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Autore: la luna nera    12/12/2014    5 recensioni
E' trascorso quasi un anno dal ritorno definitivo di Edward Harringhton nella nostra epoca e tutto fra lui e Daisy va per il meglio. Ma all'orizzonte si stanno addensando le nubi minacciose di un temporale. Che non è come tutti gli altri....
Cosa potrebbe accadere se qualcuno nel passato avesse bisogno di lui? Per caso c'è chi lo sta chiamando perché torni indietro nel tempo? E Daisy se ne starà con le mani in mano o farà di tutto per tenerlo accanto a sé?
Genere: Mistero, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Come fiore che s’apre al sol del mattino
m’offro a voi omaggiandovi con l’inchino.
Oh, quale soave visione, quale mirabil sorriso,
scorgon li occhi miei nel vostro viso!
Mai vi fu fanciulla di voi più bella
ch’eguaglia il fulgor di maestosa stella.”
 
Lawernce terminò la declamazione dei versi da lui improvvisati non appena s’imbatté in Daisy. La ragazza era scesa nel piazzale antistante l’ingresso principale di Swanlake Palace in attesa di Edward, con il quale doveva recarsi a Londra per vedere con i suoi occhi la città di metà ottocento. L’uomo le prese la mano baciandogliela con enorme galanteria. “Buongiorno, mia adorata.”
“Buongiorno a voi, sir.”
“Spero abbiate gradito i versi per voi sgorgati dal mio cuore. Consideratela un’umile richiesta di perdono per le parole forse inopportune che hanno caratterizzato il nostro primo incontro.”
“Oh, sono lusingata. Parole molto…ehm… molto profonde.” Era bizzarro il tipo, però doveva riconoscere che con le parole ci sapeva davvero fare.
“Credetemi, Daisy, nessuna fanciulla mi ha mai colpito così profondamente come voi. Farò di tutto perché comprendiate che il mio illustre cugino Edward non è l’uomo giusto per cotanta meraviglia.”
“Ah si?” Il diretto interessato raggiunse la sua fidanzata. “E cosa ve lo fa pensare?”
“Buongiorno.”
“Buongiorno un corno!” Si avvicinò al parente. “Come vi permettete di dire certe cose sul mio conto alla mia promessa sposa?”
“Ritengo opportuno che la meravigliosa signorina debba essere messa al corrente del vero volto dell’uomo che si appresta a prendere come consorte.”
“Non siete tenuto ad impicciarvi delle nostre vite. E soprattutto tenete a freno quella vostra linguaccia dal declamare versi e poesie per una ragazza già fidanzata. Sono stata abbastanza chiaro?”
“Naturalmente, ma questo non mi vieta di decantare la sua bellezza.”
“E neanche di parlare troppo dei fatti altrui.”
Quelle frasi suonarono strane nella mente di Daisy: era come se Edward volesse a tutti i costi nascondere qualcosa che poteva trapelare dai discorsi ingarbugliati di Lawrence. Riflettendo un istante, si rese conto che non le aveva mai raccontato troppo del suo passato. Sapeva della storia con Louise, ma prima di lei? Che cosa aveva fatto? Perché lo definiva sempre libertino? Che Lawrence avesse ragione?
Quei due continuavano imperterriti a discutere, mentre la ragazza mostrava totale disinteresse, anzi il dubbio scaturito dalle parole del cugino prima e di Edward poi si faceva sempre più pressante. Davvero l’uomo che desiderava accanto per la vita nascondeva qualcosa di cui preferiva tenerla all’oscuro?
Fece qualche passo verso l’ingresso del palazzo, qualcosa le suggeriva di non andare il giro per Londra con lui, almeno fino a che quel dubbio non se ne fosse andato dalla sua testa.
“Daisy, dove vai?” Edward si accorse che stava rientrando. “Non dovevamo andare a Londra?”
“Scusa, non me la sento più. Vorrei riposare un po’.” Scomparve dietro la porta e pochi istanti dopo fu raggiunta dal ragazzo che l’afferrò per il polso.
“Che c’è? Che ti succede?”
“Voglio stare da sola.”
“Non ti farai ammaliare dalle parole di quello svampito di mio cugino!”
Piegò l’angolo sinistro della bocca voltandosi verso di lui. “Certo che no. Però mi ha fatto riflettere quando ti ha definito libertino e tu poco fa hai sottolineato il fatto che parlasse un po’ troppo degli affari altrui.”
“E allora?”
“Mi spieghi il motivo per cui ti ha definito libertino?”
Edward restò in silenzio. Non immaginava che per Daisy potesse avere tanta importanza sapere del suo passato.
“Cosa mi nascondi?”
“Ma niente!”
“E allora perché stai zitto?”
Scorse delusione negli occhi della ragazza: si fidava di lui, si fidava così tanto che aveva accettato di affrontare quel viaggio a ritroso nel tempo ben consapevole degli enormi rischi cui si esponeva. Quello sguardo gli faceva male: Edward sapeva che il silenzio sarebbe stato controproducente; sapeva anche che, parlando, le avrebbe dovuto rivelare cose forse non troppo piacevoli.
Perché qualcosa nascondeva davvero.
“Senti, credo che questo non sia il luogo più adatto per parlare, magari potremmo affrontare la cosa con calma da un’altra parte.”
Era la conferma che sotto c’era qualcosa. “Bene, andiamo allora.”
“Adesso?”
“E quando?” Si controllava con difficoltà. “Sai che detesto le bugie e le cose non dette.”
La ragazza si diresse a passo svelto verso una delle sale al pian terreno, aprì con decisione la porta e si fermò al centro della stanza, poco distante dal tavolino su cui troneggiava un vaso pieno di fiori. Ne sfiorò uno con le dita e come per incanto quel tocco fece cadere due petali che si gelarono all’istante.
“Daisy, ascolta…. Qualunque cosa ci sia da raccontare, tieni bene a mente che io amo te sopra ogni cosa. Ho dato la vita per te, l’hai forse dimenticato?”
“No, non l’ho dimenticato. Me lo ripeti ogni volta che nasce qualche discussione! Tieni bene a mente anche te che la cosa non giustifica ogni tuo comportamento! Anche io mi sono lanciata nelle braccia del rischio seguendoti nel tuo tempo e ancora sono in bilico fra la possibilità di tornare nel mio tempo e vagare per l’eternità in un luogo non ben definito!”
“E’ stata una scelta tua, mio nonno aveva chiesto solo a me di tornare qui.” Quella frase gli era proprio sfuggita di bocca.
“E’ così che la metti allora?” Si tratteneva a stento, sentiva una profonda rabbia nascerle nel cuore.
“E’ la verità e lo sai bene.”
Fra i due piombò il silenzio. C’era del vero nelle sue parole: lei aveva insistito per seguirlo ne suo tempo. “Da te non me l’aspettavo… Credevo fossi felice di avermi al tuo fianco.”
“Ed è così infatti. Solo non capisco questa tua rabbia scaturita dalle parole assurde di mio cugino.”
Si voltò verso di lui, gli si fece più vicina fissandolo con occhi talmente penetranti che il ragazzo provò un leggero timore. Daisy era determinata come non mai. “Perché ti ha definito libertino? So della tua scopata con Louise, ma quante donne hai avuto prima di lei?”
Edward inghiottì un groppo. “Va bene, ti dirò tutto, ma voglio sapere anche io quanti uomini hai avuto oltre a me…. E Garrett.”
“Faccio in fretta, tesoro mio: ho avuto un paio di fidanzatini al college e sono andata a letto solo con uno di loro quando avevo diciotto anni. Poi c’è stato solo Garrett alcuni anni dopo. Fine della storia.” Continuava a fissarlo in modo piuttosto inquietante. “Ora vuota il sacco, bello.”
Il ragazzo si mise seduto con lo sguardo rivolto verso il basso, fissava le sue calzature come se ci fosse qualcosa di particolarmente interessante nei lacci o nelle cuciture. Non se la sentiva di guardarla negli occhi mentre le raccontava del suo passato, ma doveva parlare altrimenti potevano sorgere grossi guai.
“Lawrence mi ha sempre preso in giro chiamandomi libertino.” Prese fiato. “Quando avevo poco più di sedici anni lui abitava non lontano da noi nel Somerset ed essendo più grande di me e di altri giovani aristocratici della zona, ci portava spesso in città per farci…ehm… crescere e maturare, come era solito dire. All’inizio mi accorsi che lo faceva per sfotterci per la nostra totale inesperienza con le donne. Col tempo ci presi gusto e…”
“Hai iniziato a frequentare bordelli e prostitute come era normale per i maschioni dell’epoca.”
“Già. Era una sorta di prova di virilità. Ho sedotto una gran quantità di donne ed è uno dei motivi per cui Louise mi marcava stretto, non accettando che portassi a letto tutte tranne lei.”
Casanova made in England dunque. I miei complimenti caro lord Harringhton.” Daisy si alzò dal divano. “Chissà quante corna mi attribuiscono quelli che conoscono te e le tue performance a luci rosse. Sarò lo zimbello dell’aristocrazia britannica, la signorina cornuta promessa sposa del vincitore dell’Oscar per le migliori scopate dell’anno!”
“Non sparare cazzate, per favore! Da quando ci siamo incontrati non ho avuto occhi che per te. Nell’epoca in cui sono cresciuto io per gli uomini è normale avere una moglie imposta dalle ragioni dinastiche e miriadi di amanti con figli illegittimi sparsi dovunque.”
“Aspetta un attimo….” Incollò gli occhi terrorizzati nel suo viso. “Non verrai a dirmi che sei padre?”
“Non lo so e non lo voglio sapere. Sarebbe praticamente impossibile verificare la cosa.” Si era quasi consumato le dita a forza di sfregarle dal nervosismo. “Nessuna ragazza si è mai presentata da me con un bambino e… comunque sai benissimo come sono andate le cose dopo quanto accaduto con Louise.”
“Scusa, ma non ti seguo.” Aveva bisogno di restare sola. Sentiva un gran vuoto dentro il suo cuore: Edward si era scopato una schiera di femmine e poteva pure essere padre. E glielo aveva nascosto. Si avvicinò alla porta afferrando con decisione la maniglia. Uscì senza dire una sola parola, lasciandolo solo, seduto su quel divano.
 
Trascorsero l’intera giornata senza vedersi, ognuno perso nei propri pensieri. Le grandi differenze di mentalità si stavano materializzando: nel diciannovesimo secolo i matrimoni erano combinati, poco importava se fra i “costretti sposi” non c’era amore. Era sufficiente procreare per garantire l’erede (ovviamente maschio) della famiglia, poi ognuno andava per fatti suoi. All’uomo era lecito concedersi qualunque scappatella con donne di qualsiasi rango, la donna doveva sopportare in silenzio tutti i tradimenti, magari vedere in giro i figli che il marito aveva avuto dalle amanti e non controbattere. Guai a farsi l’amante poi! Si correva il rischio di essere ripudiate e fare pure una brutta fine. Solo molti anni dopo le cose sarebbero cambiate: ci si sarebbe sposati per amore e in fatto di tradimenti ognuno ne avrebbe risposto equamente nei confronti dell’altro. Lei, che proveniva dal futuro, sentiva queste ingiustizie come un fatto grave e discriminatorio, per Edward forse era la normalità: lui era nato e cresciuto in  quell’ambiente di stampo maschilista, in cui una donna era equiparata ad un oggetto alle dipendenze dell’uomo, una pedina da giocare, un utero per garantire la discendenza…. Certo, l’aver vissuto nella Londra di centocinquanta anni dopo gli aveva fatto capire moltissime cose, ma forse quel momentaneo ritorno nell’epoca di origine aveva risvegliato in lui quello che gli avevano insegnato e che forse grazie a lei aveva dimenticato.
Anche lui era amareggiato per l’accaduto. Da quando aveva incontrato Daisy nella Londra moderna ed aveva intrecciato una relazione con lei, era stato costretto a tacerle tantissime cose che potevano pregiudicare la sua permanenza in quegli anni non suoi. Lo aveva fatto per ragioni precise e indipendenti dalla sua volontà, per questo la ragazza lo aveva perdonato. Ora, per colpa di quel deficiente linguacciuto, era saltato fuori quel passato che rifiutava, di cui si vergognava e che sperava di aver sepolto una volta per tutte. Amava Daisy e si sentiva veramente uno schifo di uomo per tutte le sofferenze che le aveva causato. Lei non comprendeva e non accettava il suo passato perché proveniva da un’epoca ed una società dalla mentalità diametralmente opposta. Lui l’aveva visto coi propri occhi e fu assalito dal terrore che queste loro diverse visioni della vita potevano diventare un ostacolo più insormontabile del tempo.
Sentiva però di aver fatto la scelta giusta nel vuotare il sacco: già una volta il vortice di bugie e cose non dette lo aveva portato sull’orlo del precipizio, si era salvato aggrappandosi alla verità che con molta fatica aveva tirato fuori. Una volta terminata l’avventura nel passato, tutto avrebbe ripreso i ritmi che condividevano nel 2014, avrebbe imparato a guidare le carrozze senza cavalli, avrebbero trascorso insieme stupende serate abbracciati sotto una calda coperta, magari guardando qualcosa nel quadro che si muove
Già, ma per tornare nel futuro, Daisy doveva fidarsi di nuovo di lui, doveva dimostrare di amarlo ancora e non serbare alcun rancore nei suoi confronti.
 




 
Ciaooo!!
Ci siete ancora? L’anno sta per finire e Natale è alle porte: per questo dico grazie a chi, fra tutti questi giorni che ci avvicinano alle festa, trova il tempo e la voglia di leggere e recensire la storia. <3<3<3
Daisy e Edward hanno discusso: pensate anche voi che la sincerità sia un mattone fondamentale su cui costruire un rapporto? Lei c’è rimasta male e lo ha lasciato solo in quella stanza, hanno entrambi bisogno di riflettere per accettare (o almeno provarci) le abissali differenze di mentalità dei due periodi storici cui appartengono. Ce la faranno?
 
Mi raccomando, recensite! ; )
Un abbraccio
La Luna Nera

 
  
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