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Autore: Seiraluna    12/12/2014    2 recensioni
Prima regola. Mai entrare in questo ufficio senza il mio permesso. Seconda regola mai entrare nella mia stanza da letto. Terza regola mai far uscire Minato senza aver informato me o Claude. Quarta regola niente schifezza a Minato. Quinta regola se ruba qualcosa è licenziata
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Mattina, ore otto
Hinata si risvegliò in una stanza che non era la sua. Si guardò intorno e vide degli abiti maschili su una sedia. Si era addormentata nella stanza del suo capo. Che vergogna. Sicuramente l’avrebbe giudicata una ragazzina. La ragazza notò anche che aveva due coperte addosso. Di certo Naruto l’aveva avvolta nelle sue coperte per farla stare al caldo.
All’improvviso Hinata sentì la porta aprirsi e si coprì bene con una coperta. Era ancora mezza nuda dopo l’episodio del giorno prima. Però sentiva il profumo di Naruto addosso visto che aveva dormito con la sua giacca.
-Vedo che sei sveglia. Hai dormito bene?
-Sì, ma voi dove siete andato a dormire?
-Minato ha avuto degli incubi e sono rimasto nella sua stanza per tutta la notte.
Il viso di Hinata si illuminò. Naruto era un padre straordinario. Era contenta di aver trovato quel lavoro.
-Se sorridi stai meglio e questo vuol dire che è tempo di fare colazione. Ti ho portato un vestito pulito che ho fatto confezionare appositamente per te.
-Non dovevate.
-Diciamo che è per farmi perdonare.
-Non devo perdonarvi nulla. Non capisco.
Naruto si avvicinò a Hinata e le si sedette accanto.
-Quando ho visto quegli uomini farti male mi è salito il sangue alla testa.
Naruto stava fremendo per la rabbia pensando al giorno prima. Cosa sarebbe potuto accadere se lui non fosse arrivato in tempo. La splendida ragazza che ora gli stava accanto ne sarebbe uscita distrutta. Non avrebbe più potuto vederla ridere e giocare con suo figlio. Il suo bellissimo sorriso sarebbe sparito nel vuoto.
Hinata poggiò una mano sul viso di Naruto e gli sorrise. Gli fece capire che era tutto passato. Ormai si capivano con un semplice sguardo. Ormai il loro legame si era rafforzato e neanche le sfide più difficili lo avrebbero spezzato.
-Ti lascio sola così ti vesti.
-Vado a farmi una doccia prima.
Hinata prese il vestito che le aveva regalato il ragazzo e corse nella sua stanza. Dopo essersi lavata, si pettinò e si infilò l’abito. Era perfetto. Sembrava che Naruto le avesse preso le misure.
La mora scese in cucina e trovò Naruto e Minato che l’aspettavano.
-Siediti pure. Ho dovuto ordinare la colazione fuori perché miss Bridget è fuori per delle commissioni personali.
-Potevo cucinare io.
-Papà ha detto che dovevi riposare e oggi fa tutto lui. Sai che ci porta in spiaggia a fare una passeggiata?
-Oggi è una bella giornata e sono libero. Ci accompagni alla spiaggia?
-Per favore Hinata.
-Se me lo chiedi con quegli occhi dolci non posso rispondere no.
-Andiamo subito papà.
-Minato indossa il tuo cappottino, fuori fa freschetto.
-Va bene.
Hinata aiutò Minato a indossare cappotto e sciarpa e poi si infilò il suo giaccone e un basco francese.
-Il vestito ti dona- le disse Naruto nell’orecchio.
Salirono tutti in macchina e partirono verso la spiaggia. Arrivati lì videro che era vuota. Però si stava bene poiché non faceva troppo freddo.
-Minato non ti allontanare troppo da me e Hinata.
-Va bene papà. Mi metto qui a cercare conchiglie.
Naruto guardò Hinata e la vide pensierosa. La ragazza guardava l’orizzonte come se la preoccupasse qualcosa. Il ragazzo avrebbe pagato qualsiasi cifra per poter far sparire la tristezza dal cuore di Hinata.
Il biondino continuava a fissarla in silenzio. Fu lei a parlare per prima.
-Non devi preoccuparti per me, sto bene. Sei stato molto gentile a invitarmi.
-Minato non sarebbe mai uscito senza di te.
Una vocina diceva a Naruto di avvicinarsi alla mora e stringerla a sé. Ma non voleva interrompere quel momento. Era più forte di lui, non riusciva a starle lontano.
Il biondo le si avvicinò e le prese la mano. La guardò con quei suoi occhi azzurri che la lasciarono senza fiato. Poi Naruto le accarezzò la guancia. Nonostante il venticello fresco, Hinata aveva le guance in fiamme. Era un vulcano pronto ad esplodere. Fra loro si era creata un’atmosfera magica.
Minato corse verso i due e chiese al padre di metterlo in braccio. Naruto sollevò il figlio con un braccio mentre una mano stringeva quella della mora.
-Guarda papà, c’è la signora cattiva dell’altro giorno.
-Non può essere qui. Nessuno sapeva che sarei venuto qui.
Naruto capì che quella donna doveva farlo pedinare da qualcuno. Solo una pazza si abbassava a fare certe cose. Non la sopportava proprio. Se fosse stata un uomo avrebbe già preso a cazzotti la sua faccia. Cosa più importante, la donna voleva portargli via Minato, la cosa più bella che gli fosse mai capitata. Adorava suo figlio e non avrebbe permesso a nessuno di strapparglielo.
La donna si avvicinò al gruppetto e notò subito la mano di Naruto che stringeva quella della mora.
-Tu volevi farmi credere che non stai con questo essere insignificante. Con me non si scherza Naruto. Ho saputo dell’episodio a casa tua. Quindi ora il giudice sceglierà di farmi vedere il bambino spesso. Casa tua non è un luogo sicuro e Minato non può passare troppo tempo con la compagna di suo padre perché ha una cattiva influenza su di lui.
-Questa è una menzogna.
-Il giudice crederà a una madre triste, non a una ragazzina avida che cerca di far soldi seducendoti.
-Taci se non vuoi che chiami la polizia.
-Oggi sei scontroso Naruto. E tu come mai non parli piccolina?
-Non ho niente da dirle signora.
Naruto si girò di spalle insieme alla mora e si diresse verso la sua macchina. Era arrivato il momento di dare una lezione a quella spregevole donna senza cuore. Il modo più appropriato per farle abbassare la cresta era ignorarla. Naruto l’aveva frequentata per parecchi mesi e sapeva che non sopportava chi la ignorava. Era come se volesse essere sempre al centro dell’attenzione.
-Avremo fatto bene ad andare via senza dire niente?
-Non avere dubbi Hinata. Quella donna odia essere ignorata. Ora avrà la faccia nera per la rabbia.
-Papà ci segue.
-Non guardarla Minato. Lei non è una brava persona. Non giudicarmi male Hinata ma quando ha abbandonato mio figlio quella donna ha fatto un errore gravissimo. Non avrà mai più la mia fiducia.
-Non vi giudico signor Uzumaki.
La madre di Minato si fermò davanti ai tre e gli bloccò la strada. Era furiosa e sembrava voler picchiare qualcuno.
-Naruto Uzumaki non ti permetterò di nuovo di allontanarmi da mio figlio.
-Sei stata tu a lasciarlo dopo alcuni mesi dal parto. Hai un’amnesia?
La donna furiosa si scagliò su Naruto che ancora teneva Minato in braccio. Hinata si mise davanti ai due e si prese uno schiaffo della donna dritto in faccia.
-Togliti di mezzo ragazzina. Voglio dare una lezione a questo mostro.
-Smetta di prendersela con Naruto per un vostro sbaglio. Ragioni prima di compiere gesti avventati. Non può incolpare Naruto se è stata lei a lasciare il bambino.
-Tu non sai cosa si prova quando la tua carriera va a rotoli per essere rimasti incinta.
-Forse non so cosa si prova ma non può biasimare Naruto se non vuole che veda Minato dopo la sua scelta.
-Quindi il mio ex ti ha raccontato che l’ho lasciato per un altro. Però non ti ha detto che mi trascurava a causa del suo lavoro. Naruto vive solo per il suo lavoro da grande affarista e te ne accorgerai presto.
-Smetti di parlarle con quel tono. Ce l’hai con me quindi non prendertela con lei.
-A quanto pare tieni molto alla babysitter di tuo figlio. Come pensavo è più di una balia.
Naruto superò la donna e continuò a camminare fino alla macchina. Mise Minato nel seggiolino dell’auto e poi salì davanti di fianco a Hinata.
Il biondo mise in moto e partì verso una meta sconosciuta assicurandosi di non essere seguito. Era furioso poiché quella donna aveva osato parlare in modo tanto arrogante a Hinata. Poteva dire tutto quello che voleva su di lui ma non doveva permettersi di mettere in mezzo la mora.
Naruto arrivò alla sua villa da una strada secondaria. Scese di fretta, prese Minato in braccio e rientrò in casa senza dire una parola. Non aveva detto niente per tutto il tragitto e Hinata era preoccupata.
La mora andò in camera del bambino e vide Naruto che lo cambiava. Era molto serio. Forse Naruto temeva seriamente che quella donna gli portasse via Minato.
-Posso entrare?
-Certo. Minato non vuole infilarsi gli abiti da casa.
-Questa tutina è stretta.
-Hai ragione Minato. Sei cresciuto e io dovevo dire a tuo padre che alcuni indumenti ti stanno stretti. Mi dispiace.
-No, scusa- disse Minato abbracciando forte Hinata.
-Minato ha ragione. Dovevo accorgermi da solo che alcuni vestiti sono troppo piccoli per lui. Su una cosa aveva ragione la mia ex, io penso troppo al mio lavoro.
-Non è vero signore. Avete salvato me e Minato da quei delinquenti. Siete tornato presto per stare con vostro figlio più giorni in queste settimane. Non potete dare ascolto a quella donna.
-Hinata non ho detto che ha ragione. Certo che hai un fuoco dentro quando si tratta di difendere le persone a cui vuoi bene.
Naruto si avvicinò a Hinata e le baciò la mano. Quello era il suo modo per dirle grazie. Minato aveva gli occhi luminosissimi in quel momento. Il suo papà sembrava aver trovato la sua principessa. Era come una favola per lui.
La mora prese Minato per mano e lo portò nella sala a disegnare mentre Naruto andava a lavorare nel suo ufficio.
 
Verso le sei di sera Miss Bridget tornò dalle sue commissioni e si occupò di preparare la cena. Minato andò con lei mentre Hinata si diresse verso l’ufficio di Naruto. Le aveva chiesto di raggiungerlo nel suo ufficio.
-Entra pure Hinata.
-Sono venuta appena ho potuto.
-Immagino che Minato abbia messo tutto il salone in disordine.
-Non più di tanto. Cosa voleva dirmi?
-Mi dispiace se oggi ti sei ritrovata in mezzo al casino tra me e la mia ex.
Hinata sapeva che Naruto era preoccupato ma non pensava che avesse timore che lei lo avesse frainteso. Quindi mentre tornavano a casa Naruto non aveva fatto altro che pensare a come scusarsi con lei. Era preoccupato che lei credesse alla sua ex.
Non lo avrebbe mai fatto. Ormai Minato e suo padre erano come una famiglia.
-Avete pensato che io credessi a quella donna?
-No, so che ti fidi di me. Lo capisco da come mi guardi. Grazie.
Naruto si alzò dalla seda della scrivania e si avvicinò a Hinata. Poi la strinse a sé. Hinata aveva desiderato tanto essere abbracciata da lui ma non se lo aspettava in quel momento. Per poco non crollava a terra. Proprio in quel momento entrò nell’ufficio Claude che li sorprese stretti. Ora come spiegavano quella situazione a tutti. Naruto non sapeva neanche perché dovesse dare spiegazioni. Non si era mai sentito in obbligo di dare chiarimenti a nessuno. La vita era sua e poteva fare quello che voleva.
-Dimmi Claude.
-Signore è arrivata una lettera per voi. È da parte della vostra ex compagna.
-Poggiala sulla scrivania.
-Bene signore.
-Puoi andare Claude. Chiudi la porta quando esci.
-Sì, signore.
Naruto vide la mora molto preoccupata e capì subito cosa le passava per la mente.
-Non devi preoccuparti Hinata. Claude non penserebbe mai cose brutte sul nostro conto. Sa bene l’affetto che ci lega. Lavora da me da anni e sa che io mi fido di lui e della sua discrezione.
-Riesci sempre a capire ogni mio pensiero. Grazie per tutto.
Naruto la strinse più forte e le accarezzò il volto. Era davvero bellissima. Però non poteva correre troppo, rischiava di spaventarla. Doveva corteggiarla in modo dolce e soprattutto doveva essere sincero. Non voleva rischiare di perderla.
 
   
 
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