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Autore: Gx_Gse    06/11/2008    0 recensioni
Edward non ha mai conosciuto Bella, ma una nuova ragazza si aggira per la scuola di Forks, insieme alla sua migliore amica e sorellastra... Che succederebbe se lei sapesse già dei vampiri, e la su amica gli uccidesse??
Genere: Romantico, Commedia, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Emmett Cullen, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi alzai, a malapena riusciva a parlare. Anche Edward si alzò e si girò verso di lui.

  “Ivan?”

  “Come stai?” disse avanzando e abbracciandomi.

All’inizio non volli, e rimasi ferma, poi quando si fermò sentii il suo profumo, da quanto tempo avevo desiderato sentirlo lì, vicino a me...

Allora l’abbracciai anche io.

  “Diciamo”

Quanto mi liberò dall’abbraccio mi girai e non vidi più Edward, ma in mano avevo qualcosa, un biglietto.

Lo aprì.

Stai Attenta...

Niente di che, due parole, ma perchè? Stare attenta a cosa? L’unica persona che mi era vicina era il mio ex ragazzo...

Non capii quello che voleva dire, ma ad una parte di me in quel momento non importava...

 

  “Ma tu piuttosto che ci fai qui?”

  “Mi sono trasferito... senti io ora devo andare a lezione, che ne dici se domani sera vieni da me?” io lo guardai leggermente male “da amici...”

Feci un cenno con il capo.

  “Beh, io vado, ciao” disse per poi darmi un bacio innocente sulle guancie.

Poi lo vidi allontanarsi, non era cambiato. Ancora con quei capelli neri, ancora con quel suo sorriso, ancora con la sua vitalità...

 

Mi svegliai da quel sogno quando capì di essere anche io in ritardo a lezione. Ora avevo biologia con Ash.

Camminai per i corridoi, fino a quando non mi ritrovai davanti una porta in legno, con sopra scritto a caratteri cubitali “BIOLOGIA”.l

La aprì, già cosciente di quello che mi sarebbe aspettato con un ritardo del genere.

Vidi che Ash era già in classe, era seduta sul suo banco a scarabocchiare chissà cosa.

  “Signorina Finley, finalmente ci ha dato l’onore di essere qui con noi...!”

Cerca una scusa, cerca una scusa.

  “No è che... il professore dell’ora precedente mi ha trattenuta...!”

Bene.

  “E chi è questo professore? Gli vado a parlare subito...” disse alzandosi.

Cavolo, altro che bene.

Mi arresi, e in compenso ebbi una bella nota.

Camminai per i banchi attenta a non cadere e mi sedetti vicino alla mia amica.

Vidi che sul foglio aveva disegnato una specie di omino con un pezzo di legno in mano.

  “Dimmi come ti è venuto in mente di fare così tardi?”

  “Non mi è venuto in mente!” dissi ripensandoci.

  “Che è successo?”

Che dovrei dirle? Che l’ho incontrato? O magari non l’ho incontrato davvero, magari era un illusione ottica... però, devo dire che era un’ottima illusione ottica.

  “L’ho visto!”

  “Chi?” mi disse curiosa.

Solo a pensare di dire il suo nome cominciai ad arrossire.

Lo dissi a voce bassa, sperando che neanche lei lo sentisse.

  “Ivan.”

Ma purtroppo lo sentì.

  “IVAN?” aveva gridato quel nome, proprio nel momento in cui il professore aveva smesso di parlare.

  “Signorina Sim ha qualche problema con il nuovo arrivato?” disse indicando Ivan seduto in fondo alla classe.

Stavolta fu lei ad arrossire.

  “No era per... per... per salutarlo!” disse sicura e poi si girò in direzione sua.

  “Bene!” disse il professore indicando Ivan con una mano.

Sotto ordine del professore lui rispose educatamente.

  “Ciao” la sua voce era così... così... bella. Certo non era dolce e vellutata come quella di Edward Cullen, ma ora che non la sentivo da molto, era diventata ancora più bella.

 

Finita l’ora cercai di andarmene senza guardarlo, ma mi venne da girarmi.

Lo vidi alzarsi, con tutta la grazia e la maestosità possibile.

Quanti ricordi, quante notti passate insonni per lui, ma anche tanto dolore, però, mi era mancato, mi era mancato molto.

“Rox” la sua voce mi svegliò.

Ma come aveva fatto ad arrivare già qui?!

“Ehi” dissi per la prima volta in imbarazzo con lui.

Si infatti, che mi stava succedendo? Non ero mai stata una ragazza timida!

“stai bene?” mi disse guardandomi dritta negli occhi.

I suoi erano sempre stati scuri, mentre ora li vedevo più chiari, vicino al dorato.

Lo facevano sembrare ancora più splendido del solito.

“Si..si... certo” poi mi ricordai di una cosa.

Dovevo pitturare la mia stanza.

Me ne ero completamente dimenticata.

Cominciai subito a cercare Ash per avvisarla che non sarei potuta andare con lei alla ronda, e non mi sarei potuta trattenere il pomeriggio, perchè avrei dovuto dipingerla proprio in quel momento per finire la sera ed andare a casa di Ivan.

Ma su quel punto avrei sicuramente saltato.

Diciamo che sarei stata occupata tutta la sera.

 

Alla fine capì che sicuramente era andata già a mensa. Cominciai a dirigermi quando per il corridoio non incontrai una persona.

Ma perchè mi faceva quell’effetto?

Conoscevo Ivan da 3 anni, e mi ci era voluto un po’ per provare tutto quello, mentre conoscevo lui da poco più di un mese, e provavo le stesse nette sensazioni.

E come se quando lo incontrassi tutto si fermasse intorno a me, e ci siamo solo io e lui.

“Ciao” mi disse con la sua solita voce inconfondibile.

“Ciao” poi ci pensai “Senti, ti va se oggi pomeriggio facciamo i compiti insieme?”

“Certo!” disse facendo il suo sorriso che tanto adoravo.

“Ok” poi mi guardai intorno “Io ora dovrei andare a mensa”

“Vai pure” mi disse per poi rimanere lì fino a quando non entrai.

L’avevo visto attraverso la vetrata.

 

Raggiunsi velocemente Ash.

“Ehi”

“Senti io oggi pomeriggio non posso trattenermi, in verità, ho le ultime 2 lezioni di buca, per cui me ne andrò ora.”

“Certo vai pure” disse Ash, con lo sguardo però di una che non l’ha capita proprio.

Le diedi un frettoloso bacio sulla guancia e scappai a casa.

 Non so quanto ci misi per arrivare a casa, 5 minuti, forse anche meno, mi sembrò di volare per tutto il tempo.

Arrivata a casa corsi verso la porta, desiderosa che il sole calasse presto.

Decisi di cominciare a dipingere subito, tanto i miei erano andati da amici, e tornavano stasera.

Il tempo volò, me ne accorsi dal fatto che suonò il campanello.

Subito scesi dalla scala ed andai ad aprire la porta.

Prima però mi guardai allo specchio.

Avevo i guanti completamente tinti, proprio quasi come il resto di me.

Avevo il fucsia anche fra i capelli.

Beh insomma, sarei potuta essere più presentabile.

 

Aprii la porta, e me lo trovai davanti, in tutta la sua maestosità.

“Ciao” mi disse guardandomi, con un sorrisino.

Sicuramente gli sembravo molto buffa.

“Ciao” e lo feci entrare.

“Mi dispiace, io ho cominciato a pitturare la mia stanza” dissi alzando le mani.

“Ti darò una mano”

“Davvero?” dissi felice. Visto che ero riuscita a fare un quarto di tutto in solo 3 ore.

Mi feci seguire fin su alle scale. E aprì la porta.

La stanza era vuota, per due giorni avrei dovuto dormire in salotto.

E la parte che avevo fatto era anche fatta male.

Me ne ero accorta solo ora.

“Bhe...” fece lui. Non sapeva che dire, e lo capivo, era un vero disastro.

“Ok, non è un granchè però...”

“Si può rimediare”

Per un attimo mi girai a guardarlo negli occhi.

Perchè ogni singola parola che mi diceva mi dava forza? Mi faceva acpire che lui ci sarebbe sempre stato. Perchè?

Io salii sulla scala, ma stavolta misi male un piede.

“Ok, sono morta” pensai prima di cadere.

Ma ovviamente sapevo che non sarei mai caduta, perchè giu c’era il mio angelo.

Mi aspettavo una presa fra le braccia e un dolce bacio, invece mi mise solo una mano dietro la spalla.

Però, anche con una sola mano, riuscì ad aiutarmi.

“Feci un pezzo e, con il suo aiuto, mi uscì benissimo.

Mi chiesi come mai io ero completamente sporca e lui no.

Comunque, finimmo in cucina, cercando di offrirgli qualsiasi cosa, ma lui proprio, non ne voleva sapere di bere o mangiare.

Allora decisi di prendermi un the.

“Che fai stasera?” gli chiesi. Solo dopo mi accorsi della gravità della cosa che avevo fatto.

Chiedendogli quello, avrebbe dato la risposta, per poi proseguire con un “e tu?”

“Non so. Tu come passi la serata?”

Appunto.

“Vado a casa di Ivan” dissi eccitata.

Lui fece un brutto sguardo.

“No!”

“Perchè?”.

Lo guardavo sconcertata, tutto mi sarei aspettata tranne una cosa del genere.

“Non mi fido di quello!”

Disse alzandosi dalla sedia.

Ma perchè diceva così?

“Io si...”

“Allora se non ascolti i miei consigli, non hai bisogno della mia amicizia.”

Disse andando verso la porta.

Io lo seguì, prese il giubbotto e se lo mise.

“Sono consigli, non sempre si accettano”

“Ma questo si” disse girandosi e guardandomi freddamente negli occhi.

Ero impaurita, da quella parte di lui che non avevo mai visto.

Forse non me ne ero mai accorta.

“Perchè fai così? Che ti ha fatto?”

“Niente” disse, per poi aprire la porta ed andarsene.

Quando si richiuse, io l’aprì subito, e lui era già in macchina.

 

Poi tornai dentro.

Stavo male per quello che era successo, non mi sarei mai aspettata una reazione del genere.

In fondo, non gli aveva detto che andavo ad uccidermi.

 

 

 

SPAZIO AUTRICE

 

BlackEyes: Tesoro. Sono contenta che ti piacciano.

Comunque, si Ash e Emmett sono molto carini, ma per me sai che oltre Edward non esiste nessuno.

Volevi la continuazione? Eccoti accontentata.

Comunque non penso tu abbia capito davvero chi era.

=)... Che ne pensi?

Kisss

 

Bella4: Eh lo so, anche io l’ammazzerei. Ma penso che tu abbia capito. Sono contenta che ti sia piaciuto, davvero.

Beh, dimmi se questo ti piace, sono molto curiosa.

Baci.

 

MemiDark_Cullen: Si l’ho letto il chappy, grazie tesoro. Comunque ecco il seguito.

 

 

 

Grazie a tutti quelli che leggono la storia, davvero.

E mi piacerebbe anche sapere cosa ne pensate, se vale la pensa continuare. Grazie, vi adoro.

 

 

  
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