occhi.

“Guidi tu?” aggrotta un po’ la fronte.

“Non dirmi che non ti fidi della mia guida.” Alzo un sopracciglio.
Sfodera un sorriso furbo.

“Dovrei?” chiede.

“Forse.” Alzo le spalle per poi ricambiare il sorriso.
Si morde il labbro scuotendo impercettibilmente la testa. Sale sulla moto e si aggrappa alla mia vita facendomi trattenere il respiro. Chiudo per un paio di secondi gli occhi percependo il suo mento sulla spalla. Una valanga di ricordi mi travolge come un uragano. Tutte le urla, il dolore, le ferite, sembra tutto sparito, dimenticato, inesistente. Il vuoto che aveva lasciato è stato riempito con questo semplice gesto che mi riscalda il cuore e che allo stesso tempo mi fa tremare.
Ora capisco cosa intendeva Liam.
Harry ha le sue colpe, certo, ma ha riempito anche quella mancanza che stesso lui aveva procurato senza volere.
Con Zayn è praticamente lo stesso. La differenza è che io ho amato, amavo e forse amo ancora questa persona. E non come si ama un amico. Io lo amo con ogni singola cellula del mio corpo che prima stranamente lo odiava.
Questi cinque anni sono stati un toccasana per il mio cervello e per il mio cuore.
Adesso Zayn di certo non starebbe sulla mia moto se non avessi avuto la consapevolezza che ormai è andata. I miei sono morti e non possono tornare indietro e Zayn ha sbagliato, ma con me è cambiato. E poi sbagliare è umano, anche se lui non era molto umano prima che mi incontrasse.

“Ehi, tutto okay?” mi chiede e io riapro gli occhi.

“Sì.” Rispondo sommessamente e non proprio sicura.

“Hai cambiato idea? Vuoi che me ne vada? Lo capirei.” Mi lascia e fa atto di scendere. In quel preciso istante sento il vuoto ricomparire. Gli afferro la mano prima che possa fare un altro movimento.

“No, non te ne andare.” Affermo e lui si ferma. Sospiro e stringo più forte la sua mano. Sento il suo corpo riavvicinarsi al mio e le sue braccia mi ristringono la vita. Il mento si riposiziona sulla mia spalla e il vuoto si ricolma.

“Non vado da nessuna parte se tu mi vuoi qui con te.” Sussurra e io stringo il suo braccio. È tutto assurdo. Come fa a farmi sentire così dopo cinque anni e dopo il nostro addio? Avevo detto di voler avere una nuova vita senza di lui, ma adesso non ne sono più sicura come prima. Lontano dagli occhi lontano da cuore, questo era quello che mi dava la forza. Adesso però non è lontano ed è davanti ai miei occhi e nel mio cuore nuovamente. Nonostante tutto lui ha ancora la chiave. Può essere tutto questo così sbagliato?
Mi concentro sulla strada per non pensare e metto in moto schizzando tra le strade. Il petto di Zayn contro la mia schiena mi fa sentire così protetta. Strano visto che non sono mai stata realmente al sicuro con lui.
 Parcheggio davanti al bar e per un momento mi pento di aver corso così tanto in quanto Zayn si staccherà da me.
Scendiamo dalla moto e io mi sfilo il casco per poi prendere la borsa con il cambio. Caccio le chiavi e le infilo nella serratura per poi entrare nel bar insieme a lui. Accendo le luci e per abitudine vado dietro al bancone. Zayn si siede su uno sgabello difronte e mi osserva mentre preparo del thè.

“Allora lavori qui.” afferma in un sussurro guardandosi attorno.

“Sì. È un bel posto.” rispondo poggiando due tazze sul bancone.
Lascio l’acqua nel bollitore e vado nel magazzino a cambiarmi mentre Zayn rimane seduto.

“Allora…ci sono novità a Londra?” chiedo sfilandomi la tuta.

“Non saprei, non sto più a Londra.” Risponde e aggrotto la fronte. Pensavo vivesse nel suo appartamento.

“Quindi…non hai notizie dei ragazzi?” continuo infilandomi i jeans troppo stretti.

“So che Liam e Danielle hanno deciso di avere un bambino. Ci stanno provando.” Afferma e sento il cuore scaldarsi a quelle parole. Posso solo immaginare la felicità di Liam. Mi manca davvero tanto. “Poi Harry e Dyana sono andati a vivere insieme.” Continua.

“Louis? Spero sia andato a vivere con El! Eleanor non sarebbe felice di vedere tutti vivere insieme tranne loro!” infilo il top e mi sistemo i capelli.

“Beh…” inizia. Esco dal magazzino e lo guardo. “Si sono lasciati.” Continua e la mia mascella cade a terra. Erano…così perfetti insieme. Avevano tutto quello che volevo io. La normalità, l’amore, la felicità, nessuna preoccupazione.

“Oddio, no. Ma erano…” cerco di parlare ma non trovo le parole.

“Lo so, erano perfetti. Normali.” Sottolinea quella parola e mi punta gli occhi addosso. Sento il cuore trafiggersi e ingoio un groppo troppo grosso che mi si è formato in gola.
Il bollitore mi salva da quel momento imbarazzate e vado a prendere l’acqua da versare nelle tazze. Infiliamo la bustina di thè ognuno nella propria tazza.
Lo guardo di sottecchi e lui fa lo stesso. Prendo un grande respiro e poi mi decido a continuare a parlare.

“E…e Niall? Tutto okay tra lui e Zoe?” prendo un sorso dalla tazza.

Fa un sorrisino ironico, “Beh, direi di sì. Stanno per sposarsi.” A quelle parole il thè mi va di traverso e inizio a tossire. Oddio mio. Si sposano? Perché non mi ha chiamata per dirmelo? Perché non so niente? Certo, perché ormai mi odia. Sono sparita da un momento all’altro e l’ho evitata, ecco perché.

“Ehi, tutto okay?” balza dallo sgabello e mi dà dei colpetti dietro la schiena. Alzo lo sguardo e incontro il suo. Possibile che sia così preoccupato solo per un po’ di thè di traverso?

“Sì.” Sussurro.

“Non lo sapevi?” chiede poi non allontanandosi.

“No.” Mi guarda in un modo che non saprei spiegare e poi si risiede.

“Come ti trovi qui?” cambia discorso rendendosi forse conto che il matrimonio di Zoe è stato un duro colpo che mi ricorda di aver abbandonato tutto solo per dimenticarlo.
Continuiamo a parlare del più e del meno senza toccare gli argomenti cruciali. Mi sento così bene stando con lui. Il suo sorriso, il suo toccarsi le labbra mentre mi ascolta, la sua voce. Non posso negare che mi sia mancato.

“Non mi hai ancora detto come mai sei da queste parti.” Mi decido a richiederglielo.
Mi guarda e poi si morde il labbro nervosamente.

“Quando mi hai cacciato di casa…è stata dura.” Inizia, abbassando lo sguardo. “ Io ti amavo ancora tanto, così tanto che…mi era difficile anche respirare senza di te.” Continua questa volta guardandomi e sento il petto in fiamme. “Volevo vendicarmi. Volevo vendicarmi per quello che mi aveva tolto Jack. Volevo ucciderlo nel peggiore dei modi, volevo che soffrisse, si umiliasse come avevo fatto io. Mi aveva sfruttato, usato fino all’ultima goccia.” Fa un sorrisino sardonico. “Ma non l’ho fatto. Ho dato giustizia ai tuoi e mi sono costituito. La polizia mi ha detto che per il mio passato, per quello che avevo subito, non ero cosciente delle mie azioni e quindi mi hanno detto che me la sarei cavata se li avessi aiutati a trovare Jack. Beh, di certo non mi sono rifiutato. Adesso lui marcirà in carcere, ma io devo stare lontano da Londra per un po’. Ora sono sotto falso nome per non farmi prendere dagli scagnozzi di Jack. Se qualcuno te lo chiede, io sono Samir Mahara.” Fa una risatina e io lo guardo stupefatta. Ha davvero fatto questo per me? Fisso le mie mani tremanti e sento i suoi occhi addosso. Non ci posso credere. Si è costituito e ha rischiato di andare in carcere per me. Solo per me.
Poggio la mia mano ancora titubante sulla sua.

“Non dovevi farlo.” sussurro e mi è difficile alzare lo sguardo e incontrare il suo.

“Sì, invece. Te lo dovevo, Hope.” Risponde stringendo la mia mano. Una strana sensazione si fa spazio in me, mi sento così strana. La sua mano mi dà così sicurezza e i suoi occhi nei miei mi fanno tremare la bocca dello stomaco. Mi avvicino, forse un po’ troppo. Lui si bagna le labbra e poi sposta una ciocca dei miei capelli. Il cuore balza fuori dal petto ribellandosi a tutto questo. Ingoio con fatica e lascio intrecciare le nostre dita. Mi manca. Mi manca davvero tanto.
Apre la bocca e il suo respiro mi colpisce il viso.

“La tua lunga storia qual è?” sussurra e io chiudo per un paio di secondi le palpebre tornando nel mondo reale.

“Sono scappata. Sono scappata dai ricordi, da te, da tutto ciò che poteva anche solo vagamente riportarmi a te.” Lo guardo e i suoi occhi sono illeggibili. “Sono scappata da te perché tu mi facevi soffrire e io volevo solo cambiare vita.” Restiamo in silenzio per un po’, ascoltando il respiro dell’altro. Poi lui inizia ad accarezzare il dorso della mia mano con il suo pollice e una valanga di brividi mi corrono lungo la colonna vertebrale. “Hai letto la mia lettera?” mormoro.

“Caro Zayn,
non so come siamo arrivati a tutto questo, vorrei solo dirti che questo è un addio. Un vero addio. Non credo di essere abbastanza forte per poter affrontare tutto questo e per poterti perdonare. Vorrei dire che mi dispiace, ma provo così tanta rabbia che non riesco neanche a provare altre emozioni oltre questa mischiata al dolore. Dimenticami e io cercherò di dimenticare te. Sono stata davvero tua e so che per un periodo sei stato completamente mio, ma adesso ho bisogno di cancellarti e di scrivere una nuova pagina della mia vita senza di te.
Hope.” Riporta le mie parole per poi sorridere sardonico. “Sì, l’ho letta.” Afferma ironico per poi trafiggermi con lo sguardo. Sento mancarmi l’aria e le ginocchia mi tremano.

“Scusa, ho detto un sacco di cose orrende e che non penso davvero. Tu non sei un mostro, tu sei il mio bellissimo demone e…diamine, non sei mio.” Borbotto alla fine in stato di confusione. Fa una risatina e mi accarezza uno zigomo.

“Io sono sempre tuo.” Sussurra e mi si riempie il cuore.
Restiamo in silenzio a guardarci per l’ennesima volta. Non c’è un silenzio imbarazzante, però. È come se non ci fosse nient’altro da dire. Anche se vorrei dire ancora tante cose. Il suo pollice traccia linee immaginarie sul dorso della mia mano e io non faccio altro che contemplare la sua bellezza. Come vorrei passare le dita tra i suoi capelli. Appoggiare la guancia alla sua. Riprovare quelle labbra che da troppo non assaporo.

“Samir, eh?” accenno un sorriso e lui ricambia avvicinandosi.

“Ti piace?” scherza.

“Uhm, non è male.” Ridacchio e lui mi sorride malizioso. Le nostre labbra sono sempre più vicine e sento il cuore in fibrillazione. Le ginocchia ballano e le mani tremano mentre il suo respiro mi colpisce dolcemente il viso. Poggia un palmo sulla mia guancia e continua ad avanzare lentamente.
Mi bacia.
Mi bacia così.
Mi bacia improvvisamente, lentamente, dolcemente.
Mi bacia come dovrebbero baciarsi due innamorati dopo anni che non si vedono.
Mi bacia come nei miei sogni proibiti.
Mi bacia come cinque anni fa.
Mi bacia amandomi ancora.
Poi si stacca lasciando la pelle d’oca sul mio corpo e ancora in uno stato di incoscienza.

“Hope…io…non dovevo.” Cerca di scusarsi ma io lo tiro a me per il collo della giacca e lo ribacio intensamente, vogliosamente, desiderosa di sentire il suo sapore, di sentire il suo amore, di averlo di nuovo. È tutto sbagliato ma, allo stesso tempo tutto, così giusto.
Così giusto che mi fa male al cuore, allo stomaco, alle budella.
Così sbagliato nei confronti dei sacrifici che ho fatto, ma non mi importa.
Voglio soltanto lui.
Lascio che le mie dita possano passare tra i suoi morbidi capelli e che le sue braccia mi stringano a sé perché è tutto quello che aspetto da quando l’ho cacciato di casa. Aspettavo solo che tornasse.
Improvvisamente si stacca e mi guarda in un modo che non riesco a decifrare.

“Tu vuoi la normalità, Hope. Io non sono normale.” Afferma e io aggrotto la fronte.

“Zayn, io cercavo la normalità senza rendermi conto che…che non c’è un vero concetto di normalità. Per me, El e Louis erano la coppia più bella del mondo e invece si sono lasciati. Forse dovrei solo accettare questa normalità, la nostra normalità.” Cerco di spiegarmi, ma troppo ansiosa di riparare le cose e di stare di nuova tra le sue braccia, con le labbra unite alle sue.

“E se te ne pentissi? Sai che non posso cambiare più di così.” Mi guarda. “Non posso sopportare un altro addio.” Poi sussurra.
Lo fisso e sento il cuore trafiggersi a quelle parole.

“Io voglio solo te, Zayn. Io voglio solo la nostra normalità e questa è la nostra normalità.” Sembro così…disperata.

“Ho ucciso i tuoi genitori.” Mi dice con tono sprezzante e con gli occhi pieni d’odio verso se stesso. “Ho picchiato e quasi ucciso una ragazza per gelosia, ho provato a fare lo stesso con tua sorella, ti ho rapita, picchiata, umiliata, ammanettata, ho abusato di te durante un litigio.” Continua e la sofferenza nella sua voce è percepibile. “Ti ho costretto a vivere in un auto, a scappare, ti ho colpita in viso durante le nostre vacanze, ti ho mentito, hai proposto ad un criminale di morire al posto mio e poi ti ho costretta a ucciderlo o quasi. Hai dovuto lasciare tutto quello a cui tenevi solo per dimenticarmi.” Gli occhi lucidi, il petto che si muove velocemente sotto il mio sguardo. “Io ti amo, Hope. Non posso rovinarti ancora la vita.” Scuote impercettibilmente la testa.

Mi avvicino e gli prendo le mani lasciando intrecciare le nostre dita.

“Mi hai amata e mi hai fatto amare per la prima volta, mi hai fatto conoscere quelli che adesso sono i miei migliori amici, mi hai salvata dalla mia vita, mi hai salvata da un tentato stupro da parte di un Harry ubriaco, ho dovuto scegliere tra la libertà e l’amore della mia vita e io ho scelto te, mi hai costretto a partire per Londra e tornare a casa piuttosto che lasciarmi vivere ancora in auto e in pericolo ed io ti ho odiato per questo. Hai mantenuto la nostra promessa e sei tornato affrontando le tue paura e la mia famiglia, hai provato a darmi la normalità che io pretendevo, mi hai protetta da Jack e dal tuo passato, mi hai fatto scegliere tra vivere senza di te o morire per te e io ho scelto la seconda, hai ucciso i miei genitori, sì, ma poi ti sei costituito, ti sei messo in pericolo nuovamente e solo per me.” gli sorrido e lascio una sua mano per accarezzargli il volto. “Tutti gli errori che hai fatto li hai riparati e li hai fatti per me, lascia che io ripari ai miei.” Sussurro e lui accenna un sorriso.

“Tu non fai mai errori, tu sei il mio angelo.” Soffia e mi lascia la mano per poter avvolgere la mia vita.

“Il primo errore è stato scappare da te, il secondo costringerti a vivere una vita non tua, cercare di cambiarti, quando sei perfetto così come sei. Con tutti i tuoi problemi, il tuo passato travolgente… tu sei sempre stato perfetto.” Mormoro e sento le sue labbra ad un millimetro dalle mie, il suo respiro sulla pelle, il suo cuore battere veloce quanto il mio.

“Ricominciamo daccapo.” Sussurra. Annuisco. “Senza più errori.” Continua.
Restiamo in silenzio e sento il cuore finalmente colmo. Le gambe a stento si reggono in piedi e le mie palpebre sono chiuse mentre mi godo questo momento. Correre sulla moto è come una spina nel fianco in confronto a questo. Mi ero dimenticata quanto potesse essere magico stare tra le sue braccia. Finalmente è di nuovo con me, di nuovo al mio fianco e posso respirare senza che il petto mi faccia male per le ferite aperte. Per la prima volta sento che non potrà succederci niente.

“Piacere, Hope Wilson. Fiamma per il mondo clandestino di Dover.” Affermo guardandolo negli occhi. Sorride, quel sorriso che ti scalda il cuore e che ti procura le farfalle nello stomaco.

“Piacere, Samir Mahara.” Risponde procurandomi una risatina.

“Bel nome, Samir”.

“Carino anche il tuo, Fiamma.” Sorride più forte e io ricambio. Porto le braccia intorno il suo collo e lascio che mi baci. Afferra le mie cosce e mi fa sedere sul bancone senza smettere di baciarmi e di farmi sorridere.

“Ti amo.” Mi sussurra con il naso contro il mio.

“Certo che sei precoce, Samir, nonostante tu mi conosca solo da pochi secondi.” Scherzo e si mette a ridere.

“Chiamami di nuovo così e vedrai di nuovo il mio lato demone.” Sussurra al mio orecchio, ma riesco a percepire il lato giocoso.

“Ti amo, Samir.” Sento il suo sorriso e poi inizia a mordermi scherzosamente il collo.

“Ti avevo avvertito.” Mormora mentre io rido a causa del suo comportamento.
Gli abbasso la cerniera della giacca di pelle e infilo le mani all’interno.

“Voglio proprio vedere questo lato demone.” Sussurro e sento il suo sorriso sul collo.
Ho nuovamente il mio demone, completamente mio, nudo e bello come sempre, proprio sul bancone del bar della mia nuova vita.
Adesso lo so, adesso so di avere quello che stavo cercando da anni.
So di avere la mia normalità.
La mia nuova normalità.
La nostra normalità.
Questa è la nostra normalità.
 
 
 
 
The End.




 

Spazio della scrittrice xx

Okay, beh, posso dire che non era previsto un finale adesso
Ma mentre scrivevo mi sono resa conto che...che era ora di dare un po' di pace a questi due innamorati e anche a voi lettrici! 
All'inizio non sapevo neanche se farli rimettere insieme, ma sinceramente non ce l'ho fatta a lasciarla così. Ormai sono troppo affezionata alla loro storia e mi fa stranissimo che sia finita, ma beh, tutto finisce (come dice sempre la mia migliore amica). Quindi era arrivata l'ora che finisse anche questa fanfic. 
Spero non vi abbia deluso e che non siate incazzate con me visto che non aggiorno da una vita e infatti alcune di voi mi hanno inviato dei messaggi per capire che fine avevo fatto. 
Beh, eccomi qui con l'epilogo!
Vorrei ringraziarvi infinitamente per avermi seguito fin qui, per aver letto, amato, seguito e recensito questi capitoli pieni delle mie pazze idee. 
Ci tengo a precisare che tutto quello che scrivo è praticamente impossibile nella vita reale.
Quindi ragazze mie, se mai un deficiente qualunque che voi amate vi picchia o maltratta, non seguite le orme di Hope perchè non troverete mai nessuno come Zayn (o Samir(?)) in questa storia nella vita reale. Ed è un peccato, lo so, perchè ci farei un pensierino anche io su Zayn/Samir, ma non si può *alza le spalle*.
Tornando a noi, spero vi sia piaciuto questo finale e che continuerete a seguirmi.
Mi mancherete.
Un bacione, vi amo <3 xx 



 




Zayn Malik/ Samir Mahara. (Okay, io muoio così.)





Hope Wilson/ Zoe Wilson.



Liam Payne. (da stupro, ma okay.)



Harry Styles. (aww cucciolo *-*)



Niall sonounprincipe Horan.



Louis Tomlinson. *morta*



Dyana nonhouncognome.



Eleanor Calder.



Danielle Peazer.









Vi saluto con questa OuO hahaha baci xx








 


 
   
 
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