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Autore: Ale Villain    12/12/2014    1 recensioni
“Prendi fiato, Ambra” disse lui “Non ti voglio fare niente”
“Come sai il mio nome?” s’incupì lei, traendo un profondo respiro e cercando di calmare il battito accelerato del cuore. Lui ghignò e Ambra notò, grazie a questo suo gesto, che il ragazzo aveva dei canini leggermente più lunghi e affilati del normale.
“So molte cose su di te” rispose lui, incrociando le braccia al petto “Anche cose che non sai nemmeno tu”
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“E adesso cosa c’è?” fece Martina con stizza, posando a terra i sacchetti della spesa e incrociando le braccia al petto. Ambra era ancora a labbra socchiuse e aveva, dipinta sul suo viso, un’espressione sconvolta e incredula. Né Martina né Ambra ci stavano capendo qualcosa riguardo a quella situazione, chi per un motivo chi per un altro.
“Dov’è Karim?” esclamò Ambra, alzando di scatto la testa e fissando le proprie iridi verdi in quelle azzurre dell’amica. Questa corrugò la fronte.
“Chi è Karim?”
Ambra sentì di avere un mancamento.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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“Vieni con me” disse Karim, alzandosi dalla sedia e non dando ad Ambra il tempo di salutare gli altri presenti nella stanza. Ginevra alzò lo sguardo verso il ragazzo, lanciandogli un’occhiata di rimprovero. Il ragazzo la ignorò.
“Mi fai fare colazione?” chiese Ambra, guardando stranita il ragazzo, già davanti alla porta d’ingresso. Daniele, intanto, aveva abbassato lo sguardo verso il pavimento. Ginevra sospirò.
“No” rispose Karim “Avrai tempo per farla”
Ambra corrugò le sopracciglia e si avvicinò lentamente al ragazzo, che continuava, apparentemente senza motivo, a non degnarla di uno sguardo, mentre apriva la porta di casa.
“Ciao, Ambra” mormorò Ginevra, per poi portarsi alle labbra una tazza fumante di caffè. Daniele la guardò per qualche istante e tentò di sorriderle. Ambra non capì: perché la stava salutando? E perché Daniele l’aveva guardata in quel modo?
“Vieni” insistette Karim, trascinandola fuori dall’abitazione. Ambra seguì Karim a debita distanza, guardandogli la schiena: perché non la degnava di uno sguardo? Perché era così serio? Dove la stava portando?
“Dove stiamo andando?” domandò, appunto, Ambra. Karim la sentì, ma comunque non si voltò.
“Tra poco vedrai” rispose atono. Ambra sospirò. Quante cose avrebbe voluto e dovuto chiedergli.
Karim pareva abbastanza nervoso: continuava a sistemarsi le maniche della felpa e a passarsi le mani tra i capelli. Ambra se ne era accorta: di solito si muoveva in questo modo quando era preoccupato o in ansia per qualcosa. E nella ragazza, la curiosità stava continuando a crescere. Il ragazzo non voleva dirle niente e intanto si stavano dirigendo in qualche luogo abbastanza lontano rispetto a casa loro.
Per fare prima, pensò Ambra, Karim la fece deviare per una delle foreste, assicurandosi, però, che la ragazza fosse dietro di lui e quindi fu proprio lui ad accorciare le distanze, cercando di avere la ragazza sempre dietro di sé, ma il più vicino possibile.
Arrivarono in un luogo affollatissimo e pieno di gente che correva da una parte all’altra. Ambra lo riconobbe all’istante: la stazione del Mondo Elements. Quante volte aveva fatto avanti e indietro con il treno, per raggiungere il Mondo Reale o quello in cui si trovava adesso, assieme al ragazzo. E qui le venne il primo e vero dubbio, che esternò ad alta voce:
“Perché mi hai portata qui?”
Karim si voltò verso di lei, la guardò negli occhi per qualche istante e poi si fece di nuovo strada tra la gente che andava e veniva. Ambra dovette seguirlo nuovamente.
Alla fine, Karim si fermò definitivamente davanti ad un treno che era pronto per partire verso il Mondo Reale.
“Allora? Perché siamo qui?” fece ancora la rossa, tentando di capire e osservando con sguardo indagatore il ragazzo. Il ragazzo aspettò che tutti i passeggeri fossero saliti sul treno e, non appena il treno iniziò a muoversi lentamente, Karim si voltò verso la rossa: prese in braccio la ragazza, passando le mani sulla sua schiena e sotto le ginocchia; con un solo balzò salto sul treno, che, intanto, stava iniziando a prendere velocità. Non avrebbe dovuto perdere più di uno o due minuti, o non sarebbe più potuto tornare indietro. Mise giù la ragazza.
“Adesso mi ascolti attentamente” disse Karim con serietà “C’è una guerra in corso e io devo combattere. E per farlo ho bisogno di essere in tranquillità, senza qualcuno tra i piedi”
“Che significa?” chiese Ambra iniziando a preoccuparsi.
“Vuol dire che te ne devi andare” sillabò Karim “Devi starmi lontana”
Ambra rimase immobile e a palpebre spalancate per qualche istante.
“Come?” domandò sconvolta, infine. Karim prese un profondo respiro, superò la ragazza e si abbassò sul treno. Mise la mano destra sul tetto del treno e ne accartocciò una piccola parte con disumana facilità, creando un buco, abbastanza grande da lasciar passare, almeno, una persona intera.
“Te ne devi andare da qui. Tornatene nel Mondo Reale”
“Perché, Karim? Cosa significa?” continuò a domandare Ambra, sempre più preoccupata. Karim si avvicinò a lei, la prese per le braccia e la fece indietreggiare, di schiena, fino a quando la ragazza non si trovò sul ciglio del foro creato dal ragazzo. Quando si accorse di quello che stava per fare Karim, Ambra posò le mani, a sua volta, sulle braccia del ragazzo e tentò di opporre resistenza.
“E’ per questo che Martina se n’è andata, vero? Anche lei ha… “
“Vai, Ambra” continuò Karim ignorandola, quasi come se, in quel momento, gli costasse fatica pronunciare quelle parole “Te ne devi andare”
“No!” si impose lei, tentando di spingere via il ragazzo, con scarsi risultati “Non voglio lasciarti qua a combattere, da solo”
“Credimi, Ambra… fa più male a me che a te” disse Karim, abbassando lo sguardo “Ma te ne devi andare da qui”
E detto ciò, diede una spinta secca alla ragazza, che cadde con un tonfo giù nel treno. Non era stato un atterraggio morbido, ed era finita sulla sua gamba sinistra, che ora le faceva parecchio male; probabilmente si era strappata il muscolo. Gli altri passeggeri fecero finta di nulla, o almeno così credette lei. Si tirò su a fatica e alzò lo sguardo. Karim era ancora lì, a guardarla.
“Va’ nel Mondo Reale” disse il ragazzo “E non mettere più piede nel Mondo Elements fino a quando la guerra non è finita!”
Dopodiché, il ragazzo sparì dalla vista e dalla ragazza e balzò giù dal treno. Ambra, ancora sconvolta, percorse, tentando di correre e trattenendo il dolore alla coscia, quelle poche carrozze che rimanevano per arrivare alla fine del mezzo. Una volta raggiunto l’ultimo scomparto, si fiondò fino al vetro sul fondo di esso: Karim era fermo, immobile sui binari ad osservare il treno che si stava allontanando sempre di più.
“Karim! Karim!” urlò la ragazza disperatamente, battendo le mani sul vetro “Karim!”
Il ragazzo parve far finta di nulla: deglutì a vuoto e a fatica, poi si voltò e con uno scatto raggiunse la stazione da cui il treno era partito. Ambra fece appena in tempo ad osservare il ragazzo raggiungere ad una velocità elevata la stazione, prima che il treno curvasse.
 
 
 

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Qui volevo solo dire che ho messo il tag Violenza. A dire la verità, non tutti i capitoli presentano scene violente e quelle presenti non sono particolarmente crude o terribili. Ho preferito inserirlo comunque.
 
  
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