Mi
alzai, a malapena riusciva a parlare. Anche Edward si alzò e
si girò verso di
lui.
“Ivan?”
“Come
stai?” disse avanzando e
abbracciandomi.
All’inizio
non volli, e rimasi ferma, poi quando si fermò sentii il suo
profumo, da quanto
tempo avevo desiderato sentirlo lì, vicino a me...
Allora
l’abbracciai anche io.
“Diciamo”
Quanto
mi liberò dall’abbraccio mi girai e non vidi
più Edward, ma in mano avevo
qualcosa, un biglietto.
Lo
aprì.
Stai
Attenta...
Niente
di che, due parole, ma perchè? Stare attenta a cosa?
L’unica persona che mi era
vicina era il mio ex ragazzo...
Non
capii quello che voleva dire, ma ad una parte di me in quel momento non
importava...
“Ma tu piuttosto
che ci fai qui?”
“Mi sono
trasferito... senti io ora devo
andare a lezione, che ne dici se domani sera vieni da me?” io
lo guardai
leggermente male “da amici...”
Feci
un cenno con il capo.
“Beh, io vado,
ciao” disse per poi darmi un
bacio innocente sulle guancie.
Poi
lo vidi allontanarsi, non era cambiato. Ancora con quei capelli neri,
ancora
con quel suo sorriso, ancora con la sua vitalità...
Mi
svegliai da quel sogno quando capì di essere anche io in
ritardo a lezione. Ora
avevo biologia con Ash.
Camminai
per i corridoi, fino a quando non mi ritrovai davanti una porta in
legno, con
sopra scritto a caratteri cubitali “BIOLOGIA”.l
La
aprì, già cosciente di quello che mi sarebbe
aspettato con un ritardo del
genere.
Vidi
che Ash era già in classe, era seduta sul suo banco a
scarabocchiare chissà
cosa.
“Signorina
Finley, finalmente ci ha dato
l’onore di essere qui con noi...!”
Cerca
una scusa, cerca una scusa.
“No è
che... il professore dell’ora
precedente mi ha trattenuta...!”
Bene.
“E chi
è questo professore? Gli vado a
parlare subito...” disse alzandosi.
Cavolo,
altro che bene.
Mi
arresi, e in compenso ebbi una bella nota.
Camminai
per i banchi attenta a non cadere e mi sedetti vicino alla mia amica.
Vidi
che sul foglio aveva disegnato una specie di omino con un pezzo di
legno in
mano.
“Dimmi come ti
è venuto in mente di fare così
tardi?”
“Non mi
è venuto in mente!” dissi
ripensandoci.
“Che
è successo?”
Che
dovrei dirle? Che l’ho incontrato? O magari non
l’ho incontrato davvero, magari
era un illusione ottica... però, devo dire che era
un’ottima illusione ottica.
“L’ho
visto!”
“Chi?”
mi disse curiosa.
Solo
a pensare di dire il suo nome cominciai ad arrossire.
Lo
dissi a voce bassa, sperando che neanche lei lo sentisse.
“Ivan.”
Ma
purtroppo lo sentì.
“IVAN?”
aveva gridato quel nome, proprio nel
momento in cui il professore aveva smesso di parlare.
“Signorina Sim
ha qualche problema con il
nuovo arrivato?” disse indicando Ivan seduto in fondo alla
classe.
Stavolta
fu lei ad arrossire.
“No era per...
per... per salutarlo!” disse
sicura e poi si girò in direzione sua.
“Bene!”
disse il professore indicando Ivan
con una mano.
Sotto
ordine del professore lui rispose educatamente.
“Ciao”
la sua voce era così... così... bella.
Certo non era dolce e vellutata come quella di Edward Cullen, ma ora
che non la
sentivo da molto, era diventata ancora più bella.
Finita
l’ora cercai di andarmene senza guardarlo, ma mi venne da
girarmi.
Lo
vidi alzarsi, con tutta la grazia e la maestosità possibile.
Quanti
ricordi, quante notti passate insonni per lui, ma anche tanto dolore,
però, mi
era mancato, mi era mancato molto.
“Rox”
la sua voce mi svegliò.
Ma
come aveva fatto ad arrivare già qui?!
“Ehi”
dissi per la prima volta in imbarazzo con lui.
Si
infatti, che mi stava succedendo? Non ero mai stata una ragazza timida!
“stai
bene?” mi disse guardandomi dritta negli occhi.
I
suoi erano sempre stati scuri, mentre ora li vedevo più
chiari, vicino al
dorato.
Lo
facevano sembrare ancora più splendido del solito.
“Si..si...
certo” poi mi ricordai di una cosa.
Dovevo
pitturare la mia stanza.
Me
ne ero completamente dimenticata.
Cominciai
subito a cercare Ash per avvisarla che non sarei potuta andare con lei
alla
ronda, e non mi sarei potuta trattenere il pomeriggio,
perchè avrei dovuto
dipingerla proprio in quel momento per finire la sera ed andare a casa
di Ivan.
Ma
su quel punto avrei sicuramente saltato.
Diciamo
che sarei stata occupata tutta la sera.
Alla
fine capì che sicuramente era andata già a mensa.
Cominciai a dirigermi quando
per il corridoio non incontrai una persona.
Ma
perchè mi faceva quell’effetto?
Conoscevo
Ivan da 3 anni, e mi ci era voluto un po’ per provare tutto
quello, mentre
conoscevo lui da poco più di un mese, e provavo le stesse
nette sensazioni.
E
come se quando lo incontrassi tutto si fermasse intorno a me, e ci
siamo solo
io e lui.
“Ciao”
mi disse con la sua solita voce inconfondibile.
“Ciao”
poi ci pensai “Senti, ti va se oggi pomeriggio facciamo i
compiti insieme?”
“Certo!”
disse facendo il suo sorriso che tanto adoravo.
“Ok”
poi mi guardai intorno “Io ora dovrei andare a
mensa”
“Vai
pure” mi disse per poi rimanere lì fino a quando
non entrai.
L’avevo
visto attraverso la vetrata.
Raggiunsi
velocemente Ash.
“Ehi”
“Senti
io oggi pomeriggio non posso trattenermi, in verità, ho le
ultime 2 lezioni di
buca, per cui me ne andrò ora.”
“Certo
vai pure” disse Ash, con lo sguardo però di una
che non l’ha capita proprio.
Le
diedi un frettoloso bacio sulla guancia e scappai a casa.
Non so quanto ci misi per
arrivare a casa, 5
minuti, forse anche meno, mi sembrò di volare per tutto il
tempo.
Arrivata
a casa corsi verso la porta, desiderosa che il sole calasse presto.
Decisi
di cominciare a dipingere subito, tanto i miei erano andati da amici, e
tornavano stasera.
Il
tempo
volò, me ne accorsi dal fatto che suonò il
campanello.
Subito
scesi dalla scala ed andai ad aprire la porta.
Prima
però mi guardai allo specchio.
Avevo
i guanti completamente tinti, proprio quasi come il resto di me.
Avevo
il fucsia anche fra i capelli.
Beh
insomma, sarei potuta essere più presentabile.
Aprii
la porta, e me lo trovai davanti, in tutta la sua maestosità.
“Ciao”
mi disse guardandomi, con un sorrisino.
Sicuramente
gli sembravo molto buffa.
“Ciao”
e lo feci entrare.
“Mi
dispiace, io ho cominciato a pitturare la mia stanza” dissi
alzando le mani.
“Ti
darò una mano”
“Davvero?”
dissi felice. Visto che ero riuscita a fare un quarto di tutto in solo
3 ore.
Mi feci
seguire fin su alle scale. E aprì la porta.
La
stanza
era vuota, per due giorni avrei dovuto dormire in salotto.
E la
parte che avevo fatto era anche fatta male.
Me ne
ero accorta solo ora.
“Bhe...”
fece lui. Non sapeva che dire, e lo capivo, era un vero disastro.
“Ok,
non è un granchè però...”
“Si
può rimediare”
Per
un attimo mi girai a guardarlo negli occhi.
Perchè
ogni singola parola che mi diceva mi dava forza? Mi faceva acpire che
lui ci
sarebbe sempre stato. Perchè?
Io
salii
sulla scala, ma stavolta misi male un piede.
“Ok,
sono morta” pensai prima di cadere.
Ma
ovviamente
sapevo che non sarei mai caduta, perchè giu c’era
il mio angelo.
Mi
aspettavo
una presa fra le braccia e un dolce bacio, invece mi mise solo una mano
dietro
la spalla.
Però,
anche con una sola mano, riuscì ad aiutarmi.
“Feci
un pezzo e, con il suo aiuto, mi uscì benissimo.
Mi
chiesi
come mai io ero completamente sporca e lui no.
Comunque,
finimmo in cucina, cercando di offrirgli qualsiasi cosa, ma lui
proprio, non ne
voleva sapere di bere o mangiare.
Allora
decisi di prendermi un the.
“Che
fai stasera?” gli chiesi. Solo dopo mi accorsi della
gravità della cosa che
avevo fatto.
Chiedendogli
quello, avrebbe dato la risposta, per poi proseguire con un
“e tu?”
“Non
so. Tu come passi la serata?”
Appunto.
“Vado
a casa di Ivan” dissi eccitata.
Lui
fece un brutto sguardo.
“No!”
“Perchè?”.
Lo
guardavo
sconcertata, tutto mi sarei aspettata tranne una cosa del genere.
“Non
mi fido di quello!”
Disse
alzandosi dalla sedia.
Ma
perchè
diceva così?
“Io
si...”
“Allora
se non ascolti i miei consigli, non hai bisogno della mia
amicizia.”
Disse
andando verso la porta.
Io lo
seguì, prese il giubbotto e se lo mise.
“Sono
consigli, non sempre si accettano”
“Ma
questo si” disse girandosi e guardandomi freddamente negli
occhi.
Ero
impaurita, da quella parte di lui che non avevo mai visto.
Forse
non me ne ero mai accorta.
“Perchè
fai così? Che ti ha fatto?”
“Niente”
disse, per poi aprire la porta ed andarsene.
Quando
si richiuse, io l’aprì subito, e lui era
già in macchina.
Poi
tornai dentro.
Stavo
male per quello che era successo, non mi sarei mai aspettata una
reazione del
genere.
In
fondo,
non gli aveva detto che andavo ad uccidermi.
SPAZIO
AUTRICE
BlackEyes:
Tesoro.
Sono contenta
che ti piacciano.
Comunque,
si Ash e Emmett sono molto carini, ma per me sai che oltre Edward non
esiste
nessuno.
Volevi
la continuazione? Eccoti accontentata.
Comunque
non penso tu abbia capito davvero chi era.
=)...
Che ne pensi?
Kisss
Bella4:
Eh lo
so, anche io l’ammazzerei. Ma penso che tu
abbia capito. Sono contenta che ti sia piaciuto, davvero.
Beh,
dimmi se questo ti piace, sono molto curiosa.
Baci.
MemiDark_Cullen:
Si
l’ho letto il chappy,
grazie tesoro. Comunque ecco il seguito.
Grazie
a tutti quelli che leggono la storia, davvero.
E
mi piacerebbe anche sapere cosa ne pensate, se vale la pensa
continuare. Grazie,
vi adoro.